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Autore: Gondolin    29/07/2012    4 recensioni
In cui Tony sta inaugurando una certa Fondazione Per Le Vedove E Gli Orfani Di Guerra, e si scopre che non c'è lo SHIELD in Paradiso. Forse.
[ spoiler sull'unica cosa veramente spoilerabile del film, fix-it fic ]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Agente Phil Coulson, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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[The Avengers] Come on, let's save our lives  
Personaggi: Tony Stark, Phil Coulson
Warning: post-film, spoiler, fix-it
Conteggio parole: 974
A/N: Avendo un gran bisogno di fixare le cose, ho amato alla follia il prompt di p_will.
Titolo e versi iniziali da Dirt And Roses dei Rise Against.


This city grieves, like widows clasping 
Folded flags against their hearts. 
Raindrops spill like dirt and roses 
On black coffins in the dark.


Ovviamente doveva succedere durante la serata inaugurale per la Philip Coulson Foundation. La sua tipica fortuna. Tony fece appena in tempo a gridare “Avengers assemble!” e a vedere Barton, che ovviamente stava assistendo dalla balconata, tirare fuori l'arco. Dove l'avesse nascosto, sotto il completo elegante, era un mistero, ma Tony non ebbe tempo per l'ammirazione perché qualcosa lo colpì dritto in faccia e tutto scivolò nel nero.
Il suo ultimo pensiero fu: “Stavolta sono davvero fottuto. R.I.P. a me.”

Quando aprì gli occhi, fu quasi accecato dal bianco che lo circondava. Tony aveva sempre dubitato dell'esistenza di un aldilà, ma di una cosa era certo: se anche fosse stato reale, lui non sarebbe mai finito in Paradiso.
Invece non c'era traccia di fuochi infernali, né puzza di zolfo, ma solo bianco tutto intorno. Fortuna che nessuno l'avrebbe mai saputo, o sarebbe stato un colpo non da poco per la sua reputazione. Certo, in Paradiso non avrebbe dovuto esserci dolore, e in quel momento Tony si sentiva come se un'armata di Chitauri gli stesse ballando la polka nel cranio... ma quando mise a fuoco il volto chino su di lui ebbe la prova definitiva di essere stato mandato in vacanza premio permanente coi primi della classe. Perché se c'era qualcuno che si era guadagnato un posto sull'espresso per i Piani Alti, quello era Phil Coulson. Era esattamente quello che stava dicendo nel suo discorso prima di essere attaccato. Il suo povero discorso. Ci aveva passato nottate intere, e aveva tenuto Pepper al telefono per ore per limarne ogni dettaglio, e qualche super-cattivo da quattro soldi gliel'aveva rovinato.
Ma c'era Coulson che lo stava guardando con una certa preoccupazione, forse era il caso di concentrarsi su quello.
“Agente Coulson?” biascicò, sentendosi la lingua pesante. Perché la sua lingua era pesante? Le anime non avrebbero dovuto essere incorporee? E come ci si rivolgeva gli uni agli altri, ora che ci pensava? Da morto, Coulson non era più agente di un bel niente. A meno che non avesse iniziato una succursale dello S.H.I.E.L.D. in Paradiso. Il che, conoscendolo, non sarebbe stato del tutto improbabile.
L'anima di Coulson - Phil? Doveva chiamarlo Phil? Pepper lo chiamava così... oddio, Pepper. Stava bene? Era appena scesa dal palco, quando era iniziato l'attacco, se le fosse successo qualcosa...
“Hai una concussione. Bisogna svegliarti ogni due ore o potresti scivolare in coma.”
“Ma io sono morto.”
“Ci sei andato vicino.”
“E tu sei morto. Se non sono morto, vedo i fantasmi. Devo aver battuto la testa veramente forte. O forse è l'esaurimento nervoso che si avvicina. Era solo questione di tempo, dopo tutto...”
Coulson lo stava fissando con un sopracciglio alzato e le braccia incrociate sul petto. Petto coperto da una camicia e una cravatta, come sempre. Ok, forse quello non era il Paradiso. Dov'erano le tuniche candide, i cori angelici...?
“Non siamo morti?” domandò.
Coulson scosse il capo.
“E nemmeno nessuno degli altri?”
Coulson scosse di nuovo il capo.
“Perché non sei morto?” insistette Tony “Voglio dire” aggiunse, rendendosi conto di come doveva essere parsa l'ultima domanda “Perché Fury avrebbe detto che... Ah!” concluse, rispondendosi da solo.
Rimase in silenzio per qualche secondo prima di ricordarsi qualcosa di fondamentale. “Fury. Le carte.”
“Le carte” ripeté Phil Coulson, continuando a fissarlo con l'aria di uno che avrebbe riso, se si fosse ricordato che non era vietato dal regolamento.
“All'inizio ero sicuro, sicuro che non fossi morto. Niente corpo, scettro magico, sai com'è. Stavo facendo le mie ricerche. Avevo iniziato a collezionare figurine vintage per ridartele quando saresti riapparso. Lo sai cos'è successo alle tue, vero?”
Un sorriso vagamente inquietante si dipinse sulle labbra di Coulson. “Il direttore si è già scusato.”
“Fury?” Tony pensò che se non era l'Aldilà, quel luogo non era comunque parte della realtà “Fury si è scusato?”
“Faccio bene il mio lavoro” rispose l'altro con una scrollata di spalle “Non sai quant'è difficile trovare agenti competenti al giorno d'oggi.”
“Hai minacciato di licenziarti? Coulson... Phil... Posso chiamarti Phil? Da oggi sei ufficialmente il mio eroe. Ti darei il cinque se mi sentissi ancora le braccia.”
Questi alzò soltanto gli occhi al cielo.
“Ehi, lo sai della mia fondazione? Cioè, la tua. Cioè, a tuo nome. Perché ho così tanto mal di testa, comunque? Non potete darmi qualcosa?”
“No” rispose pazientemente Coulson “Altrimenti non riusciamo a svegliarti quando serve.”
Tony fece per protestare, quando l'idea di chiudere un attimo gli occhi iniziò a sembrargli decisamente migliore.
Lo risvegliò Coulson dopo esattamente due ore.
“Ma dove siamo?” chiese appena ebbe riaperto gli occhi su tutto quel bianco.
“Località protetta. Temo di non poterti rispondere.”
“Tipico” sbuffò Tony “E tu sei stato rintanato qui tutto questo tempo?”
“Rintanato non è il verbo che userei, ma sì, sono stato qui. E per rispondere alla tua domanda di prima” aggiunse Phil con un sospiro sconsolato “So anche della Fondazione Coulson Per Le Vedove E Gli Orfani Di Guerra.”
“Ci tenevi d'occhio, eh?”
“Già. Ho provato a convincere il direttore Fury a dissuaderti, ma a quanto pare lui lo trovava divertente.”
“Fury con un senso dell'umorismo? Questa giornata diventa più strana ad ogni minuto che passa. A proposito di stranezze, quando pensi di tornare in vita? Sai, sarà un po' imbarazzante spiegare tutto, ma la fondazione non cambierebbe nome, eh. Non la scampi così facilmente.”
“Lo immaginavo.”
“Allora?”
“Era programmato per la settimana prossima, ma visto come sono andate le cose, si è deciso di anticipare ad oggi. Altrimenti non starei parlando con te.”
“Giusto. E la violoncellista? Come l'ha presa?”
Per un momento Coulson sembrò quasi triste, poi si voltò per offrire allo sguardo di Tony il lato destro del volto. La guancia era di un rosso vivo. “Non molto bene.”
“Sistemerete tutto.”
“Mh.”
“Ma gli altri lo sanno? Che sei vivo, dico.”
Coulson sorrise. “Ancora no.”
Un attimo dopo si aprì la porta.

 

 

  
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