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Autore: Cara_Sconosciuta    30/07/2012    1 recensioni
In un futuro non troppo lontano, il Mondo Magico è di nuovo in guerra. I babbani di tutto il mondo, scoperta la razza dei maghi, sembrano più decisi che mai a sterminarli, come sempre hanno fatto con ciò che faceva loro paura.
Teddy Lupin, militante nella resistenza fin dalla notte in cui babbani e maghi corrotti gli hanno portato via la sua famiglia, parte con un'amica fidata per una missione lontano da casa, alla ricerca di chi possa salvare quel che resta della sua gente.
Ma nemmeno laggiù, nemmeno nella terra del progresso e dell'uguaglianza, il giovane mago sembra destinato a trovare la pace...
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Lo so, è l'ennesima long che inizio... ma abbiate pazienza,non ci posso far nulla se mi passa l'ispirazione. Di questa, però, ho più o meno tutta la trama in mente, per cui dovrei farcela, finalmente!

Spero davvero tanto nel vostro supporto, che è fondamentale!
E ora... buon primo capitolo!!!

Sconosciuta


Diari da un nuovo fronte


Gazzetta del profeta, 26 dicembre 2023


Nemmeno il Natale sembra essere stato in grado di fermare la follia babbana che imperversa nel mondo magico da più di un anno, ormai.

Durante la Santa Notte, infatti, un gruppo di vandali non magici, guidati da un mago traditore o mercenario, è penetrato a Diagon Alley e ha dato fuoco alla vecchia bottega Olivander, causando un'esplosione che ha coinvolto, fortunatamente non in maniera grave, tre costruzioni vicine.

Il proprietario della bottega, il signor Jonah Maybelle, detentore dell'attività fin dalla morte di Olivander, durante la Grande Guerra, è rimasto ucciso in questo atto sconsiderato.

Oggi più che mai il Mondo Magico si rende conto di trovarsi davanti ad un nuovo...


Teddy Lupin interruppe la lettura, disgustato.

Senza dire una parola, ripiegò il giornale e si diresse verso la camera da letto del suo appartamento.

Una casa piccola, appena due locali, ma comunque un lusso assoluto in tempo di guerra.

Perché era inutile continuare a negarlo: da più di un anno il Mondo Magico era di nuovo in guerra e questa volta contro un nemico molto superiore a Voldemort, se non altro numericamente.

Cercando di non fare rumore, il giovane sedette sul letto, dove Victoire dormiva tranquilla, abbracciata alla loro piccola Cartisia.

Da mesi lui non riusciva a riposare in quel modo, a godere così del calore della sua donna e di sua figlia, ma un sorriso non poté fare a meno di dipingersi sulle sue labbra.

Diciassette anni sono troppo pochi per diventare genitori, Harry glielo aveva ripetuto mille volte, otto anni prima, e lui era d'accordo, era terrorizzato, ma a quella bambina non aveva voluto rinunciare.

Con dolcezza, accarezzò piano il volto della piccola.

Non aveva mai fatto scelta migliore di quella e, d'altra parte, c'era da aspettarselo: Cartisia era frutto di un amore vero, non di una ragazzata qualsiasi.

Spenta l'abat jour, il giovane uomo si stese accanto alla sua famiglia, gli occhi spalancati a guardare il soffitto.

Dopo nemmeno cinque minuti, la manina di Cartisia si strinse intorno alla sua e, nel buio, Teddy Lupin sorrise.

Per la prima volta dopo mesi, confortato dal calore di sua figlia, si addormentò serenamente.

E quello fu l'inizio della fine.


Ma la vita è al vento

Attaccata a un filo

Scappa via di schianto

Certe notti Dio dove sta?

-Pooh, Puoi sentirmi ancora-


Il fumo giunse a solleticargli le narici dopo un tempo che gli parve allo stesso tempo infinitamente lungo e spaventosamente breve.

Cartisia dormiva della grossa, la manina ancora stretta alla sua.

La porzione di letto dove dormiva Victoire, però, era vuota.

Sulle prime, pensò che fosse già mattina e che Vic fosse andata in cucina a preparare la colazione. Non sarebbe stata la prima né l'ultima volta che i suoi pancake bruciavano, a causa di una distrazione ormai divenuta proverbiale nella grande famiglia Weasley.

Sorrise appena, all'immagine della sua compagna addormentata sul divano, mentre le frittelle diventavano via via sempre più nere.

Eppure, qualcosa gli diceva che non era quello ciò che stava accadendo.

L'odore di fumo era davvero troppo intenso e, volatilizzatasi la patina di sonno che attutiva i suoi sensi, Teddy si rese conto dell'inquietante crepitio che proveniva dall'altra stanza del bilocale.

Un lungo brivido gli percorse la schiena, non appena realizzò che, qualsiasi cosa stesse succedendo in cucina, era molto, molto peggio di una colazione bruciata.

Cartisia si lamentò appena nel sonno e lui, alzandosi, si chinò a posarle un bacio sulla guancia.

Stai tranquilla, amore... torno subito.”

Quando aprì la porta, l'inferno lo investì.

Il fuoco era ovunque in cucina e in salotto ed alcune lingue stavano già iniziando a lambire la porta della camera da letto.

Tutto ciò che conosceva, tutta la sua vita, ora era fuoco e ardeva, implacabile, cancellando l'esistenza di ogni suo ricordo.

Di Victoire, nessuna traccia.

Non poteva essere sparita...

Preso dal panico, Teddy si addentrò nel fuoco il più velocemente possibile, non dimentico della bimba addormentata nella stanza accanto.

Vic!” Al primo richiamo, nessuna risposta. “Victoire!”

Un debole colpo di tosse lo raggiunse da dietro il divano.

Più velocemente che poté, attraversò il salotto, tentando di richiamarsi alla mente un qualsiasi incantesimo in grado di sopire le fiamme.

Victoire era distesa a terra, i bei capelli biondi sparpagliati sul pavimento e la bacchetta abbandonata debolmente accanto alla sua mano aperta.

Teddy...” Esalò, accorgendosi della sua presenza. “Il fuoco... è magico. Il fuoco non si spegne...”

Dobbiamo uscire di qui.” Decise lui, tentando di infilare una mano sotto alla schiena della donna.

Con la poca forza che aveva, però, Victoire oppose resistenza.

Porta fuori la bambina...”

Vic, stai male e il fuoco non è ancora arrivato di...”

Papà!” L'urlo di Cartisia gli fermò il cuore per un istante.

Si era svegliata e doveva essere terrorizzata...

Confuso e impaurito, Teddy abbassò su Victoire i suoi grandi occhi scuri.

Portala via, Teddy... portala via e torna a prendermi...”

Debolmente, il giovane annuì e lei abbozzò un sorriso in risposta.

Fai in fretta...”

Annuendo di nuovo, Teddy si alzò in piedi e corse fino alla camera da letto.

Cartisia era distesa sul letto, le braccia sottili aperte ai lati del corpo.

Dormiva spesso in quella posizione, la sua bambina, eppure c'era qualcosa... un odore, avrebbe potuto dire, qualcosa che gli fece intuire subito che non era sonno, quello che abbracciava stretta la sua piccola.

Un odore, una sensazione che lo convinse che Cartisia era morta prima ancora di vedere il piccolo fiore rosso che germogliava sulla sua camicia da notte leggera.

Il messaggio, tracciato a chiare lettere sulle lenzuola bianche, era inequivocabile.

A morte la stirpe del lupo.

Venticinque anni sono troppo pochi per vedere la propria figlia morire.

Per vederla volare via con un proiettile babbano nel cuore, senza avere avuto nemmeno la possibilità di difenderla.

Quando si voltò verso il salotto in fiamme, Teddy Lupin comprese che il tempo era scaduto.

Fu in quell'istante, mentre le fiamme lambivano lentamente, troppo lentamente, il pavimento intorno ai suoi piedi, che Teddy Lupin capì di essere morto.

In silenzio, lo sguardo fisso e vuoto, raccolse il corpo della sua bambina dal letto e, stringendosela al petto, scavalcò il davanzale della finestra, come doveva aver fatto pochi minuti prima l'assassino che gli aveva portato via il cuore.

Fuori, il mondo dormiva.


Continua...



   
 
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