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Autore: LadyPalma    01/08/2012    2 recensioni
Storicamente Thomas Cromwell fu il primo ad essere avvertito a Palazzo dal dottor Bedingfield del peggioramento delle condizioni di salute di Caterina d'Aragona. Era il 31 Dicembre 1535, appena sette giorni dopo lei sarebbe morta.
La morte di una Regina dal punto di vista di uno sei suoi più accaniti rivali, o almeno così sembra.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Tudor/Inghilterra
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Storicamente la sera del 31 Dicembre 1535 il medico di Caterina d’Aragona il dottor Edmund Bedingfield avvertì Thomas Cromwell del peggioramento delle situazioni di salute dell’ex Regina. A questo ho unito la frase che Cromwell ha scritto parlando di lei ed è uscita questa storia. Fatemi sapere^^



 
 
La sincera ammirazione di un nemico

 
 
 
Thomas Cromwell camminava di fretta quella mattina; era il periodo natalizio ma gli sfarzosi festeggiamenti a Palazzo non lo esentavano dai gravosi affari di Stato di quella situazione che sembrava correre perfino più veloce di lui. Camminava veloce, quasi correva, con alcuni documenti sotto braccio e la tenuta da Lord Cancelliere che mai come in quel momento sembrava calzargli a pennello. Scansò bruscamente un paio di persone che chiedevano la sua attenzione e raggiunse il suo ufficio nei suoi appartamenti avvertendo il suo servitore di non voler essere disturbato e chiudendosi la porta alle spalle. Ma quella stessa porta si aprì solo qualche minuto dopo e lo stesso servitore vi fece capolino con l’aria impacciata, forse ancora intimorito dal sinistro personaggio che era il suo signore e insicuro della reazione che avrebbe potuto avere per aver trasgredito i suoi ordini.
“Perdonatemi signore, c’è il dottor Edmund Bedingfield” si decise ad annunciare, facendo un lieve inchino.
Cromwell alzò gli occhi dalle carte giusto il tempo di lanciare una severa occhiata al povero ragazzo.
“Vi avevo espressamente detto di non voler vedere nessuno!” 
“Riguarda la Principessa del Galles, signore…” aggiunse allora il giovane in un nuovo tentativo, stavolta riuscito perché nell’udire quel nome il suo signore lasciò perdere definitivamente qualsiasi altro impegno. Anche sotto un altro titolo e a distanza di anni, la soggezione che quella donna riusciva suscitare in qualsiasi persona, uno dei suoi più accaniti rivali compreso, sembrava essere rimasta invariata.
“Lasciatelo entrare!” accosentì poi giungendo involontariamente le mani sotto il mento quasi in forma di preghiera.
Si alzò lentamente in piedi e accolse il nuovo arrivato, emettendo un pesante sospiro alla vista dell’espressione sul volto del medico, con la netta sensazione che quell’anno che stava per arrivare avrebbe segnato davvero un cambiamento epocale e che forse quello che stava per finire avrebbe portato via con sé una delle donne che seppur involontariamente ne era stata protagonista.



 
**

 
La notizia della morte di Caterina d’Aragona non era arrivata quell’ultimo giorno del 1535 e non per bocca del suo medico, ma qualche tempo più tardi da uno dei pochi amici rimasti, l’ambasciatore imperiale Eustace Chapuys. Secondo le sue parole, si era spenta la sera del 7 Gennaio dopo un’apparente ripresa, ed era un po’ come se tutto in Inghilterra si fosse spento insieme a lei. Perfino Cromwell, che avrebbe dovuto gioire della sconfitta di una sua potente rivale, non riusciva a non provare in quella vittoria uno strano senso di perdita. Aveva vinto, è vero, ma la partita era stata impari e la Regina bianca al proprio posto sulla scacchiera era stata destinata a perdere sin dall’inizio. Eppure c’erano voluti tanti pedoni neri per catturarla davvero; il cardinale Wolsey, Anna bolena e la sua famiglia, l’arcivescovo Cranmer, Enrico: erano solo alcuni dei nemici che insieme a lui stesso erano scesi in campo per distruggerla, ma lei con un coraggio e una determinazione degni di una vera Regina era riuscita a tenere testa a tutti.
“Mi dispiace…” aveva mormorato dopo attimi di silenzio, abbassando leggermente la testa come in segno di rispetto.
“Davvero?” chiese ironicamente Chapuys, non riuscendo a reprimere il suo stupore.
“Vedete Vostra Eccellenza, io credo che la natura l’abbia predisposta male…” rispose sinceramente il Lord Cancelliere. “Se non fosse stato per il suo sesso, avrebbe potuto tener testa a tutti gli eroi della Storia” concluse mentre l’ammirazione trapelava dalla sua voce.
E alla fine era lei che aveva vinto: una delle poche donne che avrebbe potuto sconfiggere un esercito di uomini, uno dei pochi combattenti che poteva vantare di lasciare questo mondo con la sincera ammirazione di un nemico.
   
 
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