E’ la prima volta che
partecipo ad un contest! =D
Spero di fare tutto giusto
>..<
Prima di lasciarvi alla
storia, una precisazione: so che questa canzone non esisteva mentre si svolge
la storia (ovvero il sesto anno di Ginny), e credo nemmeno gli mp3 esistessero
o.O ma fatemela passare come “licenza poetica” >..< mi è venuto in mente
questo, e questo ho scritto u.u
Pacchetto Vento:
-Missing Moment
-Hogsmeade
-Like my fathers come to pass, seven years has gone so fast (Green Day, Wake me up when september ends)
-Missing Moment
-Hogsmeade
-Like my fathers come to pass, seven years has gone so fast (Green Day, Wake me up when september ends)
Pairing: Harry/Ginny
Genere: Triste,
Sentimentale, Introspettivo
Avvertimenti: OS, Missing
Moment
Conteggio parole: 1340
parole
Buona lettura! =D
Wake
me up when september ends
Ginny
uscì dal portone di Hogwarts e si coprì il volto con la sciarpa, reprimendo un
brivido di freddo. Era la seconda uscita ad Hogsmeade dell’anno, l’ultima prima
di Natale, e avrebbe dovuto rifornirsi di dolci e regali per gli altri, ma non
ne aveva molta voglia. Aveva declinato l’invito delle sue compagne di passare
la giornata insieme ed era pertanto sola mentre attraversava l’imponente cancello
e s’inerpicava per il sentiero che l’avrebbe condotta all’antico borgo magico.
Mise
le mani in tasca per il freddo e si stupì di trovarci qualcosa, anche se
dopotutto non usava quella giacca dal Natale scorso. Tirò fuori quella che a
prima vista pareva una piccola scatolina nera, con un filo collegato. Cercò di
capire cosa fosse, poi all’improvviso le arrivò l’illuminazione: un mp3, un
regalo di Hermione. La riccia le aveva detto che serviva per ascoltare musica,
anche se non poteva usarlo ad Hogwarts o alla Tana per via delle interferenze
magiche.
Ginny
si guardò intorno, ormai quasi arrivata ad Hogsmeade, poi decise di prendere
una stradina laterale e di uscire dal villaggio, almeno quanto bastava a
consentirle di usare quel… Quel coso. Non l’aveva mai fatto prima, dato che era
sempre stata o alla Tana o ad Hogwarts o nella sede dell’Ordine. Però in quel
momento Hermione le mancava tanto. Era la sua migliore amica, la confidente di
sempre, quella che sapeva sempre tutto – e non solo in termini di studio –, una
ragazza dolce e paziente che l’ascoltava. Ed ora era partita con suo fratello
Ron e con Harry.
Harry.
Ginny
non se la sentiva più neppure di pensare a quel nome. Inevitabilmente le
lacrime presero a scorrere sulle sue guance, dapprima bollenti e poi gelide,
raffreddate dal vento che non concedeva tregua. Ginny non si reputava una
ragazza debole, era oltremodo intraprendente e quell’anno aveva già compiuto
qualche scelleratezza per contrastare il regime di Piton e dei Carrow, però non
poteva permettersi di preoccuparsi per il suo ormai ex-ragazzo. Il solo pensare
a lui la gettava nello sconforto e nella paura, e Ginny si lasciava andare a
lunghi pianti liberatori solo ogni tanto, concedendosi una tregua dal fardello
che portava sulle spalle – e sul cuore – per poi tornare più combattiva di
prima.
Harry
era partito, e da quel poco che aveva capito intendeva uccidere Colui-che-non-deve-essere-nominato.
Era partito a fare l’eroe, come sempre, e sebbene Ginny sospettasse che lui
l’amasse ancora, non poteva non sentirsi male pensando che fosse lontano da lei.
Finalmente
la rossa arrivò in mezzo ad un prato. Volse lo sguardo indietro e vide il
villaggio di Hogsmeade ben lontano. Forse poteva arrischiarsi a far partire
quell’aggeggio. Ci mise un attimo per ricordarsi come si accendeva, e poi per
capire come far partire la musica.
Tecnologia Babbana, puah. Era difficile. Si mise le cuffie nelle orecchie solo
quando capì che da lì usciva il rumore. La canzone sembrava triste.
“…Like my fathers come to
pass Seven years has gone so fast…”
Sette
anni erano quasi passati dalla prima volta che aveva visto Harry. Quasi sette
anni che lo amava, prima dell’amore innocente e ammirato di bambina, e poi di
quello entusiasta da adolescente. Chissà, ce l’avrebbe fatta ad arrivare ad
amarlo di un amore maturo, da donna?
“…Here comes the rain again Falling from the stars Drenched in
my pain again…”
Pioggia
di lacrime da occhi di stelle: era quella che stava scendendo sulle sue guancie
al ricordo di Harry? Dei loro baci rubati agli angoli dell’enorme parco di
Hogwarts, sotto il salice in riva al lago? Dolore, sì, quello era sicuramente
dolore: oh Merlino, come gli mancava!
“…As my memory rests But never forgets what I lost…”
Oh
sì, era molto facile cullarsi nell’illusione di un nuovo anno scolastico come
gli altri, anche se doveva dire che la memoria non si riposava affatto:
studiava come una matta. Ma c’era sempre quel momento, dopo ogni giornata piena
di studio, dopo ogni piano ribelle steso ed attuato… Quel momento in cui si va
a dormire, e si ripensa a tutto, e facendo un bilancio della propria vita Ginny
non poteva far altro che pensare a lui,
che aveva amato così tanto e che amava tutt’ora, e che ora era perso. Perso
chissà dove, perso per chissà quanto tempo, mentre lei cercava inutilmente di
prendere sonno.
“…Ring out the bells again Like we did when spring began…”
La
primavera scorsa era davvero iniziata bene, e finita ancora meglio fra le sue braccia. Ma per loro ci sarebbero
mai state campane che suonavano a nozze? O il suo era solo un sogno infantile
che, come quelli di molti altri, sarebbe stato distrutto dalla guerra?
“…Here comes the rain again Falling from the stars Drenched in
my pain again…”
E
aveva davvero iniziato a piovere, anche se era ancora giorno e non si vedevano
le stelle: piccoli aghi ghiacciati che cadevano sul suo volto scoperto e si
mischiavano alle lacrime salate di prima, mentre ancora una volta Ginny pensava
ad Harry, mentre per la prima volta dopo mesi osava riportare a galla il suo
nome. E il dolore, che non l’abbandonava mai, non era più un velo sottile di
sottofondo ai suoi giorni, ma una freccia appuntita conficcata nel suo cuore.
“…As my memory rests But never forgets what I lost…”
Mentre i ricordi dolceamari di qualche
mese prima tornavano a galla, e la loro storia non era altro che spensieratezza
e amore, la vita di due sconosciuti. Perché Harry Potter era il Bambino-che-è-sopravvissuto,
e non poteva restare, neanche per lei: e lei non gliel’avrebbe chiesto perché
era forte, perché lui era l’eroe predestinato a cambiare il mondo. Anche se in
quel momento si sentiva così debole, così vulnerabile di fronte alla sua immagine
sbiadita nella mente.
“…Summer has come and passed The innocent can never last…”
La
stagione dell’amore era ormai finita, Ginny doveva farsene una ragione. La
guerra aveva strappato via la loro innocenza, e non si poteva tornare indietro:
Harry ormai era partito, lei non sapeva dove fosse o cosa stesse facendo.
Doveva solo aveva fede, sperare che sarebbe tornato, tornato da lei come da
tutti.
“…Like my father's come to pass Twenty years has gone so fast…”
Sarebbero
arrivati a vedere l’alba dei vent’anni? Ginny non era sicura di farcela, se
Harry… Se lui non ce l’avesse fatta.
Che pensiero orribile non era quello di sopravvivergli?! Non poteva andare
così, assolutamente no. Finalmente lui
aveva capito di amarla, e lei aveva coronato i suoi sogni: quale destino
crudele poteva dividerli? Se esisteva un Dio, esso doveva capire che il loro
amore era troppo grande per poter finire così, spento dalla guerra. Loro
dovevano vivere, dovevano passare molto più di vent’anni insieme.
“…Wake me up when September ends…”
A
settembre sarebbe tornado da lei? Doveva pazientare solo per qualche mese
ancora?
“…Wake me up when September ends…”
Dormire
era proprio una buona idea, se tutto questo fosse stato un incubo lei avrebbe
dovuto solo svegliarsi.
“…Wake me up when September ends…”
Ce
l’avrebbe fatta ad ignorare il dolore e la paura, a continuare a lottare e ad
aspettarlo?
Ginny
si asciugò le lacrime con il dorso della mano, poi alla fine della canzone
spense quell’aggeggio che le aveva regalato Hermione. Lo rimise in tasca e si
affrettò a tornare indietro, proseguendo per Hogsmeade. Forse aveva sbagliato
canzone. Forse il destino le aveva giocato uno scherzo crudele scegliendo
proprio quella, e facendole tornare alla mente tanti ricordi. O forse era il
solo modo che aveva per andare avanti: prendersi dei momenti per immergersi nel
dolore, piangere e uscire di nuovo, fortificata. Pronta a combattere e a dare
il cento per cento.
Ginny
era arrivata al villaggio, e vide Luna e Neville in lontananza. Li salutò con
la mano e corse da loro.
“Ecco
qua la ragazza che stavo cercando!” le disse Neville, con un enorme sorriso
“Allora, cosa combiniamo per la prossima uscita dell’ES?”
“Non
so voi, ma io devo prendere i regali: mi accompagnate?” chiese Luna, sognante
come al solito.
Ginny
sorrise.
Dopotutto
doveva aspettare solo fino a settembre, no?
Valutazione:
Stile e forma: 18/20
Come stile non è male, ci sono pochi degli infantilismi che mi ritrovo spesso a leggere, però si vede che puoi migliorare moltissimo... Ti faccio un esempio: l'inizio e la parte della song-fic effettiva ha uno stile buono, scorrevole, poi quando Ginny va a pensare a Harry cambia, ed è come se tu cercassi di ottenere un tono un pochino più serio, che ha come unico effetto di allontanarti dal personaggio... Per fare una storia triste non c'è bisogno di lacrime!
Grammatica: 10/10
punti prompt: 2,5/3
Non si può dire che non sia triste, il verso c'è e anche l'ambientazione è abbastanza presente... Però tu hai scritto una songfic: non mi dispiace, certo, però avressti dovuto far risaltare un pò di più quel verso rispetto agli altri...
punti lunghezza:2/2
Gradimento personale: 14/15
Io amo questa canzone, e l'hai abbinata davvero benissimo al personaggio e al resto... hai forzato un pò il pacchetto, però se non fossi la giudicia...
IC: 16/20 Ginny c'è, però non mi convince molto, per via dello stile che hai usato e di quelle lacrime improvvise... quando piangi cominci a farlo senza neanche capire perchè?? No, e allora perchè Ginny si? magari non volevi, oppure sei passata oltre perchè l'hai sottinteso, ma noi povere anime che leggiamo?... Potevi fare di meglio u.u e mi si è alzato un pochino il sopracciglio anche sentendo quel "Ecco qua la ragazza che stavo cercando. Non so, detto da Neville in un periodo simile mi sa un pochino di OOC.
Originalità: 20/20
Mai letto niente su questo periodo, infatti prima o poi comincerò a riempire l'anno nero di Hogwarts...
Totale: 92,5/100
Come stile non è male, ci sono pochi degli infantilismi che mi ritrovo spesso a leggere, però si vede che puoi migliorare moltissimo... Ti faccio un esempio: l'inizio e la parte della song-fic effettiva ha uno stile buono, scorrevole, poi quando Ginny va a pensare a Harry cambia, ed è come se tu cercassi di ottenere un tono un pochino più serio, che ha come unico effetto di allontanarti dal personaggio... Per fare una storia triste non c'è bisogno di lacrime!
Grammatica: 10/10
punti prompt: 2,5/3
Non si può dire che non sia triste, il verso c'è e anche l'ambientazione è abbastanza presente... Però tu hai scritto una songfic: non mi dispiace, certo, però avressti dovuto far risaltare un pò di più quel verso rispetto agli altri...
punti lunghezza:2/2
Gradimento personale: 14/15
Io amo questa canzone, e l'hai abbinata davvero benissimo al personaggio e al resto... hai forzato un pò il pacchetto, però se non fossi la giudicia...
IC: 16/20 Ginny c'è, però non mi convince molto, per via dello stile che hai usato e di quelle lacrime improvvise... quando piangi cominci a farlo senza neanche capire perchè?? No, e allora perchè Ginny si? magari non volevi, oppure sei passata oltre perchè l'hai sottinteso, ma noi povere anime che leggiamo?... Potevi fare di meglio u.u e mi si è alzato un pochino il sopracciglio anche sentendo quel "Ecco qua la ragazza che stavo cercando. Non so, detto da Neville in un periodo simile mi sa un pochino di OOC.
Originalità: 20/20
Mai letto niente su questo periodo, infatti prima o poi comincerò a riempire l'anno nero di Hogwarts...
Totale: 92,5/100