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Autore: Freya Crystal    04/08/2012    3 recensioni
Profondo Blu è stato sconfitto. Ichigo e Masaya sono sani e salvi e tutti vissero felici e contenti, ma qualcuno dice no. Dice un "No" secco a tutto questo.
Perché la bella paladina della giustizia deve sempre finire con lo stereotipo del ragazzo dolce, romantico e puro come un giglio?
Che ne è stato dell'algido biondo dagli occhi color oltremare, un po' scorbutico, un po' maleducato, che segretamente arde d'amore per la nostra rossa preferita?
Le cose non vanno mai come ci si aspetta. Il futuro ha in serbo piani differenti per Ichigo. E anche per Ryou.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo... catastrofico







 
 
Il tempo passò e le cose con Masaya tornarono alla normalità. 
La confusione conseguita a quel bacio si rivelò di natura passeggera. Inizialmente, Ichigo associava ogni gesto d'intimità del suo ragazzo a quell'incidente, per questo si era sentita a disagio. Finché non era riuscita a ritrovare se stessa insieme a Masaya.
La scomparsa di tale disagio fu la testimonianza che le sue previsioni si erano rivelate veritiere. E fu fonte di una grande soddisfazione. 
Ma ben presto, Ichigo si accorse che era proprio la ritrovata normalità il problema. Il problema, precisamente, non aveva a che fare con loro, ma era un cancro di tipo esterno. Aveva a che fare con un terzo individuo, qualcuno chiamato Ryou. 
Il fatto era che Ichigo aveva provato qualcosa di più intenso col bacio che si erano scambiati. 
E' impossibile realizzare che ciò che si ha non ci basta, se prima non proviamo qualcosa di più intenso. Impossibile anche per Ichigo Momomiya. 
Già, impossibile anche per la paladina del mondo.
Perché Ichigo, prima di provare quel qualcosa di più intenso, non poteva sapere che dopo, ciò che c'era con Masaya non le sarebbe più bastato.
Il nugolo di meravigliose emozioni che sentiva per lui appariva ora ridicolo, a confronto. 
L'intensità.
Era quello il punto. Masaya era sempre stato il sole per lei. 
I casi erano due: o lei aveva appena scoperto che quel sole non era altro che una candela, o Ryou le aveva rivelato l'esistenza di un sole più grande.
Non esiste un altro sole nella tua galassia.
La sua discreta "brillantezza"- per essere gentili nei confronti della signorina in questione - era sufficiente a ricordarle questa nozione. Ichigo non era un portento scolasticamente parlando, ma tutti sapevano che nel sistema solare in cui viveva, di soli ce n'era soltanto uno.
Quindi doveva ammettere che Ryou non le aveva mostrato un altro sole?
Fuori la teoria numero due. Ma la numero uno?
Come la mettiamo con la numero uno?
L'intensità. Ecco. Ryou le aveva fatto vivere un'esperienza di maggiore intensità.
Ma lei poteva cancellare una storia da sogno per qualcosa di più intenso?
Solo un abbaglio. 
Esatto. 
Perché Ryou non poteva aver costuito semplicemente un abbaglio? 
In tal caso, Ichigo sapeva che qualunque oggetto, osservato a seguito di una momentanea rifrazione della luce, avrebbe potuto rivelare fattezze diverse da quelle intraviste. Fattezze migliori, o magari fattezze più deludenti. 
Se Ichigo si fosse soffermata a pensare seriamente a Ryou, avrebbe potuto rimanerne delusa. Con conseguente affiancamento della delusione al senso di colpa.
Ma se non l'avesse fatto, non avrebbe saputo quali fattezze Ryou celava dietro la luce.
Ah, maledetto cervello.
A quanto pareva, quel giorno la voce interiore di Ichigo aveva deciso di prodigarsi a sfornare metaforici piatti a base di saggezza. O forse erano solo elucubrazioni mentali da adolescente in preda ad una crisi ormonale, le sue.
Che poi, quel bacio lei e Ryan se l'erano scambiato al buio. Ironia della sorte. 
Più che scambiarselo, se l'era rubato lei per sé. 
Ichigo scosse energicamente la testa, facendo ballonzolare i codini sulle spalle. Perfino quella percezione sensoriale le diede fastidio. Le diede la parvenza di aver ricevuto due sottili frustate.
Com'era esagerata.
<< Beh, Ichigo, visto che non sai la risposta, verrai alla lavagna ad esercitarti. >>
Eh?
Cosa centrava una lavagna con il suo proble- alt!, aveva appena dichiarato la questione risolta! E poi come mai la sua voce interiore era uguale a quella del prof di matematica!?
Oh.
... Stavolta aveva la risposta ad entrambe le domande! 
Era in classe.
Dieci in domandologia per Ichigo Momomiya!
<< Ichigo, hai sentito? >>
Che diamine vuole da me?...
Ah.
L'insegnante aveva interpreato il suo scuotere la testa come un cenno di diniego nei confronti di una sua ipotetica domanda.
Che tempismo. Sono la numero uno.
Lei e i suoi scatti improvvisi della testa non andavano d'accordo.
<< V-va bene. C-che cos'è che stiamo facendo?... >>
Non si era accorta di quanto fosse pesante il silenzio all'interno dell'aula. Lo si poteva affettare col coltello.
<< Hai deciso di far sfoggio della tua spiritosaggine come tuo solito, o per caso hai voglia di una punizione? >>
<< N-no. Mi scusi, mi ero distratta un attimo a pensare a Ryou, uffa!, vede è così compl-
Raggelò. Sbiancò. Si pietrifricò.
Mentre contemporaneamente qualcosa si rompeva nell'aula. 
Il silenzio. 
Scrosci di risatine incontrollate fecero da sottofondo al suo statico irrigidimento. Avrebbe dovuto premurarsi di distogliere lo sguardo, mentre si scusava col professore, così da non doverlo ora fronteggiare con le pieghe di grasso ai lati delle guance cadenti per la sua ultima sparata. Pareva che le lenti degli occhiali volessero cadergli dal naso.
Se Ichigo si fosse alzata in piedi appena udito il suono del suo nome, le sarebbero caduti occhi, bocca, naso, braccia, tette- persino le gambe. E poi anche i piedi. Anche se erano già a terra, sarebbero caduti ancora più in basso, sì. Avrebbero bucato il pavimento dell'aula, sarebbero piombati giù al primo piano, poi al pianterreno e poi...
<< Ichigo, vai fuori a prendere una boccata d'aria. >>
Ecco. Ne aveva bisogno.
Un demone immaginario, irrisoriamente simile alla caricatura di Kisshu, le ruppe un uovo in testa, sbriciolando lo strato granitico che l'aveva paralizzata e risvegliandola dal suo torpore. 
Meccanicamente, Ichigo si alzò, sgusciò fuori dalla sedia incastrata sotto al banco e, leggermente traballante, si diresse verso la porta. 
Solo una persona, all'interno dell'aula che si lasciò alle spalle - a parte il professore - non aveva iniziato a ridere. E tuttora non pareva averne l'intenzione.
Masaya.
 
 
 
 
 
Spazio dell'autrice:
Salve! L'ispirazione! E' lei la causa di tutto questo, è arrivata all'improvviso e mi ha fatto impiegare all'incirca mezz'ora per produrre le righe soprastanti. Se siete arrivati in fondo a leggere, vuol dire che avete bisogno di farvi curare. Come si fa a sopportarmi!?
Lo so, ho Fiore Impuro da portare avanti, ma non resisto alla voglia di pubblicare. 
Non ho la più pallida idea di cosa ne salterà fuori, quanto sarà lunga questa "fanfiction", se sarà a lieto fine o meno. So per certo che non si tratterà di una one-shot. 
Ora, se qualcuno vuole gentilmente istigarmi a dare un seguito a questa roba, è pregato di cliccare il bottone in fondo alla pagina. Bacioni a tutti! ;)
  
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