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Autore: Disorientated Writer    11/08/2012    2 recensioni
Dal Trattato delle Autrici:
E per far vedere al mondo quanto siano potenti gli scrittori, ogni anno verranno prescelti 16 personaggi a caso, addestrati ( se ce n'è bisogno) all'arte della difesa, lotta e cultura generale. Verranno divisi in gruppi in base alle loro caratteristiche tipiche e costretti a darsi battaglia in una pseudoarena finché solo un gruppo di loro sopravviverà alle perfide idee che ideeranno le loro creatrici.
Per i vincitori ci sarà la vittoria e la possibilità di avere un ego grosso come un colosseo, per i perdenti, l'umiliazione della sconfitta e il massacro sociale da parte dei loro co-protagonisti.
Che i Demential Games abbiano inizio. 

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I personaggi sono scelti tra le nostre storie, raramente saranno quelli utilizzati da altri scrittori c:
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Scritta a quattro mani: Madamoiselle Nina e Khyhan. ('Dio e Semidea' , 'Ultimate Heroes' , 'L'assassino della porta accanto' , 'I pilastri dell'Apocalisse' e 'La guerra degli Arcani')
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Primo giorno – Parte 1: Di figo arrogante in una storia ce ne può stare solo uno.

 












James  PoV.
 
Come le due pazze vestite con qualcosa-che-chiunque-sano-di-mente-non-metterebbe-mai sparirono io placcai Elena che si stava addentrando nella foresta all'inseguimento di un granello di sabbia.
 « Dove pensi di andare da sola? » chiesi mentre la trattenevo per la camicia « Dov'è Louisa? » voltai la testa a destra e a sinistra a caccia della testa castana della mia amica e la trovai. Tra le braccia di quell'inutile essere che è Jason. Ora potevo scegliere: aprire la via dello Sheol e lanciarci dentro quel peso morto che era Jason, oppure trattenere Elena e impedirle di farsi ammazzare, mandando così a farsi benedire la nostra missione di Sigilli. Per fortuna Louisa prese a schiaffi Jason prima che io potessi intervenire, risolvendomi il problema.
Trascinai con me Elena, che scalciava come una furia, urlando che la giungla era il posto ideale per raggiungere il Nirvana e che doveva assolutamente andare in esplorazione.
Incrociai lo sguardo con un biondo dall'aria poco rassicurante, che ci guardava dall'alto in basso e afferrai più saldamente Elena.
 « Smettila! » le ordinai « O quello ti ci spedisce sul serio al Nirvana »
Elena mi scoccò uno sguardo superiore « Il Nirvana non è l'altro mondo, ma è una condizione di vita che raggiungi con la perfezione e poi non senti l'aura positiva della foresta? E quello » guardò intensamente il ragazzo biondo come a valutarne i tratti duri del viso « E’ il sogno segreto che ogni donna vorrebbe avere nel suo letto »
Perfetto, come no. Sono stato trascinato su un isola con un vulcano viola, devo difendere Louisa dalle mani lunghe di Jason e ora devo proteggere un'adolescente che non tiene mai la bocca chiusa dai propri ormoni. Questa giornata iniziava proprio bene.
Dio, quale terribile peccato ho commesso in vita mia per avere un trattamento simile? Chiesi distrattamente al Creatore e sentii ridacchiare qualcuno accanto a me. « Sai le fanciulle andrebbero trattate con i guanti bianchi. Andrebbero amate, non maltrattate. » mi voltai seguendo la direzione della voce e sentii Elena smettere di combattere « E tu chi saresti per farmi la paternale? E poi a Elena va messo un guinzaglio, possibilmente corto. Fidati, lo faccio per il bene dell'umanità. »
Il ragazzo mi fece un sorriso a trentadue denti e istintivamente mi ritrassi, ma lui prese la mano di Elena e gliela baciò con un gesto galante « Mi dispiace che siate trattata così malamente dal vostro ragazzo, signorina. Mi chiamo Michael e nel momento in cui desideriate qualcun altro, non esitate a chiamarmi » nel momento in cui pronunciò quelle parole, vidi con la coda dell'occhio un riflesso argentato e mi buttai a terra trascinando Elena con me.
« TU! » un ragazzo biondo e allampanato puntava una spada alla gola del tipo di prima « Tu sei fidanzato con mia sorella! Vuoi ferirla ancora? »
I’imbecille castano fece una faccia offesa. « E come potrei ferirla se nemmeno è qui? »
Mi rialzai con discreta calma, del resto non erano affari miei di chi voleva uccidere chi, ma per tutti gli angeli, stavano per tagliarmi la testa di netto! « Sentite » iniziai con il tono che usavo con Louisa quando parlava di Jason (ovvero un tono vagamente omicida) « A me non interessa chi sta con chi e chi punta la spada contro chi, ma io, Louisa, Elena e Will dobbiamo andarcene, quindi vi auguro una buona permanenza e addio. »
Entrambi si voltarono nella mia direzione e nello stesso momento Elena fece emise un sospiro che non prometteva nulla di buono.
« Dovrei fare un ritratto a questi due. » disse avvicinandosi ai ragazzi e girandoci intorno « Hanno delle misure perfette. Ne verrebbero dei bellissimi nudi. » alzò gli occhi sul ragazzo castano « Poseresti nudo per me? » chiese senza vergogna.
Io sospirai e il ragazzo gli fece un mega sorriso « Per te piccola, poserei nudo anche subito. » non so chi è più ingenuo dei due. Lei che crede alle favole dove tutti sono buoni e giusti o lui che pensa che Elena voglia qualcosa di più di un semplice ritratto.
« Elena! » la richiamai cercando disperatamente il sostegno di Louisa « Dobbiamo andare ricordi? Hanno bisogno di noi, e ricordati che hai fatto una promessa al Creatore »
I due ragazzi mi fissarono dall’alto in basso « Andiamo Jim! » mi venne improvvisamente un tic all’occhio quando Elena mi chiamò con quel nomignolo odioso « E’ per l’arte! »
« Si Jim » fece eco il ragazzo « E’ per l’arte! Un nano come te non può capire cosa vuol dire essere un adone amato da tutte »
Io sono buono. L’ho sempre saputo. Sono un Sigillo e combatto dalla parte di Dio contro i Grigori, ma per tutte le stelle e i soli, io questo lo ammazzo!
Strinsi l’anello con l’ossidiana che mi identificava come Sigillo, chiedendo l’aiuto di Uriel in questa battaglia.
Il mio anello divenne l’enorme falce nera che utilizzavo quando recidevo l’anima di un morente dal suo corpo e lo conducevo nello Sheol « Inizia a pensare a tutti i tuoi peccati. Perché tra trenta secondi sei morto. »
Lui mi sorrise candidamente « Non mi bastano trenta secondi. Che ne pensi di un secolo o due? » spalancai gli occhi. Uno o due secoli? Chi è questo, Jason due la vendetta?
Lo attaccai sferrandogli un violento fendente laterale che lui scansò a una velocità pari alla mia « Scusa nanetto, ma cosa ti fa incazzare per la precisione? » mi chiese con tutta la calma di questo mondo « Che ci abbia provato con la tua ragazza o che ti chiami nanetto? Perché se è la seconda è un dato di fatto, non un offesa » alzai gli occhi al cielo e maledii la parruccona folle in viola. In ogni storia doveva mettere uno stronzo che tirava fuori il peggio dai propri personaggi?
La spiaggia tremò per un secondo e tutti ci fermammo a guardare la sabbia che si muoveva fino a formare una scritta sul terreno morbido: “si, è mia abitudine farlo”.
« Grazie tante, eh! » ringhiai tra i denti.
La spiaggia tremò ancora “prego” , mi rispose quella … quella … guardai il cielo, se l’avessi definita stronza mi avrebbe fulminato sul posto.
Presi un gran respiro « A quanto pare sei il cocco dell’autrice, e si incazzerebbe come una iena se ti staccassi un braccio o due, per cui » ghignai al pensiero « Ci vediamo alle prove, sono sicuro che Viols progetterà qualcosa di veramente orrendo. Del resto, che storia eh, se i protagonista non sudano sette camicie? »
Recuperai Elena che stava provando a chiudere in uno schema la scritta sulla sabbia, probabilmente per immortalare il momento magico. « Muoviti Elena! Smettila di comportarti come una che è appena uscita dal manicomio! Dobbiamo darci da fare. » lei mi guardò vacua e sognante « Ma io non sono in gruppo con te! Non prendo ordini da te. »
Lo stronzo ridacchiò e tirò Elena a sé sottraendola dalle mie mani, ma lei gli diede una spintarella « Scusa bello, ma non sono in gruppo neanche con te! Vado a farmi un giretto da Louisa e delle altre ragazze. »guardai Elena allontanarsi verso Louisa.
 Cento metri ci separavano, ma si perse a raccogliere sei conchiglie a guardare le nuvole e le onde del mare, saltellano come una bambina di quattro anni. Sospirai e mi fermai a guardare il cretino castano, ricordandomi che cinque secondi prima era stato attaccato da qualcuno. « Immagino che ora dovreste presentarvi » dissi facendo tornare la falce a essere un anello « io sono James O’Ryan. Sono un Sigillo dalla parte di Dio, l’emanazione di Uriel, l’Arcangelo a capo delle Podestà e Custode dello Sheol »
Il ragazzo biondo fischiò « E lo scrivi tutto questo sui biglietti da visita o questo era un riassunto per noi poveri mortali? » chiese sarcastico.
Gli girai le spalle e me ne andai sdegnato. Avevo trovato i miei rivali ed erano copie di tutti i colori di Jason.
 




Alexej PoV.

Lanciai un’occhiata preoccupata al vulcano viola che torreggiava sull’isola. Era veramente meglio della Caccia alla Bandiera?

Si che lo era.
Mi sedetti sulla sabbia accanto a River e ben lontano da Amelie, che sembrava decisa ad affogarmi.
« Alex, sei preoccupato per questa strana cosa dei gruppi? » mi domandò River, mentre osservava con molta attenzione una conchiglia color arcobaleno.
Immagino che a Pandemonium (come l’avevano chiamata le tipe sclerate di prima) fosse normale trovare cose del genere.
« Naah, non direi. Cioè, non ho la più pallida idea di chi siano i miei compagni, ma dal nome non sembriamo affatto male! »
Voglio dire … quanti “Belli e Dannati” sono perseguitati dalla sfortuna?
A parte me, ovviamente.
« Sai che quello con il tuo stesso nome mi inquieta? » mi sussurrò River, facendo un cenno verso Alecsey.
« Sì, inquieta anche me. Taanto. Però, hey, che mi può succedere se quel tipo è in squadra con me? » domandai, speranzoso.
Dopo che ebbi pronunciato queste parole, nel cielo apparve una scritta: “Oh yeeeah, Alecsey is the way”. E sotto: “Shut the fuck up, Elis.”
Le pazzoidi dovevano amarsi molto.
Per poco non iniziai a rotolare per la spiaggia dalle risate, mentre River, beh, lei era già caduta in acqua.
Il mio omonimo-più-o-meno fletté un piccolissimo muscolo del viso, che interpretai come un sorriso compiaciuto a quarantanove denti, per poi tornare a concentrarsi su un fucile ultimo modello. Però, quel ragazzo sì che era emotivo!
Mi guardai intorno. River ormai era andata, gettandosi in acqua e iniziando a nuotare. Chissà chi altri erano i miei compagni.
O meglio, sapevo che erano un Jason Biondo e un Jamie, ma in mezzo a tutti quegli schizzati come potevo trovarli?
Di attaccare bottone con Alecsey non mi andava proprio. Come minimo mi avrebbe scuoiato vivo, per Ares!
Potevo prendere una bandierina e scriverci sopra “Belli e Dannati qui!” ma forse non era il caso.
Continuai a guardarmi intorno, e vidi quattro ragazzi che si stavano pestando a sangue.
Con un mezzo sorriso decisi di avvicinarmi, tanto per fare qualcosa.
Sembrava una specie di ‘due contro due’, una rossa nanetta e un biondo palestrato contro un altro biondo e un altro biondo ancora.

Porco Tantalo, ma erano tutti biondi su quest’isola?!
Io, modestamente, ero il più figo, ma dettagli.
« Pff, che tipi. Fare una rissa già dal primo giorno. » l’ennesimo biondo palestrato (ma quanta fantasia avevano le sclerate?) comparve accanto a me, con le braccia incrociate e un sorriso sghembo sul volto.
Annuii, sorridendo, e gli porsi la mano.
« Alexej Armstrong, piacere. »
« Jamie Jensen. Quindi siamo in squadra insieme. Noi, Alecsey e uno di quei tre tipi biondi lì in mezzo. » borbottò lui, stringendomi la mano e indicando il gruppetto che “litigava”.
A quel punto, una scarpa mi volò dritta sulla nuca.
« Hey! » mi girai e vidi una delle due schizzate che svolazzava sopra di noi.
« Accidenti, stupida scarpa! » urlò lei alla povera Converse che era precipitata sulla testa del povero sottoscritto Alexej.
Dopo aver inveito contro la scarpa, scomparve in un turbine amaranto. Che tipa.
Ad un tratto, apparve l’ennesima scritta nel cielo: “Torna qui a finire il tuo PoV e muovi il culo”.
La fissai. Qualcuno lassù era accigliato, ma mai quanto me … insomma, la Converse in questa mega spiaggia ha colpito me, e solo me! Se questa non è sfiga.
Di nuovo, una scritta nel cielo: "Abbiamo fatto il vostro album tralalalala". Ma cosa si fumavano quelle due?!
Altra scritta: “Noi non ci fumiamo niente, Alexej. E, non per dire nulla, ma voi siete tutti emanazioni della nostra personalitàà … trullallerotrullallàà!”.
Okay, improvvisamente mi sentii come al Grande Fratello. Se avessi anche solo pensato che una ragazza era carina loro lo avrebbero saputo all'istante.
e poi … quando iniziavano questi giochi?
Ennesima scritta: “Detto fatto, basta chiedere!”
I nostri abiti mutarono, e la maggior parte dei ragazzi rimase a petto nudo. Me compreso.
Ci guardammo intorno incuriositi, mente alcuni sghignazzavano.
 « Evidentemente amano vederci mezzi nudi » disse un ragazzo biondo con il labbro spaccato, che aveva appena finito di darsele con un altro biondo.
Al posto dei miei comodi Jeans apparvero un paio di short giallo fluo con su scritto "belli e dannati".
Il mio omonimo con uno sbuffo se li strappò di dosso, rimanendo in boxer neri sulla spiaggia e tutto il pubblico femminile rimase a fissarlo. « Io non li metto. »
"Tu li metterai!" apparve sulla sabbia.
Iniziavo a identificare chi scriveva. La pazza in viola si occupava dei suoi, quella in rosa di me e degli altri. La cosa iniziava ad avere un senso logico.
I pantaloncini riapparvero addosso ad Alecsey che per quanto si sforzasse non riusciva più a toglierli.
Notai che gli altri avevano degli shorts di colori diversi: viola fluo per “We're Sexy and We Know It”, verde acido per le “Matte” e blu elettrico per i "Senza di noi sarebbero tutti morti".
Certo che quelle ragazze in fatto di colori avevano proprio dei gusti assurdi.
Un lampo.
Evidentemente non avevano gradito il mio pensiero, quelle due.
Un altro lampo.
Meglio se smettevo di pensare.
Andai vicino agli altri che avevano i pantaloncini giallo fluo. Casualmente eravamo tutti a petto nudo. Molto, casualmente, eh, schizzate?
Stavolta ci fu un tuono.
Vi amo anche io.
Mi domandai in che universo malato vivevano quelle due per prendere dei fotomodelli e appiccicarli in un isola deserta.
Guardai gli altri. In pratica avevamo ottime possibilità di vincere, se non fosse per il fatto che avevamo due tizi perfettamente identici uno di fronte l'altro.
« E questo cosa vuol dire? » domandai più a me stesso che agli altri.
Il mio omonimo-non-omonimo fece scattare un coltello « Probabilmente che la poca fantasia è di casa per quelle due. »
Un lampo in lontananza. Se fossi stato al campo direi che Zeus aveva da brontolare, ma qui ho i miei dubbi che il Padre degli Dei possa mettere una parola in mezzo.
Probabilmente la mia autrice gli tirerebbe una padellata.
Stavo per aprire bocca quando venni assalito da un tornado castano scuro.
Un tornado con gli occhi viola.
« Alexej! »
« Oona! »
« … Oona? »
Il tornado castano scuro con gli occhi viola mi stava stritolando il collo e guardava incuriosita Alexander.
« Chi è Oona? »
Anche l’altro biondo uguale al mio omonimo-non-omonimo la fissava.
« Non sei Oona? E allora chi sei? »
« Pff. Sono Nina Armstrong, che domande! »
Guardammo il cielo contemporaneamente.
« Ma ci state prendendo per il culo? » chiese Alexander.
Per tutta risposta il mare si ingrossò fino a sommergerci con un onda anomala. Tutti, tranne me e Nina, ne risultarono bagnati fradici.
Guardai la ragazza « Mi sai dare qualche spiegazione per questo miracolo all'asciutto? »
« Alexej non mi riconosci? » chiese mettendo il broncio. « Sono la tua mamma. »
Alexander scoppiò a ridere. « Certo Alexej caro! E io sono tuo padre! »
Quella-che-si-era-autonominata-mia-madre lo fissò con astio « Per carità no! Suo padre è molto, molto più bello! »
Sbuffai. « Certo che è più bello, è il dio del Sole! »
Alexander e Jason il Biondo si scambiarono uno sguardo.
Prima che potesse scoppiare una nuova rissa, si sentì un gran gong e apparvero le figure di Elis e Viols nel cielo.
 « Ora che vi siete conosciuti tutti, possiamo dare il via ufficiale alle gare! »
« Ma io ho appena ritrovato mio figlio! » esclamò la ritrovata mamma.
« E io ho dei bellissimi nudi da disegnare. » la pazza che raccoglieva conchiglie a tutto spiano.
« E io devo finire di sistemare quello stronzo di Jason! »
« Hei! » esclamò una tipa rossa « Se vuoi avere a che fare con stronzi che si chiamano Jason, prenditi quello biondo, al tuo ci penso io. »
Io volevo solo stendermi al sole e non pensare a nulla.
Assolutamente a nulla.
« Non si accettano discussioni. » disse la figura di Viols sovrastandoci  « Dividetevi in gruppi e preparatevi! Gli equipaggiamenti sono rispettivamente a Nord- Ovest, Nord, e Nord Est. Ah, si ce n'è uno anche al centro dell'isola in mezzo alla palude. E’ il più difficile da prendere, ma è anche il più ricco. In più se volete mangiare vi consiglio di farvi un giro nei dintorni del vulcano. E soprattutto, se volete stare al caldo stanotte e ripararvi dalla pioggia credo che il burrone vi possa interessare. »
Elis batté le mani, entusiasta. « Oh, non vedo l’ora di iniziare! »
Io alzai gli occhi al cielo. Quelle erano proprio matte.
Quella che si era autoproclamata mia madre neppure cinque minuti prima si allontanò saltellando verso il gruppo dei “Senza di noi blablabla”.
E così, rimasi solo con i due biondi identici e Jamie.
Oh déi, perché siete stati così malvagi da lasciarmi nelle mani di quelle due mentecatte?!
Un lampo.
Ops.
« E comunque Zeus è più figo. » borbottai, sicuro che mi avrebbero sentito.
Infatti, iniziò a grandinare.
« Nooo, non può piovere! E ora come faccio a disegnare i miei nudi?! » la schizzata-raccogli-conchiglie aveva iniziato ad urlare per tutta la spiaggia.
River la riacchiappò prima che potesse lanciarsi all’inseguimento di un granchio (bleah) e mi sorrise, salutandomi con la mano.
Jamie represse una risata e io lo guardai male.
Alecsey fece un sorriso a trentadue denti (molto immaginario) e ci intimò di muovere i culi. Ah, che compagni adorabili che mi erano toccati.
Elis, Viols, vi amo. Davvero.
In cielo apparve una scritta: “Per Alexej: Grazie. Ti amiamo anche noi.”
Volevo sprofondare ottomila metri sotto la sabbia.
Altra scritta: “Sempre per Alexej: Rivuoi la Caccia alla Bandiera? Da Viols.”
Basta, vi prego!
Ennesima scritta: “Okay.”
Ora potevo morire.
Senza attendere altre scritte fluorescenti in cielo, Alecsey si incamminò verso la foresta, diretto verso Nord-Est, seguito a ruota da noialtri poveri umani emotivi.
« Tutti al vulcano, ragazzi. E, per la miseria, smettetela con questa grandine, voi due. » ringhiò, diretto verso le schizz- ehm, brave ragazze.
Immediatamente, la grandine cessò.
Pff, razziste contro i poveri semidei indifesi.  
Con uno scoppio, apparve in cielo l’ennesima scritta: “Alecsey ordina, noi eseguiamo. Perché lui vale ;D.”
Sotto: “Elis, risparmiati scritte del genere ._____. Alec non gradisce, lo sai!”
Con una risata seguii il diretto interessato nella giungla, sperando di sopravvivere a questa pazza avventura.
 





 
Jason PoV.
 
Guadai distrattamente Will e quelli del suo gruppo mettersi d’accordo sulla direzione con cui cominciare. Da bravo cavaliere scozzese che era aiutò le due ragazze, spostandogli dei rami per aiutarle a passare e con un cenno di saluto sparì tra le piante della giungla.
Dei quattro gruppi di partenza ora rimaneva solo il nostro e quello di Louisa e del clan di folli.
Non so chi dei due fosse messo peggio,  lei che era costretta a fare da balia a Elena e ad altre simili a lei, o io che dovevo stare in gruppo con dei tipi che potevano benissimo assomigliare a degli déi in terra e neanche una donna da guardare per distrarsi.
La mia vita non era per niente facile.
Qualcuno mi batté una mano sulla spalla « Hei, che hai al petto? Sembra un tatuaggio. Figo!» un ragazzo biondo chiaro ammirava le parole in sanscrito che di avvolgevano a spirale all’altezza del cuore.
« Sarebbe un tatuaggio strafigo se lo avessi fatto di mia volontà! » la spiaggia tremò per un attimo e l’ennesima scritta apparve per terra: “Non dare spoiler al pubblico, grazie!”
La cancellai di corsa e dentro di me sentii la parte più sadica venire a galla.
Presi un gran respiro e urlai ai quattro venti: « Questo tatuaggio è venuto quando Louisa ha pronunciato un giuramento nella lingua del Cielo e lega la mia vit- » evitai un fulmine scartando di lato e guardai il cielo « Hei stronzetta in rosa, ricordi? Ora sono più veloce e più forte, anche il mio sesto sento è più sviluppato! »
Ennesima scritta in cielo : “ Grazie per lo spoiler Jason! Era un mese che pregavo Viols di dirmelo.”
Sotto: “Si grazie mille, stronzo egocentrico.”
Sorrisi soddisfatto. Anche a Pandemonium non perdevo la capacità di far incazzare in maniera preoccupante chiunque.
« Secondo me dovresti fartele amiche. Voglio dire sono pur sempre le nostre autrici. » il ragazzo biondo di prima guardò il cielo con un sorriso amichevole.
« Ray Kyd, Metakiller con i geni di uno squalo bianco. » fissai la mano che mi tendeva.
Perché la gente aveva la pessima abitudine di presentarsi? Anche Louisa, la prima cosa che aveva fatto era stata tirare un pugno alla porta, la seconda, dirmi il suo nome.
Maniaci della buona educazione. Bah, come se a loro importasse qualcosa del mio nome. Alzai le spalle. « Jason Fen, ma per norma e regola a me non interessa un accidenti di voi. Voglio andare via da quest’isola e trovare il modo di liberarmi dell’incantesimo di Louisa. E ora andiamo verso nord, dobbiamo trovare un posto per accamparci per la notte.»
« Simpatia portami via, eh? » un ragazzo castano chiaro mi osservava a braccia incrociate placidamente appoggiato ad un palma.
« Per me è un bulletto di prima categoria che si crede chi sa chi, un po’ come quel meta lì. Due insetti della stessa misura, da schiacciare sotto il tacco. »
Mi voltai a quelle parole. « E sentiamo,» dissi guardandolo negli occhi « In quale universo parallelo tu saresti migliore di me? »
I muscoli delle sue braccia di tesero e si pomparono, pronti probabilmente a colpirmi « Direi in tutti, visto che lavoro per il governo e difendo il mondo da creature spregevoli come i metakiller.» sputò per terra, lanciando un occhiataccia al ragazzo che si era presentato come Ray.
Io scoppiai a ridere « L’ultima volta che ho controllato il governo degli umani stava sotto Dio. Io lavoro per quegli squilibrati dei Sigilli che difendono il mondo dai Grigori, per cui sono un gradino sopra di te. »
Mi scansai indietro giusto in tempo per evitare il suo pugno, non che l’idea mi dispiacesse. Quelle due che avevano creato Pandemonium volevano vederci andare d’amore e d’accordo e io non amo le imposizioni. Se posso faccio il contrario, e pestare il biondino mi sembrava un ottima idea.
In due mi afferrarono per le braccia e mi costrinsero con il viso a terra. « Non per essere offensivo, » disse il castano. « Ma qui ci siamo tutti i ballo e quelle due hanno detto che sta per arrivare una tempesta. Vuoi fare a botte? Ottimo, fallo dopo che siamo al sicuro. »
Mi lasciarono andare e mi alzai sputacchiando sabbia. « Bene. » ringhiai con scarso entusiasmo. « Se sei tanto bravo perché non decidi tu cosa fare. »
Fece lampeggiare un sorriso a trentadue denti « Aspettavo solo che me lo dicessi. » ci guardò tutti, uno alla volta « Direi che siamo un gruppo abbastanza differenziato, dobbiamo solo preoccuparci del gruppo di Alecsey e di lui in particolare. Le ragazze potete tranquillamente lasciarle a me, so come trattarle e degli ultimi, quello più pericoloso mi pare il nano moretto con la falce. »
Sorrisi. Quel tipo non mi piaceva, ma chiunque definiva James “nano moretto” per me diventava improvvisamente okay.
« Sono abbastanza d’accordo su tutto. » disse il biondo che aveva cercato di colpirmi. « Tranne sul fatto che non mi porto dietro un Metakiller per mezza isola, va contro i miei principi. »
Ray sbuffò.
 « Neanche a me piace andare in giro con uno Thunder biondo che con grossi problemi nel dominare i propri scatti di ira, ma lo sopporto se devo, è il concetto “le ragazze lasciale a me” che non mi ispira, voglio dire, quella tipetta castana che ha salutato Jason era carina »
Lo fissai con un brutto presentimento dentro « Parli di Elena? »
« Quella che raccoglieva conchiglie? Per carità no! Parlo di quell’altra, quella con gli occhi grigi che parla alle piante. »
Lo afferrai per il collo in meno di un secondo. « Tu lei non la tocchi! » non sapevo perché mi sentivo così. Ero furioso e folle di gelosia. Volevo solamente affondare le dita nelle carotidi del tipo e tenerlo lontano anni luce da Louisa.
Un forte sonnolenza prese possesso del mio corpo, e mi ritrovai braccio e gambe pesanti « Immagino che la tipa di cui parlava sia la tua ragazza. » i visi dei miei compagni di squadra invasero il mio campo visivo e quello castano aveva un gran sorriso sornione in faccia « Allora? È la tua ragazza? » scossi la testa.
« Non è la mia ragazza e mi dispiace averti attaccato. » dissi guardando Ray. Mi rialzai. « Non so cosa mi sia preso e non so perché mi è venuto così tanto sonno »
« Il sonno è stata opera mia. » disse il tipo castano guardandosi le unghie con scarso interesse. « Io sono Michael Dubois, l’Arcano della Luna e rappresento la magia. Per quel che riguarda la tua gelosia, penso che qualcuno di cui non faccio nomi, ma che si veste con un mega parrucca viola e verde, si diverta a giocare con i tuoi sentimenti ed emozioni. » alzò gli occhi al cielo. « O mi sto sbagliando, Viols cara? »
“ No, Michael tesoro mio. Non ti sbagli. Ti amo, cucciolo mio.”
Michael sorrise freddamente « Lo so, ma assicurati che Verity non lo venga a sapere. »
Abbassò lo sguardo su di noi « Direi che è ora di mostrare a quelle che non siamo pedine dei loro giochi. Iniziamo con il cercare gli equipaggiamenti della palude. Saranno sicuramente i più difficili, ma hanno detto che sono i più ricchi. » ci fissammo tutti, uno alla volta.
« D’accordo » borbottai, infilando le mani nei pantaloncini colorati.
« Direi che dobbiamo anche cercare un riparo per la notte e del cibo.» aggiunse Ray « E mettere da parte i vecchi dissapori , vero Alexander? » chiese guardando l’altro biondo.
Lui sbuffò sonoramente « Immagino che si può fare ,Meta, ma solo per il tempo che rimaniamo su questa dannata isola, poi nemici come prima. »
 
 
 
River PoV.
 
Erano partiti tutti.
Oh.
L’unico gruppo rimasto sulla spiaggia era il nostro, quello delle “Matte”.
Uffa però, quelle due stramboidi con i capelli meravigliosi non ci avevano messe in squadra con nessun ragazzo.
Uffa.
« Allora, che facciamo? » dissi allegramente, guardando il mare.
La mia compagna di squadra dai capelli rossi scosse la testa.
La ragazza che raccoglieva conchiglie lo stesso.
Idem per quella che parlava con le piante.
Oh, quante grandi idee in pochi minuti!
Louisa tossicchiò.
« Che ne dite di andare a prendere gli equipaggiamenti nella palude? Hanno detto che saranno i migliori. »
Come idea non sembrava poi tanto male.
Le altre annuirono e ci incamminammo verso la palude.
« Forse è meglio sbrigarsi, sapete? Non mi va di trovarmi troppo vicino al mare quando ci sarà la tempesta. » disse la rossa, Lia.
Io annuii.
« Già, penso proprio che sarà inutile pregare Poseidone. »
Le altre mi guardarono stralunate.
« Poseidone, il dio del mare, dei cavalli … mai sentito nominare? » domandai, incredula. Oh, ma quali eretiche erano con me in squadra!
Le altre si limitarono a scrollare le spalle e io sbuffai.
« Però mi piacerebbe vedere la tempesta. Deve essere una cosa emozionante da dipingere! » esclamò la raccogli-conchiglie mentre entravamo nella giungla.
« Pff, come no. Emozionantissima. Se non ci sei in mezzo, ovviamente. » borbottò la nanetta rossa.
Ehi, anche io ero bassa, ma non così.
Louisa ridacchiò, incamminandosi verso un luogo imprecisato.
« Ehm, LouLou, dov’è che andiamo? » domandai, dopo una buona decina di minuti di cammino.
Non ero sicura che la palude fosse da quella parte.
« Stai tranquilla, ho un ottimo senso dell’orientamento, io! » mi rassicurò lei, battendomi una mano sulla spalla.
Tutta contenta, continuai a seguirla saltellando.
Se Louisa diceva di avere un ottimo senso dell’orientamento non poteva certo sbagliarsi, giusto?
Venti minuti dopo, iniziai a dubitare della mia sopracitata ipotesi.
« Looouuuuiiiiisaaaaa, ne sei proprio sicuuuuuura? » domandai cantilenante, continuando a saltellare in fondo alla fila.
Evidentemente ero l’unica a farmi tutti questi problemi, dal momento che Lia era troppo occupata a trascinare Elena per una mano cercando di allontanarla da un riccio turchino con gli aculei superappuntiti, che la ragazza cercava di toccare a tutti i costi.
« Ehm, si, tranquilla, siamo quasi arrivate. »
Se lo diceva lei …
A quel punto, Lia avvistò il vulcano viola. Proprio davanti a noi.
« Ehm, Louisa … la palude è dall’altra parte dell’isola. » borbottò,  incrociando le braccia.
« Sì, e allora? » ribatté Miss Parlo Con Le Piante.
Lia scrollò le spalle.
« E allora, non abbiamo tempo per girare intorno al vulcano! Dovevamo costeggiare la spiaggia! Tra nemmeno mezz’ora ci sarà la tempesta. »
Sbuffai. Non capivo perché quelle ragazze si facessero tutti quei problemi.
« Raaagazze, non possiamo semplicemente trovarci un rifugio nei dintorni, aspettare che passi la tempesta e andare alla palude? » domandai, titubante, sperando che non mi azzannassero per aver preso parola.
Le ragazze mi guardarono. Elena continuava a scarabocchiare il ritratto di una tartaruga sul suo taccuino, e non aveva minimamente prestato attenzione alla conversazione.
« Hum, sì, buona idea, Fiume. (*Lia è italiana, e River significa Fiume in inglese. NdMadamoiselle)» disse Lia.
Finsi di capire come mi aveva chiamata e guardai Louisa. Lei acconsentì con un cenno della testa e ci mettemmo in marcia alla ricerca di un rifugio. 













Angolo Autrici:
EVERYBODY, YEEEEAH, ROCK YOUR BODY, YEEEAH, EVERYBODY, ROCK YOUR BODY NOW, WE ARE BACK, ALRIGHT! (?)
Ebbene sì, i Demential Games sono tornati, Viols e Elis anche e il prossimo capitolo arriverà .... prima o poi. 
ODDEI NON SO CHE SCRIVERE AHAHAHAHHAHAAHAHAHHAAHAHAHHAAH! C':
Hope you like it!
Madamoiselle Nina e Khyhan. 

   
 
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