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Autore: Cucuzza2    16/08/2012    3 recensioni
Aveva dieci anni.
Il maglione di lana, di un arancio acceso, era visibilmente troppo largo: ricadeva diversi centimetri oltre la cinta, coprendo le tasche dei pantaloni.
«Vieni, Hershel, Andrew sta aspettando».
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mentre scendeva quelle scale per l’ultima volta, saltando qualche gradino, Hershel aveva la netta sensazione che la sua infanzia stesse per giungere definitivamente al termine. Aveva dieci anni.
Il maglione di lana, di un arancio acceso, era visibilmente troppo largo: ricadeva diversi centimetri oltre la cinta, coprendo le tasche dei pantaloni.
«Vieni, Hershel, Andrew sta aspettando».
Il dottor Schrader era sempre stato un amico, per sua madre. Più che un amico, quell’uomo era parte della famiglia. Per Diane Layton era né più né meno un fratello.
Hershel lo trovava simpatico, ma l’idea di passare con lui diversi mesi lo spaventava. Non aveva altra scelta, comunque: i suoi genitori sarebbero stati fuori dall’Inghilterra per un po’, e non avrebbe avuto senso portare il figlio con loro.
 Sospirò, poi si decise a porre la domanda che lo assillava da un po’.
«Mamma, ma il dottor Schrader non si chiama così perché cura le malattie, vero?»
La donna si girò, la mano poggiata sulla maniglia. «No, Hershel, Andrew non è un medico».
«Allora non mi va di chiamarlo “dottore”. Le punture mi fanno paura».
«E, sentiamo, come vorresti chiamarlo?»
«”Professore”».
La donna sorrise per lo strambo desidero del figlio, poi aprì la porta e con un cenno gli intimò di seguirla. «Andrew, come stai? Su, Hershel, comportati da gentiluomo e saluta il dottore!»
«B-buongiorno, dottor Schrader».
Il suo nuovo mentore sorrise, rassicurante. «Come stai, Hershel?»  
Lei come starebbe, se dovesse dire addio alla propria famiglia per andare a vivere con un semplice conoscente? «Bene, grazie mille».
«Io vado, Andrew,» tagliò corto la donna. «Ci vediamo presto, Hershel».
Non aveva idea di cosa sua madre intendesse per “presto”, ma di sicuro con quel termine lui e Diane non intendevano la stessa cosa.
 
 
 
«Dottor Schrader,» salutò il giovane universitario. «Hai saputo? Fra poche ore...»
«Fra poche ore diventerai professore, lo so,» lo precedette Schrader. «Ovviamente non posso che farti le mie più sentite congratulazioni, e non solo per la nomina!»
«I-in che senso?,» Layton si sentì avvampare.
«Sarò pure vecchio, ma le voci mi arrivano eccome. D’altronde, sono ancora in ambiente accademico».
«Ma-»
«Sai bene che non sono un rimbambito». Rise.
Poco dopo, mentre il futuro professore si avviava verso la porta, fu come colpito da un pensiero.
«Dimenticavo, Hershel».
Layton si girò, perplesso. «Mmh?»
«Bel cappello».
 
Caro Hershel,
ho saputo. Volevo mandarti un telegramma, ma so che le lettere ti sono ben più familiari. Io...
Il fuoco divampò, alimentato dalla lettera,  ma questo il dottor Schrader non lo seppe mai.
«Lasciatemi in pace. Tutti».
 
«Non l’hai più tolta».
«Alcune cose non sono decise da noi. Sentiamo di farle, ed allora dobbiamo farle».
«Aprire lo Scrigno degli Elisi potrebbe contare?»
«Il suo caso verrà citato per anni nelle riviste di medicina, dottore. Intanto ho scoperto la verità. E - giuro - senza gli anni trascorsi con lei non ne sarei mai stato capace».
Il mentore fece un ampio sorriso. «Ne sono onorato».
«La ringrazio, dottor Schrader. La ringrazio davvero».
 
Schrader o guardò scendere lentamente le scale, passare piano da un gradino all’altro con Luke che gli trotterellava al fianco; per l’ennesima volta si sentì fiero del suo allievo.
   
 
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