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Autore: Blue_Bones    24/08/2012    10 recensioni
Luna piena alle porte, tanti pensieri per la testa. Stiles è un incosciente nonostante la sua intelligenza. Il suo spirito di conservazione sembra aver subito qualche danno, forse a causa dei recenti avvenimenti. Inoltrarsi nel bosco non è la cosa più saggia da fare. Il punto è che Stiles sa distinguere il pericolo e ci si butta con tutte le scarpe. [Sterek]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '« If you say one word...'
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Untitled.




Non era assolutamente vero. Quello che aveva detto a Scott era una menzogna per non farsi compatire. Aveva capito, faceva un male cane, ma alla fine c'era arrivato. Era il momento di passare oltre, di prendere il coraggio a due mani senza lasciarlo scivolare via dalle mani. Doveva essere felice per lei, magari esserle amico. Non aveva possibilità. Lei amava Jackson e lui la ricambiava in una maniera che nessuno si sarebbe aspettato. Il primo passo era stato riconsegnare tutti i regali provvisori che ancora occupavano la sua stanza. Poi c'era stato l'imbastire il suo solito sorriso e convincere tutti che stava bene, come sempre, come se lui non avesse mai bisogno d'aiuto. Cos'erano i suoi problemi, in fondo? Piccolezze così insignificanti rispetto ai pericoli mortali che in quei mesi avevano affettato la sua stabilità mentale. La cosa difficile era smetterla di sentire quel vuoto enorme e freddo. Mancava calore, mancava uno scopo. Sapeva di essere ossessionato da Lydia. Dalla terza elementare era cambiata. Il punto era che entrambe le personalità della ragazza erano prese da Jackson tanto da rischiare la vita per lui. Lei amava tutto di Jackson, se ne era reso conto guardandoli, quando il cuore gli si era spezzato in così tanti piccoli pezzi da sembrare polvere. Eppure si alzava ogni mattina con il sarcasmo sempre pronto a salvarlo da tutto quell'ammasso di merda che gli era piovuta addosso. Mancava davvero poco alla luna piena, un paio d'ore al massimo. Con gli Alpha a spasso per la città non era proprio sicuro uscire, ma Stiles conosceva tutte le scorciatoie, tutte le strade e tutti i boschi di Beacon Hills. Sapeva che Scott, Isaac, Derek, Peter e anche Jackson sapevano controllarsi. Il che allentava notevolmente il senso di colpa per aver disobbedito alle preghiere del suo migliore amico, che divideva il suo tempo fra lui e il suo nuovo amichetto peloso, Isaac. Era poco saggio vagare per i boschi senza qualcuno affianco. Aveva affrontato cose peggiori di lupi selvatici, ma il suo istinto non era mai stato dei migliori. Lui era cervello, sostanzialmente l'insieme di processi logici che lui reputava in grado di salvargli la pelle. Per questo era sempre stata Lydia. Lei era intelligente e le persone simili dovevano stare bene assieme, lei era stata la sua prima cotta e ci teneva davvero molto, per questo non era riuscito subito a staccarsi da quell'idea di un eventuale futuro con lei. Voleva solo fare una passeggiata per schiarisi le idee e riprendersi un po' di lucidità. Di sicuro non pensava di finire in una brutta copia di un gioco per la sopravvivenza. Aveva il cappuccio in testa, l'umidità non gli piaceva molto. La felpa era davvero poco tattica. Non avrebbe potuto nascondersi da nessuna parte con quel rosso acceso che brillava in maniera tetra, sotto la luce lunare. Per questo, quando vide più paia di occhi rossastri, nel buio, non provò nemmeno a nascondersi. Certo, scappare era inutile, prima o poi l'avrebbero preso, ma poteva sperare di riuscire a raggiungere il nascondiglio del branco, prima di essere fatto a pezzi.

Le cose si stavano complicando più del previsto, dall'altra parte del bosco. Derek stava decisamente dando i numeri, anche per uno come lui. Suo zio lo osservava, perplesso. Suo nipote era sempre stato in grado di gestire la trasformazione, spesso molto meglio di lui. La cosa inquietante, anche per una persona con qualche mania di grandezza e qualche problama di sociopatia irrisolta, era l'ancora a cui Derek si aggrappava con tutto se stesso. La sua rabbia era così profonda da averlo reso anche più taciturno, decisamente più irascibile, ma anche meno lucido in merito ad alcune faccende. Non che non fosse in grado di gestire le cose, ma di recente sembrava meno calcolatre, si lasciava sorprendere dagli eventi. Non era pronto. Non si capacitava di cosa stesse accadendo, ma Derek stava decisamente perdendo il controllo. La rabbia non serviva più a nulla. Gli scorreva tra le dita come sabbia e la luna si stava alzando, lasciandogli poche probabilità di controllarsi. Nessuno riusciva a capire cosa fosse accaduto. L'arrivo degli altri Alpha avrebbe dovuto accentuare la sua furia, ma nei suoi occhi si agitavano ben altre emozioni. Aveva le orecchie tese e il naso gli fremeva, era in attesa. A sorpresa, un urlo squarciò l'apparente silenzio della notte. Peter non ci avrebbe mai fatto caso, se Scott non avesse proferito un soffocato «Stiles?». Si girò verso Derek, ma lui era già scomparso dalla sua vista. Fissò la porta aperta, la bocca schiusa in una muta esclamazione di sorpresa. C'era davvero un pezzo mancante a quel puzzle.

Derek correva, riusciva a sentire i muscoli bruciare e i tendini estendersi. Sentiva l'odore del bosco, gli riempiva la bocca. Avvertiva il pericolo come sangue che gli appannava la vista e la mente. Era di nuovo a quattro zampe, a correre fino al limite delle sue forze, per salvare quell'umano irresponsabile che faceva colazione, pranzo e cena a base di guai, conditi con altri guai, possibilimente più pericolosi. Se c'era una cosa che lo mandava fuori dai gangheri era il suo bisogno di proteggere la vita dello stupido Stilinski. Malediceva il giorno in cui lo aveva incontrato, reprimeva con forza le immagini di molti anni prima, quando aveva fiutato la morte imminente della madre del giovane. Ringhiava pensando al loro primo vero incontro, grattava il terreno con le unghie pensando alle volte che lo aveva intimidito senza mai mettere in pratica le minacce promesse. Scalpitava sapendo di dover reprimere l'insana voglia di mettergli le mani addosso, chissà poi per quale motivo, visto che non doveva ucciderlo. Odiava trovarlo brillante, nelle trovate intelligenti che lui non avrebbe mai avuto. Detestava pensare al suo sorriso sempre steso, nonostante il groviglio di emozioni confuse e sentimenti repressi che si portava sempre dentro, appena al di là del velo degli occhi nocciola. La sua voce, poi, rischiava di fargli esplodere il cervello. Stiles non riusciva a tacere nemmeno quando ne andava della sua sopravvivenza. Continuò a seguire il suo odore, incapace di fermarsi, non sapendo bene cosa avrebbe fatto una volta giunto lì. Poteva sentire la paura del ragazzo anche da quella distanza. Aveva l'odore particolare di tutto ciò che lo riguardava e che Derek amava assaporare di tanto in tanto. La sensazione di averlo in pugno e di spaventarlo abbastanza da provocare l'accelerazione del battito, la sudorazione, il frullio di ciglia mentre sbattava convulsamente le palpebre, imbarazzato, preso in contropiede, alla ricerca di una scappatoia. Detta sinceramente, non era proprio pronto a rinunciare a tutto quello. Non serviva ammetterlo ad altri per renderlo più reale di quanto già non fosse. Ogni tanto si fermava a fiutare l'aria e proseguiva, instancabilmente, senza quasi badare a dove metteva le zampe. Un tonfo più tardi era accasciato a terra e qualcuno dalla voce insopportabilmente familiare si lamentava, dolorante.

Quando si alzarono, Sitles si massaggiava il fondoschiena, mentre Derek si guardava attorno. Avevano una decina di secondi di vantaggio, ma nascondersi da un branco di Alpha era un ipotesi decisamente fuori discussione. Non sarebbe servito a nulla. Derek tornò in posizione eretta e ringhiò «Lui è mio», sicuro di essere udito. Prese il ragazzo per il polso e lo trascinò in una zona più sicura, poi lo scaraventò addosso ad un albero. Non si era ancora ritrasformato e questo preoccupava Stiles, abituato a vederlo controllato «Cosa ti è saltato in mente?» Chiese il lupo, con un ringhio basso e minaccioso «Non ti è nemmeno passato per l'anticamera del cervello che uscire non era sicuro?» Il ragazzo non riusciva a proferire parola. Derek non lo toccava nemmeno, eppure era così vicino che riusciva a vedergli la sfumatura degli occhi rossastri «Sai cosa vuol dire non riuscire ad aggrapparsi alla propria rabbia? Sai cosa significa veder vanificato il proprio controllo? Riesci a capire che è tutta colpa tua?!» Esclamò il lupo, esasperato del silenzio imprevisto. Fu allora che Stiles trovò un po' di coraggio «Non sono io a chiederti di salvarmi» La risata roca giunse più vicina del previsto, ma meno inquietante di quanto avebbe potuto prevedere «TU credi che abbia scelta? Sei davvero convinto che io lo faccia volontariamente? Che io voglia preoccuparmi per te e di te tutto il giorno, tutti i giorni, da quando ho visto la tua insulsa faccia per la prima volta?» Stiles rimase interdetto, ma sentiva che il lupo stava domando la bestia, così continuò a parlare «Lo faccio anche io! Cosa credi? Che non mi preoccupi per tutti voi! Sì, anche per te. Che non sia terrorizzato dall'idea di perdervi?» L'altro sussurrò al suo orecchio «Tu proprio non capisci, sei così preso da lei» ma Stiles lo interruppe «Credo di volerle un gran bene, non è facile smettere di credere in un'ossessione che ti ha accompagnato per tutta la vita, ma... In quel bosco, poco fa, l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era "Corri, continua a correre, Derek ti troverà, lui ti trova sempre" e ho continuato a marciare attraverso l'inferno sperando di vedere te. Non Scott, non Isaac o Jackson, te». Fu un attimo, i loro sguardi s'incrociarono. Derek si staccò appena «Sei un idiota, lo sai?» Non era dolce o scherzoso, ma terribilmente serio. Lo schiacciò sul tronco, mentre l'alba rischiarava il cielo. Solo allora lo baciò. Passione, infinita. Rabbia, profondissima. Irritazione, per essere stato incastrato da un ragazzio con la propensione per l'autodistruzione. Anche in quel frangente, aggrappato a lui in quel bacio esasperato, con il respiro affannoso e le mani che non sapevano dove posarsi. Si stava mettendo nelle mani di un lupo che lo aveva ripetutamente minacciato di morte e con cui condivideva le parti più oscure del suo carattere.

***

Spero vi piaccia. Delirio notturno, erano circa le 5 quando ho finito e forse farei meglio a dormire la notte xD. Con i titoli non ci so fare quindi, vado sul sicuro... R&R! P.S. Se volete seguirmi su Facebook « Tyger! Tyger! Burning Bright
   
 
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