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Autore: Miss_Nothing    25/08/2012    0 recensioni
Dopo essermi dilettata a scrivere "pensieri di una ragazza suicida" ho voluto rappresentare un altra drammatica storia. Una storia che prende le sue radici da fatti reali trasformati in un racconto per aver la consapevolezza di chi sono veramente i mostri. E come Giulia direbbe: i veri mostri non escono di notte ma con l'augurio della luce del sole. Chi penserebbe mai che un mostro scelga il calore dei raggi invece che la protezione delle tenebre? Nessuno. Ed è proprio per questo che si credono intoccabili.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Zia Rosa ripeteva che ero bellissima ma io non ci credevo molto. Ogni volta che mi guardavo allo specchio non potevo far altro che guardare la bambina dai capelli rossi con il viso ricoperto di lentiggini. Caterina mi aveva soprannominata “Miss niente”. Perché non ero nulla in confronto a lei.
Vi starete chiedendo cosa sta facendo ora questa Caterina. Beh ora è a un centro di recupero per drogati.
 
<< Oggi sei triste Giulietta? >> Mi chiese Giacomo mentre guardavo in basso verso il sagrato. Vedere il mondo dal campanile mi avrebbe dovuto dare un senso di potenza invece mi faceva capire quanto era nulla in confronto al mondo.
<< Ho dei problemi con qualche compagna >> Risposi mentre mi alzavo sulle punte per poter osservare meglio il rosso e l’arancione fondersi in un'unica fiamma che divampava nel cielo. Pronti ad accompagnare il sole all’orizzonte.
Giacomo mi accarezzò la mano. << Che ti dicono? >>
<< Che non sono abbastanza bella >> dissi.
<< Ma sei bellissima >> Mi disse  per poi chinarsi a baciarmi. Questa volta me lo diede con la lingua mentre mi faceva posare una mano sui suoi genitali ricoperti dai jeans.
Ricordo che in quel momento mi ritrovai paralizzata, non sapevo che fare, non osavo muovermi mentre sentivo il suo respiro farsi sempre più affannato.
<< Che cosa c’è Giulietta? >> Mi chiese per poi leccarsi le labbra come se avesse appena gustato qualche prelibatezza.
Non risposi. Non risposi mai a quella domanda.
 
La mano di mia figlia era stretta nella mia mentre ci avviavamo al parco. L’autunno ormai aveva conquistato ogni albero e le foglie si erano tinte di colori caldi.
<< Mamma andiamo sull’altalena? >> Mi chiese Anna con la sua voce squillante. Le sorrisi, un sorriso sincero mentre mi lascio trascinare da lei.
La sua mano si sfilò dalla mia mentre si sedeva su quella vecchia altalena.
<< Mamma spingimi. Voglio volare >> Urlò Anna. Mi diressi dietro di lei per poi cominciare a spingerla.
 
 
Voglio volare, pensai mentre ero seduta sull’altalena. Il parco era quasi deserto e restavo sola a pensare. Avevo dato il mio primo bacio e pure non mi sentivo completa. C’era qualcosa che stonava nella mia favola eppure non riuscivo a individuare cosa.
Guardai per l’ennesima volta quel cielo grigiastro che sembrava promettere pioggia.
 
Giulia è strana. Giulia è troppo questo. Giulia è troppo quello. Giulia era troppo per tutti. Troppo sfortunata. Troppo inutile. Troppo invisibile. Giulia voleva solo essere amata. Essere amata nel modo giusto e non diventare un ossessione.
 
<< Giulia perché non ti lasci baciare oggi? >> Mi chiese Giacomo con una punta di tristezza nella voce.
Non risposi. Ero stanca, stressata e mia madre stava peggiorando. La situazione a scuola era insopportabile.
<< Vado a casa >> Affermai per poi voltarmi e incamminarmi.
Questo momento fu uno dei tanti che lo spinse a consumarmi prima. Sentiva che il filo si stava tendendo. Mi sembra palese dirvi che lui non me la perdonò mai. 

 

  
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