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Autore: zia Molly    25/08/2012    1 recensioni
Sembra di fare sesso col Demonio stesso, con Mephistofele in persona, Satana stesso, Lucifero in persona. Il Demonio ha diversi nomi, ognuno lo chiama come vuole… io lo chiamo “Mio Signore”. Si perché lui è l’unico demone che riesce a farmi diventare posseduta, posseduta da lui, soltanto da lui, indemoniata da lui.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Il Demonio ha diversi nomi, io lo chiamo "Mio Signore"


Il salone del Malfoy Manor era oscuro, buio quasi. Una flebile luce che proveniva dal camino illuminava i pallidi volti delle anime dannata che sedevano a quel tavolo.
I miei occhi però non erano come il fuoco, non si posavano affatto sui volti di tutti quei mangiamorte, i miei erano fissi sulla figura a capo tavola, devoti e rapiti da quel rosso penetrante, quel rosso sangue che sembrava divorarti in un solo sguardo…
Sono sempre stata l’unica, sin da prima che il marchio nero prendesse possesso del mio braccio, della mia anima già oscura di suo.
Ero una ragazzina quando per la prima volta li incrocia nelle tetre vie Nocturn Alley, dove mi addentravo di nascosto, i miei genitori non volevano che frequentassi quelle vie, erano così convinti che fossi la ragazza casta e pura che tutti avevano inquadrato in me che temevano che quell’immagine si potesse distruggere se qualcuno mi avesse uscire da quei vicoli sporchi.
Da allora, da quando per la prima volta li ho affrontati coraggiosamente, senza abbassare il capo come tutti impauriti,  non sono mai riuscita a non perdermi in essi.
Quel rosso sangue mi ricorda il sangue che cola dalla gola delle mie vittime quando, dopo averle torturate per ore, le sgozzo col mio coltello; oppure quando incominciano a impazzire sputano sangue.
Ogni goccia di sangue del nemico sembra accentuare il rosso dei suoi occhi, sembra riversarsi in essi, e ciò spesso mi eccita al sol pensiero, mi spinge a uccidere sempre più per vederli sempre più rossi, gelidi, colmi di rabbia e allo stesso tempo di  orgoglio.
 
Parlò per ore, come sempre espose le sue ideologie, organizzò piani e io, attenta, come una scolara alla sua lezione preferita, ascoltavo, immagazzinavo, escogitavo.
Poi però ad un tratto tutto finì.
Il salone si svuotò, perfino Narcissa e Lucius, i padroni di casa, uscirono.
Io ero sulla soglia della porta quando sentì il suo sibilo chiamarmi.
<< Bellatrix… >> sussurrò gelido.
Quel solito sussurro, mi bastava sentire che lui mi chiamasse per avvertire un brivido che mi attraversava la schiena.
Nessuno riusciva a chiamarmi, a pronunciare il mio nome, come faceva lui…
Forse perché nessuno era malvagio come lui, forse perché nessuno riusciva a possedermi come lui.
Si possedermi, perché io: Bellatrix Black in Lestrange (purtroppo) posso vantarmi di essere sua!
Sono la SUA mangiamorte prediletta, sono la sua serva più devota, sono la sua amante quando lo desidera.
Narcissa ora mai lo sa, dice che mi tratta come un giocattolo: mi usa quando gli servo, mi lascia quando è stanco, mi riutilizza quando ne ha voglia e poi, appena l’ultimo gemito di passione echeggia nella stanza mi abbandona lì, stufo del mio corpo per quella notte… di cui però… sembra comunque non stancarsi mai..
Ma infondo quale uomo si stancherebbe del mio corpo?
Narcissa non capisce, lei non capisce!
Non sa cosa si prova, non può immaginare quanto io sia devota a quell’uomo, quanto io tenga a lui, a quanto io mi riveda in lui!
La sua cattiveria, la sua voce, un sibilò che riesce a squarciare il silenzio come un tuono appena inizia un temporale, quando ancora tutto è calmo e la pioggia ancora non scorre.
Se fossi stata in lei avrei combattuto per diventare sua, avrei ucciso qualsiasi rivale per diventare sua, ne sarei stata fiera!
Grata!
Ma lei a quanto pare non sa cosa sia la gratitudine!
 
Mi avvicino a lui e chino la testa, per rispetto ovviamente, non per paura… quella è un sentimento che non mi ha mai appartenuto! Credo di non aver mai avuto paura.
<< Mio signore?! >>  ansimo.
Ma non tarda quel momento.
Lo sento avvicinarsi, sento la sua bocca, il suo fiato freddo sul mio collo, le sue mani già sul corsetto, mi stringe, mi possiede già e ancora siamo all’inizio.
Tutto accade con foga, una passione violenta e irrequieta che quasi metterebbe paura… ma infondo noi due siamo il male, la paura fatta persona.
Accarezzo la sua pelle…
Forse fare l’amore con un serpente sarebbe la stessa cosa, è così viscido, così malvagio, così maligno. Mi piace, mi eccita.
Sembra di fare sesso col Demonio stesso, con Mephistofele in persona, Satana stesso, Lucifero in persona.
Il Demonio ha diversi nomi, ognuno lo chiama come vuole… io lo chiamo “Mio Signore”.
Si perché lui è l’unico demone che riesce a farmi diventare posseduta, posseduta da lui, soltanto da lui, indemoniata da lui.
Accade tutto, per ore, sembra quasi non finire mai…
Poi eccolo che all’improvviso tutto finisce con uno mio urlo, un gemito di dolore puro, di passione.
Lui sparisce.
Come sempre.
Ma so che lo rincontrerò, non domani forse…
Dopo la prossima missione di sicuro.
So che anche allora non mancherà di farmi sua ancora una volta, perché nonostante lui sia un demonio, l’anima oscura  meno umana sulla faccia della terra, io so che è un uomo, come tutti gli altri, anche lui.
E la conferma è che nessun’uomo può resistermi, resistere al mio corpo.
Se non fosse stato uomo non avrebbe mai continuato questo gioco.
   
 
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