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Autore: Aggrodolce    28/08/2012    9 recensioni
[I Pinguini di Madagascar]
[SkipperxSoldato][Gijinka][AU]
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO DELL'AUTRICE:
Salve a tutti.
Ho scritto questa fanfiction di getto, perché mi piacciono questi due, e li shippavo da molto prima che uscisse Madagascar 3, quindi no, non è per moda.
Ci sono tante motivazioni dietro. 
Un sentito GRAZIE a chiunque leggerà, e GRAZIE MILLE a chiunque si sentirà di recensire e dirmi cosa ne pensa. Non è un fandom molto frequentato, ma okay.
Buona lettura a tutti, e grazie per il vostro tempo!



L’inno della nazione Americana suonava ad ampio volume, per mano dei soldati della banda dell’Esercito, portato via dal forte vento che soffiava in quella giornata piovosa, mentre una nave salpava all’orizzonte.
Skipper non poteva ancora credere che quel giorno fosse arrivato.
Ancora si ricordava di quel giorno di tanti anni prima, in cui un ragazzino dai capelli biondi e dagli occhi azzurri, che chiunque avrebbe definito una femminuccia, lo guardava con gli occhioni spalancati e pieni di paure e timori, chiedendogli quasi in ginocchio di lasciarlo andare, di tornare a casa da dove era venuto; ancora lo vedeva cadere nel fango dei campi di allenamento, non riuscire a salire il muro con solamente una corda come appoggio, graffiarsi con il filo spinato.
Ancora riusciva a vederlo piangere in branda, pensando di non essere visto o sentito, ancora credeva di vedere i suoi occhi azzurri mentre si riempivano di lacrime, e la sua voce ripetere a se stesso di non essere un bravo soldato, e che avrebbe deluso chiunque… Lui primo tra tutti.
Eppure, quel giorno era lì. Fiero, tra le altre promettenti reclute, ormai non più reclute ma aspiranti militari. Lo fissava, e probabilmente lo sguardo era ricambiato. Indossava una giacca militare bianca, che metteva in risalto i suoi capelli biondi, unici nel loro genere, tra tante reclute more o castane, ed un cappello del medesimo colore; al petto portava una medaglia, che sembrava brillare tra le altre proprio come i capelli.
Se ne stava andando. Aveva finito il suo addestramento, era riuscito a passare gli esami, ed ora era pronto per diventare uno tra i più grandi militari al mondo. In fondo, se l’era meritato. Lo aveva seguito in ogni passo che aveva fatto, lo sapeva meglio di chiunque altro; Soldato era pronto.
La persona che forse non era pronta, però, era invece proprio Skipper. Si era ripromesso di non piangere, non lo faceva da una vita ormai. Ma nel vedere la sua recluta, probabilmente la migliore che avesse mai avuto, allontanarsi a quel modo da lui, con tutta probabilità per sempre, gli faceva male. Ed era anche troppo orgoglioso per ammetterlo a se stesso. Quindi si limitò ad abbassarsi di poco il cappello che a sua volta indossava, facendo lo stesso con lo sguardo, sperando proprio come la sua recluta, di non essere visto.

«May the good Lord be with you
Down every road you roam
And may sunshine and happiness
surround you when you're far from home
And may you grow to be proud
Dignified and true
And do unto others
As you'd have done to you
Be courageous and be brave
And in my heart you'll always stay
Forever Young,
Forever Young
Forever Young
Forever Young. »


Canticchiò, o meglio quasi borbottò a bassa voce quelle parole, sperando che in qualche modo Soldato le sentisse. Non gli importava come o in che modo. Solamente che in qualche modo il messaggio gli arrivasse.
Era ciò che in quegli anni aveva sempre pensato e che non era riuscito a dirgli.
Per quanto il ragazzo dai capelli biondi potesse crescere, per quanto in quel momento potesse sembrare fiero ed esperto, con la mano vicina alla fronte, intento nel fare il saluto militare e mostrarsi pronto a servire il paese, nel cuore del duro militare sarebbe sempre rimasto un bambino. Quel ragazzo insicuro e timido, ma allo stesso tempo dolce e sincero, capace di distinguersi tra tante reclute tutte assolutamente uguali.
Una lacrima gli scese lungo il viso, mentre cercava di trattenerla.
«Nel mio cuore sarai giovane per sempre, Soldato. Non dimenticarlo. Mai. »
Mormorò, lasciando finalmente fare il suo corso alla lacrima che aveva sul viso, stringendo allo stesso tempo un pugno.
Aveva passato una vita ad insegnare alle proprie reclute a non essere femminucce, che piangere era per gli smidollati e che i militari non conoscevano il dolore, eppure quella volta non era proprio riuscito a trattenersi.
Soldato era stato l’unico a fargli provare certe sensazioni.
Ed era sicuro che nonostante tutto, lacrime, distanza ed anni, ciò che aveva sempre pensato si sarebbe verificato.
Soldato sarebbe rimasto giovane nell’animo, per sempre.
Lo conosceva troppo bene per poter anche solo pensare il contrario.
  
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