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Autore: alpha_omega    28/08/2012    6 recensioni
Questa è una cross-over basata sulla saga degli hunger games di Susan Collins.
Opal Koboi è diventata padrona del mondo e per far capire alla gente che qualsiasi tentativo di ribellione è inutile ha creato gli hunger games.
Ogni anno un ragazzo e una ragazza tra i dodici e i diciott'anni di ogni specie verranno estratti a sorte e dovranno sfidarsi in un arena per un combattimento sena regole all'ultimo sangue fra di loro in un macabro reality show dove dovranno accapparrarsi il favore degli sponsor, la casta sociale privilegiata da Opal che potranno mandare loro viveri e mezzi per sopravvivere nell arena .
Solo uno potrà ritornare a casa a riabbracciare i suoi cari.
Ma per farlo dovrà rinunciare a tutto ciò che lo rende uomo.
PS Artemis e CO non hanno mai vissuto alcuna avventura, I personaggi non si sono mai incontrati , e la guerra è stata fatta datutte le creature del popolo(umani compresi) contro una despota.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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(sala comune centro estetico)
 
Le guardie scortarono Spinella e gli altri tributi in una vasta sala sotterranea: le pareti erano color avorio e ai lati c'erano due lunghi tavoli, e in fondo c'erano nove coridoi, ogniuno avente il numero del proprio settore; il tutto dava un'aria di oppressione; forse perchè il soffitto era alto si e no due metri, o forse perchè non si vedeva la fine dei corridoi ma solo delle gallerie scure.
Una figura alta non più di un metro e dieci fece la sua comparsa nella sala; era un elfa di mezz'età, i capelli di un bianco perlaceo stretti in una coda contrastavano con il colore della pelle di un bel nocciola chiaro, le orecchie a punta sporgevano appena, gli occhi gialli come quelli di un gatto li squadrarono uno per uno.
-Salve sono la signorina Tarpon Vinyaya ; io sarò il vostro allenatore per i prossimi tre giorni che passerete nella capitale, per poi dirigervi nell'arena dove ne sopravviverà solo uno; sarò franca con voi; nell'arena parecchi di voi si staranno di certo preoccupando delle ferite inflitte dalle armi, ma statemi bene a sentire:nell'arena la fame, l'assideramento,l'avvelenamento,il disidratamento o il colpo di calore sono efficaci quanto una spada per uccidere; quindi vi consiglio di badare alle tecniche di sopravvivenza che vi saranno insegnate qui, insieme alle tecniche di lotta e di caccia; inizieremo ad allenarci stasera dopo la parata: dopodichè ogniuno di voi verrà scortato nelle rispettive stanze dove incontrerà il proprio mentore e quello del vostro compagno o compagna di settore; fra poco verrete scortati dai vostri stilisti personali che vi renderanno presentabili per la parata di stasera, l'intervista di domani e per chi tornerà viva o vivo l'intervista finale. Ci sono domande?-
-Si-disse una voce roca alla fine della sala -a che ora si mangia?-.
A parlare era stato il tributo maschile del distretto sei; un nano che non dimostrava più di tredici anni, il suo nome era Bombarda Sterro.
-Io ne avrei una più opportuna- disse stavolta una centaura di circa sedici anni imitata a ruota dal suo compagno di settore; i loro nomi erano Cavallina e Polliedro, ed erano i tributi del distretto tre; -Ci saranno anche lezioni su come utilizzare la natura a scopo tattico?-
Vinyaya sospirò -La cena vi verrà servita nelle rispettive camere dopo la sfilata, e, no, a parte creare trappole non posso insegnarvi nulla su come utilizzare l'arena a scopo strategico; quello dovrete inventarlo voi, oppure gli sponsor; ma non vi consiglio di far troppo affidamento su di loro- poi indicò le gallerie -ora verrete scortati nelle sale estetica per indossare i vostri abiti per la sfilata, dopodichè potrete riposarvi nelle rispettive stanze-.
Seguirono delle lamentele generali; soprattutto dai tributi del due, del quattro e del sei, scocciati per dover aspettare così tanto per la cena.
Le guardie li presero e li spinsero verso i tunnel.

(stenza Estetica dedicata al settore nove)
Artemis e Minerva si ritrovarono in una stanza asettica e ben illuminata; separati da una tenda scura c'erano due lettini; le guardie fecero loro cenno di sdraiarsi su uno dei letti e poi se ne andarono lasciandoli soli e incapaci di vedersi perchè separati dalla tenda.
Dopo qualche secondo che parve un'eternità entrarono due persone; una era un uomo di mezz'età che sembrava un'armadio, e l'altra era una ragazza sui vent'anni; era molto snella e muscolosa, ma c'era qualcosa nei suoi movimenti che la rendeva elegante e temibile al tempo stesso, portava una lunga treccia bionda, ma non era quella la cosa che la distingueva; era il grosso anello di giada che portava per fermare la treccia.
-Salve; noi siamo i vostri stilisti-disse l'uomo, io sono Arno Tozz, mentre lei è la mia collega neodiplomata Juliet Leale-.
In quel momento Artemis si ricordò; Juliet Leale era la sorella di Domovoi Leale , il loro mentore; aveva saputo che l'uomo aveva iscritto la sorella a una scuola di moda nella capitale; ma non ci credeva praticamente nessuno, ora seppe  che era vero.
La Stilista lo salutò -Ciao Artemis; oggi io mi occuperò di migliorare il tuo aspetto, mentre Arno si occuperà di Minerva- detto questo si avvicinò a lui e iniziò a studiarlo da vicino -Hai degli occhi stupendi, ci concentreremo su quello; niente trucco; solo un pò di fard sulle guance; quanto al vestito...
Prese una valigetta ai piedi del letto e gli fece vedere dei modelli; Il ragazzo sgranò gli occhi; il vestito doveva spirarsi alla principale attività del settore (nel suo caso, agricoltura e cereali):
Ma quella era una tuta completamente bianca; assomigliava a una calzamaglia aderente che ricopriva il corpo dal collo alle caviglie lasciando liberi i polsi; mentre le scarpe erano degli stivali di gomma azzurrini che arrivavano fino a metà polpaccio; scosse la testa -Non conquisterò mai il favore del pubblico- disse sconsolato -Scusami Juliet, ma quello sembra un pigiama-.
Lei gli mise una mano sulla spalla -Ti fidi di me?-.
Lui la guardò; sembrava assolutamente convinta che sarebbe stato un successo; sentì di potersi fidare.
-Si-.
-E allora mettiti seduto, abbiamo del lavoro da fare-



Carcere massima sicurezza, sala di isolamento

Orion Tubero sbattè per l'ennesima volta la testa contro la parete imbottita di gommapiuma, era li da tre settimane, e stava impazzendo.
Orion era il figlio di Raponzo Tubero e Leonor Carsby; aveva diciannove anni; ed era l'unico (ed ultimo) incrocio tra un elfo e un umano; sebbene possedesse la magia, questa non gli rispondeva, esplodeva dentro di lui e si scatenava sull'ambiente circostante; per un pò la gente del distretto zero l'aveva ritenuto semplicemente strano; un ragazzo che sebbene avesse entrambi i genitori dotati di magia (sua madre l'aveva acquisita dopo aver vinto i giochi) invecchiava normalmente come un qualsiasi essere umano e a volte faceva magie assurde.
Per un pò era stato chiamato "quel tipo strano con i genitori di due specie diverse";   per un pò.
Ma quando senza volerlo la sua magia aveva ucciso un gruppo di ragazzi che lo avevano preso in giro l'avevano chiamato mostro.

Si accasciò a terra in lacrime, era successo di nuovo tre settimane prima; c'era stata una rissa alla mensa della prigione e lui aveva perso il controllo uccidendo alcuni detenuti.
Non avevano potuto eiliminarlo; i suoi genitori erano molto influenti nella capitale, perciò l'avevano rinchiuso lì, in quel buco.
Vide il suo volto riflesso sulla superficie della porta di metallo; i capelli neri scarmigliati, la barba sfatta, gli occhi con delle iridi rosse che sembravano ardere, le orecchie leggermente a punta; ma la cosa che più lo spaventò del suo aspetto fu la magrezza quasi impressionante del suo corpo; come poteva una cosa cosi fragile celare all'interno di se una forza così terribile?
Nella parete davanti a lui si accese uno schermo che il ragazzo non aveva mai notato prima; in primo piano c'era una folletta con i capelli tinti di rosa che faceva la telecronaca; si sedette incuriosito di sapere di cosa stessero parlando quelle persone.
-Ed ecco a voi la sfilata dei tributi- recitava una voce fuori campo; il cameraman zummò su due folletti vestiti di pietre preziose che avanzavano su un carro dorato; poi si ricordò;erano gli hunger games, e quella era una trasmissione obbligatoria da guardare; ecco perchè poteva vederla nella cella di isolamento.
Fu un susseguirsi di tributi che salutavano con la mano i presenti; una ragazza, un'elfa , attirò la sua attenzione; era vestita di perle e coralli, a rappresentare il mare, al suo fianco il compagno era un bambino di dodici anni impaurito che si teneva a malapena in piedi; la sua attenzione volò di nuovo sulla ragazza; l'aggettivo "principessa" sembrava il più appropriato a una come lei, era veramente carina.
Poi fu il turno dell'ultimo carro; due ragazzi umani che indossavano una semplice calzamaglia aderente bianca; nulla di tanto speciale, continuò a guardarli, quando all'improvviso i loro vestiti si accesero riproducendo scene d'agricoltura e di racclto; il pubblico ne fu entusiasta; fine della sfilata.
Sullo schermo comparve Opal;era seduta su un'aspecie di trono rialzato da terra,e guardava tutti i tributi come se fossero dei dolci con un sorriso sadico sulle labbra; lo stesso che aveva tutti gli anni.
-Che inizino gli Hinger games-urlò applaudita dalla marea di folla sugli spalti.
La televisione si spense; il ragazzo tornò nella sua solitudine più nera.
Orion guardò il soffitto della cella; da qualche parte la sopra c'era il cielo;
Un cielo che avrebbe fatto d tutto pur di rivedere.

ANGOLO AUTRICE
ammetto che la parte di Orion era un pò macabra, ma spero che la storia vi sia piaciuta lo stesso; 
questo capitolo lo dedico a tutti quelli che hanno recensito le mie storie
a presto
alpha_omega







 dopoff 

  
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