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Autore: Fair_Ophelia    30/08/2012    5 recensioni
Nasuada ha già ventun anni, ma i problemi non l'abbandonano, specie quelli di cuore... Meno male che ci sono i suoi amici con lei, che le faranno una fantasica festa! E quale miglior modo di festeggiare se non con un gioco assurdo, vorticoso e divertente, e una sorpresa finale assolutamente impensabile, dolce ed entusiasmante? Volete sapere di cosa si tratta? Non vi resta che leggere! Buona sorpresa e buona lettura, fatemi sapere cosa ne pensate o semplicemente passate a vedere di cosa si tratta!!! :D
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eragon, Murtagh, Nasuada, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Orbene, non perdiamoci in chiacchiere: ringrazio la cara DawnRose per avermi aiutata con il codice html (non che io non sappia metterlo, ma ho un altro tipo di problemi tecnici :(( ) e... Si inizia!!! Buona lettura! :D


FESTA A SORPRESA, SORPRESA ALLA FESTA

-Eragon! Ma dove mi stai portando? - Nonostante sia un po' inquieta e abbia paura di inciampare, non posso fare a meno di sorridere per la situazione. Eragon non è la migliore delle guide nel portare una persona dagli occhi bendati a spasso per i corridoi del palazzo, diretti... Dove, poi? -Per l'ennesima volta, non te lo dico! Lo vedrai quando arriveremo!- è ancora la sua risposta. Brutto cocciuto, tanto prima o poi me lo dirai. Sento puzza di bruciato, ma mi lascio spingere docilmente dalla sua mano, confidando nel fatto che non vuole buttarmi in un burrone o sbattermi fuori dal palazzo. Cerco di sciogliermi un po': dopo anni di battaglie è arrivata la pace, non ho nulla da temere, insomma! Ma Eragon ha un tono così... Divertito, spensierato, quasi infantile che mi insospettisce terribilmente. Qualcosa lo eccita.
Devo ammettere che mi è mancato, e solo ora che è tornato me ne rendo conto: ma a lui mancava Arya, e a Saphira Fírnen, e dopo aver atteso all'incirca un anno non ce l'ha fatta più ed è dovuto tornare, infischiandosene di una certa predizione, se non sbaglio, di Angela...
Solo qualcun altro non si decide a tornare: a quanto pare non gli manco. Lui, invece, è sempre trai miei pensieri... E sto seriamente considerando l'idea di fuggire da tutto e da tutti e di andare a cercarlo per tutta Alagaësia... Non può avermi dimenticato!
-Ehi! Attenta al busto di Deynor!- mi urla Eragon da dietro spostandomi bruscamente a destra. -Se non mi farai cadere prima di arrivare non sarai contento! A proposito, si può sapere dove stiamo andando?
-È inutile che ci provi, tanto non te lo dico!
-Testardo!
-Ficcanaso!
Scoppiamo a ridere e continuiamo così lungo i corridoi deserti: era da tempo che non mi divertivo tanto. Quando ho saputo che dovevo incontrare il Capo dei Cavalieri, ho subito creduto che anche la sera del mio ventunesimo compleanno avrei dovuto lavorare, ma appena l'ho visto con le mani dietro la schiena e un sorriso ebete stampato in faccia ho capito che c'era qualcosa sotto.
E ora eccomi a rischiare di ruzzolare per le scale. -Ma vuoi dirmelo che ci sono i gradini!-
-Te lo stavo per dire, ma prima che potessi farlo eri già inciampata! Cammini spedita come una feccia! Comunque tranquilla, siamo arrivati!- Finalmente potrò togliermi questa benda dagli occhi...
Suppongo di essere uscita all'aperto, perché sento l'aria fresca sulle guance; intorno a me, sussurri e risolini che si disperdono nella fievole brezza. Le mani di Eragon sono sul nodo della benda.
-Pronta?
-Sì...
Mi scioglie la fascia e strizzo gli occhi per un secondo, mentre esplode un coro di esultanza accompagnato da applausi e... ruggiti? Appena riprendo il controllo degli occhi e li abituo alla luce, li sgrano: Arya, Orik, Jeod e la moglie, Angela, Solembum, Elva, Roran, Katrina, Fírnen, Saphira... Davanti a me che mi festeggiano! Non manca proprio nessuno! Tutti i miei amici, con cui ho gioito, sofferto, complottato, che hanno condiviso i miei timori, i miei scopi, la parte più importante della mia vita, la guerra contro Galbatorix, qui... Per me!
-Auguri! Auguri! Buon compleanno!
-Ma... Oh, grazie! Grazie a tutti, davvero!- faccio mentre li abbraccio ad uno ad uno e li scruto a fondo per non dimenticare i loro visi, i visi delle persone a cui tengo di più. E tra un bacio e un saluto constato che siamo in un piccolo cortile secondario, per non essere disturbati e al contempo permettere ai draghi di partecipare: un'idea geniale. A un lato intravedo un tavolo pieno di vivande, e fiaccole tutt'intorno al perimetro. -Ma... Ma chi ha organizzato tutto questo?
-Be'... Io mi ero ricordata del tuo compleanno, l'idea della festa è stata di Orik- fa Arya, mentre Eragon le passa un braccio intorno alla vita e le da un bacio sulla guancia. Lei arrossisce un po', ma non si sottrae; è la prima manifestazione d'affetto che vedo tra loro due, ma il loro amore era palese. Faccio un occhiolino furbetto all'elfa, a cui risponde con un dolce sorriso: si vede che è innamorata!
Ci avviamo al buffet e tra un boccone e l'altro chiacchieriamo tutti insieme: da quanto tempo non godevo davvero della compagnia di queste persone, non apprezzavo la loro amicizia! Tra un ricordo e uan battuta il tempo vola e presto arriva la metà della notte. In un momento in cui mi trovo sola mi isolo un po' dagli altri, mi appoggio al tavolo e alzo gli occhi al cielo: non c'è la luna, ma il manto blu è punteggiato da tante stelle come non ne avevo mai viste.
Si è appena concluso il primo giorno del mio ventiduesimo anno. Ho già ventun anni: sembrava ieri che giocavo con le altre bambine e al contempo imparavo come diventare un buono stratega. E cos'ho fatto in questi ventun anni? Ho riscattato un popolo, sconfitto un tiranno, guidato un impero verso la pace. E cosa mi manca? Avere figli, sposarmi, il fidanzamento, il primo bacio... È chissà quanti compleanni dovranno ancora passare prima di riuscire a realizzare questi obiettivi. Senza di lui la mia vita si è fermata; da quando se n'è andato non ho fatto altro che attendere, e non ce la faccio più a vivere così...
-Nasuada! Vieni!- Una voce mi riscuote dai miei pensieri: è Katrina. Lascio che la malinconia si dissolva come il fumo di un falò e sorridendo mi riavvicino agli altri, che nel frattempo si sono messi in semicerchio. -Voi mi preoccupate- faccio ironica; chissà che altro hanno escogitato. Eragon ricaccia la benda da una tasca dei calzoni e riesibisce il suo sorriso sornione: -Devi di nuovo infilare questa!
-Cosa?! Ancora? Finirò per odiarla, quella fascia!
-E non sai che altro devi fare!- soggiunge Angela.
-Che altro devo fare, sentiamo.
-Un gioco... Molto divertente! Devi toccare bendata il viso della persona che ti verrà posta davanti e dopo aver riconosciuto tutti riceverai il tuo regalo di compleanno!
-Il regalo? Ma già questa festa è un magnifico regalo! Grazie, non dovevate! Ma... E se sbaglio persona?
-Dovrai fare penitenza!- fa Roran allegro.
-Oh, speriamo di non sbagliare... E va bene, iniziamo! Eragon, legami quella fascia benedetta!
Lui obbedisce prontamente e in men che non si dica torno a vedere nero e il gioco inizia. Sento una voce che dice:-Allunga le mani!- Obbedisco e i miei polpastrelli incontrano un viso leggermente rugoso; li faccio scorrere verso l'alto, dove incorrono in una irregolarità lunga e sottilissima su cui indugio con l'indice, per poi proseguire verso la base del cranio su cui incontro radi, lanosi capelli. Cerco di essere più discreta possibile, ma tastare da tutte le parti è indispensabile se voglio indovinare. Allora... Facendo una selezione... Non può essere che... -Jeod?- La conferma mi arriva da un piccolo ma caloroso applauso; scendo la benda. -Non ti è stato difficile, eh?- fa lui gaio. Abbraccio il mio amico e dopo che si è allontanato mi ripreparo.
Dopo un po' al segnale alzo le dita: stavolta incontro un viso giovane, dai tratti piuttosto fragili... Una donna. Scorro verso i capelli e nel mio percorso sfioro delle orecchie... A punta?! Torno sui miei passi per esaminarle meglio: sì sì, sono proprio a punta! Ma proseguendo per la mia meta mi rendo conto che ha i capelli corti... Mi ero sbagliata! Può essere solo lui: -Eragon!
-Esatto!- Ci diamo forte il cinque sorridendo, poi indietreggia e io mi bendo, pronta per un'altra persona.
Questa volta incontro delle morbide, piccole guance, circondate da capelli mossi. Non ho dovuto neanche spostare le mani per arrivarvi. Elva ha i capelli lisci ed è più grande, perciò... -Ismira?- Mi tolgo la benda e vedo la bambina che ride in braccio alla madre. -Mi hai fatto il solletico!- Le do un bacio sulla gora rossa prima che la timidona possa ritirarsi, poi il gioco riprende.
Ora davanti a me c'è di nuovo un viso attraversato da qualche ruga, circondato da capelli lisci. -Ange... Helen, Helen!- mi correggo. -Per poco, signorina!- la vedo sorridere dopo essermi tolta per l'ennnesima volta la fascia-che seccatura! Le do due baci sulle guance che lei ricambia, poi passo a un'altra persona: mi sto divertendo da pazzi, voglio proprio vedere chi mi mettono davanti ora. In lontananza odo delle risa soffocate e mi chiedo il perché, ma cerco di trascurarle e allungo le mani.
Sento una fronte alquanto grinzosa... Mentre il mento è ricoperto di una folta, morbida barba che scorre per lunghi pollici.-Orik!- L'applauso mi da la conferma di aver indovinato e quando torno a vedere, capisco il motivo delle risa e mi aggiungo anch'io: Orik è in braccio a Eragon! Il Cavaliere tiene il nano alzato prendendolo sotto le ascelle e lui si dibatte come un'anguilla, sgambettando e imprecando in manico stretto. È la cosa più buffa che io abbia mai visto! Sto morendo dalle risate! Dopo molti "barzul" finalmente il re riesce a liberarsi dalla stretta... -Ma era così necessario?-
-Saresti stato troppo riconoscibile per la statura!- Persino Solembum sembra ridere di gusto, mente dice questa frase. Ci abbracciamo anche noi, e la sua stretta mi stritola il torace, poi riprendiamo a giocare.
Stavolta tocca a un viso spigoloso e scarno, circondato da una fitta massa di ricci. Secondo me è... -Mmm... Angela?-
-Mi hai riconosciuta per il mio irresistibile profumo al pioppo tremulo e rosa canina, nevvero?-
-Cosa?- Ma non fa in tempo a sentirmi che già è sparita saltellando nel gruppo, mentre l'ultimo battito di mani si perde nell'aria.
Mi ripreparo facendo spallucce e al solito segnale alzo le braccia. Allora, un viso liscio e perfetto... Capelli lunghi, molto lunghi... Leggermente mossi... Orecchie a punta! Beccata! -Arya!
-Sì, proprio io- fa lei coni piacere palese: ci abbracciamo strette ridendo, poi riporto in fretta la benda sugli occhi per riprendere il gioco. Credevo ci volesse molto più tempo, invece in men che non si dica ho superato la metà.
Ecco il prossimo. Non ci perdo neanche molto tempo: appena sento la barba corta sotto i miei polpastrelli, esclamo: -Roran!- e mi tolgo la benda. Abbiamo anche noi un breve abbraccio, poi il gioco continua con il suo ritmo eccitante e vorticoso.
-Vai!- Alzo velocemente le mani, ma le ritraggo quasi subito, spaventata. Cos'è quella cosa morbida e quasi viscida?! -Dai! Tocca!- mi incitano gli altri. Riallungo le dita con esitazione e per qualche istante esploro quella superficie misteriosa, ma quando arrivo a due fori -uno a destra e uno a sinistra- quella materia sembra sottrarsi con un suono strano... quasi uno starnuto. Dopo qualche secondo però si ripresenta, e capisco: è un drago! -Saphira!- Mi tolgo la benda con un movimento fluido, ma ho un'amara sorpresa: anziché il blu delle squame della dragonessa davanti a me c'è il muso verde di Fírnen, che mi scruta con gli occhioni luminosi nel cui fondo leggo una scintilla di divertimento. Al posto dell'applauso mi accoglie un coro di "noo!", cui rispondo con un'aria di scusa.
-Ti sarebbe bastato abbracciare il suo muso per capire che era troppo piccolo per essere Saphira!- fa Arya.
-Avevo già un po' di paura così, figuriamoci abbracciarlo... Scusami, Fírnen, a te non avevo proprio pensato.- E per recuperare lo abbraccio ora. Accipicchia, è così morbido!
Fa niente... Ma deciderò la penitenza per te! A queste parole mi scosto fingendomi offesa.
-Pe-ni-ten-za! Pe-ni-ten-za!- Un gruppo di eroi, teste coronate e Cavalieri che gioca come bambini! Ma è per questo che voglio loro così bene!
La deciderò alla fine, va bene?
-Ah, figurati, a me va di lusso... Dai, riprendiamo!- Mi calo ancora una volta la benda e attendo il via. Le dita incontrano un... Muso?... Sì... Con lunghi baffi e un folto pelo... Specie sulla punta delle orecchie, poste in cima alla testa. Impossibile sbagliarsi. -Solembum!
Esatto... Tieni pure la benda, tanto il tuo abbraccio non lo voglio.
-E dai, su! Almeno per vederti in... Muso!
Perché, non l'hai già visto abbastanza volte? Ringraziami perché non mi sono tramutato in umano, casomai, o non avresti mai indovinato chi ero.
-Be'... Grazie.
Non c'è di che. Regalo di compleanno.
Dopo un momento sento al voce di Orik fare: -Pronta? C'è il prossimo-, e ripeto lo stesso gesto delle altre volte: mi trovo davanti alla superficie morbida di prima. Senza esito abbraccio il muso di drago davanti a me e dico, con sicurezza: -Saphira.- Sotto di me riverbera un dolce mugolio affermativo e un dolce sbuffo solleva la benda dagli occhi. Stavolta sì! Rimaniamo così per un po', poi mi separo e torno a veder nero.
-Vai...- Le mie dita incontrano un viso giovane e delicato, e facendole scorrere anche una ricca chioma di capelli voluminosi. -Ehm... Aspetta... Katrina?- Evvai, ho indovinato ancora una volta! Mi accoglie il consueto applauso e abbraccio forte la mia amica, quasi facciano a gara a chi stringe di più. Dopo un istante ci separiamo e riprendo il mio posto.
Stavolta tocca ad un viso piccolo e dai lineamenti fragili: con l'indice assaporo i contorni della stella sulla fronte. -Elva!- Quasi mi  strappo la banda dagli occhi e prima che possa indietreggiare mi abbasso e la stringo a me.
-Lo sai che non mi piacciono le manifestazioni d'affetto-, sussurra lei mentre ricambia debolmente.
-Ma volevo esprimerti tutto il bene che provo per te. Almeno una volta.
-Sarà... Comunque sappi che tutte le tue sofferenze stanno per finire.
-In che senso? Che significa?- Mi sciolgo dall'abbraccio e mi rialzo, ma lei non risponde e torna nel mucchio con un sorrisetto enigmatico sul viso.
Sto ancora rimuginando su quello ch mi ha detto mentre mi ribendo, ma il -Via!- mi scuote dai miei pensieri. Mentre cerco di ricordare chi è rimasto, le dita sfiorano un viso giovane, dai tratti netti... Circondato da capelli lunghi più o meno fino alla mascella... lisci... Chi può essere? Nessuno tra gli amici che sono qui presenta queste caratteristiche... Inoltre, ora che ci penso, non è rimasto nessuno! Chi sarà mai l'intruso? Poi, un fulmine a ciel sereno-anzi, un colpo di fulmine. Mentre passo ancora su quei tratti, l'ispezione diventa timide carezze, perché le parole di Elva stanno acquistando un senso, perché non può essere nessun altro... Se non... Lui... Sì, è... È tornato... Lo sto toccando... È lui... Adesso appoggio con sicurezza i palmi sulle sue guance, mentre il respiro mi si spezza interrotto dal nodo in gola, e sento forte i battiti del cuore. -Murtagh.- Un sospiro d'amore mal trattenuto, un segreto evaso dalle labbra. Nessuna risposta. Delle mani scorrono dietro la nuca e sciolgono il nodo della benda, così che questa scende dolcemente per poi essere gettata a terra. -Sì.- È la sua voce. Alzo lo sguardo e finalmente lo vedo: Murtagh, davanti a me. Il viso dolce e pallido tra le mie mani. Le labbra rosee socchiuse su cui poso i pollici. Le ciocche nere appena disordinate che lo rendono così dannatamente irresistibile. Gli occhi scuri in cui covano rimpianto, rancore e ardore come un fuoco nero soffocato da una manciata di terra, ma pronto a ravvivarsi quando mi si posa addosso... Come in questo momento... E che mi hanno stregata facendomi sua, ora e per sempre...
-Sei tornato...
-Sì. Sì, Nasuada, sono tornato per te. Buon compleanno- fa con un timido sorriso. Avrei tante, tante cose da dirgli, vorrei abbracciarlo forte, ma non riesco a fare niente di tutto ciò. -Mi sei mancato...- riesco a sussurrare solo. Ma queste poche parole non possono riassumere le lacrime ricacciate a forza, le promesse a me stessa di non pensarlo infrante dopo pochi secondi nonostante tutti gli sforzi di volontà, le notti in bianco passate abbracciando un cuscino nella vana speranza di avere lui tra le braccia...
-Anche tu mi sei mancata, e da morire. Non potevo più stare senza di te. E in questi anni... Ti ho solo pensata... E ho pensato che dopo tutto quel tempo in cui ti ho desiderata ed eri irraggiungibile, rifiutarti quando potevo starti accanto e realizzare il mio sogno... Era davvero un peccato.
-È lui il nostro regalo di compleanno.- Questa frase di Eragon mi ricorda che c'è una decina di persone che ci sta guardando.
-Be'... Non so che dire... Il modo in cui ci avete fatti ritrovare è stato pazzesco, ma a dir poco bellissimo! Grazie!
-E abbiamo un sacco di cose da dirci. Se non vi dispiace, noi ci apparteremmo, grazie a tutti...
Ma non facciamo in tempo a muoverci -ho ancora le mani sul suo viso, anche se la cosa non mi dispiace per niente- che Fírnen esclama: Fermi! Devo ancora assegnare la punizione a Nasuada!
-Cosa?! Ma ti sei bevuto il cervello? Insomma, è così urgente? Non puoi darmela un'altra volta? Ho appena ritrovato l'amore della mia vita...
-Oh, senti che dichiarazioni!- fa Katrina divertita, mentre le gote del mio Cavaliere scottano ancor di più sotto le mie dita... Per non parlare delle mie... Che figura...
No no, devo deciderla ora! Allora... Penitenza... Vediamo un po'... Mmm...Il drago verde si gira verso Arya e dopo un breve scambio di pensieri annuncia: Dovrai baciare Murtagh -sulle labbra, sia ben chiaro- davanti a tutti noi, ora.
-Ehi! I suggerimenti non valgono!- faccio rivolta all'elfa, mai lei ignora a bella posta il mio tono supplichevole e mi fa un occhiolino come quello che le ho fatto io quando era con Eragon. Ma invece di sorridere le rivolgo uno sguardo a metà tra l'assassino e l'implorante.
-Ma dai, Fírnen... Il primo bacio... Davanti a tutti!- si aggiunge Murtagh, ma invano.
Esatto. Così la prossima volta impara a scambiarmi con Saphira. Dai Nasuada, forza! E lo vogliamo appassionato, non una cosetta insipida.
-Dopo che l'ho fatto io, però, lo farai tu con Saphira- rispondo sulla difensiva, cercando di ricostruirmi una dignità, ma è tutto inutile.
Allora, siccome ad occhi bendati non ho saputo distinguere un drago da un altro, devo dare il mio primo bacio a Murtagh davanti a più di una decina di persone, pronte a rinfacciarmi per anni un'eventuale figuraccia durante l'atto. Bene. Perfetto. Facciamoci coraggio, tanto prima o poi si deve fare e questi qui attendono impazienti che mi decida come vecchiacce pettegole. Tiro un profondo sospiro e guardo il mio ragazzo: ma... Ma se mi sento morire solo a guardarlo, come faccio addirittura a baciarlo?! Lui è imbarazzato quanto me, mi guarda fisso e sotto il suo sguardo non riesco neanche a muovermi... Oh, insomma, basta indecisioni! Se lo devo fare, tanto vale che lo faccia subito! Avanzo di un passo verso di lui e ci ritroviamo petto a petto: alzo la testa, lo guardo decisa negli occhi, avvicino il mio viso al suo e... Sento le sue braccia che mi stringono forte sui fianchi e la mia fermezza si sfracella con quel semplice gesto. Mi fermo a pochi centimetri dalle sue labbra, e con me anche il mondo si blocca, tranne per il fuoco che mi divora in questo momento. Mi sta abbracciando! Accidenti, doveva proprio farlo? Ora noni so più che fare... Una parte di me mi dice di baciarlo, l'altra è un disordine di qualcosa che non so spiegare ma chiamo semplicemente amore e imbarazzo... Già non è facile dare il primo bacio quando si è soli, figuriamoci con lui che mi stringe forte e i miei migliori amici che non mi staccano gli occhi di dosso! E se faccio qualcosa di sbagliato? E se metterò talmente in ridicolo Murtagh che non vorrà più sentir parlare di me? Se non mi avesse stretta, adesso sarebbe già tutto finito... Però non posso fare a meno di assaporare con gioia i brividi che si sprigionano dal punto in cui mi tocca per poi risalire sino alle guance dove si trasforma in piacere fuso... E riverberano anche tra lo stomaco e il cuore...
Torno a guardarlo negli occhi, e mi accorgo che vi brilla uno strano lampo. Improvvisamente mi si avvicina, annullando la distanza tra noi di centimentro in centimetro, e...
Ah-Ah! Non puoi farlo, dev'essere lei a baciare te! Murtagh si tira indietro quasi amareggiato, e quando i nostri sguardi s'incrociano di nuovo, il sopracciglio inarcato e il luccichio negli occhi sembrano dire: "io ci ho provato, ora tocca a te."
Il suo tentativo mi ha... Meravigliata, scossa. Basta scuse. Basta piagnistei. Devo baciarlo: adesso ho quasi una voglia matta di farla finita. Non so cos'è che mi ha trasfuso quest'ondata di decisione, forse la paura di deluderlo, ma non m'interessa nemmeno saperlo. Ho deciso: lo faccio. Sposto il pollici dalla loro posizione, chiudo gli occhi e mi avvicino. Poso le mie labbra sulle sue, facendo pressione
 E lo bacio.
Rimaniamo così per lunghi secondi, mente la sua presa si fa forte, strettissima, ho vampe di calore che mi accendono e lo stomaco manda fitte violente... Sto sudando e le mani tremano sul viso di lui che scotta più di un ferro arroventato, e scivolano sulle sue spalle. Sento le labbra morbide, appena umide, di lui sulle mie... I capelli che mi sfiorano le guance... Il calore dei muscoli contratti del busto sul mio... Per un attimo socchiudo un occhio per sbirciare i suoi, che sono serrati. Gli altri esclamano un "ohhh!" malizioso seguito da un applauso, ma io a mala pena li sento: per me esiste sola la spinta di Murtagh verso di me, il suo amore che passa dalla bocca per scendermi dritto nel cuore.
Finalmente dopo qualche secondo ci separiamo; solo ora mi ricordo che per vivere devo respirare, e inspiro a pieni polmoni l'aria notturna, fredda in confronto alla temperatura della mia pelle. Guardo Murtagh : trema leggermente e ha il fiatone. Poi si avventa su di me e riprende a baciarmi, con foga, con passione, con rabbia, con furia, con energia... Con amore. È ingordo delle mie labbra, mi bacia ancora, ancora e ancora, e io in balia dei suoi sentimenti più di quanto non lo sia lui vengo travolta dalla sua ondata, valanga di affetto, finché mi da l'ultimo bacio e io, stremata, mi appoggio sul suo petto, appena sotto il mento, respirando il suo profumo. Le braccia di lui sono ancora contratte nell'abbraccio; il suo respiro mi scompiglia le ciocche vicino all'orecchio. È esausto; molto, molto lentamente mi culla: solo i posso avvertire il suo impercettibile movimento a destra e a sinistra. Finalmente sciolgo il nodo di tensione e mi rilasso: tra le sue braccia non devo più aver paura.
Be', il primo bacio l'ho dato, un'altra tappa della mia vita è avvenuta. Adesso che è tornato posso ricominciare a vivere.



Ammetto che Eragon che torna in Alagaesia non rispetta la scelta di Paoloni, ma io volevo farlo tornare, non tanto per stare con Arya quanto per partecipare alla festa, quindi... Oh be', penso che neanche v'importerà. Grazie mille per essere passati/e :))
   
 
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