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Autore: Fiamma Drakon    04/09/2012    0 recensioni
«Il sangue dev’essere stato estratto prima che venisse ridotta così» commentò Vincent.
«E poi cosparso con cura sul suo corpo» continuò Gilbert in tono freddo, orripilato dalla scena nonostante per sua stessa natura fosse avvezzo agli spargimenti di sangue.
«Chiunque l’abbia fatto dev’essere di sicuro un pazzo» asserì Oz con certezza mista a disgusto, cingendo sua sorella in un abbraccio consolatore «Perché una cura dei minimi dettagli per una cosa del genere non è per niente normale».
Genere: Dark, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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4_Una festa tesa, praticamente rovinata
Dark, creepy and... sweet?
4. Una festa tesa, praticamente rovinata


Oz Bezarius era in piedi dietro Elliot, le braccia incrociate sul petto e l’espressione così impertinente che il vampiro per un momento provò l’istinto di saltargli addosso ed azzannarlo alla gola; tuttavia, l’idea di sporcarsi del sangue di un Bezarius non lo allettava così tanto.
Sorrise in modo nervoso, tirando le labbra forzatamente, lasciando scoperti i canini in maniera minacciosa.
Era dura lottare contro l’impulso di picchiarlo fino a cancellargli quell’espressione dalla faccia.
«Per la verità sei tu che sei in ritardo» controbatté il Nightray.
«Abbiamo avuto un contrattempo qui fuori, Elly» rispose cupa la voce di Gilbert, mentre la sua alta figura avvolta in abiti neri si materializzava alle spalle del biondo.
«Un contrattempo?» chiese Reo, in cerca di delucidazioni, piuttosto che di una rissa, come invece il suo padrone pareva desiderare con tanto ardore.
«Sì, uno spiacevole contrattempo...» puntualizzò Oz annuendo, lo sguardo velato di dispiacere.
«Di che genere?» insistette il servitore, al quale nessuno stava prestando particolari attenzioni.
«È stato ritrovato il cadavere di una donna, qui fuori».
La voce di Jack interruppe la discussione, facendo calare un gelo profondo sul gruppetto di mostri.
Elliot parve abbandonare ogni suo proposito di accapigliarsi con il Bezarius più giovane, concentrando invece la propria attenzione su quello più grande.
«Un cadavere?» ripeté, inarcando sorpreso entrambe le sopracciglia.
«Come è stata uccisa?» volle sapere invece Reo.
«È stata privata del sangue e poi pietrificata» spiegò Jack senza dilungarsi troppo in particolari scabrosi che lo avrebbero agitato ancor più di quanto già era.
Elliot sgranò gli occhi, sorpreso e sconcertato al tempo stesso dalla notizia: un cadavere in quella notte di festa era l’ultima cosa che si aspettava.
«C’è qualche indizio su chi possa essere l’assassino?» domandò ancora Reo, catturato totalmente dalla notizia.
«No» rispose Gilbert.
«Non si riesce neppure a capire che cosa sia» puntualizzò Jack, affranto.
Era strano: di solito - se Elliot non ricordava male - era il duca Rufus Barma ad occuparsi dei rilevamenti immediati riguardanti gli omicidi - che erano occasionali solo nella loro città, per fortuna, altrimenti il duca Barma sarebbe stato sopraffatto dalla quantità di omicidi e non sarebbe stato utile a nessuno.
Quell’uomo vantava la più grande conoscenza di tutte le razze dell’intera nazione, eppure non era riuscito a riconoscere gli effetti di un potere...?
Il colpevole doveva essere una creatura veramente bizzarra, unica e soprattutto rara, perché il nobile stregone non riuscisse ad identificarla.
Un brivido freddo s’arrampicò lungo la spina dorsale del Nightray, scuotendolo: il fatto che s’aggirasse per la città un mostro simile lo metteva un po’ in ansia.
«Comunque, per il momento non possiamo fare niente eccetto aspettare che il duca Barma ci fornisca eventuali informazioni dalla sua biblioteca» proseguì il più grande dei tre giovani Bezarius, spostando la lunghissima treccia di capelli dorati dietro la spalla destra.
Si guardò intorno, preoccupato: si era dato tanta pena per far sì che anche quell’Halloween fosse all’altezza di quello degli altri “Jack” che l’avevano preceduto e adesso era tutto rovinato.
Sapeva di doversi angustiare maggiormente - anzi, unicamente - del ritrovamento del cadavere, eppure non riusciva a sostenere un’atmosfera così lugubre.
I mormorii che percorrevano la gente e le espressioni cupe lo convincevano del fatto di dover intervenire in qualche modo. Dopotutto, il Jack era lui: era suo compito assicurarsi di riuscire a risollevare un po’ la festa.
Non spettava agli abitanti attendere a questo genere di ansie, bensì a loro, i componenti delle Quattro Grandi Casate di Duchi.
«Con permesso, devo andare» si congedò Jack con un lieve inchino del capo ed un sorriso falso ma rassicurante.
«A più tardi».
Si volse e si allontanò attraverso la folla, seguito dagli sguardi del resto del gruppetto.
«Tsk!» sbuffò Elliot all’improvviso, dando le spalle agli altri.
Si allontanò anche lui, diretto verso il tavolo del rinfresco.
Reo, rimasto indietro, s’inchinò rapidamente verso gli astanti.
«Scusatelo, stasera è un po' nervoso» disse in tono di rammarico, voltandosi per seguirlo.
«Difficile che non lo sia» replicò sostenuto Oz, incrociando le braccia sul petto.
«Se non ci fosse sempre Reo con lui a calmarlo a quest’ora forse Elliot non sarebbe stato più tra noi» commentò malignamente Vincent, con uno strano luccichio negli occhi bicromi.
Gilbert non riprese il fratello per la battuta tutt’altro che gentile.
Semplicemente tacque, seguendo con gli occhi il profilo di Reo che si allontanava: a tratti il suo corpo scompariva, sbiadendo fino a divenire solo un’ombra biancastra, per poi riapparire nitido e solido.
Di solito non esplicitava in pubblico la sua natura di fantasma: lui stesso l’aveva scoperta accidentalmente quando una mattina, nella biblioteca della magione Nightray, si era imbattuto nel fratello ed il suo servitore.
Probabilmente era debole e non riusciva a mantenere l’apparenza di un corpo concreto, oppure si stava avvicinando l’alba.
Delle due ipotesi la prima era la più probabile: se fosse stato imminente il sorgere del sole, avrebbe avvertito lui stesso un forte senso di accaloramento delle gengive accompagnato da dolore alla testa.
A quel punto il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dall’improvviso inizio di una musica lenta che riempì l’aria della sala, alterando l’atmosfera cupa e opprimente che si era creata.
Vincent si rivolse ad Ada, prendendole la mano, avvicinandosi il dorso alle labbra e baciandolo molto galantemente.
«Posso avere l’onore di un ballo?» domandò.
La bionda lo fissò per qualche momento, colpita dalle sue maniere raffinate. Le sue guance s’imporporarono mentre annuiva e si lasciava condurre verso la pista da ballo al centro della stanza.
«Jack sta cercando di ravvivare la festa» constatò Gilbert, ormai rimasto solo con Oz.
«Già, anche se è difficile» replicò il biondo, osservando la folla attorno a sé «Quel ritrovamento ha messo paura a tutti».
«Speriamo di trovare presto il colpevole» sospirò il vampiro, voltando lo sguardo verso la porta.
«Ce la farà?» chiese un momento dopo, alludendo all’altro Bezarius.
«È Jack. È la sua festa» rispose Oz, come se ciò potesse bastare.
Il biondo si volse verso il più alto, guardandolo negli occhi.
«Dov’eravamo rimasti...?» chiese, sorridendogli con un che di malizioso «Ah, già...» continuò, prima che l’altro potesse dire qualcosa.
Allungò un dito verso la sua bocca, sfiorando i canini che ancora in parte sporgevano dalle sue labbra.
«Hai ancora sete» asserì il Bezarius tranquillamente.
Il Nightray avrebbe voluto replicare, ma non gli fu data l’occasione: lo zombie aveva già premuto l’indice contro la punta di un dente, ferendosi.
L’inebriante odore di rame che arrivò alle narici di Gilbert lo mandò in estasi: era così vicino...
«No, basta. Ho già bevuto a sufficienza» esclamò, risoluto.
... però non poteva permetterselo. Non due volte dalla stessa persona - specialmente se quella persona era Oz.
«Non fare il difficile, lo so che lo vuoi» lo tentò il Bezarius, reclinando di lato il capo.
«Ho detto no»
«Sai, Gil, hai un rivolo di saliva che ti scende dalla bocca...».
Il vampiro s’irrigidì per l’imbarazzo e si affrettò a tergersi.
Oz approfittò di quel momento di distrazione per tirarlo verso il basso, poi lo baciò senza alcun preavviso, leccandogli i denti, soffermandosi con particolare cura sui canini.
Gilbert per un momento si sentì debole e facile vittima dell’istinto: i denti erano la parte del suo corpo più sensibile. Essere solleticati a quella maniera, in modo così deliberatamente provocante, lo stuzzicava indescrivibilmente.
Infine, cedette: staccò le sue labbra da quelle di Oz e, presagli la mano, allargò la ferita puntiforme sul suo polpastrello con un canino, trasformandola in una striscia da cui zampillava invitante sangue fresco.
Spalancò le fauci grondanti saliva e leccò il sangue lentamente, avvolgendo il dito con la lingua. Oz sentì la bava scivolargli lungo il palmo aperto; poi il vampiro chiuse la bocca come una morsa d’acciaio sul dito, succhiando avidamente. Per sua fortuna, Gilbert fece attenzione a non conficcargli i canini nel dito, altrimenti Oz non era certo che avrebbe potuto resistere a lungo.
Il biondo l’attirò a sé, verso il basso, e gli baciò la fronte senza essere visto da nessuno, data la folla.
Gilbert succhiò altro sangue ancora, finché non fu sazio.
A quel punto il moro si sollevò ed il Bezarius si sporse verso di lui, leccandogli il sangue che gli stava per scivolare lungo il mento.
«Hai voglia di ballare, Gil? O preferisci rimanere da soli, in disparte...?».





Angolino autrice
Finalmente dopo una lunga assenza torno a postare per questi lidi. Mi spiace per la lunga attesa, ma il fatto è che ho un po' trascurato il fandom di Pandora Hearts in favore di altri. Cercherò di aggiornare questa longfic un po' più spesso, ma non prometto niente a causa dell'Ispirazione che va e viene.
Ringrazio comunque chi segue questa fanfiction e l'ha aggiunta all'elenco delle preferite/ricordate/seguite.
Al prossimo capitolo! (spero)
F.D.
   
 
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