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Autore: Lyris    06/09/2012    5 recensioni
Da: Lyris (a proposito, si pronuncia "Lairis", perché in inglese fa più figo)
Spedito: L'altro ieri [Pre-TLG]
A: il Mondo (sopra e sotto la superficie)
Oggetto: Messaggio dalla Nuova Biografa Ufficiale di Artemis Fowl (Eoin ha avuto un problemino con gli avvocati dei Fowl...)
L'ultimissimo lavoretto di Artemis è andato decisamente male: Leale è stato arrestato. Tenterà di chiedere aiuto a Minerva e Spinella, ma anche loro si sono cacciate nei guai. Un talismano, precisamente un medaglione, capace di mutare l'aspetto di chi lo indossa è stato rubato a Minerva e alcuni membri del Popolo sono stati rapiti. I nostri eroi dovranno affrontare un nemico apparentemente impossibile da sconfiggere e tu potrai scegliere il corso della storia, portando la storia a ben sette possibili finali diversi.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Artemis Fowl, Bombarda Sterro, Minerva Paradizo, Spinella Tappo, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

 

Castello Paradizo era sempre stato uno dei riferimenti archeologici più famosi al mondo. Era il frutto della volontà di un parente lontano di un re francese, che aveva fondato quel simbolo architettonico che ormai da più di due secoli sorgeva sul quel colle e dominava la campagna intorno. Comprato e rivenduto nel corso degli anni, era arrivato nelle mani dell'attuale proprietario, che ne aveva rinnovato gli interni ed applicato i più avanzati sistemi di sicurezza, inviolabili in alcun modo.

Era luogo dell'unione tra l'antico e il moderno, e da sempre attirava turisti da ogni parte del mondo, che speravano di ammirare un panorama decisamente unico.

Il ventotto gennaio 2013 una Porsche nera parcheggiò davanti al castello. La ragazza che ne uscì non poteva avere più di sedici anni, considerata la sua altezza. Si incamminò frettolosamente verso l'ingresso del castello, i capelli biondi e ondulati che si muovevano al vento. Si fermò di colpo davanti al portone e posò la mano sul rettangolo bianco che sporgeva dal legno del portone. Questo si spalancò, rivelando l'ingresso in stile francese dell'ottocento, dove primeggiava il colore rosso e blu degli arazzi appesi alle pareti della sala. Non soffermandosi sulle decorazioni, la ragazza bionda salì le scale che conducevano in un'altra stanza, più piccola dell'ingresso. Era illuminata da una luce fioca, proveniente dallo schermo di un computer acceso. La ragazza si avvicinò al computer e digitò un codice d'accesso. Con il mouse cliccò su un file e apparve una schermata di caricamento. Dopo qualche minuto il file si aprì, rivelandone i dati. Sul viso della ragazza si aprì un sorriso di vittoria.

 

Artemis Fowl II entrò nel bar “Scacciapensieri” che dava sulla via principale della città di Londra, seguito dalla fedele guardia del corpo. Era atterrato con il suo jet privato circa due ore prima, per incontrare la persona che l'aveva invitato in quella piovosa città. Leale osservò insospettito l'interno: qualche anno prima John Spiro gli aveva teso un'imboscata in un luogo simile e aveva rischiato per un soffio di morire. Di certo non voleva ripetere l'esperienza. Artemis individuò il tavolo dove era seduto il suo corrispondente. Leale si trattenne dal sobbalzare. Conosceva quell'uomo: era uno degli maggiori esponenti della mafia inglese. Cosa vuoi fare Artemis?, sebbene si fidasse del ragazzo, il più delle volte lo aveva infilato in guai che per poco non lo avevano ucciso. Lentamente si avvicinò, osservandolo. Sebbene fosse seduto, si notava la sua altezza. I capelli biondi, che tendevano al grigio incorniciavano un viso pallido dai zigomi marcati. Una benda nera copriva l'orbita vuota dell'occhio destro, dando un aria ancora più tetra. L'uomo puntò il suo occhio sano sul ragazzo. Artemis avanzò verso il tavolo, esibendo un sorriso mentre aspettava pazientemente che l'uomo si alzasse per stringergli la mano.

-Tu saresti... il signor Fowl?- chiese l'uomo, mentre osservava l'interlocutore sedersi, dopo aver ricambiato il saluto. Dal suo tono traspariva del sarcasmo.

-E lei è Mr... Unknow - rispose Artemis, senza smettere di sorridere. L'uomo gli scoccò un'occhiata ammonitrice.

-Perché mi ha chiamato?- chiese Mr Unknow. Artemis sorrise.

-Voglio troncare i rapporti commerciali che la mia famiglia ha con lei, Mr Unknow.

-Ne è sicuro?- chiese Mr Unkonw, guardando di sbieco il ragazzo di fronte a lui.

-Perché non dovrei esserlo?- chiese Artemis, smettendo di sorridere.

-Perché potresti... essere ancora utile.

-Non sono interessato - ribatté Artemis. Questa volta fu Mr Unknow a sorridere.

-Nemmeno per il “Capo dorato?”- chiese Mr Unkonw. Artemis impallidì. La mafia inglese voleva fare un colpo al British Museum? Il Capo dorato era conservato lì, in una teca di vetro anti-proiettile, protetto da ultrasensori e altre tecnologie avanzatissime. Perfino la targhetta che recava il nome dell'opera e dell'artista francese, Mounsier Johan Anthoin Carter Poileiller Mario Lopéz, era munita di un infallibile riconoscimento di impronte. Tutto questo per la mezza tonnellata d'oro che costituiva quell'opera, a forma di testa, che simboleggiava dell'intelligenza e la furbizia.

- Non... sono un ladro su ordinazione- disse Artemis, arricciando leggermente il naso e socchiudendo gli occhi spaiati, per scrutare attentamente l'espressione indecifrabile dell'uomo. Mr Unkonw sorrise di nuovo.

-Non dovrai rubarlo, infatti. A quello ci penseremo noi. Tu dovrai solo... “ritoccare” i sistemi di sicurezza- disse l'uomo. Solo questo? Pensò Artemis, un lavoretto breve, l'ultimo lavoro...

-Naturalmente fonderemo l'opera e riceverai metà dell'oro...- continuò l'uomo. Ho promesso a mio padre che non avrei più rubato... pensò il ragazzo, ma è così allettante... ho promesso... ma è semplice, veloce...l'ultimo.... Artemis sentì la mano di Leale sulla spalla. Non accettare, non accettare, implorò mentalmente Domovoi. Artemis si alzò e chiuse gli occhi per un secondo.

-Accetto- disse il ragazzo, tendendo la mano a Mr Unkonw.

-Sapevo che avresti accettato, sei una ragazzo sveglio. L'uomo sorrise.

  
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