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Autore: LawrenceTwosomeTime    07/09/2012    0 recensioni
Una sceneggiatrice un po' eccentrica partorisce la chiave per realizzare un film il cui inquietante significato si dipana man mano che le riprese avanzano, rimescolando vita privata e finzione in un intreccio pericoloso.
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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”Devi starmi a sentire, Don! Questa volta ho una bomba per le mani, roba da far squagliare lo schermo!”
“L’unica cosa che si squaglia sono i miei coglioni, Clara. Quante volte sei piombata nel mio ufficio dicendo ‘oh, Don, ti prego stammi a sentire perché ho una bomba tra le mani…”
Per le mani”
“Come ti pare. Ormai ho perso il conto delle ‘bombe’ che mi hai recapitato, so solo che qui dentro c’è tanta retorica da far saltare in aria le due torri… di nuovo”
Clara sbuffò lasciandosi scivolare su una delle comode poltrone imbottite. Marguerite, la segretaria di Don, portò due tazze di caffè senza che nessuno gliel’avesse chiesto.

“Insomma, Clara, chiariamoci: le tue sceneggiature non sono proprio da buttare via… L’ultimo film, com’è che si chiamava?”
“Annaspando nel circuito infinito dell’agonizzante circo agonistico insubordinato preternaturale”, disse Clara perentoria.
“Ecco. A parte che sembra il titolo di un film della Wertmüller, non era esattamente roba da Oscar. Ma ha incassato abbastanza da coprire i costi di produzione. Detto ciò…”
Pausa ad effetto.
“Lo sai perché non ti ho ancora fatto bandire da Cinecittà?”
Clara lo sapeva. Sperava che non ne facesse menzione, quell’argomento le provocava sempre un’acuta fitta al petto.
“Certo che lo sai. Tua madre era un’attrice di prim’ordine, una donna di classe e un’artista tra le più equilibrate che abbia mai conosciuto”
“Don…”
“Ogni giorno aspiranti sceneggiatori imberbi bussano alla mia porta elemosinando un po’ d’attenzione, e tu hai la precedenza su tutti loro, sempre. Ma la mia pazienza si sta esaurendo, sono, be’, più o meno cinque anni che si sta esaurendo…”
“Questa volta è diverso”
Le mani di Clara tremavano, dovette appoggiare il caffè sulla scrivania.
Don le lanciò uno sguardo penetrante.
“In che senso, è diverso?”
“L’Inchiostro di Bastet”
“L’inchiostro di chi?”
“È una sostanza magica, un tramite con il mondo delle idee. L’ho usato per scrivere la sceneggiatura che hai davanti”

L’espressione da fanatica non giocava a suo favore, ma Don decise se non altro di indagare sulla faccenda.
“Non capisco come puoi credere che adoperando un qualche tipo di inchiostro colorato per stendere i tuoi deliri tu possa…”
“No, hai frainteso. L’Inchiostro di Bastet è un composto allucinogeno, si assume per inalazione”
Don si mosse sulla sedia.
“Di bene in meglio. In pratica ti sei drogata e mi porti qui il frutto del tuo parto malato. Se siamo fortunati, ci troveremo alle prese con una versione handicappata di un romanzo di Burroughs”
Clara si tirò in piedi. Era alta, paragonata alla tozza figura rincagnata di Don.

“Sono rimasta in stato di semi incoscienza per più di tre giorni, scrivendo come una forsennata (“A mano”, le fece eco Don), senza bere, mangiare o andare in bagno. Il risultato sono venti pagine traboccanti di illuminazione. Ritengo che tu debba loro rispetto”
Le tue lampadine si sono fulminate da un bel po’, pensò Don, ma evitò di dirlo ad alta voce.
“Almeno le hai rilette?”
“Certo che no! Perché rischiare di corromperne la purezza? Questo film va girato immediatamente, senza secondi ciak, senza revisioni! Solo così potremo consegnare al nostro pubblico il capolavoro che tanto a lungo ha atteso!”
Don si accese un sigaro.
“Se prometto di dargli una letta, tu in cambio fai voto di non stressarmi più con le tue matterie?”
Clare esitò. Se c’era qualcuno che aveva il diritto di leggere il suo lavoro, quello era Don. Annuì.
“Bene. Ora fuori di qui”

Quando fu sicuro che Clara fosse lontana due o tre miglia dal suo studio, Don guardò per la prima volta il fascio di carte che aveva davanti.
L’invasione degli ultracoiti.
Storse il naso, preparandosi al peggio.

Venti minuti dopo, si ricordò di rinserrare le mascelle e assumere una posizione decorosa.
Certo, era fastidiosamente breve e sprovvisto di note o qualsivoglia indicazioni, anche se con un paio di aggiunte, magari una bella infoltita e sviluppando meglio la progressione narrativa… ma non era questo il punto.

Per la prima volta da che la conosceva, Clara Manetti gli aveva consegnato una sceneggiatura decente.
  
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