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Autore: Tribute    08/09/2012    2 recensioni
-C’è chi è veloce, alcuni sono molto forti, altri più astuti di una volpe. Io e te siamo diversi. Noi siamo cacciatori.-
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I

Sono Sophie North. Ho appena compiuto diciassette anni. Vivo con mio padre che è un mezzo-tossicodipendente. Avevo una mamma, ma è morta da due anni. Avevo una migliore amica, ma è morta anche lei. Due anni fa, il 13 gennaio, c'è stato un incidente, un aeroplano si è schiantato sull'ospedale cittadino. Fu lì che persi mia madre e Beth. Io mi salvai e rimasi in coma per quasi due mesi. Qualche volta penso che sarebbe stato meglio se fossi morta anch' io.

- Sophie, alzati subito da quel maledetto letto, altrimenti vengo io e ti porto giù a calci! -. 
Ci risiamo. Mio padre sta urlando dalla cucina da circa dieci minuti. Non ama che lo si faccia aspettare. Nonostante il mio pessimo umore, scosto le pesanti coperte di lana e poggio i piedi a terra.
- Sophie! Ti vuoi decidere a venire giù? -. Mio padre è arrabbiato e questo vuol dire che dovrò andare a scuola a piedi. Perfetto. 
- Arrivo! -.
M'infilo le pantofole e lentamente, mi avvio verso la cucina, trascinando i piedi ad ogni passo. Mi siedo a tavola, sulla seggiola più lontana da mio padre.
- Arriverai tardi a scuola -. - Ma va?- rispondo seccata. Mio padre è uno sciocco. 
- Non usare questo tono con me. - In tutta risposta, mi alzo, prendo un muffin rinsecchito e ritorno in camera.
Mentre addento la mia colazione, apro l'armadio e, contemplandolo silenziosamente, cerco di decidere qual è la cosa meno brutta che contiene.
Alla fine scelgo un'insulsa felpa grigia e degli orribili jeans sciupati dall'usura. Mi vesto e mi pettino con tutta la calma che non mi posso permettere e prima di scendere mi affaccio alla finestra, lasciando che il lieve venticello gelido mi accarezzi il viso.
Scendo in strada e m'incammino verso la Cold Bay. Ci siamo trasferiti qui da appena due mesi e già odio l'Alaska. 
Arrivo a scuola in ritardo di un quarto d'ora. 
- Signorina North. E' in ritardo ancora una volta. Se non comincerà a presentarsi puntuale alle lezioni, saremo costretti a prendere provvedimenti. - 
- Mi scuso professor Smith -
- Vada a sedersi e cominci a seguire la lezione -. Eseguo gli ordini di malavoglia, sempre trascinando i piedi. Oggi non sono proprio in vena. Prendo l'i-pod dallo zaino e, di nascosto, inizio ad ascoltare della musica.  
La campanella mi sveglia di soprassalto, non ho idea di quanto io possa aver dormito. 
- Ciao Sophie. Mi chiedevo se potresti prestarmi i tuoi appunti di storia per qualche giorno, sai, ho avuto l'influenza e sto cercando di recuperare -
-E tu chi sei? - mormoro con voce assonnata alla ragazza dai buffi capelli rossi che mi si è parata davanti.
- Ehm... sono Kassie Parker, frequento il corso di storia assieme a te - dice questa sorpresa che non l'abbia riconosciuta.
- Ah, Kassie Parker, quella del corso di storia - fingo di sapere chi è. Non che io mi sia sforzata troppo di fare amicizia con i miei compagni di corso, ma non ho bisogno di nuove amichette. - sì, prendili pure, a me non servono - rispondo disinteressata. 
- Oh, tranquilla, te li riporto entro Mercoledì - dice questa con un sorriso assolutamente fintissimo. La guardo con faccia interrogativa.
- Giovedì abbiamo il compito, ricordi? -. Deve pensare che io sia una drogata, perché la sto guardando esattamente così.
- Magari potresti venire a casa mia, così ci prepariamo assieme. - Dio, quanto odio la sua faccia da perfettina so-tutto-io.
- Senti un po’ signorina perfettina, perché non mi stai alla larga? Non mi serve una balia, grazie lo stesso.- rispondo aspra.
Riesco a svignarmela prima che possa aggiungere qualcos'altro. 
Nei corridoi affollati, davanti al mio armadietto, trovo un po’ di pace. Nessuno che venga a rompermi. Dopo quei cinque miseri minuti di "riposo", prendo i libri per la lezione successiva e mi avvio verso l'aula di scienze. Per sbaglio urto una ragazza e mi cadono tutti i libri. Perfetto. Dopo aver urlato un bel - Guarda, dove vai, pezzo d'idiota - alla povera, disgraziata, ragazza, raccolgo i miei libri, ma, mentre sono chinata, qualcuno mi si ferma davanti. Alzo lo sguardo e vedo un ragazzo moro, con due occhi enormi blu notte, che mi porge la mano. La evito sprezzante e mi alzo da sola. 
- Sempre così simpatica? - mi dice con un mezzo sorriso lo sconosciuto. 
- Senti, sono in ritardo per la lezione di scienze. Se vuoi scusarmi... - Cerco di defilarmi, ma fatto qualche passo, questo mi dice: - Ci si vede in giro, miss-simpatia-.
Quell'ultimo commento mi ha un po’ scocciata, ma rigo dritto, verso la mia aula.
   
 
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