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Autore: MegamindArianna    15/09/2012    3 recensioni
'Megamind vuole fare un grande passo avanti... un graaaaande passo avanti. La tensione sale, le incertezze sono tante... finalmente si sfogherà... e sarà un bene?' Finalmente sono tornata con una nuova FanFiction su Megs e Roxy... spero vi piaccia!
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mi ero inginocchiato. Avevo messo sotto il suo naso una piccola custodia. Al suo interno c’era un anello in purissimo argento con uno zaffiro incastonato attraversato da piccoli riflessi neri: avevo creato io stesso quel gioiello, impiegando tempo e amore.
 
Dicevo le peggio frasi e dichiarazioni. Le avevo provate di tutti i colori, ma niente… non andava bene.
 
“Ehi? Mi vuoi sposare?” e feci l’occhiolino cercando di sembrare un Don Giovanni.
 
“No…” disse incrociando le braccia.
 
“Aspetta… aspetta…” e mi appoggiai gli indici sulle tempie. Respirai “E questa: Cara Roxanne… ci conosciamo da molto tempo. Io ti ho rapita, tu mi hai preso sempre in giro, ma oggi siamo una coppia. Da molto io ero innamorato di te, ma tu non te ne rendevi conto. Ora, però, che anche tu mi ami, sono pronto per fare un graaaaaaaaaande passo avanti. Quindi vorrei chiederti... mi…”
 
“No…” ripeté interrompendomi sul più bello e alzando gli occhi al cielo.
 
“Ma come no! Perché no!? Ma andiamo!” e mi alzai battendo i piedi come un bambino. “Dammi una ragione! Cosa sto sbagliando?” e lanciai la scatolina sul divano.
 
“Beh… Signore…” e mi appoggiò una mano sulla spalla. Il mio buon vecchio Minion era presente in qualsiasi momento. Quello era un momento alquanto critico.
 
Dovevo chiedere a Roxanne di sposarmi. L’amavo troppo per limitarmi solo a vivere insieme e avere qualche semplice rapporto. Volevo essere unita con lei sia fisicamente che spiritualmente. La sentivo mia, la sentivo come la metà che allo specchio non riuscivo a vedere accanto a me. Eravamo un’unica realtà.
 
“Dovrebbe provare ad essere più diretto ma non troppo… insomma… una via di mezzo.” E alzò le spalle robotiche facendole cigolare.
 
“Ti sembra facile! Sono io quello inginocchiato che rischia di essere rifiutato! Come posso trovare una via di mezzo?”  e mi appoggiai al muro con la fronte. “Non è facile, Minion. Sono tre notti che io e Roxanne non facciamo l’amore. E questo perché? Perché non riesco a concentrarmi su ciò che faccio al momento! Sto pensando e ripensando a ciò che devo dire che neanche mi preoccupo più del resto.”
 
“Andiamo… non sia cattivo con se stesso. Infondo è normale.”
 
“Si… ma ho paura che Roxanne se ne accorga.” Lanciai uno sguardo alla scatola sul divano. Era di un bordeaux acceso. “E se oggi mi chiedesse ‘cosa ti succede? Perché fai così?’ cosa le dovrei rispondere?”
 
“Potrebbe dire che si sente poco bene.” E rialzò di nuovo le spalle.
 
“Smettila di muovere quel corpo mezzo arrugginito!” e richiamai con un fischio i Bot.cervelli. “Date un’oliata al povero Minion. Fate questo piacere a papino.” E sorrisi quel che potevo.
 
“Grazie, Signore.” Disse Minion grato riuscendo a camminare e muoversi tranquillamente senza sembrare una porta difettosa. “E riparlando della richiesta…”
 
“E pensare che devo fargliela stasera!” e mi lasciai scivolare con la schiena al muro. Mi sfregai gli occhi con le mani. “Se in questo momento avessi i capelli me li strapperei tutti!” e mi battei i pugni sul cranio. “Aiutami, Minion!” e unii le mani in segno di preghiera.
 
“Ok, ok! Ma lo sa che l’unica cosa che posso fare è suggerirle cosa dire! Mica posso mettermi lì con voi!” e sobbalzò.
 
Ad un tratto, con una brillante idea che mi era venuta in quel momento, alzai lo sguardo. “Euraka!” Gridai alzandomi di scatto in piedi.
 
“Si dice Eureka, Signore…” e roteò gli occhi.
 
Sapevo di non aver mai avuto una perfetta pronuncia di alcune parole, ma almeno mi ci avvicinavo.
 
“Fa lo stesso!” e raccolsi la custodia. “Ricordi dove abbiamo messo quei mini auricolari che avevamo usato per rapire Roxanne il 12 maggio del 2009?”
 
“Ehm… no… non ho la sua stessa memoria. Sono solo un pesce!” e allargò le braccia.
 
“Va bene! Li cerco io. Intanto, tu, preparati un paio di frasi da poter usare come richiesta di matrimonio.” E senza aspettare alcuna sua protesta scappai via nel corridoio per cercare nel cassetto della vecchia camera da letto quei benedetti mini walkie-talkie.
 
La porta d’ingresso si aprì “Minion devi cercare quella roba! Non è il momento di andare a fare una passeggiata!” dissi guardando anche tra le vecchie tute di pelle. Finalmente, infilando la mano nella tasca di un paio di pantaloni, riuscii a trovarli.

“Signore…” titubò Minion. Stava accadendo qualcosa di brutto?
 
Corsi di nuovo nel soggiorno con le braccia alzate. “Si! Li ho trov…!” ma mi bloccai.
 
La porta semiaperta lasciava entrare una leggera brezza estiva, tenuta ferma da una mano delicata. Il suo corpo snello stava immobile. “Cos’è tutta questa foga?” chiese ridendo.
 
Roxanne.
 
“T-tesoro! Amore mio!” dissi nascondendo dietro la schiena la scatola e gli auricolari.
 
“Salve!” rispose lanciando delle occhiate ai miei fianchi. “Cosa nascondi lì dietro?”
 
“Niente di che! Tranquilla!” e, indietreggiando, mi infilai di nuovo nel corridoio.
 
-No! Perché è rientrata prima! Che disastro! Ora non possiamo organizzarci!- pensai. Non sapevo cosa fare e mi stava salendo il panico.
 
Eppure pensare che le avrei fatto quella richiesta mi faceva venire i brividi di gioia. Vederla dall’alto di una scalinata avanzare vestita di bianco, in perfetto contrasto con il mio smoking nero. Poi i nostri occhi incontrarsi e il suo sorriso. Le sue labbra senza rossetto, come avrei sicuramente voluto, perché nessun’altro trucco le avrebbe rese più perfette di come già erano. I suoi occhi velati da una leggerissima matita scura che avrebbe messo in risalto le sue strabilianti ed eccitanti iridi azzurre. Le lentiggini leggere e non coperte che tanto adoravo.
Infine lo scambio delle fedi e…
 
Spalancai gli occhi –E se… veramente risponde… no?-


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