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Autore: MegamindArianna    17/09/2012    4 recensioni
'Megamind vuole fare un grande passo avanti... un graaaaande passo avanti. La tensione sale, le incertezze sono tante... finalmente si sfogherà... e sarà un bene?' Finalmente sono tornata con una nuova FanFiction su Megs e Roxy... spero vi piaccia!
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Megamind! Dove ti nascondi?” sentii la sua voce possedermi ed attirarmi. Mi infilai tutto nelle tasche dei pantaloni. Mi asciugai una goccia di sudore e riuscii fuori dal mio nascondiglio.
 
“Eccomi!” e allargai le braccia. Si schiantò contro il mio petto.
 
“Mi sei mancato oggi.” E mi diede un bacio veloce sul collo.
 
“Anche tu, Roxy.” E cinsi le sue spalle morbide. Chiusi gli occhi e respirai tra i suoi capelli l’odore di lavanda. Mi sentivo diverso attaccato a lei. Sentivo crescere qualcosa, in entrambi i sensi. Sentivo come se qualcuno mi palpava i lati del ventre. Mi sembrava di aver quasi raggiunto il livello massimo dell’eccitazione, finché non scoprii che la causa era Roxanne.
 
Stava cercando di infilarmi le mani nelle tasche dei pantaloni per prendere ciò che c’era al suo interno.
 
“Roxanne!” la richiamai scrollandola. “Sempre a ficcanasare dove non devi, eh?” e mi allontanai. Non volevo scoprisse l’anello.
 
“Uffa! Lo sai che non posso fare a meno di scoprire i segreti!” e sbatté le ciglia per ipnotizzarmi. “Ti prego?”
 
“N-no.” Dissi tremolando. “E’ un segreto che non posso assolutissimamente svelare.”
 
“Perché?” chiese arricciando il labbro inferiore.
 
“Non guardarmi così… non vale, Roxanne! Ti ho insegnato io a fare gli occhi da cucciolo… ma non per usarli su di me…” ma non mi ascoltò. Serrai gli occhi per non guardarla.
 
“Dai, Megguccio mio bello!” disse abbracciandomi di nuovo.
 
Non riuscii a resistere. L’unica cosa che riuscii a fare fu dire una bugia. “Ok… ecco… quello che non volevo dirti è che…” e guardai a destra e a sinistra. Puntai Minion. “…è che Minion, oggi, ha macchiato uno dei tuoi vestiti preferiti! E se ricordo bene… quello rosso!” dissi a velocità supersonica. “Quelli che ho in tasca sono dei piccoli apparecchi per smacchiarli…”
 
“Cosa?!” disse Roxanne infuriata.
 
“Signore!” urlò Minion mentre Roxanne gli faceva la ramanzina.
 
Falle perdere tempo...” gli sussurrai.
 
Sospirò e si appoggiò al tavolo mentre annuiva ad ogni richiamo di Roxy.
 
Mi infilai velocemente in cucina e nascosi l’anello e i piccoli apparecchi in una busta di plastica.
 
Un Bot-cervello neonato che stava giochicchiando nel lavandino attirò la mia attenzione. Era il piccolo Spike. Era tutto nero, aveva un solo braccio meccanico e il cranio di vetro minuscolo.
 
“Spike! Vieni da papi!” dissi chiamandolo.
 
Mi assalì mordendo con la bocca senza denti il mio polso.
 
“Ok, piccoletto! Anche io ti voglio bene, ma tu ora devi farmi un favore. Porta questo nell’auto. Nascondilo nel cassetto sotto al volante. Capito?” gli dissi accarezzandogli la testa e affidandogli quell’anello.
 
Annuì felicemente e uscì dalla finestra. Lo seguii con lo sguardo entrare nell’auto e ritornare in casa mentre fluttuava cantilenando quel verso robotico e giocoso.
 
“Che cosa ha portato Spike nell’auto?” mi domandò Roxanne.
 
Mi voltai di scatto “Ehm… nulla… una cosa per… questa sera che non potevo assolutamente dimenticare…” e la abbracciai per non fargli vedere la mia incertezza.
 
Mi stava salendo una paura terribile. E se rifiutava la mia richiesta? Non mi sarei più permesso di guardarla senza averle prima chiesto il permesso. Tutto sarebbe cambiato. Il passato si sarebbe cancellato. Avremmo ricominciato come se Metro Man non fosse morto. Magari lei si innamorava anche di Hal o di qualunque altro tipo che le sarebbe passato avanti pur di evitarmi. Forse stavo esagerando a pensare tutto ciò, ma con la mia mente era impossibile non pensare in grande; troppo in grande.
 
“Non vedo l’ora che arrivi questa sera, amore.” Dichiarò Roxanne dando dei piccoli baci al mio petto.
 
Deglutii “A-anche io…”
 
“Cosa ti succede?” domandò Roxanne spostandosi. “Ti senti poco bene?” Aveva una faccia preoccupata. Intrecciò la mia mano alla sua.
 
“No! No no! Sto benissimo!” dissi grattandomi con la mano libera la nuca.
 
“Sicuro? Se vuoi questa sera non andiamo alla cena…” disse abbassando lo sguardo. Per lei era importante quella serata. Una cena a lume di candela offerta dal Sindaco e dal ristorante Leroux per tutte le coppie di Metro City. Noi, naturalmente, eravamo il clou di tutta la serata. Eravamo le star: l’eroe e la giornalista.
 
Era l’occasione perfetta per una richiesta del genere; eppure temevo il peggio, temevo l’impossibile.
 
Lanciai un’occhiata all’orologio. Deglutii di nuovo. Erano le sette e l’appuntamento nel ristorante era verso le sette e trenta. “Vai a prepararti. Su.” E le diedi un buffetto sul sedere “Altrimenti arriviamo tardi. O preferisci fare qualcos’altro?” e alzai un sopracciglio. Dovevo trovare un modo per pensare di meno a quel che poteva succedere.
 
“Ehi! Vedo che un po’ ti sei ripreso, pervertitello!” e mi girò un dito avanti al naso.
 
“Che ci posso fare! Sono fatto così…” e alzai le spalle.
 
“Non sei mai stato un vero pervertito…” affermò Roxanne sicura.
 
“Beh… i miei pensieri quando eri legata… non erano sempre a puro scopo di intrappolare Metro Man. Quando potevo, lo facevo solo per vederti e magari…”
 
“Magari cosa?” chiese intrecciando le braccia.
 
“Magari… riuscire a possederti… in tutti i sensi.” E le porsi il braccio “Miss Ritchi? Posso avere l’onore di accompagnarla in camera da letto?”
 
“No… finché non mi spieghi quali sono i sensi di cui parli?”
 
Sbuffai. “Allora… da dove comincio…” e la tirai su a sposa. “Uno è questo:riuscire a tenerti stretta a me o abbracciarti senza ricevere uno schiaffo di risposta. Poi…” le diedi un bacio veloce “Quello di darti un bacio, o anche due, senza essere spinto via e rifiutato…”
 
“Ci sono altri punti? O li abbiamo finiti? Stiamo veramente facendo tardi, sai?” e allungò il collo verso l’orologio.
 
“Perché… che c’è di male se ora… andiamo a fare un ‘riposino’?” chiesi. Forse evitare la cena sarebbe stato meglio. Mi sarei scusato con il Sindaco personalmente.
 
“No, Megamind. Non costringermi a farti il solletico per farmi scendere.” Disse dandomi dei pizzicotti sul collo.
 
Sospirai. Ormai mi dovevo arrendere. Aveva rifiutato anche quella di proposta. Una serata di coccole nel letto di casa in compagnia del sottoscritto al posto di una cena in cui avrei rischiato la rottura del nostro legame.
 
“Va bene, Roxy. Andiamo a vestirci.” In tutti i modi dovevo distrarla, ma niente. Non poteva funzionare. “Ma ne sei proprio sicura? Infondo ti piace stare in mia compagnia...noi due soli… nel letto… per fare un po’ di…”
 
“Megamind… tesoro… E’ una proposta invitante la tua ma…” si bloccò per un bacio delicato, dolce e appassionato.
 
Come potevo non chiederle di sposarmi se solo con un semplice bacio mi faceva vedere le stelle; solo guardarla avanzare verso di me e sorridermi mi mandava in estasi; solo per il fatto di avere quel suo potere, cioè di riuscire a vedere in me e scoprire il vero Megamind, mi ha fatto innamorare perdutamente di lei.
 
“Ora vai a preparare cosa mettere, poi vengo a vedere. Conosco i tuoi gusti ma questa sera dovrai un po’… addolcirli.” E fece l’occhiolino infilandosi nel corridoio.

CONTINUA
 
  
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