Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Ricorda la storia  |      
Autore: Honest    20/09/2012    5 recensioni
Appollaiarsi su un tetto, come due gatti, in una fredda notte d'Ottobre era stato romantico, finché le loro birre non erano finite e i loro muscoli, quasi atrofizzati dal gelo, non gli avevano permesso di scendere per rifugiarsi al caldo. Eppure nonostante la brezza che sferzava impietosa i loro volti, quella notte stellata sembrava essere incredibilmente piacevole, a dispetto di ogni previsione.
[Gwen/Duncan]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan | Coppie: Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo - Cat On a Hot Tin Roof
Autrice
Honest
Rating - Giallo
Pairing - Duncan/Gwen
Avvertimenti - Het, Fluff, One Shot, lievemente OOC (forse)
Notes - "La Gatta sul Tetto che Scotta" è un film del 1958 con Elizabeth Taylor e Paul Newman. La storia si ispira al titolo della pellicola, ma non ha nulla a che fare con la trama del suddetto. In ogni caso è un film splendido, quindi se vi capita guardatevelo. Questa volta sento di aver osato un po' troppo, perché quando si pensa a questa coppia ci si immagina solo sesso selvaggio (come direbbe il mio insegnante) io invece ho scritto qualcosa di fluff, che a dirla tutta non mi convince molto. Spero comunque che vi piaccia. Buona Lettura.





 

Cat On a Hot Tin Roof

La Gatta sul Tetto che Scotta

 

 

Il vento soffiava gelido quella notte e ancora una volta, li costrinse a raggomitolarsi nella loro soffice coperta di plaid con maggior entusiasmo del dovuto. Le mani di lui ne approfittarono per accarezzarle i fianchi, nascosti dal pesante maglione di lana grigia, procurandole dei brividi involontari lungo la spina dorsale. Erano distesi supini, abbracciati l'uno all'altra e deliziati dalle carezze che si erano regalati fino ad allora. Gli unici rumori che potevano percepire erano i loro respiri incostanti ed affannati, che mutavano rapidamente in piccole nuvolette di vapore ghiacciato. Qualche altro minuto speso lassù e di certo anche i baci avrebbero iniziato a perdere il loro sapore caldo ed accogliente.

 

Appollaiarsi su un tetto in una fredda notte d'Ottobre era stato romantico, finché le loro birre non erano finite e i loro muscoli, quasi atrofizzati dal gelo, non gli avevano permesso di scendere per rifugiarsi al caldo. Eppure nonostante la brezza che sferzava impietosa i loro volti, quella notte stellata sembrava essere incredibilmente piacevole, a dispetto di ogni previsione. Guardare il tramonto seduti sulle tegole rosse, contare le stelle, perdere il controllo ubriacandosi un po' e ridendo insieme, erano tutte cose che Gwen e Duncan non facevano da tempo, cose che sentivano il bisogno di fare. Così quando il ragazzo diverse ore prima l'aveva presa per mano facendola salire su alcuni scatoloni abbandonati, perché in fondo la casa non era poi così alta, lei si era lasciata guidare docile e una volta salita aveva assaporato la sensazione di libertà che le aveva dato quella nuova prospettiva. 

 

Duncan sfregò il viso contro il suo collo, sussurrandole un pensiero annebbiato dall'alcool. Gwen rise, pur non capendo una sola parola e tornò a volgere lo sguardo vero l'alto per ammirare quel velluto blu costellato di mille piccole luci. 

- Vedi quella è l'Orsa Minore. - disse il ragazzo, puntando il dito oltre i propri occhi.

- No, quella è l'Orsa Minore. - lo contestò lei, cingendogli delicatamente il polso e spostando la sua mano nella direzione giusta.

Dopo un istante di vacuo silenzio, il punk chiese :

- E quella cos'é ? - 

- Sono piuttosto sicura che sia un satellite. -

Questa volta fu lui a lasciarsi sfuggire una risata, tenendo lo sguardo fisso sull'oggetto lampeggiante nel cielo. 

La ragazza si alzò di qualche centimetro, e poggiandosi sui gomiti si spinse in avanti per baciarlo con trasporto. Lui le posò una mano dietro la nuca e l'attirò a sé, deciso a non interrompere quel contatto tanto agognato. Le loro labbra si dischiusero e finalmente poterono godere appieno di un sapore che conoscevano e desideravano costantemente. Quando Gwen riuscì a staccarsi da lui per respirare, distese il braccio fino a raggiungere la sua mano e intrecciò le loro dita in un'unica stretta prima di riprendere ciò che aveva appena lasciato. Sfacciato Duncan si permise accarezzarle le gambe, fasciate da un paio di calze scure, risalendo lentamente fino a sfiorarle l'ombelico, baciandole il collo e strusciandosi lentamente contro il suo corpo. Un mugolio più simile a delle fusa che ad un gemito di soddisfazione ruppe la quiete.

- Ora fai anche le fusa ? - gracchiò, il ragazzo contro il suo orecchio.

- Non sono stata io. - ribatté lei stupita, allontanando bruscamente il punk.

A pochi metri da loro una gatta nera dai grandi occhi smeraldini li fissava con la testa inclinata. Il cipiglio arrogante era addolcito da un muso bianco e grigio, caratterizzato da piccole macchie color della pece. La sua coda si muoveva, ondeggiando nell'oscurità più assoluta e le sue fusa si facevano più acute, mentre ondeggiava verso i due. Non ebbe vergogna nell'insinuarsi sotto la loro coperta ed arrivare al viso della gotica, producendo un lieve miagolio. Duncan sorrise compiaciuto nell'osservare le dita esili di Gwen che accarezzavano il pelo morbido dell'animale. 

- Di chi pensi che sia ? - domandò lei, giocherellando con le sue orecchie. 

- Probabilmente dei proprietari della casa. -

- Avevi detto che era abbandonata. - 

- Ho detto che quelle decorazioni lo erano. - precisò il ragazzo, indicando una slitta di Babbo Natale con le sue renne, appoggiata su un comignolo.

La gotica si limitò a sbuffare con un mezzo sorriso, porgendogli il gatto ma lui si scansò.

- Non mi piace. - confessò, spingendo via il felino con il braccio.

- É solo un gatto. -

- Ha l'aria arrogante. - 

- Allora andrete d'accordo. - commentò la ragazza.

Il punk ignorò quell'ultima frecciatina e si distese di nuovo a pancia in sù.

- Gwen ? - fece dopo un po' di tempo.

- Sì ? -

- Esiste la costellazione del gatto ? -

- Vuoi dire quella del leone. - lo corresse, lasciando che il micio le si accoccolasse in grembo.

- No. Intendo quella del gatto. -

- Non esiste. - concluse lei pensosa. 

Un miagolio risentito si introdusse in quello scambio di battute.

- Credi che ti abbiano discriminato ? - disse Duncan rivolgendosi direttamente al felino, che in tutta risposta gli sventolò la propria coda contro il volto. Lui lo allontanò di nuovo e inarcò le sopracciglia.

- Ora almeno sappiamo che è una lei. - intervenne risentita la ragazza, quando vide l'animale andarsene in direzione opposta alla loro.

- Da che lo hai capito ? - 

- Hai tentato di rimorchiarla e lei ti ha dato il due di picche. - concluse, sfoggiando un po' della sua improbabile logica.

- Io non .. Non sarai gelosa di un gatto, vero ? - la stuzzicò, tornando a cingerle le spalle.

Gwen sbuffò a bassa voce e si girò dall'altro lato, ma venne subito persuasa a tornare nella posizione precedente dai baci di lui che dolcemente le sfioravano il collo e poi la guancia, tintasi di un pallido rossore per via del freddo.

E stavolta fu la ragazza a muoversi con la sinuosità di una gatta, avvicinandosi a lui con eccitazione, poiché i baci non erano abbastanza da saziarla.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Honest