Film > Megamind
Ricorda la storia  |      
Autore: Aanya    26/09/2012    5 recensioni
Ho notato che la scena della discussione tra Megamind e Roxanne è una delle più commentate. In effetti, sebbene sia solo un film d'animazione, questo momento è uno di quelli che costringe a fermarti a riflettere, che ti colpisce direttamente all'interno liberando le tue sensazioni. Bene. Ho voluto analizzare i pensieri di Megamind dall'inizio della cena all'addio con Roxanne sotto la pioggia. Spero vi piaccia.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Guardo insistentemente l’orologio. Alzo lo sguardo e la calda atmosfera nella quale sono immerso cerca di respingere il freddo presagio che percepisco all’addome. Sono seduto al tavolo da parecchi minuti, parecchio nervoso. La sedia che sta davanti a me è ancora vuota.  Non riesco a capire che sensazione stia provando. Non ero mai stato così nervoso. Le mie mani sembrano bruciare. Mi guardo attorno. Sono circondato da coppiette felici che cenano a lume di candela avvolte da una tenue luce rossastra. Giochi di luce proiettano alle pareti enormi cuori e le lanterne poste sopra ai tavoli donano alla stanza un calore rassicurante. Eppure non riesco a calmarmi. Con la coda dell’occhio noto che la lanterna che sta davanti a me è spenta. Mi guardo intorno furtivo, sperando che nessuno mi stia fissando. Sfodero velocemente la mia pistola multiuso e un raggio raggiunge la lanterna, illuminando il tavolo.
- Bernard!-
Alzo istantaneamente lo sguardo. –Roxanne!- ci speravo che arrivasse. Qualcosa dentro di me mi rese felice per aver dovuto aspettare così tanto.
- Oh..scusa il ritardo-
Non potevo fare a meno di notare l’aspetto dei suoi capelli. Una massa di capelli arruffati –Wao!..Che capelli!...Elettrizzanti!- dopotutto le conferivano una splendida aria sbarazzina.
-Mmh..come sarà elettrizzante il resto della serata-
Mi avvicinai a lei, curioso di cosa nascondessero quelle parole.
- Megamind ha creato un nuovo eroe…e so perché!-
Mi aggrappai alla sedia con entrambe le mani. Quindi aveva scoperto di Tighten? Ero intimorito da ciò che avrebbe potuto pensare.
- Ha tutto senso ora..- continuò –gli mancava essere preso a calci e così ha creato un nuovo eroe che lo potesse fare..-
L’acqua che stavo bevendo per cercare di controllare il mio nervosismo mi andò per traverso e quasi non finii per sputare il contenuto che avevo in bocca proprio davanti a lei.
-Ma perché ha scelto Hal?Hal è la persona più sbagliata che potesse scegliere!-
-Wao..che cosa strana non trovi?- non sapevo cosa aggiungere. Avrei preferito decisamente cambiare discorso ma sembrava così presa da ciò che aveva scoperto che me ne dimostrai incuriosito anch’io.
-Io..io..rimango sbalordita..-
-Io..io..sono del tutto sbalordito sai?..Sono certo che capiremo chi prende e chi tira i calci ma…- Ok..ok..dovevo cercare di cambiare discorso. Di questo passo la serata che avevo programmato si sarebbe conclusa con una descrizione dettagliata dei pensieri e dei piani che passavano per la mente di Megamind.  Di me stesso. O meglio. Di una parte di me stesso che non mi andava più tanto a genio -..nel frattempo..godiamoci la nostra serata- e alzai il bicchiere in alto e glielo porsi,  sfoderando un sorriso come meglio mi riusciva.
-Oh..certo Bernard..scusa..hai ragione, dovrei prendermi una pausa- . Mi guardò con una tenera espressione di scuse in faccia. Come avrei voluto stringere quel volto tra le mie mani.
-A Bernard- fece alzando il bicchiere colmo di champagne -Perché è l’unica cosa normale nel mio folle mondo sottosopra-
Dentro di me era come se qualcosa avesse preso fuoco. Era una sensazione molto strana. Qualcosa che mischiava il disagio che stavo provando ora davanti a lei e un qualcosa che non conoscevo. Dopotutto però era una sensazione piacevole. Ovvio che sentirsi lo stomaco sottosopra come se fosse in preda ad una colonia di insetti non era ciò che mi rilassava di più. E neppure il calore che si stava sprigionando nel mio corpo, temendo che il mio colorito si fosse tramutato in qualcosa che tendesse più al viola-marrone che al mio blu normale. Inoltre all’altezza dei polmoni sembrava che qualcosa o qualcuno mi avesse colpito pesantemente e per poco non finivo per restare senza fiato. Ma c’era quel qualcosa in più che amalgamava tutto ciò e me lo faceva sembrare stupendo. –Allora..alla normalità- risposi contraccambiando il brindisi. È così bella. Non riesco a staccare il mio sguardo da lei -Roxanne..-. Devo chiederglielo.  Il dubbio che mi assilla mi sta corrodendo.
-Si?..-
-Se non fossi così normale- cerco di trovare le parole -..se fossi pelato e avessi la carnagione di..- ok..posso farcela -..di uno dei colori primari..uno a caso- non mi rendo conto che sto gesticolando come per giustificarmi –tanto per fare un esempio..vorresti lo stesso stare con me?- riesco a tirare un sospiro di sollievo.
-Ma certo..non si giudica un libro dalla copertina o una persona dall’aspetto-
-Oh..- rimango sorpreso. I miei muscoli si rilassano ed un’altra ondata di calore mi pervade tutto il corpo. –È un enorme sollievo-
-Si devono giudicare le azioni-
Il suo sorriso è così naturale. -Un piccolo dettaglio..non trovi?-
Lei si mette a ridere. Mi piace quando ride. Fortunatamente non è la prima volta che vedo il suo limpido sorriso. Roxanne avvicina il suo volto al mio. È stata una serata fantastica. Al diavolo Minion! Se l’avessi ascoltato ora non mi troverei  proprio davanti a lei. Non mi sono mai sentito così felice in vita mia. Non ne ho mai avuto l’occasione. La vita è stata sempre troppo ingiusta con me. Dopotutto me lo merito anch’io. E dopotutto forse su una sola cosa Minion aveva ragione. Mi ero innamorato di lei. Senza accorgermene sentivo che più le restavo lontano e più mi sentivo triste. Il suo sorriso, le sue prese in giro, erano la mia carica.
Mi avvicinai lentamente e posai le mie labbra sulle sue. Una sensazione indescrivibile mi pervase. Uno stato di euforia a me sconosciuto. Ora sarei potuto restare così per sempre.  Per noi il tempo si era fermato. Non riuscivo più a distinguere le voci nel locale. Anche le luci sembravano essersi spente. Era come se fossimo stati teletrasportati in un universo parallelo.

Tutt’a un tratto un grido mi costrinse a malavoglia a riaprire lentamente gli occhi. Gli occhi azzurri di Roxanne erano sgranati e mi fissavano attoniti. Si staccò velocemente da me spingendomi indietro. Non riuscivo a capire. Lei, ora ad un metro da me in piedi, continuava  a guardarmi come se avesse appena baciato uno sconosciuto. –Che c’è?..Che c’è?-
Poi capii. Le mie mani non erano più quelle di un umano. I miei guanti neri erano più che visibili. Roxanne doveva aver toccato accidentalmente l’orologio. -Oh..non guardarmi..non guardarmi!- cercai di nascondermi con le mani -È solo un problema tecnico- cercai di reimpostare l’orologio in modalità Bernard-Non guardare!- speravo che tutto si sarebbe sistemato se avessi ripreso le sue sembianze. Magari Roxanne avrebbe creduto di aver avuto le allucinazioni. –Non farci caso- mi ero tramutato nel direttore del carcere. –Che dicevamo?- di male in peggio. Il padrino spaziale non doveva aver fatto una buona impressione su Roxanne che mi guardava stravolta. Incapace di trovare le parole. Prese un bicchiere e mi gettò addosso dell’acqua. Ero ritornato me stesso. Megamind.
-Tu?!-
-No..aspetta!- allungai le mie mani in segno di scuse in modo goffo.
-Tu!-
 

Appena Roxanne se ne andò dal locale io rimasi impietrito. Non sapevo cosa fare. Non sapevo cosa dirle. Come scusarmi. L’impulso mi disse che dovevo fermarla e tentare di parlarle. Lasciai alcune banconote sul tavolo e uscii in fretta dal locale. Mi diressi verso la macchina invisibile e salii. Se svoltavo all’angolo della strada avrei potuto incrociarla.
 

Frenai bruscamente facendo fischiare le gomme sull’asfalto.
-Posso spiegarti!-mi piazzai davanti a lei. Appena mi vide fece una smorfia e si voltò dall’altra parte.
-E tutto quello che hai appena detto?-cercai di seguirla sotto la pioggia battente –Non si giudica un libro dalla copertina!- sperai che questo riuscisse a far cadere il muro gelido che si era venuto a creare in così poco tempo.
Di tutta risposta Roxanne si voltò. I suoi occhi erano furiosi. Gelidi. Non avevano niente in comune con quelli che avevo visto poco prima. –Bene! Diamo un’occhiata al suo contenuto allora!- il tono della sua voce mi fece rabbrividire.- Che ne dici?!..Hai distrutto Metroman!Ti sei preso questa città!..-  con il suo dito continuava a colpirmi al petto costringendomi ad indietreggiare. –Hai fatto in modo anche che io mi affezionassi  a te!-  con le mani si circondava la testa come se si chiedesse com’era potuto succedere, come se si punisse per ciò che c’era stato tra noi. –Perché sei così cattivo?!- Era una domanda retorica lo sapevo. Perché ero così cattivo? Perché ero stato cresciuto così. Ma mi ero veramente comportato da cattivo con lei? Mi aveva baciato. Quindi tanto cattivo non potevo essere. Stavo per risponderle. Dovevo cercare quantomeno di giustificarmi. Ma le parole non uscivano dalle mie labbra. E potevo forse capirne il motivo. Bernard. Roxanne provava qualcosa per Bernard non per me.  Dopotutto era vero. Avevo distrutto Metroman. Ma come potevo sapere che ce l’avrei fatta? Mi piaceva istigarlo, affrontarlo in mille e più sfide, sbeffeggiare lui e i responsabili del carcere cercando sempre un modo per farla franca, per svignarmela. Ogni volta ci riuscivo e godevo di questo. Ma credevo veramente di sconfiggerlo? Ormai mi ero arreso a questa routine gratificante. E poi avevo sconvolto Metrocity privandola del loro eroe e usandola per il mio proprio divertimento. Forse non potevo biasimarla.
-Che vuoi da me? Quale possibilità pensi di avere?-
Alzai lo sguardo. I miei occhi s’incrociarono con i suoi. Era come se una freccia si fosse conficcata nel mio petto. Non riuscivo a emettere alcun suono. Semplicemente la guardavo chiedendomi se avessi capito bene la domanda.
La pioggia continuava a cadere imperterrita come se non le importasse niente di noi due. Il nostro litigio la lasciava indifferente.
Roxanne socchiuse leggermente le fessure degli occhi- Un momento-poi li spalancò enormemente -Oh..non posso crederci- continuava a scuotere la testa e mi chiedevo cosa potesse turbarla così tanto. -Pensi davvero che io potrei mai stare con te?-
La freccia che prima mi aveva colpito si stava rigirando dentro di me. Volevo trovare il modo di replicare, di spiegare, ma ciò che uscì dalla mia bocca fu soltanto un misero –No-.
Come se le avessi dato una risposta soddisfacente Roxanne si scostò da me e, allungando il passo, ripercorse la strada che aveva fatto poco prima. I miei muscoli si erano irrigiditi. Non riuscivo neppure più a muovermi. Poi riuscii a voltarmi verso di lei, ma mi voltava le spalle continuando a camminare imperterrita sotto la pioggia.

Ma chi volevo prendere in giro? Come potevo sperare che Roxanne Ritchi s’innamorasse di me? E io che volevo continuare questa messinscena sperando che non avesse conseguenze. Mi sbagliavo. Non potevo commettere errore più grande. Io ero Megamind. Avevo distrutto Metroman. Avevo preso la città. Non ero umano. Ma soprattutto io ero il cattivo. Ero nato così e sarei sempre stato così. I rimproveri di Minion ora mi rimbombavano alle orecchie. Come avevo potuto ignorarlo? Come avevo potuto essere così egoista? Avevo deciso. Se non potevo essere amato sarei stato temuto. Dopotutto, fare il cattivo sembrava l’unica cosa che sapessi meglio fare.
 
Sono nuova e questa è la prima fanfiction che scrivo per il sito. Megamind è il mio secondo film d'animazione preferito. Spero vi piaccia ciò che ho sviluppato. Fatemi sapere cosa ne pensate e datemi consigli. Saranno ben accetti. Grazie:)
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Megamind / Vai alla pagina dell'autore: Aanya