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Autore: millyray    30/09/2012    1 recensioni
Kelly, insieme al figlio diciassettenne Tyler, decide di trasferirsi a Miami, lasciandosi alle spalle la loro vecchia casa nell'Indiana, tutto ciò che avevano costruito e, soprattutto, le loro vecchie vite.
Hanno bisogno di ricominciare da capo, da un nuovo punto di partenza dopo che le loro vite si sono improvvisamente incrinate, specialmente quella di Tyler a cui la vita ha deciso di togliere molte cose e che, per questo, non riesce più a trovare un motivo per sorridere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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YOU ARE MY SUNSHINE

CAPITOLO QUATTRO

Blake si sedette sulla spiaggia, di fronte al mare, a fissare le onde che si infrangevano contro la bianca sabbia e gli scogli.
Osservò alcuni ragazzi che surfavano e riconobbe fra essi Lucy, la sua migliore amica. Era una delle surfiste più brave, le estati precedenti aveva partecipato ad un paio di concorsi e si era guadagnata una medaglia d’oro e una d’argento.

Lei amava il mare; sapeva nuotare, guidare una barca e un motoscafo, fare immersioni e riusciva a restare sott’acqua per quasi due minuti.

Ma d’altronde, anche i suoi genitori vivevano in simbiosi con quest’elemento: sua madre era una veterinaria di animali acquatici e suo padre era proprietario di un acquario che, praticamente tutti  i giorni era pieno di gente e vivevano nella casa di fronte al mare praticamente da quando Lucy era nata.
Ed era anche una bella casa, o per meglio dire una villetta con tanto di piscina e una piccola palestra all’interno, nella quale la ragazza si allenava spesso per tenere in forma il proprio fisico. Perciò non si poteva dire che fosse una brutta ragazza, anzi, in molti desideravano uscire con lei, anche se Lucy non si lasciava toccare tanto facilmente.

Il ragazzo vide l’amica uscire dall’acqua e correre nella sua direzione con la tavola da surf sotto il braccio.

“Ciao!” lo salutò lei con un sorriso allegro, sedendosi accanto a lui sulla sabbia.

“Ciao, Lucy”.

“Cosa ti porta qui al mare, baby?”

“Avevo voglia di un po’ di sole”. Blake osservò il profilo di Lucy, seguendo la linea del suo corpo abbronzato nascosto leggermente dalla muta che, però, metteva ancora più in risalto le sue forme e il seno piccolo.

“E’ da un po’ che non ti vedo. Raccontami che ti è successo, dai”. Lo spronò, raccogliendo i capelli castani in una coda bassa.

“Mah, sai, niente di che… diciamo che… ho conosciuto un ragazzo…”. Cominciò l’amico, facendo un po’ il vago, ma in realtà stava solo aspettando che la ragazza gli chiedesse di più.

Lucy, allora, si voltò a guardarlo con gli occhi sgranati e gli mollò un pugno scherzoso sul braccio.

“Ehi, birbante! Racconta!”

Blake, allora, le raccontò di Tyler, di come lo avesse conosciuto e tutto il resto, mentre lei lo ascoltava, interessata molto di più di quanto non lo fosse stato Ken. Forse perché lei non aveva ancora preso tutta questa familiarità con le cotte dell’amico, come invece aveva fatto l’altro.

“E adesso che cosa hai intenzione di fare?” gli chiese, alla fine del racconto.

“Be’, non saprei. Intanto voglio conoscerlo, poi chissà… non so, forse sarà come le altre volte, magari non mi porterà a niente e soffrirò come sempre… però, in qualche modo sento che sarà diverso, lui ha qualcosa… non so come spiegartelo, Lucy”.

La ragazza rimase a fissare la sabbia ai suoi piedi con sguardo perso e sognante.

“Che romantico”. Sospirò. “Chissà perché voi ragazzi perfetti dovete sempre essere così impossibili”.

“Io perfetto?” fece lui con tono stupito.

“Sì, tu saresti praticamente il sogno di ogni ragazza. Sei così romantico, dolce, gentile con tutti, comprensivo, non pensi sempre e solo al sesso come fanno la maggior parte dei ragazzi. E poi, sei anche carino”. Gli spiegò lei.  

“Davvero?”

“Certo. E sei anche molto modesto”.

“Ma… sarei perfetto anche per una come te?” le chiese allora Blake, in tono malizioso.

“Questo te lo puoi scordare”. Lucy gli mollò un altro spintone scherzoso che diede inizio ad una gara di spintoni, di pugni, finché non si misero a rincorrersi sulla sabbia e a buttarsi l’un l’altro in acqua.

Quando si stava in compagnia di Lucy era praticamente impossibile fare qualcosa di calmo e tranquillo, come stare seduti a guardare un film davanti alla Tv, oppure giocare una partita a monopoli.
Non era certo una ragazza da ricami o lavori a maglia e riviste di moda lei, preferiva di gran lunga giocare una partita a calcio o a qualsiasi altro tipo di sport.

Se Blake era il ragazzo perfetto per ogni ragazza, lei, allora, era la ragazza perfetta per ogni ragazzo.

***

“Mamma, ti prego, dimmi perché siamo qui”.

“Perché siamo stati gentilmente invitati e perché, se non vogliamo fare la figura degli associali, dobbiamo quanto meno conoscere i nostri vicini”.

Tyler sbuffò frustrato e seguì la madre fino al cancello dei Tanen.

Kelly premette il campanello e il suono squillante si sentì fin fuori casa, arrivando alle orecchie dei due che rabbrividirono leggermente.

Arrivò ad aprirgli una Corinne Tanen tutta in ghingheri, ancora più truccata di quanto non lo fosse stata l’ultima volta che l’avevano vista e con un vestitino a pois lungo fino alle ginocchia. Peccato che i pois ormai non andassero più di moda già da un bel po’ e che quel trucco non le donasse affatto, troppo pesante per una donna della sua età.

“Ragazzi! Aspettavamo proprio che arrivaste voi! Venite, prego, entrate”.

La Signora Tanen aprì la porta per farli entrare in casa propria, ma non li fece accomodare come i due si aspettavano. Li trascinò, invece, fino alla porta sul retro che li condusse in un ampio giardino dove altre persone erano già accomodate attorno ad una tavola.

“Vi presento i miei figli Jacob ed Emily”. Corinne indicò i due ragazzi, seduti uno accanto all’altro. Jacob era un ragazzino sui dodici anni, un po’ grassottello e dall’aria viziata. Emily, invece, era una ragazzina piuttosto carina e per fortuna non somigliava troppo alla madre, anche se aveva i capelli scuri come lei e sembrava piacerle mettere in mostra le parti migliori del suo corpo con una magliettina un po’ stretta che le evidenziava il seno e una minigonna che scopriva le gambe lunghe.

“Loro, invece, sono mio marito Scott…” Continuò la signora Tanen. “…e i nostri amici, nonché vicini di casa, abitano qui di fianco. Lei è Anne Peterson e suo marito Rupert”.

I presenti li salutarono con un coro di Salve, mentre i signori Peterson vennero a porgere loro la mano. Il marito di Corinne, invece, si scusò che non poteva abbandonare il barbecue e la carne che aveva già messo sul fuoco.

Anche Kelly e Tyler, allora, si accomodarono a tavola e vennero serviti di un aperitivo ciascuno prima che il pranzo fosse pronto, mentre la padrona di casa faceva avanti e indietro per portare ancora alcune cose che non aveva messo in tavola.

Si parlò del più e del meno, si spettegolò di come la zitella che abitava in fondo alla via avesse piantato dei nuovi fiori che emanavano un odore tremendo, di come al signore vedovo dall’altra parte della strada avessero rotto il finestrino della macchina per rubargli l’autoradio e, solo quando finalmente la carne venne servita, si entrò nel vivo dei discorsi.

Rupert Peterson parlò del suo lavoro e di come tutti avessero paura del capo per la faccia inquietante che aveva e alcuni ipotizzavano addirittura che avesse una doppia vita e che facesse il mafioso. Sua moglie Anne, invece, fece le lodi al figlio ventenne che frequentava un college a New York, non mancando di inserire aggettivi come intelligente, bello, brillante e un ottimo atleta, avendo vinto pure alcune medaglie partecipando a gare di atletica leggera.
Corinne Tanen, invece, si vantò della sua bravura in cucina descrivendo minuziosamente i biscotti che aveva cucinato qualche giorno fa, prodigandosi, ovviamente, ad elencare anche gli ingredienti della ricetta ai quali aveva inserito dei condimenti di sua iniziativa, mentre Scott raccontò di come l’altro giorno avesse portato il figlio al campo da baseball insegnandogli a colpire la palla con la mazza.

Kelly parlò poco, mentre gli altri tre ragazzi non dissero praticamente niente, a parte Jacob che ogni tanto grugniva mentre il padre parlava dell’allenamento a baseball. Quando, però, le chiesero perché lei e Tyler si fossero trasferiti lì e dove fosse il signor Bennett, l’aria intorno si fece più pesante non appena la bionda rispose che era morto un paio di anni fa e Corinne provvide subito a cambiare discorso.

Tyler, con la testa ciondolante sullo schienale della sedia, stava per addormentarsi, quando, ad un tratto, sentì toccarsi il braccio e qualcuno che si chinava di fianco a lui.

“Scusa, penso di non essere l’unica a trovare questi discorsi tremendamente noiosi ed inutili”. Gli sussurrò all’orecchio una voce da ragazza, probabilmente Emily. “Ti va se fuggiamo e ci andiamo a fare un giro?”

Tyler ci pensò un attimo su, forse non era una buona idea abbandonare lì sua madre e andare via con qualcuno che neanche conosceva. Ma decise di mandare tutte le sue insicurezze a fanculo e si alzò dalla sedia seguendo Emily fuori dal cortile di casa, anche perché avrebbe seriamente rischiato di cadere addormentato e quello non gli sembrava il caso.

“Scusa, mia madre a volte tende ad essere molto esuberante e non è capace di tenere la bocca chiusa”. Disse Emily, una volta che si furono allontanati da casa per ritrovarsi a passeggiare lungo il marciapiede della loro via.

“Oh, tranquilla. Anche mia madre è piuttosto espansiva come persona, pensa che a volte sembra tornare bambina e tocca a me fare l’adulto della situazione”.

“Davvero?”

“Sì, non sto scherzando”.

Emily scoppiò a ridere divertita, senza che però Tyler la imitasse. Ormai erano molto poche le cose che lo facevano ridere.

“Senti un po’, anche tu frequenterai la scuola che c’è qua vicino, dopo l’estate?” gli chiese la ragazza, quando si fu di nuovo calmata.

“Sì, penso di sì, mia zia ha già pensato ad iscrivermi da qualche parte”. Le rispose il ragazzo, sistemandosi gli occhiali sul naso.

“Posso farti una domanda?”

Tyler assentì, ma iniziò a temere la domanda che gli avrebbe fatto perché di solito, quando uno ti chiedeva il permesso di porgertela, voleva dire che era seria e che voleva una risposta seria.

“Com’è che sei diventato… sì, insomma, da quando sei…”.

“Da due anni”. La interruppe lui, risparmiandole la fatica e l’imbarazzo di concludere la frase, anche perché si immaginava che gli avrebbe chiesto questo. “Sono diventato cieco due anni fa per un incidente. Ma se non ti dispiace, preferirei non parlarne”.

“Oh sì, certo, non ti preoccupare. Mi dispiace per avertelo chiesto”. Cercò di scusarsi lei, per paura di essere apparsa troppo indiscreta. “Immagino che la ferita sia ancora aperta, in fondo è successo poco tempo fa e deve essere stato terribile…”.

Tyler sospirò. Emily aveva ragione, la ferita era ancora piuttosto aperta e ancora preferiva non parlare dell’argomento, ancora gli faceva troppo male.

“Sì, è stato brutto, ma… mi ci sono abituato. Ho dovuto abituarmici”.

“Certo. Comunque, spero che possiamo diventare amici, visto anche che frequenteremo la stessa scuola. Se avrai bisogno di qualcosa, non esitare a chiedermelo”.

Continuarono a passeggiare, arrivando fin quasi nel centro della città e durante il percorso parlarono delle cazzate più stupide ed inutili, alternandole con momenti di silenzio.
Forse, se fosse stato per Tyler, sarebbero stati in silenzio per tutto il tempo, era Emily quella che cercava di trascinare il ragazzo in discorsi che a lui stavano totalmente indifferenti, come se il silenzio le desse fastidio.

Be’, forse era più simile alla madre di ciò che sembrava.  

MILLY’S SPACE

Non so, ultimamente ho la tendenza ad aggiornare di notte, quando tutto il mondo è infilato sotto le coperte. E anche io vorrei essere a letto ora, ma ci tenevo ad aggiornare. Eh, non potete dire che non vi voglio bene : )

Allora, in questo capitolo non succede nulla di che, solo un paio di conoscenze… abbiamo visto chi è Lucy, già nominata nel capitolo precedente, e conosciuto Emily, la classica troietta che non si leverà dai piedi tanto facilmente ^^.

Be’, non mi dilungo in troppe parole, solo ricordatevi di lasciarmi qualche recensione (altrimenti i miei sforzi potrebbero sembrare inutili ç__ç sigh sigh) e di mettere un Mi piace alla mia pagina Facebook. http://www.facebook.com/MillysSpace dove posterò anche le foto dei personaggi, più avanti.
Inoltre, ho pubblicato una raccolta di One Shot ^^
Andate a dare un’occhiata qui
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1287119&i=1 se volete sapere di cosa si tratta ^^.

Bene, ho finito di rompere…

Buonanotte a tutti,

vostra, Milly.

FEDE15498: carissima, non ti preoccupare, Tyler è andato a dormire perciò non ti minaccerà per il momento ^^ *Blake cerca di infiltrarsi nella camera da letto di Ty.
Milly: ehi, tu, dove vai?! >.< Blake: i…io? Ma da nessuna parte. Milly *lo infila in un cassetto* ^^ bene, stavo dicendo: Tyler è a letto e presto lo sarò anche io ^^ comunque sono molto contenta e pure onorata di avere questo potere, mi stimola molto sapere che ci sono lettori che non vedono l’ora di leggere i miei scritti. Sono molto contenta che i personaggi ti piacciano, diciamo che ciascuno di loro ha una caratterizzazione particolare e qui hai conosciuto anche Lucy, spero ti piaccia pure lei ^^.
Bene, ho finito. Alla prossima e… buonanotte <3

  
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