Domenica 30 settembre 2012
Ore 10:50

Marcello infilò la chiave nella porta di casa ed entrò nell’ingresso.

Silenzio. Francesca e Alessio dovevano essere ancora fuori a far compere. Poco male, aveva la casa tutta per sé e poteva dedicarsi a tracciare i suoi itinerari con Google Maps senza il rischio di venire interrotto dal fratellino.
La chiacchierata con Marco l’aveva alleggerito di un peso. Forse aveva ragione lui. Forse non c’era niente di cui preoccuparsi.

Si preparò un caffè, il secondo quella mattina, e poi telefonò a Roberta, la sua ragazza.

“Ho come la vaga idea che avessimo predisposto una scampagnata insieme, noi due”, disse lui.
“Che razza di termine è, predisposto? Non sono mica un videoregistratore che puoi programmare quando ti pare, villano!”
“Scusa, con le parole sono una frana”
“No, tesoro, la verità è che sei troppo bravo. Finisci per trasformare un’uscita romantica in una conferenza di entomologia”
“A volte ti chiamo e ho l’impressione che non ci vediamo da settimane. E così mi sento un po’ teso, come al nostro primo appuntamento”
“Marcello, noi non ci vediamo da settimane”
“L’attesa aumenta il desiderio, giusto?”
“Era un concetto molto in voga nell’Alto Medioevo, ma non nego che abbia il suo fascino anche oggi”
“Fatta, allora? Ti vengo a prendere alle due?”
“Ho comprato i cetriolini, il burro senza colesterolo e la cannabis… Manchi solo tu!”

Marcello la salutò con calore e poi si distese sul divano.

In effetti, aveva raccontato una mezza bugia a Marco. C’era un canale che gli piaceva.
Era un’emittente satellitare che trasmetteva quasi sempre approfondimenti sul cinema d’autore. Si sintonizzava solo la domenica, perché di solito era il giorno in cui mandavano in onda le interviste con i suoi registi preferiti.

Facevano solo un po’ di pubblicità. Davvero poca, in effetti.