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Autore: lady hawke    14/04/2007    16 recensioni
C'è una sola cosa che conta a questo mondo. E' l'amore. Cosa banale ma dannatamente vera; e non importa che questo provenga da una pazza Serial Killer come Bellatrix
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amore di zia

Non avevano aspettato altro che questo; un erede. Un piccolo batuffolino con quattro capelli biondi sparati in testa.
Lucius Malfoy si sentiva appagato. Qualunque cosa di lì in avanti non avrebbe avuto alcuna importanza; lui aveva compiuto il suo dovere.
Dal canto suo Narcissa si sentiva radiosa. Per lei quel bambino non era frutto del caso o del dovere: lei lo aveva desiderato e come ogni Black che si rispetti aveva ottenuto ciò che voleva. Dopo mesi passati a fantasticare circa l’aspetto che avrebbe avuto il piccolo, mentre cresceva dentro di lei, poteva finalmente stringerlo fra le sue braccia. La sua gioia era evidente. Era così serena che non cadeva più preda dell’isteria se i suoi ospiti notavano un pizzico di disordine nella sua magnifica dimora. Non inveiva contro il povero elfo domestico Dobby se non rassettava all’istante la stanza del piccolo quando lei lo ordinava.
Era l’istinto materno a prevalere.
Nonostante tutto sapeva di trovarsi nel pieno di una guerra con un bimbo in fasce. Passava notti agitate ogni qual volta il marito tardava a rientrare.
Fu anche per questo motivo che rimase estremamente sorpresa quando vide Bellatrix e Rodulphus sulla soglia di casa in una tarda mattina di sole. Non se lo sarebbe mai aspettato, non credeva che sua sorella potesse scomodarsi per un nipote; suo cognato forse… ma lei di certo no.
- Ciao Cissy, ci fai accomodare? – salutò in maniera sinistramente cordiale la donna.
- Ma certo, entrate. – il sorriso di Narcissa non riusciva a nascondere lo stupore.
- Scommetto che non ti saresti mai aspettata una visita a domicilio da parte nostra; ho indovinato? – buttò lì in maniera casuale il cognato entrando.
- Effettivamente no. – ammise Lucius scendendo dalle scale per venire a compiere i suoi doveri di padrone di casa.
La signora Malfoy sospirò sedendosi con la consueta grazia sul sofà; la situazione aveva un che di surreale. La strana atmosfera non fece altro che aumentare allorché marito, cognato e sorella cominciarono tranquillamente a parlare degli ultimi sviluppi dei piani del Signore Oscuro come tre vecchi amici dinnanzi al thè delle cinque. Non le era mai parso che Lucius andasse così d’accordo con quei due.
Gli effetti della maternità colpiscono tutto il parentado. Si ritrovò a pensare Narcissa.
- Cissy, allora, posso vedere questo piccolo Malfoy in miniatura?
Detta così sembrava una minaccia, non c’era altro modo per definirla.
- Ma certo. Rodulphus vuoi salire anche tu? Penso stia dormendo ora.
- No tranquilla. Preferisco vederlo quando è sveglio. – rispose giocherellando con il suo inseparabile accendino.
- Mi dispiace – intervenne Malfoy con ironia – il bambino è ancora troppo piccolo per poter apprezzare le tue volute di fumo.
- Dovrò aspettare allora.
- In cambio però posso offrirti qualcosa da bere.
- Quindi ha già imparato ad apprezzare i benefici dell’alcool? – rise Rodulphus seguendo l’altro nella stanza accanto.
- Bene – cinguettò la Mangiamorte salendo per le scale – tuo marito è soddisfatto del lavoro che hai fatto?
- Bella! – esclamò l’altra inorridita – Draco non è un lavoro, è mio figlio!
- Ma davvero? – ghignò alzando un sopracciglio – Non mi dire.
- Cosa stai cercando di dire? – si impuntò voltandosi a guardare negli occhi la sorella.
- Nulla. È che Lucius ultimamente non sembra essere capace di far altro che vantarsi del suo piccolo erede Malfoy. – commentò disgustata.
- E cosa c’è di strano?
- Che avevi sposato un borioso aristocratico pieno di sé lo sapevo – sbuffò con aria saccente – ma addirittura così rincitrullito! Quasi non lo riconosco più Cissy. – rispose ridendo.
Narcissa alzò gli occhi al cielo e lasciò cadere il discorso. Questa era una di quelle cose che andavano al di là della sua comprensione; continuare a parlarne non avrebbe avuto senso. Facendo segno alla sorella di stare in silenzio si introdusse nella camera del figlio. Le finestre erano oscurate e la stanza era così in penombra in modo che la luce non recasse fastidio alcuno al piccolo Draco. Aveva pianto molto la notte precedente, era normale che fosse ancora addormentato.
- Eccolo qua – sussurrò la madre gonfia d’orgoglio – Cerchiamo di non disturbarlo.
- Non ti preoccupare, è già sveglio.
Il bambino infatti era stato disturbato dalle voci delle due donne per le scale e ora, con occhi ancora assonnati, osservava sorpreso e preoccupato la zia, il cui viso sporgeva dall’alto del lettino.
Aveva poco più di un mese di vita, ma non era scemo!
- Buongiorno Draco – mormorò con fare zuccheroso Narcissa prendendo in braccio il bambino che, continuando a sentirsi osservato, si spalmò addosso alla madre.
- Tutto sommato è anche carino – commentò Bella – Me lo fai tenere in braccio? – Chiese innocentemente come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Ora sia la madre che il piccolo guardarono la strega con terrore. Da quando Bella si interessava ai bambini? Si chiese la donna.
Quanto a Draco… beh lui cominciava a pentirsi di essere nato.
- Oh via, non mi capiterà un’altra volta di tenere un bambino tra le braccia.
Per il bene di quei bambini.  Pensò Narcissa.
- Credi che io possa lanciarlo giù dalle scale? Andiamo!- esclamò ridendo in quel suo modo sforzato e isterico.
Certo che ne saresti capace, sapresti fare ogni cosa sorella mia.
Ma in fondo lei era l’unica zia di famiglia, così delicatamente posò Draco nelle mani dell’altra
preparandosi al peggio. Il bambino, shockato dalla sconsideratezza della madre, la guardò in malo modo sentendosi tradito. Non aveva nemmeno la forza di piangere.
Bellatrix dal canto suo sembrava che non si fosse sentita mai tanto a suo agio in vita sua; una cosa fantascientifica. Con calma cominciò a scendere dalle scale mormorando qualcosa del tipo “E’ ora che tu conosca anche tuo zio”.
Quando Lucius vide suo figlio tra gli artigli di quella strega (in tutti i sensi) di sua cognata perse cinque anni di vita, almeno. Come aveva potuto sua moglie mettere il suo bene più prezioso nelle sue mani? Quando la vide scendere dietro la sorella la fissò con aria interrogativa. La donna non fece altro che alzare le spalle, sconsolata.
Il cognato pareva divertito, invece.
- Davvero non ti avrei mai creduto capace di una cosa simile.
- Questo perché non hai un briciolo di fantasia, Rod!  Esclamò Bella con un pizzico di risentimento andandosi a sedere accanto al marito. – Ti dispiace se gli canto una filastrocca?
Lucius quasi si strozzò con quello che stava bevendo. – Ma sicuro – bofonchiò.
Soddisfatta cominciò a canticchiare.

Sei sporchi Babbani andavano a spasso
Uno di loro batteva contro un sasso
Cinque sporchi Babbani andavano al mare
Uno di loro lo fecero affogare
Quattro sporchi Babbani andavano nel prato
Uno di loro fu a morte cruciato
Tre sporchi Babbani videro un Mangiamorte
Uno di loro scoprì la malasorte
Due sporchi Babbani andavano in cortile
Il mangiarmorte avadò con grande stile
Uno sporco Babbano che aveva un gran terrore
Rimasto solo morì di crepacuore.

Draco rimase immobile, incantato, abbozzò soltanto un sorriso per quanto gli fosse possibile, data la giovane età.
- Carina Bella. Da dove viene questa canzoncina?
- Me la cantava sempre mia nonna materna, te lo ricordi Cissy?
- A dire il vero no, ero troppo piccola.
Poco dopo l’elfo Dobby venne ad annunciare che il pranzo era pronto. Per dimostrare la loro famosa ospitalità i coniugi Malfoy invitarono gli ospiti a rimanere, ma questi, con grande rammarico, dovettero declinare. Avevano qualche importante faccenda da risolvere per conto di Lord Voldemort. Così i Lestrange, complimentandosi ancora, a modo loro, per la piccola creatura salutarono ricordando a Lucius di presentarsi in orario il venerdì successivo per il consueto appuntamento settimanale della Caccia al Babbano.
Lucius e Narcissa risentirono immensamente sollevati quando la porta si chiuse; Draco era sano e salvo.
- Tua sorella fa paura – disse avvicinandosi alla moglie.
- Fa paura a tutti, anche a suo padre. Mi sorprende che sia riuscita a sposarsi.
- Avevi davvero una nonna che ti raccontava queste filastrocche? – chiese quasi divertito all’idea ora che il pericolo era passato.
- Io non lo ricordo, ma è probabile dato che nonna Calliope era talmente fuori di testa che passò i suoi ultimi anni al S. Mungo.
- Questo spiega molte cosa – disse pensoso.
- Cioè?
- Ora capisco perché Bellatrix è… quello che è. Non mi sorprende che siate così diverse. – aggiunse accarezzando la testa al figlio.
Narcissa sorrise, perché quel complicato giro di parole era un complimento rivolto a lei.
- Mi chiedo solo cosa ci regaleranno a Natale i Lestrange.

  
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