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Autore: Benoit    03/10/2012    2 recensioni
Uno stralcio di storia. Solo un pezzo, per lasciarvi costruire il resto.
E di cosa parla questa storia, vi chiederete? Parla di una fantomatica monarchia restrittiva che cerca un siero per permettere agli uomini di essere più forti. Molto più forti. Di essere invicibili, di saper fare qualsiasi cosa, anche nelle situazioni più critiche. Questo siero è dentro l'uomo stesso. E' dentro me, dentro voi, dentro ognuno. Ma cos'è?
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Cancello n.4       
 
 
Ore 05:00  giorno N. 3.475
 “dormi?”
“…no.”
“io…io non ci riesco.”
“già. A volte non ci riesco neanche io.”
“ti chiedi mai perché sei ancora vivo? Te lo chiedi?”
“no. Non ha senso.”
“perché non ha senso?”
“Perché non mi interessa."
“io non ti capisco. E' tutto così strano.”
“strano perché?”
“Perché siamo tutti qui. Lo hai detto tu. Lo dice la Voce. Siamo tanti. Ma tu hai mai visto nessuno? O sono sempre tutti fuori, per le esercitazioni, per l’ora d’aria, per le medicazioni, per i trattamenti… ”
“parla piano!”
“tu sei l’unica persona che io abbia mai visto qui dentro. Una clinica. Ma chi vogliono prendere in giro? Mi hanno sbattuto qui dentro come un animale e mi hanno detto che questa è una clinica. Ma per favore. E non dirmi che tu credi alle loro puttanate, per piacere.”
“che vuoi dire con questo? Cosa sei, un intellettuale? Un estremista? Un ribelle? Che ci vuole a smettere di farsi domande? E' più facile, maledizione!”
“Smettere di fare domande. D'accordo, facile. Magari facile per te. Non per me... andiamo, come puoi fidarti di una Voce? La voce di una persona che non hai  mai visto!"
“Cos'è, non ti sta bene?”
“E' stupido. Perché invece non pensare? Pensare a come andartene. Riprenderti la tua vita."
"Perché dovrei?”
"Tu non ti ricordi... ma ci sarà qualcuno là fuori che si ricorda di te, no? Qualcuno che ti starà cercando...Qualcuno a cui di te magari frega qualcosa, o sbaglio?"
“…”
“Ok. Ok, scusa.”
“…”
“Ascolta. Se ci fosse anche la minima probabilità, la minima, la più piccola e insignificante probabilità di un mondo vero al di fuori di queste quattro pareti… che faresti?”
“ecco, io… io non lo so.”
“perché ci deve essere qualcosa. Ti hanno sempre detto che non c’è nulla. Che fuori da queste celle finisce il nostro mondo. Ma allora perché, se la verità è questa, loro possono entrare e uscire. Entrare e uscire da questo nostro mondo! Cos’ hanno loro più di noi?  C’è qualcosa di tremendamente falso in tutto questo! Non lo capisci?”
 “sì. Forse lo capisco. Ma poi? A che ci serve sapere tutto questo, se non a sperare in qualcosa che non accadrà mai?”
“amico… io me ne voglio andare di qua. Voglio tornarmene a casa!”
“…”
“e anche tu. Io ne sono certo. Io lo so.”

 
Ore 20:00 giorno N. 3.476
 “ci siamo quasi… lo senti? Lo senti?”
“sembra un fiume!”
“Oddio, non ci posso credere… ce l’abbiamo fatta! Ce l’abbiamo fatta! Lo senti?”
“…”
“cosa c’è?”
“è tutto così… così…”
“è bello, non è vero? E’ bello, maledizione! Io quasi… non riesco ancora a crederci!”
“è impossibile…”
“perché, amico, perché? Sei sveglio, te lo posso assicurare… sei vivo! Abbracciami, fratello!”
“sì! Sì, sono vivo! Siamo vivi, ma ci pensi? Stiamo per andarcene! Torniamo a…a casa.”
“Te la immagini la faccia della gente quando ci vedrà arrivare? Quando sentirà la nostra storia? Crepano tutti stecchiti.  E poi la mia casa. Me ne vado, giuro! In capo al mondo. Ci sono troppe cose che ancora vorrei fare! Il sole… io il sole sulla faccia voglio risentire. Da quant’è che non lo sentiamo? Eh?”
“troppo tempo.”
“oh. Non perdiamoci di vista poi, eh? Nel senso… risentiamoci ogni tanto. I due sopravvissuti!”
“ma certo! Certo…”
“…”
“…”
“qualcosa non va?”
“hm?… no. No, è il braccio che mi fa un po’ male.”
“sanguini, infatti. Ce la fai?”
“sì, credo di sì.”
“hai freddo? Tieni, tieni la mia divisa. Mettila sulle spalle.”
“Ma tu…”
“io proseguo così, non ha importanza. Posso farcela!”
“e… il piede? Riesci a muoverlo ancora?”
“Dovevamo pur tenere la porta blindata aperta in qualche modo… Appena sarò a casa me lo farò rimettere a posto. Non importa. Non vale più della mano che hai perso  per forzare la serratura! Ne valeva la pena, no?”
“già…”
“allora… sei pronto?”
“…”
“io apro. Preparati all’aria pura. Te la ricordi ancora? Hm? Te la ricordi? Io no, fratello!”
“ho paura…”
“non essere stupido. Paura di cosa?”
“che sia solo un sogno… che sia solo immaginazione. E se fossimo impazziti?”
“Non lo siamo. Non lo siamo, fratello. Ci vuole speranza… sei pronto?”
“pronto…”
 
 

 
 
Rapporto della Professoressa Charming al Presidente.
In data **.**.**
Soggetto: Tentativo di evasione dei carcerati N. 1265 e N. 270.
Giorno di prigionia N. 3.477. Ore 23:35…


Hail mon Prèsident!
Mi inchino a baciare le Sue suole.
Sono la professoressa Charmìn, del Cancello n.4; ci tenevo a metterLa al corrente di  importanti sviluppi nelle nostre sperimentazioni. Da tempo la nostra sezione si occupa di analizzare le capacità umane in relazione a particolari avvenimenti o sollecitazioni. Estraiamo sieri per rendere l’essere umano più forte. E quale riserva migliore per i nostri esperimenti se non gli esseri umani stessi? Ecco, ovviamente il nostro scopo è quello di sacrificare un esiguo numero di individui in possesso di particolari facoltà per aiutare la restante popolazione. Dunque, i due detenuti provenivano da famiglie diverse. Ciononostante avevamo riscontrato nel ramo maschile di entrambe le discendenze un’abilità particolare. I due sembravano reagire molto bene alle induzioni e agli esperimenti sulla Sottomissione. Si può dire che fossero due ribelli, anche se a livello inconscio, il loro corpo e le loro onde cerebrali lo dimostravano chiaramente. Perciò, i due erano stati trasferiti in celle contigue e sottoposti alla Sperimentazione Terminale[1].
Mi permetto di rinfrescarLe la memoria sulle consegne della nostra sezione. Il nostro obiettivo era da anni quello di trovare un siero che permettesse all’uomo di superare qualsiasi difficoltà, di vincere la paura, il dolore, la frustrazione, che lo potesse portare, insomma, a raggiungere i suoi, di obiettivi anche in situazioni altamente critiche. I nostri detenuti, però, nonostante le doti promettenti non erano stati ritenuti validi per l’estrazione del siero, e conseguentemente soppressi. In seguito, però, alle varie sperimentazioni psicologiche e fisiche dei detenuti di cui sopra (specifico detenuti N.1265 e N.270) ieri, contro ogni nostra aspettativa, abbiamo ottenuto un riscontro curioso. Ritengo che potrebbe essere la svolta decisiva per le nostre ricerche.
Le spiego: I due detenuti, precisamente alle ore 17:04, hanno tentato di evadere dalla struttura controllata. Come di certo sospetterà non sono riusciti a sorpassare neanche due delle uscite principali. La loro fuga è confluita nella stanza Bianca, con molta probabilità, depistata dai rumori simulati. Ciononostante i detenuti N. 1265 e N. 270 hanno sopportato tre ore di marcia forzata, grazie alla quale hanno percorso una distanza di circa 15 chilometri all’interno della struttura, e rispettivamente la perdita di due dita e la frattura di un piede, sacrificati per bloccare i dispositivi di sicurezza. Nessun altro era mai riuscito in un impresa simile, Signore, e ciò che ha spinto i due detenuti a sopportare sì grandi fatiche e dolori è la risposta. E’, secondo il mio parere e quello dei colleghi, ciò che permetterà di passare alla storia. Il nostro siero permetterà all’uomo di compiere qualsiasi impresa, di sopportare qualsiasi fatica.  Lo stato dei detenuti, dopo cattura e conseguente estrazione del siero, è vegetativa, purtroppo. Questo non lo avevamo calcolato del tutto. Ciononostante, ci premureremo di sperimentare gli effetti e le capacità di suddetto siero su altri detenuti prima di inviarlo alla Sua Sede. Speriamo tutti di averLe comunicato una buona se non ottima notizia e attendiamo nuove disposizioni al riguardo. La prego di credermi quando Le dico che questa sarà la scoperta del secolo, e La prego di credermi perché la mia gioia è sincera. Sarà il passo decisivo per il Suo Governo di passare alla storia.
Suoi umilissimi servitori sempre.
Lunga vita.
Vive le Prèsident!
 
Post Scriptum
Quasi dimenticavo. La componente del siero che lo rende così speciale e unico è la speranza, Signore.


 

FINE



MENU del giorno
Aria di cambiamento. Anzi, più che altro uno svecchiare qua e là, correggere, aggiungere cose, insomma rendere migliore e più soddisfacente per la sottoscritta tutto il pacchetto.
La tematica trattata è la speranza. Ci stavo pensando qualche tempo fa, quando ho scritto questa storia, anzi questo brandello di storia. Ci pensavo perchè è strano. E' strano che una cosa aleatoria e astratta come la speranza possa indurre l'uomo a fare qualsiasi cosa. Ad abbattere un sacco di barriere, un po' come la paura e l'amore... ma allo stesso modo, molto più di quelle che ho appena citato. La speranza è una forza tremenda. Che vale di più della forza di volontà, più dei comandi della nostra mente. E'... è incredibile. Ma. Perchè ovviamente c'è un ma... ma distogli la speranza o peggio deludila, spegnila, uccidila etc etc etc e lei uccide te.
Insomma, leggere, mescolare, lasciare in forno per un tot. Suggerisco qualche giorno (per rifletterci bene), poi sfornare, lasciar riposare e voitlà! Una storia pronta da gustare.
Bon Appetit
E non scordatevi di commentare.
Un bacio
vostra

Ari

 
 
 
 

 


[1] L’esperimento finale.

   
 
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