La morte di
Jason Todd
Non sapeva cosa
fosse peggio.
Se la
consapevolezza che il leggero tepore del
ferro che lo colpiva fosse dovuto al suo sangue, o
l’effettivo dolore che gli
provocavano le stangate del Joker sul corpo.
“Sono
stato stupido.” pensava il Ragazzo
Meraviglia. In effetti sapeva di esserlo stato dal momento in cui aveva
mosso i
primi passi per inseguire il supercriminale da solo.
Non stava
davvero ascoltando le parole del folle
che continuava a colpirlo senza sosta con quel piede di porco. Non lo
ascoltava
per due buone ragioni: il dolore lancinante e la speranza.
“Siamo
un team..una famiglia..” pensava Jason
Todd, immaginando il suo mentore prendere a calci il rapitore.
Ma da qualche
percossa a lì quell’immagine aveva
cominciato a sbiadire. Forse non sarebbe arrivato in tempo.
“Lo
ucciderà per questo.”
Il secondo Robin
era certo solo di quel fatto. O forse
se ne voleva convincere per lasciare quel mondo senza rimpianti.
Batman avrebbe
ucciso il Joker. Avrebbe sicuramente
superato il punto di non ritorno per lui.
Vendetta. Giustizia.
Il Ragazzo
Meraviglia sentiva in quel momento il
fiato del folle sul suo viso. Lo stava deridendo e senza troppa
lucidità il
giovane rispose sputandogli in faccia il proprio sangue.
Ci
rimediò un bacio forzato col pavimento e
probabilmente il naso rotto.
- ..Il primo
Ragazzo Meraviglia almeno conosceva
le buone maniere. – gli aveva detto il Joker, ripulendosi il
volto con nonchalance.
Quella frase era
stata intercettata chiaramente
dal giovane a terra. Non perché avesse il benché
minimo complesso d’inferiorità
nei confronti del primo Robin, ma perché questa
inferiorità l’aveva percepita
dall’espressione
del suo mentore in diverse occasioni.
Negli ultimi
tempi era stato spesso rimproverato
da Bruce per la sua impulsività, e tali rimproveri non erano
mai sfociati in assurdi
paragoni col primo Robin. Mai. Il suo mentore non lo avrebbe mai voluto.
Ma
c’era qualcosa nel volto del suo maestro che lo
faceva meditare.
Dick Grayson non
era stato impulsivo. Era prudente,
obbediva agli ordini.
Il divario fra i
due Ragazzi Meraviglia era stato
forse sottolineato dall’attuale situazione?
Il primo Robin
sarebbe stato così avventato da affrontare
il Joker da solo?
Queste domande
lo attanagliavano, ma Jason Todd
non avrebbe mai più avuto occasione di preoccuparsene.
Non era sicuro
neanche di quante percosse seguirono.
Quando il Joker
lasciò il magazzino in cui aveva
massacrato il ragazzo, esso ebbe il tempo di avvicinarsi strisciando
alla
porta, per scoprire con suo sconforto, che era stata bloccata
dall’esterno.
“Poco
male..” si disse il giovane “..la
butterò giù
quando avrò ripreso fiato e..”
Tic…tic….tic
Robin
guardò il timer della bomba alla sua
sinistra, a pochi metri da lui.
7…6…5…4…
Jason Todd non
vide la propria vita sfrecciargli
davanti. Si trattava solo di una stupida diceria, e lo stava scoprendo
in
quegli istanti.
Il suo pensiero
andò a Batman. A Bruce Wayne. Al suo
secondo padre.
“Joker
morirà.”