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Autore: millyray    07/10/2012    2 recensioni
Kelly, insieme al figlio diciassettenne Tyler, decide di trasferirsi a Miami, lasciandosi alle spalle la loro vecchia casa nell'Indiana, tutto ciò che avevano costruito e, soprattutto, le loro vecchie vite.
Hanno bisogno di ricominciare da capo, da un nuovo punto di partenza dopo che le loro vite si sono improvvisamente incrinate, specialmente quella di Tyler a cui la vita ha deciso di togliere molte cose e che, per questo, non riesce più a trovare un motivo per sorridere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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YOU ARE MY SUNSHINE

CAPITOLO CINQUE

“Be’, sono contenta che tu abbia deciso di uscire e questa volta di tua spontanea volontà”. Confessò Kelly, afferrando il menù e mettendosi a leggerlo, forse più per fare qualcosa che per decidere che cosa mangiare. “Ma mi dici che cosa te lo ha fatto decidere?”

“Niente. È solo che a casa mi annoiavo, tutto qua”. Le rispose il figlio, il più innocentemente e indifferentemente possibile. In realtà un motivo preciso per cui era venuto lì c’era, ma non lo capiva nemmeno lui del tutto.
E per non pensare ad altro, tese le orecchie per captare qualche interessante discorso proveniente da altri clienti. Lo faceva spesso quando andava da qualche parte. Se non poteva guardare la gente che passava, almeno poteva ascoltarla.

Nonostante fosse orario di pranzo, non sembravano esserci molte persone e loro erano riusciti a trovare un tavolo anche abbastanza isolato.

“Toh’, ma chi si rivede!” esclamò, improvvisamente, una voce giovane e maschile.

“Blake?” fece Tyler riconoscendola.

“Hai indovinato, baby! Ti meriti un premio”.

Kelly ridacchiò e guardò il figlio con un’espressione strana, ma lui ovviamente non se ne accorse.

“Vi porto la stessa cosa della volta scorsa?” chiese allora Blake, afferrando la matita da dietro l’orecchio e stringendo il bloc-notes.

“Se ti ricordi che cos’era per me sì”. Lo sfidò il moro.

“Certo che mi ricordo. Ho una buona memoria io”. Ribatté deciso l’altro ragazzo, puntandosi la matita contro il petto. “Anche per lei, giovane madre di Tyler?”

“Certo!” esclamò la donna con un sorriso, sia per il complimento sia per la simpatia del ragazzo.

Blake si allontanò dal loro tavolo piuttosto velocemente, lasciandoli di nuovo soli.

Kelly si protese verso il figlio e gli sussurrò: “Ma sapevi che Blake lavorava qui oggi?”

“No, non ne avevo la più pallida idea”. Le rispose il figlio facendo finta di niente. In realtà dentro di sé sapeva che tra i motivi che l’avevano trascinato fin lì c’era anche il desiderio di incontrare di nuovo Blake.
Quel ragazzo l’aveva colpito, in un certo qual modo, ma non sapeva perché. Forse erano la sua simpatia o la sua spontaneità o magari… il suo profumo?

Blake ritornò quasi subito con i loro due piatti stretti tra le mani e li servì come un bravo cameriere sa fare. Poi, anziché tornare in cucina come avrebbe dovuto fare, si sedette accanto a Tyler e allungò le gambe sotto al tavolo per stiracchiarsi un po’.

“Scusate, se non vi dispiace vorrei sedermi un attimo. È tutta la mattina che corro avanti e indietro”. Disse, massaggiandosi il collo.

“Ma non hai dei clienti da servire?” gli chiese Tyler, sgranocchiando una patatina. In realtà, però, non poteva dire che gli dispiacesse che Blake si fosse seduto con loro.

“Oh no, son già tutti soddisfatti, se no mi chiameranno”. Rispose il rosso, rubando una patatina dal piatto del moro. “Comunque, non vi ho mai visti in questo quartiere. Siete appena arrivati?”

“Sì, ci siamo trasferiti dall’Indiana da quasi due settimane”. disse Kelly che, come sempre, non perdeva occasione di chiacchierare un po’.

“Indiana, eh? Ho sentito dire che ci sono dei bei paesaggi”. Commentò Blake, fregando un’altra patatina dal piatto di Tyler.

“Non ti sei perso niente”.

“Ah sì?” e allungò di nuovo le mani sul piatto dell’altro.

“Ma la smetti di fregarmi le patatine?” sbottò a quel punto il moro, puntando gli occhi sul rossino.

“Come hai fatto ad accorgertene?”

“Sono cieco non deficiente”.

Kelly, allora, scoppiò a ridere, mentre Tyler grugniva scontento e Blake gli rubava altre patatine, ridendo anche lui.

Quando la situazione si fu nuovamente calmata e tutti tornarono seri, il cameriere decise di continuare ancora la conversazione.

“Abitate qua vicino per caso?”

“Sì, abbastanza. Nella Sleepy Avenue, dove abitava un’anziana signora che ci ha dato la sua casa in affitto”. Rispose Kelly.

“Ah, forse ho capito quale. E tu Tyler, andrai nella St. James High School?”

“Ah ah”.

“Davvero?!” esclamò allora Blake con gli occhi che gli si erano illuminati tutto d’un colpo. “Allora saremo compagni di scuola!”

“Sul serio? Io credevo che tu andassi ancora alle elementari”. Lo provocò, invece, Tyler.

“Spiritoso”.

 “Ma questa è una bella notizia!” pure Kelly mostrò parecchio entusiasmo a quella notizia, l’unico che invece sembrava totalmente indifferente era il moro. “L’altro giorno abbiamo conosciuto un’altra ragazza che frequenta quella scuola”.

“E chi è?”

“Emily Tanen. La figlia dei nostri vicini di casa”.

“Ah”.

“La conosci?” chiese la bionda, curiosa.

“Sì, diciamo che nella nostra scuola è molto conosciuta. E’ nella squadra delle Cheerleader, ma non è questo il punto… è un po’… come dire, sì ecco… un po’ troietta”.

“Ah, ho capito il tipo”.

“Sì, ecco. Ci prova con tutti i ragazzi della scuola. Con quelli più belli ci sta insieme per un paio di mesi e invece quelli un po’ più brutti se li porta soltanto a letto. È che fa anche delle scommesse con le amiche e poi, sa di essere bella. Alcuni ragazzi cascano facilmente ai suoi piedi”. 

“Ci aveva provato anche con te?” gli chiese Tyler che adesso sembrava un po’ più interessato al discorso.

“Sì, una volta. Ma quando le ho detto che sono…”. Blake, improvvisamente si bloccò, rimanendo con la bocca aperta. Forse non era ancora il caso di dire che era gay.

“Che sei?” insisté il moro.

“Che sono… che non sono interessato, ha lasciato perdere. Ma Emily ti piace?”

“Oh no!” esclamò Tyler sorpreso per la domanda e Blake tirò un sospiro di sollievo senza farsi notare. “No, l’ho vista solo una volta. Non mi è parsa niente di speciale”.

Non aveva certamente pensato ad Emily in quel modo. In realtà, era da un po’ che non pensava ad una ragazza in quel senso. Aveva avuto molti altri pensieri per la testa, per preoccuparsi di trovare anche una ragazza.

***

Kelly e Tyler stavano tornando dalla loro passeggiata fino alla videoteca che avevano deciso di fare quel tardo pomeriggio, quando, improvvisamente, la donna avvistò una figura familiare che passava davanti a casa loro.

“Ehi! Blake!” gridò, sbracciandosi per salutarlo.

Il ragazzo ricambiò e in poco tempo se li ritrovò davanti, Kelly con un sorriso e Tyler perplesso.

“Blake, che ci fai qui?” gli chiese il ragazzo.

“Ho portato a spasso Lula e mi sono ritrovato qui per caso”. Rispose lui fintamente innocente. In realtà era da almeno mezz’ora che faceva avanti e indietro davanti a casa dei due con la scusa di beccare Tyler. Sua madre l’aveva mandato fuori a portare a spasso il cane, così ne aveva approfittato per cercare la casa in cui abitava.

“Lula?” chiese il moro, curioso.

“La barboncina che ora ti sta annusando i piedi”. Gli rispose il rossino, riferendosi alla piccola cagnolina ai piedi di Tyler.

Sia Kelly che Blake capirono immediatamente che gli si erano illuminati gli occhi, nonostante portasse gli occhiali scuri, perché tutto il suo viso aveva assunto un’espressione diversa, più radiosa si poteva quasi dire.

“Oh mio Dio! Hai un cane!” esclamò e, immediatamente, si inginocchiò lì, in mezzo al marciapiede, mollando il bastone ai suoi piedi e prendendo in braccio la piccola barboncina per coccolarla. Lei non sembrava affatto dispiaciuta di tutte quelle attenzioni, ma anzi, prese anche a leccare la faccia al ragazzo e a scodinzolare tutta contenta.

La madre e Blake rimasero a guardarlo increduli, soprattutto quest’ultimo che, anche se lo conosceva soltanto da pochi giorni, aveva capito che Tyler non era tipo da lasciarsi andare ai sentimentalismi e a cose del genere, anzi, gli era sembrato piuttosto duro e serio. Però, vedendolo lì con Lula, si intenerì immediatamente e non riuscì a togliergli gli occhi di dosso e capì che in realtà Tyler non era così come cercava di apparire.

“Ty adora i cani”. Specificò Kelly al ragazzo di fronte a lei come se non lo avesse già capito.

“Te la lascerei volentieri, ma mia madre mi ucciderebbe. È troppo affezionata a Lula”.

Il moro, allora, resosi improvvisamente conto che forse stava dando spettacolo in mezzo alla strada, lasciò andare la cagnolina e si rialzò in piedi spolverandosi i pantaloni.

“No no, riportatela pure  a casa”. Gli disse, tornando di nuovo il ragazzo serio di prima.

“D’accordo, infatti dovrei anche andare”. Concluse infine l’altro, guardando l’orologio che aveva sul polso sottile. “Però, visto che ci siamo incontrati, volevo… volevo chiederti…” cominciò, imbarazzandosi subito. Ma perché doveva essere così difficile? In fondo, mica doveva chiedergli di uscire. “La mia amica Lucy compie gli anni questo sabato e organizza una festa sulla spiaggia. Ci saranno anche alcuni compagni di scuola. Ti andrebbe di venire?”

Tyler sembrò piuttosto perplesso. “Ahem… veramente, non saprei”.

“E dai, Ty! Che ci sarà di male? Così potrai conoscere qualche tuo nuovo futuro compagno di scuola”. Insisté la madre con, di nuovo, il tono da bimba.

Il ragazzo sembrò pensarci un attimo e, alla fine, con un sospiro di rassegnazione, acconsentì.

“Perfetto! Allora passerò a prenderti in moto, alle nove. Ok?”

E senza neanche aspettare la risposta dell’altro, Blake afferrò il guinzaglio di Lula e corse via salutando i due con la mano, intanto che il sole, all’orizzonte, cominciava a tramontare.

 

 

MILLY’S SPACE

Hola!! : ) Ho deciso di regalarvi un altro aggiornamento questa settimana, ma non so se ve lo siete tanto meritato u.u insomma, ragazzi, qualche recensione in più è gradita, eh u.u

Va be’, ovviamente non costringo nessuno, lo so che spesso è una palla star lì a scrivere e pensare a che cosa scrivere, però non sapete quanta gioia potete dare a qualche scrittore in esordio con anche solo qualche piccola parola messa in croce.

Detto questo, non ho altri commenti da fare. Spero vi sia piaciuto il capitolo e spero veramente che vi facciate sentire.

Un bacio grande grande.

Milly : )

P.S. e venite a visitare la mia pagina facebook (Milly’s Space) per avere informazioni su altri aggiornamenti o altre storie… ^^

 

  
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