YOU ARE MY SUNSHINE
CAPITOLO CINQUE
“Be’,
sono contenta che tu abbia deciso di uscire e
questa volta di tua spontanea volontà”.
Confessò Kelly, afferrando il menù e
mettendosi a leggerlo, forse più per fare qualcosa che per
decidere che cosa
mangiare. “Ma mi dici che cosa te lo ha fatto
decidere?”
“Niente.
È solo che a casa mi annoiavo, tutto qua”.
Le rispose il figlio, il più innocentemente e
indifferentemente possibile. In
realtà un motivo preciso per cui era venuto lì
c’era, ma non lo capiva nemmeno
lui del tutto.
E per non pensare ad altro, tese le orecchie per captare qualche
interessante
discorso proveniente da altri clienti. Lo faceva spesso quando andava
da
qualche parte. Se non poteva guardare la gente che passava, almeno
poteva
ascoltarla.
Nonostante
fosse orario di pranzo, non sembravano
esserci molte persone e loro erano riusciti a trovare un tavolo anche
abbastanza isolato.
“Toh’,
ma chi si rivede!” esclamò, improvvisamente,
una voce giovane e maschile.
“Blake?”
fece Tyler riconoscendola.
“Hai
indovinato, baby! Ti meriti un premio”.
Kelly
ridacchiò e guardò il figlio con
un’espressione strana, ma lui ovviamente non se ne accorse.
“Vi
porto la stessa cosa della volta scorsa?” chiese
allora Blake, afferrando la matita da dietro l’orecchio e
stringendo il
bloc-notes.
“Se
ti ricordi che cos’era per me sì”. Lo
sfidò il
moro.
“Certo
che mi ricordo. Ho una buona memoria io”.
Ribatté deciso l’altro ragazzo, puntandosi la
matita contro il petto. “Anche
per lei, giovane madre di Tyler?”
“Certo!”
esclamò la donna con un sorriso, sia per il
complimento sia per la simpatia del ragazzo.
Blake
si allontanò dal loro tavolo piuttosto
velocemente, lasciandoli di nuovo soli.
Kelly
si protese verso il figlio e gli sussurrò: “Ma
sapevi che Blake lavorava qui oggi?”
“No,
non ne avevo la più pallida idea”. Le rispose
il figlio facendo finta di niente. In realtà dentro di
sé sapeva che tra i
motivi che l’avevano trascinato fin lì
c’era anche il desiderio di incontrare
di nuovo Blake.
Quel ragazzo l’aveva colpito, in un certo qual modo, ma non
sapeva perché.
Forse erano la sua simpatia o la sua spontaneità o
magari… il suo profumo?
Blake
ritornò quasi subito con i loro due piatti
stretti tra le mani e li servì come un bravo cameriere sa
fare. Poi, anziché
tornare in cucina come avrebbe dovuto fare, si sedette accanto a Tyler
e
allungò le gambe sotto al tavolo per stiracchiarsi un
po’.
“Scusate,
se non vi dispiace vorrei sedermi un
attimo. È tutta la mattina che corro avanti e
indietro”. Disse, massaggiandosi
il collo.
“Ma
non hai dei clienti da servire?” gli chiese
Tyler, sgranocchiando una patatina. In realtà,
però, non poteva dire che gli
dispiacesse che Blake si fosse seduto con loro.
“Oh
no, son già tutti soddisfatti, se no mi
chiameranno”. Rispose il rosso, rubando una patatina dal
piatto del moro.
“Comunque, non vi ho mai visti in questo quartiere. Siete
appena arrivati?”
“Sì,
ci siamo trasferiti dall’Indiana da quasi due
settimane”. disse Kelly che, come sempre, non perdeva
occasione di
chiacchierare un po’.
“Indiana,
eh? Ho sentito dire che ci sono dei bei
paesaggi”. Commentò Blake, fregando
un’altra patatina dal piatto di Tyler.
“Non
ti sei perso niente”.
“Ah
sì?” e allungò di nuovo le mani sul
piatto
dell’altro.
“Ma
la smetti di fregarmi le patatine?” sbottò a
quel punto il moro, puntando gli occhi sul rossino.
“Come
hai fatto ad accorgertene?”
“Sono
cieco non deficiente”.
Kelly,
allora, scoppiò a ridere, mentre Tyler
grugniva scontento e Blake gli rubava altre patatine, ridendo anche
lui.
Quando
la situazione si fu nuovamente calmata e
tutti tornarono seri, il cameriere decise di continuare ancora la
conversazione.
“Abitate
qua vicino per caso?”
“Sì,
abbastanza. Nella Sleepy Avenue, dove abitava
un’anziana signora che ci ha dato la sua casa in
affitto”. Rispose Kelly.
“Ah,
forse ho capito quale. E tu Tyler, andrai nella
St. James High School?”
“Ah
ah”.
“Davvero?!”
esclamò allora Blake con gli occhi che
gli si erano illuminati tutto d’un colpo. “Allora
saremo compagni di scuola!”
“Sul
serio? Io credevo che tu andassi ancora alle
elementari”. Lo provocò, invece, Tyler.
“Spiritoso”.
“Ma questa
è
una bella notizia!” pure Kelly mostrò parecchio
entusiasmo a quella notizia,
l’unico che invece sembrava totalmente indifferente era il
moro. “L’altro
giorno abbiamo conosciuto un’altra ragazza che frequenta
quella scuola”.
“E
chi è?”
“Emily
Tanen. La figlia dei nostri vicini di casa”.
“Ah”.
“La
conosci?” chiese la bionda, curiosa.
“Sì,
diciamo che nella nostra scuola è molto
conosciuta. E’ nella squadra delle Cheerleader, ma non
è questo il punto… è un
po’… come dire, sì ecco… un
po’ troietta”.
“Ah,
ho capito il tipo”.
“Sì,
ecco. Ci prova con tutti i ragazzi della
scuola. Con quelli più belli ci sta insieme per un paio di
mesi e invece quelli
un po’ più brutti se li porta soltanto a letto.
È che fa anche delle scommesse
con le amiche e poi, sa di essere bella. Alcuni ragazzi cascano
facilmente ai
suoi piedi”.
“Ci
aveva provato anche con te?” gli chiese Tyler
che adesso sembrava un po’ più interessato al
discorso.
“Sì,
una volta. Ma quando le ho detto che sono…”.
Blake, improvvisamente si bloccò, rimanendo con la bocca
aperta. Forse non era
ancora il caso di dire che era gay.
“Che
sei?” insisté il moro.
“Che
sono… che non sono interessato, ha lasciato
perdere. Ma Emily ti piace?”
“Oh
no!” esclamò Tyler sorpreso per la domanda e
Blake tirò un sospiro di sollievo senza farsi notare.
“No, l’ho vista solo una
volta. Non mi è parsa niente di speciale”.
Non
aveva certamente pensato ad Emily in quel modo.
In realtà, era da un po’ che non pensava ad una
ragazza in quel senso. Aveva
avuto molti altri pensieri per la testa, per preoccuparsi di trovare
anche una
ragazza.
***
Kelly
e Tyler stavano tornando dalla loro
passeggiata fino alla videoteca che avevano deciso di fare quel tardo
pomeriggio, quando, improvvisamente, la donna avvistò una
figura familiare che
passava davanti a casa loro.
“Ehi!
Blake!” gridò, sbracciandosi per salutarlo.
Il
ragazzo ricambiò e in poco tempo se li ritrovò
davanti, Kelly con un sorriso e Tyler perplesso.
“Blake,
che ci fai qui?” gli chiese il ragazzo.
“Ho
portato a spasso Lula e mi sono ritrovato qui
per caso”. Rispose lui fintamente innocente. In
realtà era da almeno mezz’ora
che faceva avanti e indietro davanti a casa dei due con la scusa di
beccare
Tyler. Sua madre l’aveva mandato fuori a portare a spasso il
cane, così ne
aveva approfittato per cercare la casa in cui abitava.
“Lula?”
chiese il moro, curioso.
“La
barboncina che ora ti sta annusando i piedi”.
Gli rispose il rossino, riferendosi alla piccola cagnolina ai piedi di
Tyler.
Sia
Kelly che Blake capirono immediatamente che gli
si erano illuminati gli occhi, nonostante portasse gli occhiali scuri,
perché
tutto il suo viso aveva assunto un’espressione diversa,
più radiosa si poteva
quasi dire.
“Oh
mio Dio! Hai un cane!” esclamò e,
immediatamente, si inginocchiò lì, in mezzo al
marciapiede, mollando il bastone
ai suoi piedi e prendendo in braccio la piccola barboncina per
coccolarla. Lei
non sembrava affatto dispiaciuta di tutte quelle attenzioni, ma anzi,
prese
anche a leccare la faccia al ragazzo e a scodinzolare tutta contenta.
La
madre e Blake rimasero a guardarlo increduli,
soprattutto quest’ultimo che, anche se lo conosceva soltanto
da pochi giorni,
aveva capito che Tyler non era tipo da lasciarsi andare ai
sentimentalismi e a
cose del genere, anzi, gli era sembrato piuttosto duro e serio.
Però, vedendolo
lì con Lula, si intenerì immediatamente e non
riuscì a togliergli gli occhi di
dosso e capì che in realtà Tyler non era
così come cercava di apparire.
“Ty
adora i cani”. Specificò Kelly al ragazzo di
fronte a lei come se non lo avesse già capito.
“Te
la lascerei volentieri, ma mia madre mi
ucciderebbe. È troppo affezionata a Lula”.
Il
moro, allora, resosi improvvisamente conto che
forse stava dando spettacolo in mezzo alla strada, lasciò
andare la cagnolina e
si rialzò in piedi spolverandosi i pantaloni.
“No
no, riportatela pure a
casa”. Gli disse, tornando di nuovo il
ragazzo serio di prima.
“D’accordo,
infatti dovrei anche andare”. Concluse
infine l’altro, guardando l’orologio che aveva sul
polso sottile. “Però, visto
che ci siamo incontrati, volevo… volevo
chiederti…” cominciò, imbarazzandosi
subito.
Ma perché doveva essere così difficile? In fondo,
mica doveva chiedergli di
uscire. “La mia amica Lucy compie gli anni questo sabato e
organizza una festa
sulla spiaggia. Ci saranno anche alcuni compagni di scuola. Ti andrebbe
di
venire?”
Tyler
sembrò piuttosto perplesso. “Ahem…
veramente,
non saprei”.
“E
dai, Ty! Che ci sarà di male? Così potrai
conoscere qualche tuo nuovo futuro compagno di scuola”.
Insisté la madre con,
di nuovo, il tono da bimba.
Il
ragazzo sembrò pensarci un attimo e, alla fine,
con un sospiro di rassegnazione, acconsentì.
“Perfetto!
Allora passerò a prenderti in moto, alle
nove. Ok?”
E
senza neanche
aspettare la risposta dell’altro, Blake afferrò il
guinzaglio di Lula e corse
via salutando i due con la mano, intanto che il sole,
all’orizzonte, cominciava
a tramontare.
MILLY’S
SPACE
Hola!!
: ) Ho deciso di regalarvi un altro aggiornamento
questa settimana, ma non so se ve lo siete tanto meritato u.u insomma,
ragazzi,
qualche recensione in più è gradita, eh u.u
Va
be’, ovviamente non costringo nessuno, lo so che
spesso è una palla star lì a scrivere e pensare a
che cosa scrivere, però non
sapete quanta gioia potete dare a qualche scrittore in esordio con
anche solo
qualche piccola parola messa in croce.
Detto
questo, non ho altri commenti da fare. Spero vi sia
piaciuto il capitolo e spero veramente che vi facciate sentire.
Un
bacio grande grande.
Milly
: )
P.S.
e venite a visitare la mia pagina facebook (Milly’s
Space) per avere informazioni
su altri aggiornamenti o altre storie… ^^