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Autore: youaremydream    08/10/2012    0 recensioni
Una ragazza in un ospedale psichiatrico.
Un sogno, trasformatosi in incubo.
E tutto per cosa? Per un illusione?
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Poche sono le cose che contano realmente nella vita: la famiglia, gli amici, l’amore.
Ma adesso, nulla ha più importanza, nulla. Da quando sono finita in questo luogo, solo il buio più nero e l’abisso più profondo regnano sovrani.
Maledetto il giorno in cui non diedi ascolto a miei. Maledetta me, che incurante del pericolo, diedi sfogo ai miei desideri, scappando via e lasciando perdere tutti. Come posso tornare indietro? Sono bloccata qui, in questo luogo, senza alcuna via di uscita, lontana da tutto. Lontana, sopratutto, dalle persone che mi hanno sempre difesa e amata.
 Ah, già, l’amore! Ecco cosa mi ha condotto qui: quel sentimento nobile che dovrebbe renderci felici e spensierati. Se solo non lo avessi mai incontrato. Se solo il mio cuore, già dilaniato da diverse ferite, non mi avesse prescritto come cura quell’essere così perfetto e leggiadro. Diceva che ero colei che stava aspettando da tanto, troppo addirittura. Avevo perso così tanto tempo da indurlo quasi alla follia, non riuscendo più a distinguere la realtà dall’illusione.
I suoi sogni erano quasi diventati il suo mondo e le sue fantasie l’unica ragione di vita. Migliaia di volte aveva cercato di farla finita, ma la sua natura glielo impediva, alimentando così il suo senso di disperazione. Quel luogo, così bello all’apparenza e impossibile da trovare, lo soffocava, portandolo sull’orlo del baratro e, molto spesso, a farlo saltare giù. Ma quando arrivai io, i suoi occhi ormai spenti e grigi, si riaccesero, come una piccola lanterna nel bel mezzo di una notte senza luna.
Ma quella fiamma era troppo debole, circondata ancora da migliaia di falene pazze che facevano di tutto per spegnerla, facendo calare nuovamente il buio.
Ci volle molto tempo prima che riprendesse del tutto conoscenza, che tornasse a essere se stesso.>>
-Dottore, sta avendo degli spasmi, di nuovo! Non è possibile che questi farmaci non facciano nulla! E’ soltanto una ragazzina!
-Signora, le abbiamo dato una quantità pari a quella per un elefante, non possiamo fare altro.
Non riusciamo a capire da cosa derivi tutto ciò. Si rifiuta di parlare con qualcuno, facendoci rimanere in un punto morto.
-Ma glielo già spiegato migliaia di volte: è solo traumatizzata perché è rimasta sola in una città sconosciuta per alcuni giorni, preda, chissà, di quali pericoli.
-Mi dispiace, ma credo che ci sia qualcosa di più. Un particolare che a noi sfugge e solo lei conosce. Sa signora, il cervello è un organo davvero particolare e affascinante. E’ come un’enorme ragnatela: puoi rompere un filo e questa resterà al suo posto, ma non sarà mai più come prima.
<< Mamma, mi dispiace molto, non è colpa mia. Era ormai diventato una droga per me, e la sua assenza mi rende vulnerabile come un dente di leone. Non ne capisco il motivo, anche se lui me l’ha spiegato più volte. Diceva che aravamo destinati, fatti l’uno per l’altra, come i pezzi perfetti di un puzzle. Ma adesso? Quell’immagine è rimasta incompleta, e non c’è alcuna possibilità di riunirla. Oh Dio, credo che non riuscirò a resistere. Questa situazione è estenuante, mi sento la testa scoppiare. Il mio cervello, il mio corpo, persino la mia anima mi stanno abbandonando. Che cosa mi hai fatto? Stavo bene senza di te. Vivevo una vita tranquilla, alternata tra risa e pianti, ma era pur sempre una vita. Mentre adesso... guarda come sono ridotta, GUARDA! Tu non ci sei, non puoi vedermi, ne ascoltarmi e consolarmi. La colpa è tua, TUA, e di nessun altro!
Guarda, qualcuno piange là fuori. E’ così disperato che le sue lacrime riescono a bagnare l’intero quartiere. Ti ricordi? E proprio come facevamo noi, quando salivamo sulle nuvole e ci divertivamo a bagnare intere città. Mi ricordo quando, per sbaglio, abbiamo innaffiato il deserto del Sarah: i giornali ne hanno parlato per mesi! In fondo, avevamo fatto un favore a quelle povere genti: credo che non avessero mai visto una cosa del genere. E quando abbiamo inondato la Senna? Forse lì, abbiamo esagerato. Ma tu dicevi che non importava, che eravamo ragazzi, che dovevamo divertirci e pensare solo a noi stessi. Ma soprattutto, dovevamo pensare ad amarci, perché era questo il nostro destino, già scritto nelle stelle da tempo.>>
-Allora amore, come sta?
-Male tesoro continua a peggiorare. Credo che tenerla qui non le sia molto salutare. Forse dovremmo ascoltare, ed esaudire i suoi desideri. Probabilmente è l’unica soluzione possibile per riavere indietro nostra figlia.
-Ma ti stai ascoltando? Non possiamo fare una cosa del genere. Vuole qualcosa che non esiste, che vive solo nelle sue fantasie! E’... è... impossibile.
- E se non lo fosse? Se tutto ciò in cui lei crede fosse reale, e siamo noi a non vederlo? Fin da piccola lei è riuscita a vedere al di là delle apparenze, a scrutare dentro le anime delle persone e a cogliere ciò che nessuno di noi era in grado di fare. Ricordi quando vi era quel cagnaccio enorme della vicina che ci abbaiava sempre contro e per poco non ti ha staccato un braccio? Avevamo tutti una gran paura di quella bestia, persino la sua padrona, tanto che lo voleva sopprimere. E lei invece, se n’è uscita con una battuta ironica, provocando le risa di tutta la gente presente: << Non lo vedete che gli state antipatici? Perché continuate a offenderlo imitando il ciondolare di sua madre? Siete davvero maleducati: vergognatevi, siete proprio immaturi!>>
E, nonostante l’assurdità di quella frase, aveva pienamente ragione. Forse, dobbiamo solo ascoltarla.
- Ascoltarla? Ascoltarla, dici? Beh, è da ben sei mesi che siamo qui ad “ascoltarla”, e ci sono migliaia di persone pronte a porgerle le proprie orecchie! Lei sta male? Beh, io per causa sua lo sto diventando di più!
-Tesoro, per favore calmati...                                                           
-Calmarmi? Come posso calmarmi? E’ sparita per ben due giorni e guarda in che stato è tornata! La mia piccolina! Tutta colpa di quel tizio... quell’Angelo o come si chiama... se lo avessi qui, in questo momento... non so cosa farei...
- NULLA, NON FARESTI NULLA! Non osare toccarlo, papà, ti odierei più di quanto in questo momento odio me stessa! Non puoi capirmi, nessuno può!
<< Queste sono le mie prime parole dopo mesi di silenzio assoluto. I miei mi guardano dall’altro lato della porta come se avessero di fronte un fantasma, o peggio. Solo quella porta ci divide, ma per loro, e soprattutto per me, equivale a un muro di cemento armato largo migliaia di chilometri. Un muro invalicabile, che mi divide dal mondo vero. Ma forse, non è solo quella maledetta porta a tenermi così distante e irraggiungibile.
 Per la prima volta ho parlato, sono ritornata a vivere. Quindi, solo in questo modo posso andare avanti? Distruggere il tuo ricordo in mille pezzi urlando contro tutto e tutti, anche contro mio padre? Chissà, magari... no, non posso fare, una cosa del genere. Non posso farmi del male.>>
-Tesoro, scusami tanto, ma cerca di capirci, siamo davvero stressati da tutta questa situazione. Tu, che eri il più bel raggio di sole, capace di illuminare anche le grotte più scure, guarda come sei diventata! Ti sei trasformata in una... una... psicopatica! E’ da mesi che sei rinchiusa qui, in questo manicomio scuro e tenebroso, mentre potresti essere tranquillamente a casa con noi. Non biasimarmi se vado in escandescenza. Ma per favore, dimmi che cos’hai. Dimmelo, fa in modo che il tuo vecchio babbo possa aiutarti.
<< Non puoi aiutarmi, nessuno può. Sì, è vero, sono diventata una psicopatica, una pazza, una folle, come Didone lo divenne per Enea. E’ come se la loro storia si fosse ripetuta in noi: tu mi hai lasciata per ordine di qualcuno che sta al di sopra di tutti. Ma avevi una scelta, una possibilità, ma come un codardo hai preferito la via più semplice, abbandonandomi qui, su questa terra, mentre tu tornavi in Paradiso, tra le schiere più belle degli esseri divini. Non so se odiarti o biasimarti.
Come Elissa, dunque, per liberarmi da questo tormento, devo invocare gli dei e la mia morte? Chissà, forse queste lenzuola accoglieranno per prime la mia anima e mi scioglieranno da questi affanni.
Folli idee si sono impossessate della mia mente per colpa tua. Maledico nuovamente il giorno in cui trovai quel portale che mi condusse da te, causa di tutte le mie sofferenze.>>
< Credo adesso che quell’amore che provavo per te, quel sentimento che si era diffuso nel mio corpo, sprigionandosi come una violentissima energia, stia esaurendo. Quella droga, che tutti bramano di provare, quell’elisir che ti porta al di fuori di questo mondo, non c’è più. O forse, c’è, ma è diversa. E’ come se stesse mutando.  Il solo pensiero del tuo volto non mi provoca più quella dolce sensazione di alcuni mesi prima. Anzi, ora provo ribrezzo. Sì, proprio così. E’ come se guardassi un mostro deforme, con lunghe zanne piene di bava e pustole lungo tutto il corpo. No, è molto peggio. E’ una sensazione indescrivibile, capace di far rimettere anche a chi ha uno stomaco d’acciaio.
 Ma allora, perché continuo a essere legata alla tua figura? Non so... la mia mente si è persa per sempre.
Ora che mi guardo allo specchio, vedo tutte le cicatrici che mi sono procurata. Tutti quei tagli, quei dolori inutili causati per colpa tua. TU. La causa della mia sofferenza sei sempre e solo tu. Come ho fatto a essere così cieca? Ero inebriata da qualcosa che non esisteva, che non era mai esistito.
Avevi l’aspetto di un angelo, sì, ma credo che tu fossi in realtà un demonio, il figlio di Satana in persona. Mi hai ammaliata con il tuo atteggiamento e il tuo essere sopranaturale. D’altro canto, chi può resistere a un angelo? Quelle tue ali che sarebbero capaci di proteggerti anche da cento proiettili e da mille cicloni. >>
 
-Allora, dottore come va?
-Finalmente, dopo mesi di terapia, abbiamo dei miglioramenti. Sta cominciando a mangiare e così non c’è più bisogno delle flebo. Ha anche farfugliato qualche parola. E’ come se qualcosa, all’interno della sua mente e della sua coscienza, si sia rimessa in moto. Una forte consapevolezza sta nascendo dentro quel fragile corpo.
-Oh, che sollievo. E’ la prima bella notizia dopo mesi...
-Ah, già, ha voluto anche parlare con uno specialista. Beh, non proprio parlare, direi per o più scrivere...
-Scrivere? Che intende dire?
-Ha voluto un quaderno e una penna. L’abbiamo tenuta sotto controllo per evitare che commettesse nuovamente qualche pazzia, e abbiamo visto che ha scritto per ore. Poi, senza dire una parola c’è l’ha consegnato.
-Davvero? E cosa aveva scritto? Qualcosa che può aiutarci a capirla?
-Beh, veda un po’ lei. E’ una storia, che lei ritiene reale, ma che è assolutamente senza senso. Dice che, in quei due giorni in cui era dispersa, in realtà è stata via per mesi, forse anche anni.
-Che cosa? Ci sta forse prendendo in giro? E’ un’idiozia!
-No, è tutto vero. Lei ha scritto che mentre si trovava in biblioteca a leggere, una strana luce l’ha avvolta e la catapultata all’interno di un libro. Era come “risucchiata da un tornado”.
Si è ritrovata in un mondo fantastico, dove tutti i mali e le sofferenze non esistevano. La sua anima era leggera, come se finalmente avesse trovato la pace e ed era pervasa da un grande senso di beatitudine.
-Ma se anche fosse vero tutto ciò, per quale motivo è in questo stato?
- Lì, in quel luogo che lei chiama Paj, ho incontrato strane creature, tutte gentili e graziose, che l’hanno aiutata a orientarsi in quel mondo del tutto sconosciuto: una sorta di “Paese delle Meraviglie”, come l’ha definito lei stessa. Uno in particolare, ha attirato la sua attenzione.  Aveva sembianze umane, ma delle grandi ali spuntavano da dietro le sue spalle, che si scagliavano nel cielo per circa tre metri....
-Un angelo, dunque?
- Sì, esatto. Quest’essere senza nome, l’ha ammaliata... O per meglio dire, si sono innamorati. Una strana leggenda li governava, che non permetteva loro di stare insieme...
Ma, nonostante tutto si erano trovati, e vivevano felici in quel luogo fatto su misura per loro. Ma poi un giorno tutto cambiò...
<< Sì, quel giorno. Quel maledetto giorno. Il solo pensiero mi fa stare nuovamente male: le gambe mi si gelano e la mia testa esce fuori da ogni controllo.... No, non voglio ripensare a tutto questo, non posso, non adesso che sto riuscendo ad uscirne fuori...>>
-In che senso tutto cambiò?
- A quanto pare, l’angelo era stato richiamato da Lui, che lo rivoleva con sé, tra le sue schiere. Doveva abbandonare vostra figlia per sempre, e riportarla nel nostro mondo. Quando lui scomparve quel luogo, che appariva tanto bello e meraviglioso, mutò, dimostrandosi per quello che era in realtà: un vero e proprio inferno. Tutte quelle creature incarnarono il male in persona, cominciando a distruggere quel poco di bene che era rimasto lì. Dice che anche lui, l’angelo, mutò, trasformandosi in un vero demonio.
- E quindi? Come può questo fatto, se anche fosse reale, condurla in questa condizione?
- Lei crede che sia dovuto alla mancanza di quell’entità, che l’ha stregata e ammaliata, facendola cadere in questo stato di follia e mancanza di voglia di vivere. Io, da parte mia, anche conoscendo la storia, non riesco proprio a risalire alla causa...
                                                                                  ****************
Mamma... papà... Mi dispiace molto per questi mesi d’inferno, non volevo portarvi giù con me in questo abisso senza fondo. Già, perché non esiste via d’uscita da questa situazione... credo che sia giusto chiuderla qui per sempre, alleviando così le vostre pene, ma soprattutto le mie. Il mio corpo ormai, non è più in grado di sopportare il tutto, e la mia anima non desidera altro che essere lasciata libera. Se un giorno rivedrete quell’essere così ingannevole e abominevole, vendicatemi, affinché le mie sofferenze non sia state inutili. Vi voglio e vi vorrò sempre bene.

  
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