Ho
complicato le nostre vite
innamorandomi di lui,
ho complicato le nostre vite
ora sto perdendo la mia unica amica.
(Loves me not, t.A.T.u)
James
entrò nella grande biblioteca di Hogwarts e si
fermò in mezzo ad osservare l’ambiente. Tutti i
tavoli posti tra uno scaffale e
l’altro erano occupati da qualcuno. Sulla sinistra, ad un
tavolo sotto la
finestra, c’era Nico, chino su un libro di Erbologia e con i
rasta raccolti in
una lunga coda di cavallo, mentre dall’altra parte stava
seduta Sally a gambe
incrociate, anche lei impegnata a studiare qualcosa.
James
non amava molto le biblioteche e non perché
non gli piacessero i libri, ma solo perché
l’atmosfera all’interno di esse gli
sembrava piuttosto pesante. Tutti concentrati sui libri e nello studio,
con
delle espressioni così serie da fare paura paura e quando
qualcuno entra si
girano sempre a guardarlo male e lo squadrano dalla testa ai piedi.
Quindi, per studiare, preferiva la comodità della Sala
Comune o della sua
stanza, ma quel giorno non gli andava di stare da solo.
Pensò
di andare a sedersi insieme a Nico, visto che
di solito studiavano sempre insieme, ma alla fine deviò
verso il tavolo della
cugina.
“Posso
farti compagnia?” le chiese, a bassa voce per
non disturbare. Lei, semplicemente, spostò i libri che aveva
sparsi sul tavolo
e gli fece posto.
James tirò fuori il libro di Trasfigurazione e si mise a
leggere, anche se non
ne aveva molta voglia.
Sally,
dopo un po’, alzò il capo dai suoi compiti e
spostò lo sguardo dal cugino a Nico seduto poco distante da
loro ma che non
sembrava averli nemmeno notati.
“Perché
Nico è seduto là?” chiese, allora,
sussurrando per farsi udire solo da James.
Il
moro lanciò un’occhiata all’amico.
“Forse
perché gli piace stare seduto lì?”
rispose
come se avesse detto la cosa più ovvia del mondo.
Effettivamente un po’ lo era,
visto che Nico si metteva sempre su quel tavolo, proprio per poter
guardare il
panorama fuori dalla finestra.
“Intendevo
perché tu non sei insieme a lui?”
insisté
Sally, avendo capito che c’era qualcosa che non andava. Anche
l’altra sera a
cena non si erano seduti vicini: James era nel solito posto del tavolo,
ma Nico
era seduto a parecchia distanza da lui e anche durante le lezioni si
erano
evitati parecchio. E chi sapeva quanto era forte la loro amicizia
capiva subito
se c’era qualcosa che non andava.
“Perché
dovrei stare sempre insieme a lui? Volevo
passare un po’ di tempo con la mia cugina preferita. Ti
dispiace?”
“Certo
che no!” esclamò la ragazza, a voce un
po’
troppo alta. Ma capì subito che il cugino stava cercando di
cambiare argomento.
“Mi fa piacere che tu voglia stare con me, solo che tu e Nico
non siete in
grado di stare nella stessa stanza e fare finta di non conoscervi. Sei
più
attaccato a lui che a tua sorella”.
James
sospirò. Ormai era fregato, non c’era modo di
nascondere qualcosa ai suoi amici. O lui era un pessimo bugiardo o loro
lo
conoscevano troppo bene. E Sally non era una che desisteva facilmente.
“Credo
di aver fatto qualcosa che lo ha turbato
l’altra sera”. Rispose alla fine, con espressione
mogia, quella che faceva
sempre tenerezza a tutti e che il ragazzo assumeva ogni volta che
sapeva di
aver sbagliato qualcosa o quando era giù di morale.
“Be’,
allora vai da lui e chiedigli scusa. Siete
migliori amici, sono certa che dimenticherà in
fretta”. La ragazza gli mostrò
uno dei suoi soliti sorrisi che le gonfiavano ancora di più
le guance paffute,
evidenziandole delle tenere fossette. James non poté non
rispondere con un
altro sorriso e, cogliendo il suo suggerimento, si alzò e
andò da Nico.
“Ciao!”
lo salutò non appena gli fu accanto. Nico
non ricambiò, ma si scostò leggermente con la
sedia per fargli spazio. Il moro
deglutì nervoso. A quanto pareva la situazione era
più grave di ciò che aveva
pensato.
Ma
perché se la prende così tanto?
“Senti,
mi dispiace per ieri sera. Tutto quello
studio e anche la noia mi avevano fritto il cervello. Non so cosa mi
sia
successo, ho esagerato un po’”.
Continuò, allora, a poca distanza dal viso
dell’amico.
“Sì,
hai un po’ esagerato”. Disse alla fine Nico.
Sembrava essersi completamente dimenticato che anche lui aveva
accettato di
provare quel bacio e che, quindi, non aveva molto da prendersela.
“Senti, ma tu
non sei gay, vero?”
James
sgranò gli occhi a quella domanda.
“Perché
dovrei essere gay?”
“Be’,
perché mi hai baciato”.
“Se
bacio un maschio non significa che io sia
necessariamente gay. E poi, tu sei il mio migliore amico”. Il
moro stava
iniziando ad adirarsi un po’, Madame Pince gli
lanciò un’occhiataccia di
avvertimento.
“Se
tu lo fossi non potremmo più essere amici, mia
madre ne uscirebbe di testa”.
“Da
quando ti importa di ciò che pensa tua madre?”
“Certo
che m’importa. E’ mia madre”.
Sembrava
che la discussione stesse diventando sempre
più ostica, almeno per James e ciò non gli
piaceva affatto. Non capiva tutte
queste seghe mentali dell’amico. Si era trattato solo di un
dannatissimo e
stupidissimo bacio.
“Quindi,
non sei gay?” insisté allora Nico, vedendo
che l’altro non diceva più niente.
“No,
non lo sono”.
Davvero
non lo sei?
S…sì, davvero.
“Ma
io ti piaccio?”
“Sì”.
Il
ragazzo coi rasta assunse una strana espressione.
“Intendo,
ti piaccio piaccio?”
James
corrugò le sopracciglia non capendo il senso
di quella domanda.
“Nico,
sei il mio migliore amico, è ovvio che mi
piaci, in tutti i sensi. Ma adesso, smettiamola per favore. Facciamo
finta che
non sia successo niente”.
Già,
fare finta di niente era sempre una delle
soluzioni migliori quando non si voleva ammettere qualcosa di difficile
da accettare.
“Amici
come prima?” James allungò il pugno in
direzione dell’amico, aspettando che questi gli desse il
proprio.
L’altro
sembrò esitare un attimo, ma poi mostrò un
sorriso e batté il proprio pugno contro quello del moro.
“D’accordo”.
“Ora
possiamo andare da un’altra parte? Altrimenti
Madame Pince mi butta fuori a calci”.
I
due amici si alzarono dalla sedia un po’
pigramente e si diressero all’uscita, abbracciati e
dimentichi di tutte le
discordie e incomprensioni.
Come se non fosse successo niente.
Sally,
dall’altra parte, li guardò uscire,
osservando la figura sottile e snella del cugino. Se non avesse
insistito
affinché andasse a chiarire con Nico, molto probabilmente
lui sarebbe stato
ancora seduto al suo tavolo.
Ad annoiarsi e sbuffare.
Così,
almeno, lo aveva aiutato e aveva fatto una
buona azione, aveva aiutato una delle persone a cui voleva
più bene.
Lui era solo suo cugino e anche suo amico, niente di più.
Ma
tu vorresti che fosse qualcosa di più.
No, non è vero.
Scacciò
via tutti i pensieri dalla testa e tornò a
prestare attenzione ai libri, scostando una ciocca dei folti capelli
rossicci
dalla fronte.
Alex
si alzò dal letto e, ancora in mutande e
reggiseno, uscì sul terrazzo che la Stanza delle
Necessità le aveva messo a
disposizione, per accendersi una sigaretta, non badando al freddo. Il
suo corpo
poteva sopportare di peggio.
“Fare
sesso con te, Alexis, mi tira sempre su di
morale”. Le disse la voce di Caleb, rimasto completamente
nudo a rotolarsi tra
le coperte.
La
ragazza non rispose niente, nemmeno un grazie,
come se il complimento non l’avesse neanche sfiorata. Rimase
appoggiata al
muretto a tirare boccate di fumo e osservare il cielo.
Di
complimenti del genere ne aveva già sentiti un
bel po’, Caleb non era certo il primo né
l’unico che si portava a letto. Era
soltanto il più frequente e doveva considerarsi fortunato
soltanto per questo,
visto che Alexis non si concedeva mai più di una volta alla
stessa persona, a
meno che questa non l’avesse colpita in qualche maniera.
E Caleb, appunto, era uno di questi.
Facevano parte della stessa Casa ed erano dello stesso anno, quindi,
spesso si
incrociavano, si scambiavano quattro parole sulle lezioni e cose del
genere, a
volte in classe si sedevano allo stesso tavolo, ma tutto qui. Non erano
certo
amici, soltanto compagni di letto.
Questo
lei l’aveva messo in chiaro fin da subito.
Potevano diventare intimi soltanto a letto, potevano scoparsi chi altri
volevano perché la loro non era certo una relazione,
né tanto meno erano
innamorati e per il resto potevano vivere le loro vite come cavolo
volevano.
Quindi,
a quindici anni, si era già portata a letto
un sacco di ragazzi. A quattordici anni aveva iniziato e non era
più riuscita a
smettere. Sapeva che si stava creando la reputazione della troia nella
scuola,
ma non le importava un fico secco di quello che pensavano gli altri.
Il sesso le piaceva, allora perché non praticarlo come
hobby?
Finita
la sigaretta, rientrò nella stanza e, senza
neanche guardare il ragazzo, cominciò a rivestirsi.
Aveva un mucchio di cose da fare, doveva ancora finire i compiti e
scrivere una
lettera ai genitori.
“Sei
una ragazza particolare, sai Alex?” disse di
nuovo Caleb che sembrava in vena di chiacchiere. Ma la ragazza no, a
quanto
pareva, visto che non gli rispose nemmeno stavolta.
Sapeva
benissimo di essere una ragazza particolare,
non credeva nel vero amore come tutte le altre sue coetanee e nemmeno
aspettava
il suo principe azzurro. Diceva sempre che non si sarebbe mai
innamorata,
l’amore era una cosa per deboli e lei non era assolutamente
debole.
L’amore
non esisteva per lei. D’altronde, che
cos’era l’amore? Soltanto un inutile fonte di
sofferenze e lacrime affogate nel
cuscino.
Sicura
che l’amore non ti abbia mai colpita?
Sì, sicura.
Arrivata
alla porta,
lanciò un’occhiata dura al ragazzo nel letto con i
suoi occhi di ghiaccio e
uscì silenziosa come un gatto.
MILLY’S
SPACE
Eccomi qui con
un nuovo aggiornamento
: )
Allora, qui
stiamo iniziando a
conoscere un po’ di più questi ragazzi. Sembra che
James e Nico si siano
chiariti ma siamo sicuri che questo rimarrà un caso isolato?
E la voce della
coscienza non rende le cose facili, a nessuno dei protagonisti ^^.
Voi cosa ne
pensate di tutto questo?
È
inutile che vi dica di lasciarmi
qualche commento per farmi sapere, ormai dovreste sapere che ogni tipo
di
recensione è ben apprezzata.
E…
prima di dimenticarmene: la citazione
all’inizio della storia è tratta da una canzone
delle t.A.T.u, il mio gruppo
preferito : ) Vi consiglio di ascoltarle, sono molto brave.
Inoltre, oltre
alle recensioni, date
un’occhiatina alla mia pagina Facebook http://www.facebook.com/MillysSpace.
I
commenti potrete anche
lasciarmeli lì, oltre che avere informazioni su altre mie
storielle.
Bene, mi
sembra di aver detto tutto.
Vi lascio e
buona serata.
Un bacio,
M.
P.S. per le
foto mi sa che dovrete aspettare ancora un pochetto. Sorry.
PUFFOLA_LILY:
tesoooraaaa!! Mi dispiace per il fraintendimento D: è stata
colpa mia, avrò
letto male, come sempre ^^. E’ che a
volte ho il cervello fuso. Va be’, pazienza,
l’importante è capirsi alla fine.
Comunque…
lo vorresti gay James? Hmm, non sei l’unica. Be’,
chissà… ma
bisognerà vedere la reazione di papà Sirius ^^. E
Alex… be’, Alex non è proprio
una ribelle, ma… diciamo che forse ha ereditato la parte
più bruttina del
carattere del padre. Eh capita ^^. E no, Vicky e
Teddy non stanno insieme. In fondo,
sono ancora piccolini per pensare a queste cose.
Ti mando un bacione e
spero di risentirti. A presto, M.