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Autore: JulesBerry    17/10/2012    7 recensioni
[Seconda revisione ultimata]
Margaret Stevens è una strega diciassettenne che, nell'agosto del 1995, ritorna in Inghilterra, suo Paese natale, dopo nove lunghi anni.
Qui potrà rincontrare le persone a lei sempre state care: quelle persone che non ha mai dimenticato, che hanno sempre avuto un posto nel suo cuore, e che, nonostante tutto, hanno fatto sentire la loro presenza anche negli anni della lontananza.
Perché, questo lei lo sapeva, i Weasley sono sempre stati la sua seconda famiglia. E dalla famiglia, prima o poi, si ritorna.
-Dall'undicesimo capitolo-
«Fred, cosa dovrei fare? Fa’ sparire ogni pensiero strano, quel sorriso malizioso lo conosco fin troppo bene. E poi, per le mutande di Merlino, hai solo un asciugamano addosso: per me non è facile concentrarmi, il tuo corpo mi distrae!» esclamò Meg che, senza volerlo, si lasciò scappare quell’ultima frase. Si morse il labbro, maledicendosi mentalmente e pensando che buttarsi dalla finestra non doveva essere poi un’idea tanto cattiva.
«Ti distraggo? Be’, in effetti, sono stupendo, magnifico, incantevole! Come biasimarti? Sono la quintessenza della bellezza!» commentò Fred, vanesio, mentre il suo ego gonfiava a dismisura.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Che l'amore è tutto, è tutto ciò che sappiamo dell'amore'
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Capitolo 20
 


 
“Vorresti rendere migliore questo mio breve sogno?”

 

I never knew I had a dream until that dream was you
When I look into your eyes the sky’s a different blue
Cross my heart, I wear no disguise
If I tried, you’d make believe that you believed my lies
Thank you for loving me
For being my eyes when I couldn't see 
For parting my lips when I couldn’t breathe
Thank you for loving me

 
L’Espresso di Hogwarts sferragliava velocemente da ormai diverse ore, e Margaret si era addormentata contro il finestrino, con un libro in mano e con il caldo sole di fine giugno che risplendeva sui suoi capelli. Finalmente poteva godere di un meritato riposo, soprattutto dopo l’impegno che aveva messo nello studio per superare gli esami: dopo che Fred e George avevano lasciato la scuola, infatti, Margaret era riuscita a trovare un po’ più di tempo da dedicare alla preparazione, nonostante un’iniziale noncuranza e distrazione. Era sicura di aver dato il massimo e, se così fosse stato, avrebbe certamente ottenuto tutti i suoi M.A.G.O. con voti davvero molto alti.
Era ancora molto indecisa riguardo al lavoro che voleva intraprendere: aspirava ad entrare al Ministero, come fece suo padre, nell’Ufficio Internazionale della Legge sulla Magia, ma la invogliava anche l’idea di dedicarsi al giornalismo; era molto abile anche con le Pozioni, e non sarebbe stato nemmeno male tentare di entrare a far parte di una qualche squadra di Quidditch femminile come Battitore. Mille idee differenti si affollavano nella sua testa, una più allettante dell’altra.
Il treno rallentò, e gli studenti iniziarono a radunare tutto ciò che era di loro proprietà. Ginny si avvicinò a Margaret e cominciò a picchiettarle la spalla affinché si svegliasse.
«Che... Che c’è?» chiese, assonnata, mentre il sole accecante le faceva bruciare gli occhi.
«Siamo arrivati, Meg» la avvertì l’amica e, a quelle parole, Margaret si alzò di scatto e prese di fretta e furia il suo baule; poi, si precipitò fuori, trascinandosi dietro una confusa Ginny.

Quando fu dato loro il via, attraversarono la barriera e si ritrovarono a King’s Cross. Emozionata, si guardò intorno alla ricerca di un volto conosciuto, fino a quando non lo vide: Fred era lì, con le spalle poggiate contro la parete, che la guardava con il suo classico sorriso eloquente. Quando notò che lei lo aveva visto, s’incamminò nella sua direzione, felice come non mai, e lei gli corse incontro. Lui la prese in braccio, facendola volteggiare, poi le portò il viso contro il suo e la baciò con tanta intensità da recuperare in un solo istante due mesi di carestia. Poi, le permise di poggiare nuovamente i piedi sul suolo, ma la abbracciò ancora più forte di prima.
«Mi sei mancata tanto, Pasticcino» le sussurrò, con un sorriso.
«Mi sei mancato tanto anche tu, Purè di Patate!» disse Meg allegramente, con il volto schiacciato contro il petto di Fred. Questi fece una smorfia.
«Tesoro, non chiamarmi mai più così: fa orrido!» fece, con voce disgustata, e Margaret scoppiò a ridere. Si staccò dalla stretta e guardò in direzione del gruppetto di persone che salutava allegramente Harry, Ron, Ginny ed Hermione, così scorse i suoi genitori, intenti a fissarla amorevolmente. Corse verso di loro e si lasciò stritolare e arruffare i capelli, poi salutò anche Arthur e Molly Weasley, finché un’altra voce familiare non la riscosse.
«Zuccherino!» esclamò George, che aveva appena salutato i signori Granger e adesso cingeva la vita di Hermione.
«Pan di Zenzero!» disse Margaret, tuffandosi tra le braccia del gemello. Anche lui la fece volteggiare un paio di volte, fin quando Fred non tornò nuovamente da lei e la prese per mano.
«Ti va di fare un giro? Ho qualcosa da farti vedere» le sussurrò all’orecchio, e lei acconsentì. Fred lanciò un’occhiata furba al fratello e comunicò a Molly che sarebbero arrivati alla Tana in tempo per la cena, e dopodiché si allontanò, portando con sé la sua ragazza.

Si Materializzarono vicino al Paiolo Magico, ma prima di varcarne la soglia, Fred vide un fioraio sulla sinistra, così chiese a Margaret di aspettarlo lì. Quando tornò, non aveva nulla in mano, ma lei decise di non porgli alcuna domanda. Cinque minuti dopo, erano arrivati a Diagon Alley, e allora Meg si chiese cosa ci facessero lì.
«Perché mi hai portata qui?» gli domandò, incuriosita, ma lui non la degnò di alcuna risposta, limitandosi solamente a sorridere e a tirare avanti. Dopo qualche minuto, finalmente, ella comprese il motivo di quella passeggiata, e il suo voltò non poté fare altro che illuminarsi.
«Oh, Fred! È... È meraviglioso!» esclamò, non appena fu di fronte alla vetrina dei Tiri Vispi Weasley.
«Aspetta di vedere l’interno» disse lui, aprendo la porta e facendo entrare Meg.
Quest’ultima fu convinta di non aver mai visto un negozio così bello in vita sua; era tutto molto colorato: sugli scaffali si poteva trovare ogni tipo di prodotto, e ogni cosa emanava un’allegria immensa. Sentì le braccia di Fred avvolgerla da dietro e il suo profumo al muschio penetrarle i polmoni.
«Mi piace infinitamente. Sono senza parole!» commentò Meg, continuando a sorridere. Lui fece lo stesso.
«I guadagni sono strabilianti, ed essendo i primi mesi il lavoro è proprio tanto, così abbiamo preso anche l’appartamentino di sopra.»
«Deve essere stata una soddisfazione immensa.»
«Mai quanto sapere che ti piace. Sono contentissimo, davvero! Potresti lavorare qui, mentre cerchi un impiego… Cosa ne pensi?»
«Non sarebbe una cattiva idea, sai? I risultati degli esami arriveranno verso metà luglio e, quando li avrò avuti, potrò iniziare a cercare qualcos’altro. Accetto!» esclamò Margaret, dopodiché si girò, gli mise le braccia attorno al collo e lo baciò ripetutamente. Fece per spingerlo contro il bancone, presa dall’entusiasmo che quella situazione di piacevole intimità le suscitava, ma Fred la fermò, seppur a malincuore.
«Devo farti vedere l’appartamento, non abbiamo molto tempo. Peccato, l’idea mi allettava parecchio... Ma ci sarà tempo per, ehm... inaugurarlo, non so se mi spiego» le disse lui, facendole l’occhiolino e volgendo uno sguardo corrucciato al negozio, vuoto se non per loro due. Scosse la testa, deciso, e condusse Meg al piano di sopra, dove si trovava un delizioso appartamentino.

Fred si chiuse la porta alle spalle e girò lentamente su se stesso al centro della prima stanza.
«Che te ne pare? Questa è la cucina-soggiorno, in fondo c’è il bagno, sulla sinistra la camera mia e di George e di fronte c’è una stanza in più, non la utilizziamo. È piccolo, ma è...»
«Adorabile! È davvero un amore!» disse Meg, contentissima. Fred le prese le mani e la fece avanzare ancora di più; la guardò, compiaciuto, e le posò un bacio sulla fronte, poi sembrò soppesare qualcosa da dire, mentre lei lo fissava allegramente, incuriosita.
«Meg... Pensavo che... Insomma, mi chiedevo se ti andrebbe di venire a vivere qui, insieme a me. In tre non staremo scomodi: come ti ho detto, quella stanza è inutilizzata, potremmo adibirla a camera da letto. Ovviamente sarebbe una soluzione temporanea. Insomma, fino a quando...» iniziò, ma s’interruppe a metà frase. Margaret era felicemente stordita, la bocca semiaperta recava l’ombra di un sorriso, e gli occhi erano più sgranati che mai.
«Continua! Non far finta di essere timido, tanto non me la bevo! Fino a quando...?» lo invitò a continuare. Fred parve prendersi di coraggio, dunque trasse un lento respiro e sorrise.
«Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo di un sogno è racchiusa la nostra breve vita1»
«Cosa?» domandò Margaret, confusa. Fred rise, poi riprese.
«Vorresti rendere migliore questo mio breve sogno
«Fred, io... io non ti capisco, lo giuro!» esclamò lei, esasperata, ma rimase paralizzata una volta che Fred ebbe preso un piccolissimo mazzo di orchidee dalla tasca interna del giubbotto e, con un colpo di bacchetta, lo ebbe ingrandito. Lui posò lo sguardo su di lei; poi, con la mano non impegnata, prese dalla tasca dei jeans un piccolo cofanetto di velluto rosso. Quando lo aprì, al suo interno si trovava un bellissimo anello ricoperto di diamanti a scalare, con quello centrale poco più grande degli altri. Margaret, presa alla sprovvista, si portò le mani al viso, non riuscendo a credere ai propri occhi. Fred le s’inginocchiò di fronte, i fiori in una mano, l’anello nell’altra.
«Margaret Sadie Eleanor Stevens. Ci conosciamo da quasi un ventennio, da prima che imparassimo a parlare. Sei stata, per tutti questi anni, una delle persone a me più vicine, una delle più significative, importanti. Tutto quello che abbiamo passato insieme ci ha resi più uniti, e credo che fosse destino che arrivassimo a questo. So che è una follia, so che sto per chiederti qualcosa di assurdo, qualcosa che non mi sarei mai sognato di fare a diciotto anni da poco compiuti. So che sopportarmi per tutta la vita sarà un’impresa continua, e quindi ti chiedo scusa in anticipo per le crisi di nervi che ti procurerò, per i calzini che lascerò sparsi per casa, per gli innumerevoli pranzi bruciati che cucinerò, e per tanto, tanto altro ancora. Ma, lasciando queste considerazioni per tempi futuri... vuoi sposarmi?» le chiese, speranzoso, e lei per poco non svenne.
Lo studiò per diversi istanti, pensando che sarebbe stato opportuno avere con sé una macchina fotografica per immortalarlo in quell’atto di riverenza. Ma gli occhi le si riempirono di lacrime di una gioia immensa, mentre un nuovo enorme sorriso le si allargava sul volto. Si gettò sul ragazzo che aveva davanti a sé, facendogli perdere l’equilibrio e cadere disteso sul pavimento.
«Sì, Fred! Sì, voglio sposarti! Voglio farlo, anche se è irrimediabilmente folle!» quasi urlò lei, dopodiché prese a riempirlo di baci su tutto il viso, mentre lui si godeva quel momento di totale ma piacevole impotenza.

Non appena Meg ebbe finito di coccolarlo, si alzarono entrambi e lui le infilò l’anello al dito, poi le porse i fiori e gliene mise uno tra i capelli. Margaret, subito dopo aver annusato le orchidee, posò il mazzo in un vaso d’acqua e tornò da Fred, che la attirò a sé e la strinse dolcemente.
«E quindi sarai la futura signora Weasley: come ti senti a riguardo?» le domandò scherzosamente.
«Signora Stevens in Weasley, prego! Come mi sento? Felice... ed emozionata.»
«Però, non mi hai ancora detto cosa pensi della mia prima proposta!» le ricordò, in un finto tono di rimprovero.
«Credevo che fosse ovvio, no? Certo che vengo a vivere qui con te» puntualizzò lei, e Fred la sollevò da terra e la strinse ancora più forte a sé. Dopo averla lasciata andare, portò il baule della ragazza nella stanza che condivideva con George; poi, tornò da lei, la prese per mano e iniziò ad incamminarsi per uscire.
«Stanotte dividiamo il mio letto, domani magari ce ne procuriamo uno matrimoniale, eh?»
«Non c’è problema, Cioccolatino! Immagino che George fosse l’unico a sapere che mi avresti chiesto di sposarti, no?» domandò Margaret, sicura di star per sentire la risposta che si aspettava. Invece...
«Veramente, non è il solo. Ne erano a conoscenza anche le tue, ehm... le tue nonne» ammise Fred, passandosi una mano dietro la testa. Margaret rimase a bocca aperta.
«Non... Non ci credo! Com’è che gliel’hai detto?» chiese, sbalordita.
«Avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse nella scelta dell’anello: me ne piacevano diversi, non riuscivo a decidermi! Chiedere aiuto a George è stato inutile, era più confuso di me! Allora ho deciso di domandare a tua nonna Julia, ma Vittoria era a portata di orecchio ed ha insistito affinché venisse anche lei. Dovevi vederle, erano al settimo cielo! Ovviamente, non diranno niente a nessuno, sta’ tranquilla.»
«Mia nonna Vittoria? Assurdo: si sta ammorbidendo parecchio, negli ultimi tempi!» commentò Meg, ridacchiando.

Continuarono a camminare per un po’ di tempo, poi si Smaterializzarono e riapparvero poco lontano dalla Tana. Ormai il sole era calato e un debole ma piacevole vento alleggeriva il nascente clima estivo. Margaret apparve estasiata nel rivedere quel posto: dal suo ritorno, non aveva ancora avuto l’occasione di mettervi piede. La casa del suo futuro marito era sempre la stessa, con quel giardino incolto rimasto sempre lo stesso da nove anni. Accanto, vide la sua vecchia dimora: un tempo, tutto era in perfetto ordine, e la casa infondeva la sensazione di un incantevole equilibrio. Essa, però, non era abitata da diversi anni, e se non fosse stato per il costante intervento del signor Weasley, le piante sarebbero cresciute fino al tetto. La vernice bianca delle mura esterne era particolarmente sbiadita, ma nel complesso tutto sembrava in buono stato, migliorato ancor di più dai lavori di ristrutturazione che Desmond e Gloria stavano portando avanti da quando erano tornati ad abitare lì.
Meg restò ferma a contemplare le due abitazioni, entrambe ugualmente importanti per il suo passato. Guardò Fred con sguardo commosso, ma il sorriso non le si era spento. Lui le si avvicinò e la abbracciò, facendole ricordare con quel semplice gesto che, ormai, era di nuovo lì, e che lui avrebbe fatto qualsiasi cosa affinché nessuno potesse mai più separarli. Anche lui, però, nel suo intimo si sentiva pervaso da una strana sensazione. Quasi un decennio prima, erano solo due nanerottoli che correvano e si rotolavano per il giardino, senza alcun pensiero e ancora troppo piccoli per qualsiasi progetto. Adesso, invece, erano due adulti a tutti gli effetti, con preoccupazioni che si avvicinavano e con un matrimonio e una vita insieme da organizzare, ma che riuscivano a trovare l’uno nell’altra la forza e la voglia di andare avanti. Margaret sollevò il viso per guardare il suo fidanzato nelle sue iridi azzurre, e lui ricambiò con piacere lo sguardo.
«Quando daremo la notizia?» gli chiese, ed ecco che ricominciavano i dilemmi: erano stati tremendamente indecisi quando avevano dovuto far sapere ai familiari che stavano insieme, figurarsi cosa sarebbe successo per annunciare il fidanzamento. Si prospettava un’impresa epocale.
Fred alzò le sopracciglia e le rivolse un’espressione estremamente buffa.
«Di sicuro non stasera, Pasticcino: dobbiamo prepararci ed essere pronti psicologicamente! Lo diremo al compleanno di tua madre, il 7 luglio. Bill mi ha detto che vuole annunciare il giorno del suo matrimonio in quell’occasione, dato che ci saremo tutti, quindi ne approfitteremo anche noi» disse Fred con semplicità, e Margaret parve convinta.
«Perfetto! Hai già in mente una data?»
«No, affatto! Però, mi piacerebbe che fosse in estate» confessò lui, al che Meg s’illuminò.
«Sarebbe stupendo!» esclamò, saltellando, e ciò fece scoppiare Fred in una risata fragorosa. Poi, le prese il viso tra le mani e la baciò.
«Fantastico! Sappi, però, che voglio sposarmi a tutti i costi prima di Bill, quindi la decisione finale sarà molto influenzata dalla data che sceglierà lui» fece Fred in tono serio e deciso, cosa che fece rimanere esterrefatta la ragazza. Questa lo squadrò in modo perplesso, prima di dare in un’alzata di spalle. Lo afferrò per mano e fece per trascinarlo verso casa, ma si fermò di botto.
«Cos’è successo?» le domandò lui. Lei, sorridente, alzò la mano sinistra e indicò l’anello.
«Credo che questo sia meglio toglierlo: non passerebbe di certo inosservato. E, comunque, sono d’accordo con te: non ci tengo che Flebo si sposi prima di me!» disse con fare disgustato, poi scoppiò a ridere nuovamente, seguita a ruota da Fred. Sfilò l’anello dall’anulare e lo ripose nella tasca dei jeans, e in quello stesso istante lui la sollevò da terra, portandola in braccio sino alla soglia della Tana.

Bussarono, e un’agitatissima Molly Weasley aprì loro la porta.
«Fred Weasley! Sono trenta minuti o forse più che la lancetta con il tuo nome è ferma su “In Viaggio”! Si può sapere cosa diavolo è successo? E cos’avete da sghignazzare?»
«Niente!» dissero Fred e Margaret all’unisono, con una punta di divertimento nella voce.
Mentre avanzavano verso la cucina, si scambiarono delle occhiate fugaci e cariche di complicità: nei loro sguardi, si poteva scorgere tutt’altro che il “niente”.

1: William Shakespeare


- Angolo dell’autrice

Come ben sapete, questo è l’ultimo capitolo. Prima di passare ad altro, quindi, vi dico che ovviamente la storia non finisce qui, e che, come ho già accennato altre volte, sto lavorando alla storia che farà da seguito! Spero di iniziare a pubblicare per gli inizi o la metà di dicembre, con cadenza settimanale. Ho anche pronta una Flashfic, sempre sulla nostra “dolce” coppia di piccioncini. Quindi, se quando tornerò a pubblicare vorrete essere informati, basta semplicemente dirmelo adesso!
Ora, passando all’ultimo capitolo: colpo di scena, eh? Ve l’aspettavate? Non ve lo aspettavate?
Spero di essere riuscita nel migliore dei modi a concludere la storia dignitosamente, ho cercato anche di creare un modo affinché il tutto si traghettasse da solo verso il sequel.
Per il titolo ho utilizzato la frase di Fred, che si ispira all’aforisma di William Shakespeare, mentre la canzone è Thank You For Loving Medei Bon Jovi.
Allooora... Me la lasciate una recensioncina? *-* Be’, è l’ultimo capitolo, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate e qual è la vostra impressione generale a storia completa. :)
Ringrazio infinitamente tutti coloro che mi hanno seguita fino a questo punto. Davvero, non so cosa dirvi! Per lasciarvi sulle spine che posso fare? Massì, vi metto lo spoiler del primo capitolo della prossima storia!
Un bacione,
Jules



- Dal sequel:

«Cercherò di spiegarvelo io!»
«Siamo rovinati!»
«Grazie per la fiducia, Paul, davvero commovente! Be’, volevamo dirvi che, tra un po’ di tempo, potremo contare un’altra famiglia Weasley in circolazione!» spiegò Fred, ma solo Ginny parve capire qualcosa, difatti si lasciò scappare un gridolino isterico di felicità che fu subito stroncato da George, che le pestò il piede per farla tacere.


Ultima revisione: 11.02.2015

 
   
 
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