Era sul
Bifrost, le mani legate a quell’unica ancora di salvezza che
era la lancia di
suo padre:
“Padre,
potevo farcela! Per te, per tutti noi.”
Eccola, la
battuta iniziale, quella che avrebbe dato il via alla loro
“recita”.
“No,
Loki...”
Sapeva cosa
fare, diede un’ultimo sguardo al fratello amato e si
lasciò cadere.
“Allora,
cosa ne pensi, Sigyn?”
I due stavano
parlando oramai da un’ora
buona, riflettevano sui fatti accaduti poche ore prima al principe
asgardiano
nelle stanze di suo padre, al discorso che avevano intrattenuto e alle
sconcertanti rivelazioni.
La donna si
alzò dalla sedia facendo
frusciare il vestito bianco, mettendosi a posto i ricci biondi dietro
il
diadema bronzeo disse:
“Non
saprei, Loki, quello che mi stai
dicendo è davvero molto pericoloso, senza contare che per
eseguire questo suo
piano dovrai macchiarti di crimini orribili. In ogni caso sarebbe, per
certi
versi, la cosa più vantaggiosa per tutti anche se ti
ritroveresti ad essere
odiato.”
Il dio sorrise
aspramente:
“Come
se già non mi odiassero, la cosa
più utile di tutta questa situazione e che adesso conosco il
motivo per il
quale sto così sull’anima a tutti.”
“Non a
tutti. Lo sai che io ti
considero un’amico.”
La dea risultava
lievemente arrabbiata
al comportamento del confidente, forse persino un po’ tradita.
“Tu
Sigyn non sei tutti e non sei
nemmeno nessuno, tu sei Sigyn, la freccia di Giustizia
che a perforato il cuore d’Inganno.”
Lei sorrise
candidamente:
“Sei
parecchio bravo con le parole.”
“Modestamente.”
Ghignò l’altro.
Chiunque li
avesse visti si sarebbe
domandato come era possibile che una ragazza candida come la piccola
vanir di
origini asgardiane, la dea della giustizia e della lealtà,
fosse finita per
diventare la consigliera dell’oscuro signore degli inganni e
del caos.
La risposta era
semplice quanto
scontata, la loro era una vera amicizia.
L’amicizia
era fatto di tante piccole
cose che loro due condividevano: la passione per la lettura, il piacere
nel
parlare ed elaborare discorsi molto arguti - anche se spesso con
finalità
diverse -, il piacere anche nel silenzio e nel fatto di saper
riflettere.
In ogni caso la
dea ebbe un dubbio:
“Loki,
ma quindi tu sei...”
“Uno
Jotun, esattamente, non è proprio
una gran bella cosa, ma dopotutto non si nota molto no?”
Disse lui, per
sdrammatizzare.
“Lo so
che sei confuso, non negarmelo,
Loki. Lo sai che odio quando mi menti.”
“Bene,
evito. Piuttosto, quindi dici che
lo dovrei fare?”
La ragazza
pensò, poi sentenziò:
“Io
credo che tu debba pensarci da
solo Loki.”
“In
teoria avrei dovuto farlo, – disse
alzandosi e prendendo un bicchiere d’acqua per sé
e offrendone uno a Sigyn che
dopo tutto quel parlare era assetata – ma dovevo dirtelo,
dopo tutto quello che
abbiamo fatto insieme non potevo non dirti una cosa così
importante, lo sai,
quindi tacerti il tutto non mi sarebbe stato di alcun aiuto e inoltre
ti avrei
ferita.”
La
osservò aspettando una reazione.
“Quindi
siamo solo in tre a conoscenza
di questo piano.”
Disse cupa.
“Esatto,
anche se dovremmo essere solo
in due a saperlo.”
-
-
-
“Loki,
accetta.”
I pentapalmi
sono nulla al confronto di Thor in questo momento.
Questo era il
pensiero unanime dei tre guerrieri e di lady Sif.
Thor era
confinato nelle sue stanze da suo padre, pazzo di dolore, aveva
già ucciso tre
guardie ed il padre degli dei voleva evitare ulteriori danni.
Allora il
principe ereditario, ormai unico principe, distruggeva, distruggeva
qualunque
cosa si trovasse per le mani.
I fedeli
amici non potevano far altro che guardare impotenti la furia del futuro
re di
Asgard.
“Thor!”
Frigga
entrò
di corsa dalla grande porta argentata e si portò dal figlio.
Il biondo
cadde in ginocchio e la madre lo abbracciò consolandolo, i
quattro spettatori
non si sarebbero mai immaginati che Thor potesse ritrovarsi in quello
stato,
gli occhi erano rabboccanti di lacrime il viso ed il corpo contratti
dal
dolore che lo piegava in due.
“Perché
madre? Perché non mi avete mai detto che Loki era uno
Jotun?”
Tra i guerrieri
calò un pesante silenzio – Loki? Uno di quei
mostri? – era questo che
pensavano.
“Sarebbe
cambiato qualcosa?”
Gli chiese
Frigga,
anche lei in lacrime.
“No,
forse
però sarei riuscito ad aiutarlo, a dargli un po’
più affetto...”
“Tu,
Thor, di
affetto gliene hai dato tanto, quanto però lo hai fatto
sentire inferiore? Lui non
aveva bisogno di Affetto ma di Amore.”
Odino non
aveva voglia di aspettare la sua amata nelle camere quindi
andò nella
biblioteca, il luogo preferito di suo figlio.
Nonostante
fosse adottato il padre degli dei non riusciva a vedere niente apparite
questo: un
figlio.
Ed ora lui
stava sacrificando il poco di buona reputazione che aveva pur renderlo
fiero di
lui.
Si ricordava
ancora di qualche giorno prima...
“Padre.”
Il giovane ed
esperto mago fece un
lieve inchino di fronte al padre degli dei.
“Oh,
Loki, scusa ora devo sbrigare una
faccenda per condo di Iwaljidi, sai che gli elfi come lui sono molto
precisi,
se riusciremo a risolvere questo problema nella loro difesa potremmo
finalmente
ottenere l’alleanza in cui tanto spero e...”
“Ijzarde.”
“Cosa
Loki?”
“Ijzarde,
è un incantesimo di difesa molto potente che però
non richiede molta energia, è
quello che gli serve.”
Rispose il
principe cadetto
semplicemente.
“Ma
certo, è runico, quando hai
imparato a pronunciarlo? Neanche io so fare qualcosa del
genere.”
“Ho
imparato con il Tempo e la
Pazienza padre, per esempio ora, grazie ad uno di questi incantesimi,
Heimdall
non ci vede ne ci sente.”
Odino lo
guardò stupefatto.
“C’è
qualcosa che ti turba Loki. Ne
vuoi parlare?”
Il più
giovane voltò per qualche
secondo lo sguardo in basso, poi disse:
“Padre,
perché non mi avete detto che
sono uno Jotun?”
Era accaduto
tutto in modo imprevisto, ma alla fine si era svolto per il meglio.
Il loro piano
era inattaccabile, e lui aveva piena fiducia in Loki.
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A.D.A.
(Angolo Delirio Autrice)
Come
avete capito questa storia è una di quelle che si
potrebbero definire delle “Good guy Loki”, non so
se avete presente...
In
questa storia Loki e Odino hanno un piano ma quale? =_=
tanto lo avete già capito, è evidente, siete
intelligenti voi mie cinque
coraggiose e sventurate lettrici.
In
ogni caso è solo un prologo, come andrà la storia
lo
saprete con il tempo.
AVVERTIMENTI: YAOI, slash, m-preg, incest, gender bender. (forse scriverò qualche scena lievemente erotica).
ps: il titolo significa:" Legame
d'anima." (bundna av själar)