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Autore: Ray08    24/10/2012    7 recensioni
Prima classificata al "Lumos Contest" di FataFaby89
[Neville Paciock/Ginny Weasley]
È stato un eroe di guerra, uno stimato professore di Erbologia, un marito premuroso e un padre affettuoso. Ed ora è solo un vecchio che ha vissuto abbastanza.
~
Neville Paciock ha adorato i suoi figli, soprattutto Harry Jr, e amato sua moglie - anche se non aveva una spruzzata di efelidi e non si chiamava Ginny Weasley...
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Neville Paciock | Coppie: Ginny/Neville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Primavera

           



Primavera non bussa {lei entra sicura}


e quel sole ce l'hai dentro il cuore,
sole di primavera

Neville Paciock è una persona soddisfatta della sua vita: ha ottenuto tutto quello che aveva desiderato mentre guardava da bambino il cielo blu attraverso una piccola finestra e nelle sue orecchie ronzava la voce di Augusta che gli raccontava storie di tempi andati.
È stato un eroe di guerra, uno stimato professore di Erbologia, un marito premuroso e un padre affettuoso.
Ed ora è solo un vecchio che ha vissuto abbastanza.


Da bambino aveva sognato una bella casa, tranquilla ma viva, piena del vociare allegro di bambini e del sorriso di una donna, immersa nel verde splendente della Scozia. Così con Hannah, quando le cose si erano fatte serie, si era trasferito qualche miglio fuori Edimburgo, e presto erano arrivati Alice ed Harry Jr a fargli compagnia con una piacevole confusione infantile.
E piano piano aveva trasformato quella casa, piccola ma accogliente, proprio in un bel posto, soprattutto la sera, e pensava di toccare il cielo blu con tutte e dieci le dita, mentre davanti al caminetto ricordava i tempi di Hogwarts, e gli occhi grandi e sgranati dei suoi marmocchi si illuminavano di curiosità.

Neville Paciock ha adorato i suoi figli, soprattutto Harry Jr, e amato sua moglie - anche se non aveva una spruzzata di efelidi e non si chiamava Ginny Weasley...

Nel cammino che lo ha portato alla sua vecchiaia Neville ha dimenticato molte cose, volente o nolente, quasi fossero oggetti futili da lasciare sul ciglio della strada. Non si ricorda quasi più, e ne soffre terribilmente, il viso di sua nonna e la voce della McGranitt, ha lasciato scivolare via con gioia dalla sua mente le torture dei Carrow e il naso adunco di Piton. Ma lei, lei non la dimenticherà mai.
Non sa bene che giorno sia - anche il tempo ormai è diventato qualcosa da riporre come un maglione vecchio sul fondo di un armadio - ma forse è maggio, perché l'aria si è fatta più dolce.
Anche adesso che ha superato da molto i novanta, ed è malato, tanto malato, tra i capelli radi e bianchi e le rughe che tracciano solchi sul suo viso riesce a rivederla nitidamente, come se l'avesse incontrata solamente qualche minuto prima.

Un colpo più forte di tosse interrompe il flusso dei suoi ricordi. Apre gli occhi per cercare un bicchiere d'acqua e la vede seduta sul ciglio del letto che gli sorride raggiante, fasciata nel suo vestito color pesca.
Ed è in pochi secondi, mentre il cuore fa una dolorosa capriola nel petto, che Neville torna indietro a quel giorno di maggio.

~

E ti ricordi c'era il paese in festa
tutti ubriachi di canzoni e di allegria

Il sole era implacabile. I raggi quasi bruciavano le sedie in plastica colorata che Hermione aveva Appellato dall'interno, disponendole in un ordinato cerchio variopinto intorno al tavolo imbandito a festa. Era un cinque maggio di uno dei tanti e freschi anni dopo il 1998, e c'era così tanta voglia di festeggiare, di riunirsi e ritrovare pezzi di sé che magari si erano persi nel buio caotico della guerra. Neville indossava una semplice camicia beige a righe, e fingeva sorrisi mentre aveva paura di bruciare davvero, con il suo cuore lasciato in sordina e gli occhi pieni di niente.

Poi lei era arrivata, camminando piano sul prato, e ad ogni passo le balze del vestito color pesca si erano alzate, gonfiate dal vento primaverile, per poi ricadere mollemente verso il basso in un'oscillazione quasi ipnotizzante – Neville aveva pensato che lei era il mare, il suo vestito le onde spumose, i suoi capelli la spiaggia bollente, e lui, lui era solamente un povero naufrago.

Si erano trovati senza neanche doversi cercare dentro la casa, mentre fuori Harry parlava a qualcuno, a Seamus o Dean forse, di come fosse tosta l'accademia Auror e di quanto ci fosse da faticare.
Si erano trovati senza neanche doversi cercare e avevano fatto l'amore velocemente, in una stanza della nuova casa dei coniugi Potter, e le pareti erano color giallo pastello perché forse sarebbe stata la camera del primo figlio,
chissà se sarà maschio o femmina, meglio scegliere un colore neutro.

Neville ricorda perfettamente i seni di Ginny, rotondi e dolci come le pesche, l'ombelico morbido e le cosce strette intorno alla sua vita.
E ricorda anche che c'era ancora lo scotch colorato intorno agli scatoloni, e la polvere copriva con un sottile strato i mobili mai usati, e ci sarebbero voluti centinaia di incantesimi per pulire quella camera, ma niente avrebbe potuto lavare le loro coscienze. L'aveva baciata con un ardore quasi disperato, e le tende erano chiuse al mondo - c'erano solo loro in quella stanza - eppure riuscivano a vedersi bene, perché c'era così tanta luce – il sole bollente nel cuore di lei, sotto le dita colpevoli di lui, dentro gli occhi di entrambi.

Quando erano risaliti Neville aveva brindato, congratulandosi con Harry della scelta del posto, davvero molto carino, e aveva scambiato qualche chiacchiera vuota con gli altri invitati. Sotto una bretella leggermente allentata Ginny nascondeva un piccolo segno - le sue labbra erano rimaste lì per troppo tempo - ed era il pensiero che una parte di lui, per quanto minima ed effimera, sarebbe rimasta su di lei per sempre che non lo faceva impazzire e urlare la sua colpa al mondo.

~


«Balla con me, Neville » sussurra ora Ginny, ed è una visione crudele e bellissima, lei al Ballo del Ceppo con i capelli raccolti, il collo bianco, quasi eterea nei suoi quattordici anni.
«Balla con me, Neville » ripete, e lui vorrebbe davvero alzarsi, ma è così stanco, vecchio, malato, stanco di essere vecchio e malato, che non ce la fa e si limita a sfiorarle la mano.


Lei non dice più niente, ma sorride.

~


Harry è in viaggio con Ron ed Hermione, e la sua assenza fa male, le torture dei Carrow sono pesanti, il fantasma di Piton aleggia sulla scuola, e ci sono solo loro due – annegano nel dolore dell'altro, si consolano nei sorrisi accennati, si sostengono come porti sicuri in cui riposare. Ginny riflette, pianifica, organizza, e Neville rimane affascinato dal modo in cui il fuoco del caminetto nella Sala Comune gioca fra i suoi capelli, e da come il suo profumo arrivi forte alle sue narici – una dolce fragranza di fiori di pesco che gli ricorda la fine crudele della primavera e l'inizio appena accennato e dolce dell'estate, un aroma che sa terribilmente di lei.

Quando si addormenta tra le sue braccia rimane a guardarla tutta la notte, respirando appena, per paura di svegliarla.

~

Ma che bel sogno era maggio e c'era caldo
noi sulla spiaggia vuota ad aspettare

e tu che mi dicevi guarda su quel gabbiano
stammi vicino e tienimi la mano.


Neville ricorda che alla fine dei festeggiamenti di quel giorno di inizio maggio - il cinque, era il cinque – lei si era allontanata piano verso la spiaggia, tenendo le scarpe in una mano e il suo cuore nell'altra, e non si era mai voltata – sapeva che lui l'avrebbe seguita comunque.
Aveva iniziato a camminare piano sul bagnasciuga, poi nell'acqua, il mare che le sfiorava le dita nude, il mare che mano a mano le avvolgeva le caviglie bianche, il mare che le bagnava l'orlo del vestito.
Lo aveva sentito dietro di lei quando l'aveva raggiunta – il suo respiro, la sua presenza, il suo odore - ma neanche allora si era voltata, gli occhi fissi su un punto lontano.

«Neville, io te lo prometto: un giorno saremo insieme.»

«Quando?»

Il suo labbro aveva tremato appena, e aveva continuato a tenere lo sguardo sull'orizzonte, ed era una visione spaventosa, ingiusta, che qualcosa dentro di lui era andato in mille pezzi nel vederla così fragile, perché lei era sempre luminosa, lei era il sole, e il sole avrebbe dovuto brillare, non essere pieno di ombre e vuoti, di dubbi e dolore. Poi, dopo istanti lunghi interi anni, finalmente aveva parlato: «Quando sarà troppo tardi.»

~


Il bicchiere d'acqua scivola dalle sue mani, bagna le lenzuola bianche e asettiche e i vetri si frantumano da qualche parte sul parquet – ci sarà un incantesimo asciugante per quello, c'è sempre un incantesimo – e come un flash Neville rivede i vetri rotti di una finestra d'ospedale per la rabbia e la frustrazione, l'impotenza nel vederla sfiorire e non poter piangere a sufficienza – non era suo quel dolore, era di Ron, di Molly e di Arthur, era di Harry - la mente che non riusciva a formulare un pensiero coerente perché lei non c'era più, se ne era andata, morta – e non c'era nessun incantesimo per sistemare quello.

Ricorda ancora la tomba bianca, le lacrime di James Sirius, di Albus e Lily, l'epitaffio limpido e doloroso che era inciso a minute lettere corsive anche nel suo cuore: “Amata nobis quantum amabitur nulla.


Neville passa lentamente le mani rugose e tremanti lungo un ricamo della stoffa bagnata, seguendo il filo dell'intricata trama, la mente assente. È sicuramente maggio: i raggi del sole filtrano forti anche dentro la sua finestra, dentro di
lui, e dipingono lunghe ombre rosse e arancio sporco di tramonto sui muri, e nell'aria c'è un delicato aroma di un fiore, di un fiore di pesco che sa di una ragazza fragile e forte, di una donna dolce come la primavera che ora lo sta aspettando.

Si è fatto davvero tardi: Neville sorride e chiude gli occhi.


Tu che sei nata dove c'è sempre il sole
sopra uno scoglio che ci si può tuffare
e quel sole ce l'hai dentro il cuore
sole di primavera
su quello scoglio in maggio è nato un fiore






Note autrice:

Questa storia si è classificata, con mio sommo stupore, prima al “Lumos Contest” indetto da FataFaby89. Il pacchetto ricevuto conteneva il mese di maggio, il numero cinque, e il pairing Ginny/Neville, con questa citazione facoltativa “E quel sole ce l'hai dentro il cuore, sole di primavera”
Non scrivo quasi mai su HP, semplicemente perché non credo di esserne all'altezza, perciò sono soddisfattissima della posizione, proprio perché non sono abituata a maneggiare questi personaggi.

Qui potete trovare il giudizio, molto dettagliato e preciso della giudicia – che ha dato i risultati in pochissimo tempo. La ringrazio ancora per gli splendidi banner – aww ho vinto anche il premio Mensile per il miglior utilizzo del mese - e per aver indetto questo splendido contest.

Il titolo è una gentile concessione di De André, mentre la frase in latino è presa da un carme di Catullo; oltre alla citazione del pacchetto ho usato altre frasi della lyric Fiore di maggio di Concato.

Spero vi sia piaciuta ~

  
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