28/10/2012
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Una serata come tante
Stava osservando fuori la finestra ormai da qualche minuto, non che il panorama fosse bello, anzi piuttosto l’opposto.
Nonostante il buio di quella notte d’autunno, illuminata solo dalla tenue luce della luna, che non si mostrava neppure con la sua faccia completa, si riuscivano comunque a scorgere le grandi nuvole pronte a minacciare il clima della giornata seguente. E per Tommaso Moro, da poco nominato di nuovo Lord Cancelliere, non sarebbe stato il massimo un viaggio in carrozza in pieno temporale. Fortuna che WhiteHall non era troppo distante.
“Tommaso, venite a letto, cosa state facendo?”
Si riscosse rapidamente sentendo quella voce e dopo un’ultima occhiata fuori, si decise a chiudere la finestra e a raggiungere il grande letto matrimoniale.
“Temo che domani pioverà, il cielo non promette nulla di buono” disse con un’espressione leggermente preoccupata sedendosi sulle coperte, senza scostarle. Tanto non sarebbero state quelle a scaldarlo in quella fredda sera.
“Allora vorrà dire che porterete un mantello” rispose risoluta la donna al suo fianco “Oppure…” si lasciò sfuggire poi in tono vagamente malizioso.
“Oppure?” ripeté lui cogliendo quel tono e lanciandole un’occhiata.
“Oppure potreste rimanere qui insieme a me!” esclamò lei, avvicinandosi a lui e dandogli un leggero bacio sulle labbra.
“Sapete che mi piacerebbe tantissimo” disse lui ricambiando ben presto il bacio “ma non è possibile” disse poi staccandosi e facendo un sorriso divertito alla vista dell’espressione seccata sul volto di Caterina.
“Quindi avete intenzione di lasciarmi tutta sola e sperduta in questa umile dimora?” gli chiese lei fingendosi offesa, ma non riuscendo a trattenere una risata per l’esagerazione con cui aveva descritto le sue condizioni. Da quando erano rientrati tutti e due nel favore del Re, avevano a disposizione molti servitori e dame e chiamare umile dimora il secondo Palazzo, dopo quello Reale, più grande d’Inghilterra, aveva davvero dell’ironico.
“Suvvia amore mio, saranno solamente un paio di giorni” rispose Tommaso ridacchiando a sua volta e prendendole una mano per baciarla “E al mio ritorno vi riporterò una sorpresa”
“Che genere di sorpresa?” chiese Caterina apparendo adesso interessata.
“I cuori di mandorla di Lady Frances, non ditemi che li avete dimenticati” rivelò lui fissandola e sorridendo della felice reazione che era riuscito a suscitarle.
Il volto della donna si era infatti illuminato. Era impossibile dimenticare Lady Frances Wood, una delle cuoche al servizio reale e la sua dolcezza, e soprattutto la dolcezza dei suoi squisiti dolci alle mandorle a forma di cuore. Eppure per quanto l’aveva entusiasmata la prospettiva di riassaggiare al più presto quei dolci, al momento aveva altri progetti in mente.
“Va bene potete partire domani…” acconsentì liberando il volto dalla forzata espressione offesa che si ostinava ad indossare “Ma adesso venite immediatamente a letto e ve lo sto ordinando!” disse poi avvicinandosi di nuovo a lui e fermandosi a pochi centimetri dal suo volto.
“Me lo state ordinando da Regina forse?” la stuzzicò facendo per darle un bacio sulle labbra, ma lei lo bloccò prima che potesse avvicinarsi ulteriormente .
“No, ve lo sto chiedendo da moglie!” esclamò lei sorridendo mostrando l’anello che scintillava sul suo anulare sinistro e li teneva indissolubilmente legati da circa dieci giorni.
“Allora non posso proprio sottrarmi ai miei doveri di marito” sussurrò lui cercando nuovamente le sue labbra, ma trovandosi nuovamente bloccato.
“Un’ultima cosa…” disse lei lanciandosi un’ultima occhiata intorno.
“Cosa?” chiese confuso cercando di seguire la direzione dello sguardo di sua moglie.
“Spegnete le candele”
NDA:
Tutta colpa della mia migliore amica e del suo challenge: cinque parole per una one-shot. Le parole sono:
cuori - mantello - nuvole - anello - candele