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Autore: flors99    01/11/2012    5 recensioni
Terza classificata, partecipante al contest indetto da sole - "Remember Me"
Sono ricordi che straziano, quelli che Albus porta dentro di sé: sono oscure ombre del passato che avanzano come serpenti, penetrano nel cuore come lame, rallentano stridendo, trafiggono silenziosi.
Sono ricordi che hanno il sapore di ciò che non potrà mai più essere. 
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Nickname: flors99
Titolo: Il Sapore dei Ricordi.
Pacchetto: 9  Albus Silente, immagine: fc00.deviantart.net/fs32/i/2010/223/3/2/Do_you_like_the_color_orange___by_k...   canzone: James Blunt - Same Mistake
Genere: Triste.
Avvertimenti: One-Shot.
Introduzione: Sono ricordi che straziano, quelli che Albus porta dentro di sé: sono oscure ombre del passato che avanzano come serpenti, penetrano nel cuore come lame, rallentano stridendo, trafiggono silenziosi.
Sono ricordi che hanno il sapore di ciò che non potrà mai più essere.
Note dell’autore: Canzone – Same Mistake.
Frasi utilizzate:
1. And once again I cannot sleep
2. Walk out the door and up the street
3. Remember rights that I did wrong
4. My heart is heavy does it show
5. I’m not calling for a second chance


 
 
 
 
 
 
 
 
Sono passate settimane, mesi e infine anni. Lo scorrere del tempo è stato scandito dai minuti, dalle ore, dai giorni che si sono rincorsi durante le stagioni e sono scivolati via come granelli di sabbia tra le dita. La natura ha continuato il suo corso, senza mai fermarsi: è cambiato tutto.

E non è cambiato niente.

Perché nonostante il tempo sia trascorso, il passato ritorna sempre: anche quando non dovrebbe, anche quando non ha più nulla da portarsi via.
 



And once again I cannot sleep

 

 
- Chi arriva ultimo è un perdente! – con un sorriso birichino, il piccolo Albus cominciò a correre in mezzo alla radura, ignorando le raccomandazioni della madre e i richiami della sua sorellina.
Sfrecciò velocemente calpestando l’erba umida, con il respiro che pian piano si affannava, senza rallentare neppure per un attimo, intravedendo dopo poco la sua meta. Con un ultimo slancio si precipitò verso il fiumiciattolo e battendo una mano sul tronco, esclamò entusiasta:
- Primo!
- Non… Non vale! Hai barato! – protestò la piccola Ariana, raggiungendolo poco dopo. – Sei partito prima!
- Non è vero! E’ colpa tua, sei lentissima! – rispose, consapevole dell’effetto che quelle parole avrebbero avuto sulla sorella.  Ariana, infatti, gonfiò le guance, rosse per la corsa, arricciò le labbra e incrociò le braccia, arrabbiata. Albus prese a ridacchiare, vedendo la sua espressione.
- La prossima volta vincerò io!
- Dici così ogni volta…
- Non…Non è vero! La prossima volta vincerò di sicuro!
- Vincerai soltanto quando quest’albero sarà ricoperto di neve in estate. – replicò il bambino, battendo una mano sulla corteccia, con un sorriso malandrino.
 
 
Se Albus potesse rivivere quel giorno, non s’impegnerebbe tanto per vedere l’espressione di Ariana infuriata, ma farebbe di tutto per guardare il suo sorriso luminoso e soddisfatto.
 


Walk out the door and up the street


 
Con gli occhi fissi di fronte a sé, Albus continua a camminare in mezzo alla radura, con passi lenti, cadenzati, senza avere alcuna fretta. I raggi dorati del sole illuminano la sua figura elegante, s’immergono nella sua lunga barba, fanno risplendere i suoi occhi. L’espressione di Albus è serena: così serena che nessuno potrebbe mai intuire che in realtà è solo un maschera, che serve per nascondere il tumulto che porta con sé, pesante come un fardello. Albus è così: preferisce nascondere i propri sentimenti dentro di sé, dietro un sorriso dolce e invecchiato negli anni, piuttosto che mostrare anche una minima parte di ciò che prova; ma se qualcuno si arrischiasse a guardare più a fondo, a interrogare i suoi occhi, scorgerebbe in quell’azzurro chiaro, un triste velo impregnato di nostalgia e malinconia.
Una sottile patina di dolore che non se ne va mai, ma che perennemente oscura il suo sguardo, rattristandolo e tormentandolo con chissà quali pensieri.
 
 
- Albus, giochi con me?
- No, Ariana. Non ne ho voglia.  – nonostante la sua giovane età, Albus da qualche tempo aveva sviluppato un profondo interesse per i libri e non se ne separava quasi mai, neanche per giocare con la sua sorellina.
- Albus, ti prego! – la bambina puntò i suoi occhi luccicanti in direzione di suo fratello.
- No, non disturbarmi.
- Per favore, qualunque gioco andrà bene… - una piccola lacrima scivolò sulla guancia della bambina.
Albus chiuse il libro, con uno sbuffo.
- Facciamo un patto: io giocherò con te quando quest’albero si ricoprirà di neve in estate, d’accordo?
Ariana s’illuminò e sorrise calorosamente, con l’ingenuità e la fiducia che solo un bambino può avere.
- Sì. – esclamò, battendo le mani eccitata. – Quanto ci vorrà?
- Non molto…
 
 
Se potesse rivivere quel giorno, Albus getterebbe via quel libro e farebbe di tutto pur di non vedere gli occhi di Ariana riempirsi di delusione e il suo sorriso spegnersi nel dilatarsi del tempo.
 

Remember rights that I did wrong

 
 
I passi si fermano, il respiro si fa più pesante, di colpo i ricordi che porta nel cuore gli sembrano insostenibili.
Nonostante non abbia bisogno di alzare lo sguardo per capire di essere arrivato, Albus sposta gli occhi, allunga una mano sfiorando la corteccia, ne traccia il contorno con le dita, deboli e invecchiate. È cambiato tutto.

E non è cambiato niente.

E’ strano come quell’albero sia ancora lì; è strano il fatto che non se ne sia andato via, come ha fatto Ariana tanti anni fa. Albus non sa se questa cosa sia più inquietante o dolorosa; non sa se sia un bene che quell’albero dopo tutti questi anni sia ancora piantato lì, come se nulla fosse cambiato.
Ed è in quell’istante che il dolore acuto, nascosto dietro la maschera, impregna il suo cuore, bloccandogli il respiro. Albus porta una mano al petto, sentendo il rimorso e il senso di colpa ucciderlo lentamente, logorandolo dall’interno, provocandogli una lunga e tormentata agonia. E’ uno squarcio, una ferita che sanguina, quella che sente e Albus sa che anche se passassero altri dieci, cento, mille anni, quella sofferenza non sparirà mai del tutto, quella nostalgia non abbandonerà mai il suo sguardo triste.
 

My heart is heavy does it show


 
 
Dicono che i ricordi siano la parte sacra e inviolabile della nostra anima che non potrà mai esserci sottratta, che nessuno riuscirà mai a portarci via. La parte più bella di noi stessi, la più vera, la più vissuta.

Ma a volte i ricordi fanno male.

Sono ricordi che straziano, quelli che Albus porta dentro di sé: sono oscure ombre del passato che avanzano come serpenti, penetrano nel cuore come lame, rallentano stridendo, trafiggono silenziosi.

Sono ricordi che hanno il sapore di ciò che non potrà mai più essere.
 
 
 
- Albus, ma tu mi vuoi bene?
Il fratello ghigna, vedendo l’espressione di Ariana carica di aspettativa.
- Uhm…no. – risponde, sorridendo, trovando divertimento nel vedere la sua faccia corrucciata.
La bambina non risponde, i suoi occhi perdono di luce, le sue labbra tremano incontrollate, mentre tenere perle salate sono in procinto di cadere dai suoi occhioni, spalancati dalla delusione.
- Ma…mi vorrai bene? – chiese dopo qualche secondo, tirando su col naso.
- Certo Ari! Ti vorrò bene quando quest’albero sarà ricoperto di neve in estate.
 
 
Se potesse tornare indietro, Albus la abbraccerebbe e non la lascerebbe andare mai più. Ma Albus è consapevole del fatto che non può cambiare le cose; non può rimediare ai suoi errori passati per quanto lo desideri, può solo credere nel futuro e impegnarsi nel presente.
 


I’m not calling for a second chance



 
Albus non vuole una seconda possibilità; sa che non potrà mai più averne una. Spera soltanto che prima o poi quel dolore che dilaga nel cuore, si affievolisca pian piano, per poter riuscire a perdonarsi.
Albus sospira, l’aria nei polmoni si è fatta più pesante.
Libera la sua mente da tutti i pensieri che vi svolazzano, pronuncia un incantesimo non verbale, sempre con la mano poggiata al tronco, chiude gli occhi, beandosi della sensazione di speranza e di aspettativa di cui il suo cuore si sta colmando.
Quando le sue palpebre si riaprono, gli angoli della bocca si piegano in un dolcissimo sorriso.
Candidi fiocchi di un bianco accecante scendono copiosi, ricoprendo tutto quanto, anche Albus. Lui non si sposta, non tenta di ripararsi, si lascia avvolgere da quella sensazione di serenità che percepisce, nonostante il freddo cominci a farsi pungente. Il vento appena nato gli provoca brividi di freddo, ma Albus non tenta neppure di riscaldarsi: assapora quel soffio ghiacciato e se fuori il paesaggio si raffredda, qualcosa dentro di lui si scioglie. Il gelo gli percorre la pelle, gli impregna le ossa; il raggio accecante di sole è sparito, lasciando il posto a uno molto più tenue, quasi assente. Eppure Albus non si è mai sentito così avvolto dalla luce in vita sua; i suoi occhi brillano fissando il tronco e sfregandoci contro la propria mano.
Ci vogliono solo pochi minuti prima che l’albero sia ricoperto dalla neve, come se avesse un lenzuolo sulla chioma. Ed è in quel momento che il suo cuore si alleggerisce, colmandosi di una dolcezza inaspettata, mischiata a una malinconia che non fa più male come prima.
È solo in quell’istante che Albus si concede il lusso di liberarsi in piccola parte dei sensi di colpa che lo attanagliano da tempo.
Solo allora Albus riesce a perdonarsi.
 
Il sapore dei ricordi non fa più così male.
 
Quell’anno l’albero della sua infanzia fu ricoperto di neve in estate.
 
 
 
- La prossima volta vincerò io!
Lo so, Ari. Vincerai tu: per me hai sempre vinto tu.
 
- Albus, giochi con me?
 Sì, sorellina. A patto che tu non smetta di sorridere mai.
 
- Albus, ma tu mi vuoi bene?
 Sì. Per sempre, Ari. Per sempre.

 
 
 
 
 

Terza classificata

Il Sapore dei Ricordi di flors99

 
 

Grammatica: 10/10
Non ho trovato nulla fuori posto! ^___^
Stile: 5/5
Lo stile mi piace anche perché hai reso bene l’alternanza tra ricordi e presente. Tutto si è letto con piacere.
Titolo: 5/ 5
Mi ha colpito molto il tuo titolo perché è semplice e complesso allo stesso tempo. ^__^
Utilizzo elementi pacchetto: 4/5
Hai utilizzato bene la canzone ed anche l’immagine, solo che nell’immagine c’era un albero con le foglie arancioni e tu, nella tua storia hai utilizzato l’albero innevato. Non è un errore e ne un qualcosa di grave ma se devo essere giusta non ho potuto metterti il voto pieno.
Gradimento personale: 10/10
Mi è piaciuta molto, soprattutto le descrizioni che hai dato. Ho gradito molto il modo in cui hai caratterizzato Silente, l’uomo dall’aspetto sereno e forte, ma che invece dentro sé a tutt’altro.
Totale: 34/35
 

 
 
Angolo autrice
 
Prima one shot su Albus Silente, primo contest a cui partecipo, prima crisi di panico…in poche parole…risultato incertissimo. Immaginatevi dunque la mia sorpresa quando ho scoperto di essere arrivata terza! Terza, terza, terza!!! Gioia e trupido……xD
Quando ho scelto quel pacchetto, ero molto insicura, non avevo la minima idea di cosa scrivere! Poi ho avuto l’illuminazione….(per modo di dire….xD) e mi sono resa conto che nessuno ha mai parlato del possibile rapporto che possa esserci stato tra Silente e sua sorella Ariana.
Spero che vi piaccia almeno un pochino, e che mi lascerete una recensione piccola piccola. MI accontento anche di un “Ritirati”. Accetto tutto, critiche, consigli almeno trovo i miei punti debole e posso migliorarmi.
Un abbraccio stritolatore!
flors99

 
 
 
 
 
 
 
  
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