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Autore: RakyKiki    01/11/2012    2 recensioni
Un tuffo nei pensieri di Peter Hale, proprio un attimo prima di compiere la sua vendetta.
Dal testo:
"Aveva soltanto quattro anni quando la fine ebbe inizio.
Aveva soltanto quattro anni quando la sua giovane vita venne spezzata, quando morì in quell’incendio che uccise la mia anima ma lasciò in vita il mio corpo."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Revenge.

“Zio, zio, posso tenerla in braccio?” disse Derek rivolto a me.

“Derek non fare il bambino! E tu dovresti avere tredici anni?” si intromise la mia bellissima nipote.
“Dai Laura! E’ la mia cuginetta, voglio tenerla in braccio anche io!” ribatté il fratello e mi fece gli occhi dolci.

“Va bene Derry, ma devi stare molto attento, Giulia è ancora molto piccola e fragile ok? Devi essere delicato, o rischi di farle del male.” Gli dissi consegnandoli la mia bambina.

Giulia era nata da pochissime ore: era piccola e paffuta, le guance di un rosa delicato, una piccola massa di capelli dorati sulla testolina ed un paio di grandi occhi verdi che scrutavano tutto con curiosità.

Era la bambina più bella che avessi visto, e non lo dico perché era mia figlia.

Anche Laura era bella appena nata, ma Giulia… Bhe, era la perfetta combinazione tra la bellezza e la delicatezza dei lineamenti di mia moglie con la curiosità e la gioia di vivere tipiche della mia famiglia.

 

Aveva soltanto quattro anni quando la fine ebbe inizio.

Aveva soltanto quattro anni quando la sua giovane vita venne spezzata, quando morì in quell’incendio che uccise la mia anima ma lasciò in vita il mio corpo.

Aveva soltanto quattro anni quando me la portarono via insieme a mia moglie, a mia sorella, mio cognato ed il resto del mio branco, della mia famiglia.

Aveva soltanto quattro anni quanto quel mostro - ebbene si! mostro, perché non può essere definita una donna chi brucia viva un’intera famiglia, chi brucia vivi dei bambini innocenti come la mia Giulia!- distrusse tutto ciò che avevo di più caro al mondo.

Quella notte funesta fu la notte in cui persi tutto, questo è vero, ma fu anche la notte in cui giurai vendetta: vendetta per quello che mi avevano fatto, vendetta per la mia famiglia, vendetta per mia moglie, ma soprattutto vendetta per la mia Giulia: Eravamo intrappolati in quella cantina, vedevo brucare tutte le persone a me care e faceva male; ma la cosa che faceva più male era vedere mia moglie e mia figlia oltre quell’invalicabile muro di fuoco e non poter fare nulla per salvarle; sentivo urlare mia figlia, la vedevo piangere e sporgersi nella mia direzione con la speranza negli occhi, vedevo mia moglie stringerla e guardarmi con le iridi colme di lacrime e disperazione; le guardavo morire impotente, senza la minima possibilità di salvarle.

“Ti amo.” Vidi mia moglie mimare con le labbra, poi un’esplosione mi scaraventò contro la parete opposta. Sentivo ancora la mia famiglia urlare, ma le voci di mia moglie e mia figlia erano sparite.

Arrancai verso la porta e mentre salivo strisciando le scale giurai vendetta.

Giurai di uccidere tutti coloro che avevano ucciso le persone a me care.

Giurai di vendicare mia moglie e mia figlia, e di ripagare con la morte chiunque avesse stroncato in quel modo l’esistenza di una bambina di quattro anni.

 

 

Per questo ora sono qui, nella mia vecchia casa, nel salotto in cui giocavo e leggevo i libri a mia figlia ed ai miei nipoti.

Per questo ora sono qui, con una mano intorno alla gola della responsabile dell’inizio della fine.

“E’ bellissima Kate, ti somiglia.” Dico rivolto al mostro, quando sua nipote entra nella stanza con la speranza di salvare la zia.

“Probabilmente è meno disturbata.” Dico ancora, e sento il battito del mostro accelerare, evidentemente non le piace essere chiamata per quello che è in realtà.

“Ho deciso di darti la possibilità di salvarla: chiedimi scusa, di’ che non volevi sterminare la mia famiglia e lasciarmi ustionato e distrutto per sei anni; dillo e la lascerò vivere.” Dico mentre la mia mano si stringe un po’di più intorno alla sua gola.

Anche fosse realmente pentita non la lascerei vivere.

Deve pagare con la morte, deve ricevere lo stesso trattamento che ha riservato alla mia famiglia.

“Ti chiedo scusa.” Mi dice, il suo battito cardiaco che accelera lievemente, salvo tornare normale pochi istanti dopo.

“Mostro.

Penso mentre con un movimento della mano le taglio la gola con gli artigli.

Una sensazione di serenità mi pervade.

Vedo la mia famiglia davanti a me, vedo mia moglie con mia figlia accanto che mi sorridono, ormai vendicate.

La mia attenzione viene attratta dalla nipote del mostro che guarda sconvolta il cadavere della zia.

“Non so a te Allison, ma quelle scuse non mi sembravano molto sincere.”

Le dico, e la consapevolezza di dover uccidere anche quella ragazza, insieme al resto della sua famiglia si fa strada in me.

 

Pagheranno tutti.”

 

 

NdA:

Buonasera!

Vi starete chiedendo:
“Ma da dove arriva questa storia così triste, pazza e malinconica?”

Ebbene, io vi risponderò dicendo: “Dal nulla.”.

Oggi girovagavo su Facebook e vedo una foto di Peter e nella mia testa nasce una domanda: chissà come dev’essersi sentito a vedere la sua famiglia morire, chissà quanto deve aver sofferto poverino.

Cercando di rispondere a questa domanda ho immaginato questa scena, e alla fine ho deciso di condividerla con voi.

Ho sempre letto, e scritto io stessa, di un Peter Hale ironico e menefreghista, ma non ho mai letto di un Peter Hale vero, umano.

Ovviamente mi farebbe piacere se lasciaste una recensione per farmi sapere cosa ne pensate.

Un saluto a tutti!

   
 
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