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Autore: BluSelene    01/11/2012    8 recensioni
“Non è geloso il tuo ragazzo?” mi chiese a bruciapelo
“Chi?”
“Ma si.. il tuo ragazzo, non stavi con Weasley?” era una mia impressione o gli dava fastidio?
“No”
“E allora chi è che ti piace?”
“Come scusa?” gli chiesi sorpresa
“Hai capito. Chi ti piace?”
“Perché me lo chiedi?”
“Non si risponde a una domanda con un'altra domanda”
“Nessuno comunque” risposi nervosa, ma cercando di rimanere decisa
“Non mentirmi”
“Come puoi dire che ti sto mentendo?”
“Perché lo so. Ti decidi a dirmi la verità?”
“Non posso..”
“Perché?”
“Non mi perdoneresti mai..” ribadii un po’ pensierosa e demoralizzata
Bene gente! Allora, la guerra è finita e Draco e Hermione tornano a Hogwarts. All'inizio il loro rapporto rimane lo stesso degli anni precedenti, ma si sa, la guerra resto o tardi cambia tutti. E chissà che succederà! Hermione è la ragazza giusta per far sciogliere il cuore di Draco? E Draco è il ragazzo giusto per far riscoprire l'amore a Hermione, pur facendolo a modo suo? E tutto da scoprire!
(abbiate pietà è la mia prima ff!)
Un bacio, BluSelene
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Cap 1

pov Hermione

Era sera e come al solito me ne stavo tranquilla nella piccola sala comune riservata a noi prefetti di Grifondoro. Era bellissimo; il caldo del camino; la poltrona rossa con i finimenti oro; il divano degli stessi colori, appartenenti alla nostra casa. Qui ci stavamo solo io e Ginny, anche lei prefetto. Sembra strano eh? Impulsiva com’è, nessuno pensava che la nominassero, ma se i professori non hanno sbagliato in tutti questi anni, e con tutti i suoi fratelli che lo sono stati, non sbaglieranno nemmeno con lei no?
Stavo leggendo un libro babbano, Piccole Donne, di Luisa May Alcott.  Me lo aveva dato mia madre prima di partire per Hogwarts dopo che sono andata, quest’estate, a ripristinare la loro memoria. E’ un libro che leggeva quando aveva la mia età, e mi ha detto che sarebbe piaciuto anche a me, e aveva ragione.
L’anno scolastico era già iniziato da un paio di mesi, eravamo a novembre, le foglie degli alberi si erano colorate di tutte le sfumature di rosso, giallo e marrone, prima di cadere piano piano.
Rimasi sveglia ad aspettare Ginny che era uscita da una mezzoretta, probabilmente a mandare l’ennesima lettera a Harry, che finalmente, da poco, si era deciso a dichiararsi, e che stava a Grimmuld Place per mettere a posto la casa. La sentii rientrare verso le 11 e poi andammo entrambe a dormire, ognuna nella propria stanza.
Pensai a domani, quando avremmo avuto le prime 3 ore di Cura delle Creature Magiche, con Hagrid, tutti i Grifondoro, e.. i Serpeverde! Nonostante fosse finita la guerra e le divergenze si fossero appianate per quieto vivere, non c’era una vera pace, quanto più una questione di..buon viso a cattivo gioco. E dopo questo pensiero, mi addormentai, abbandonandomi tra le braccia del dio dei sogni.
La mattina dopo, i pallidi raggi del sole di novembre mi illuminarono il viso svegliandomi. Mi stiracchiai stringendo le mani a pugno e allungando le braccia mentre mi rotolavo nel letto. Chi non mi conosce potrebbe pensare che nel mio letto ci sia un gatto Trasfigurato in me, ma io ero abituata a svegliarmi così la mattina per farla iniziare al meglio. Solo dopo realizzai che questa giornata non andrà sicuramente bene. Quasi quasi ebbi la tentazione di fare finta che non mi fosse suonata la sveglia e ricominciare a dormire, ma non potevo, e poi Hagrid ci sarebbe rimasto male. Gli studenti del settimo anno frequentavano le sue lezioni o per simpatia o perché sono costretti in mancanza di corsi sufficienti; nemmeno dire che i Serpeverde lo facevano per il secondo motivo. Con poca voglia mi diressi verso il bagno, e feci una doccia rilassante, tanto erano solo le 7 e le lezioni iniziavano alle 8.30. Una volta finita la doccia mi vestii, presi la mia borsa con i libri, la misi a tracolla e andai verso la Sala Grande. Una volta entrata e mi incamminai verso il tavolo che stava all’estrema destra della stanza. Essendo uscita al solito orario, nonostante mi fossi svegliata prima, arrivai al solito orario e mi misi a cercare la lunga, fluente (e soprattutto rossa) chioma della mia migliore amica. E infatti la trovai: era seduta vicino a Neville che, essendo sinceri, con gli anni era migliorato molto d’aspetto. Accanto a lei c’era un posto vuoto, che come sempre mi teneva tutte le mattine. Mi sedetti accanto a lei, presi una tazza di caffè latte e un paio di fette biscottate con la marmellata all’albicocca, le mie preferite.
“Ehi, dormito bene?” mi chiese Ginny
“Si benissimo” le risposi sorridendo “ma il pensiero di passare tre ore con i Serpeverde non mi entusiasma per niente”
“Ah ti capisco.. Stare sempre con quell’arrogante di Malfoy e la sua banda è come mettere una Puffola Pigmea con un Ungaro Spinato: una battaglia persa in partenza!”
Le sorrisi, concordando su quello che mi aveva appena detto, poi buttai uno sguardo all’orologio che ho al polso, e vedendo che sono le 8.20 le dissi: “Ehi Ginny è meglio se cominciamo ad avviarci verso il parco sennò non arriviamo più.” Ginny guardò prima me, e poi il suo orologio e mormorando un “si” mi raggiunse. Dopo 10 minuti arrivammo di fronte alla capanna di Hagrid, che già aspettava tutti gli studenti del suo corso, e che, infatti, arrivarono tutti nel corso dei cinque minuti successivi.
Ad un certo punto Hagrid portò fuori delle casse e Neville, che era vicino a noi disse: “Oh no..” con un tono tra lo sconsolato e il disperato. “Che c’è?” stavo per chiedergli, ma Hagrid iniziò a parlare e quindi per non perdermi la spiegazione mi voltai verso il mio insegnante.
“Bene, ragazzi, oggi dovrete raccogliere gli schiopodi sparacoda che ho disperso per il giardino, saranno tutti entro il recinto che ci circonda, e dovrete prenderne il più possibile. Ogni schiopodo vale tre punti, la coppia che ne prende di più vince.”
“Le coppie sono già state formate quindi iniziamo: Paciok e Weasley, Finnigan e Goyle..” si sentì un chiaro “no” da entrambi i componenti dell’ultima coppia, ma Hagrid andò avanti. Abbinò ogni studente con un altro, e dopo un po’ mi guardai attorno. - Oh-oh manchiamo solo io, Luna, Malfoy e Blaise. Santi Salazar, Godric, Tosca e Priscilla vi prego, fate che io sia in coppia con Luna vi prego- dissi nella mia mente pregando tutti i fondatori della scuola.
“E per finire..” concluse Hagrid “Granger e Lovegood,e Malfoy e Zabini”
-Sia ringraziato il cielo- pensai felice e mi diressi verso la cassa che aspettava ogni coppia prendendo i guanti di pelle di drago e mettendoli con cura, controllando che ogni centimetro della mia pelle fosse coperto. Avevo già avuto un esperienza con gli schiopodi, e di certo non volevo ripeterla in modo così disastroso. Ci mettemmo in fila, ognuno che dava le spalle alla propria cassa e quando Hagrid urla “Via!” tutti iniziammo a correre come degli ossessi con il diavolo alle calcagna, in cerca di quei piccoli animaletti. Il problema non era trovarli perché appena un qualsiasi essere vivente o meno gli si avvicinava iniziano a brillare diventando anche più rossi di quel che erano, se possibile. Il vero problema, era prenderli. Si perché i signorini, appena sentivano la mano posarsi su di loro iniziavano a lanciare delle specie di palline infuocate dalla coda e l’unico modo per prenderli alla sprovvista era proprio prendergli la coda così che non potesse uscire il fuoco. Peccato che normalmente non si pensava a prendere la loro coda, quanto a prenderli e basta. Quindi i tanto preziosi consigli di Hagrid, servivano a poco e nulla. Dopo due ore e mezza che eravamo alla ricerca degli schiopodi, Hagrid ci fermò, ponendo fine alle nostre sofferenze. Mi avvicinai alla mia cassa ben chiusa e lanciai delle occhiate a quella che stava alla nostra sinistra. Malfoy. Era li con quell’aria di sufficienza accanto alla cassa come se niente fosse. Aveva la camicia sgualcita, la cravatta con il nodo un po’ largo, e i pantaloni sporchi d’erba, ma nonostante tutto aveva sempre quel portamento fiero e quell’aria di superiorità in viso di sempre. Sempre con quel portamento elegante, fiero e distaccato che non perdeva nemmeno aver appena finito di catturare degli schiopodi sparacoda. Probabilmente mi ero incantata a guardarlo perché si girò verso di me e mi disse: “Ehi Granger! Che hai da guardare?” con quel tono da strafottente che non perderà mai.
“Sicuramente non te Malfoy” ribattei stizzita
“Che c’è? Ti piaccio così tanto, che non puoi fare a meno di ammirare la mia bellezza? Eh ti capisco, fossi in te farei lo stesso, ma non puoi continuare così sennò mi consumi, e poi tutte le ragazze di Hogwarts se la prenderanno con te, grifoncina” disse lui continuando a prendermi in giro
“Sentimi bene furetto ossigenato, piuttosto che guardare te mi butto dentro questa cassa” dico indicando la cassa accanto a me
“Perfetto, tanto peggio di così non potresti essere. Di un po’, sei sicura che quelle nullità di babbani che dicono di essere i tuoi genitori, lo siano veramente? Sei troppo persino per due babbani così”
-Ok, può offendere me, il mio mondo, il mio sangue, le mie abitudini, i miei denti e il mio carattere, ma i miei genitori non li tocca nessuno tantomeno LUI-
Avvampai di rabbia, e nonostante Luna fosse seduta sulla cassa e mi disse semplicemente: “ignoralo Hermione” con quel tono e quell’espressione trasognate, presi la bacchetta e senza pensarci urlai: “Volate Ascendere!” e la cassa accanto a lui scattò in aria atterrando esattamente nella stessa posizione di prima senza alcun graffio. Malfoy si coprì gli occhi con le mani e poi quando atterrò si girò verso la cassa e poi verso di me dicendo: “Che speravi di fare eh Granger?” con tono di scherno. Io stavo per ribattere che in realtà miravo a lui, quando successe il finimondo, in meno di dieci secondi. La cassa si aprì di botto, quattro schiopodi sparacoda andarono a finire sulla gamba di Malfoy e iniziarono a lanciare sul suo polpaccio, una raffica di palline infuocate. Lui iniziò a gridare e Hagrid che stava controllando la cassa di una coppia, si girò di scatto. Con indosso i suoi guanti di pelle prese i quattro schiopodi avvinghiati alla gamba di Malfoy. Intanto il furetto si stava contorcendo a terra dal dolore stringendosi la gamba. “Hermione, portalo in infermeria, io penso a rimettere dentro gli schiopodi prima che facciano altri danni!”
Rimasi bloccata fino a quando Luna non mi mise la mano sulla spalla per chiamarmi. Senza pensarci, quasi automaticamente dissi: “Levicorpus” e il corpo di un Malfoy dolorante si levò a mezz’aria, dirigendosi verso il castello accanto a me. Una volta entrata a scuola non vidi nessuno e di conseguenza andai direttamente in infermeria mandando il mio Patronus a chiamare Madama Chips. Lo feci sdraiare sul letto, e presi un panno e pronunciando un lieve “Aguamenti” e poggiandoglielo sulla testa per farlo calmare.
 
Pov Draco
 
Sudavo freddo e avevo le lacrime agli occhi, ma comunque iniziai a urlare: “QUEL DISGRAZIATO DI UN MEZZO GIGANTE CHE NON è ALTRO! È Già LA SECONDA VOLTA CHE MI SUCCEDE QUALCOSA DURANTE LE SUE LEZIONI PER COLPA DELLE SUE BESTIACCE! APPENA MIO--” mi fermai pensando che no, stavolta mio padre non ci sarebbe stato, e nemmeno volevo che ci fosse, ma in vita mia ho ripetuto talmente tante volte questa frase che ormai mi veniva quasi automatico dirla quando mi sentivo veramente agitato o arrabbiato come in questi, rari, casi.
“Ehi.. fa un po’ silenzio Malfoy, shh” mi disse la Granger mettendomi le dita sulla bocca per farmi tacere. Sorprendentemente le obbedii, bloccato da quell’azione, imbarazzato per la noncuranza con cui ha posato l’indice e il medio sulle mie labbra per farmi smettere di parlare. La guardai negli occhi, in quegli occhi che fino a un momento prima non avevo notato in ben sette anni che la conoscevo. Rimasi come incantato a vedere quei profondi occhi color cioccolato con mille sfumature di tutte le tonalità. La guardai senza presunzione, senza il mio solito cipiglio, e senza il mio consueto sorrisino arrogante,ma solo normalmente. Ad un certo punto si riscosse e, spezzando il collegamento tra i nostri occhi guardò la mia gamba. Si alzò e prendendo il bordo dei pantaloni, iniziò ad avvolgerli fino ad arrivare al ginocchio. Le vidi fare una strana smorfia e cercai di alzare il petto per vedere le condizioni in cui era il mio polpaccio. Lei però mi fermò posando una mano sul mio petto così da non farmi alzare. Rimasi ancora sorpreso come poco fa, ma non volevo darle a vedere che mi sono imbambolato come prima quindi cercai di riacquistare il mio solito tono spavaldo:
“Ehi mezzosangue levati di torno” ma suonò più simile a un: “Ehi.. mezzosangue.. l-levati..” come se a dirlo fosse stato un elfo domestico anziché il principino dei purosangue. Ora non pensate che me la stia tirando, ma è uno dei tanto soprannomi che avevo sentito nei corridoi con cui mi apostrofavano i pivelli del secondo o terzo anno.
Lei però, tenendomi testa come in tutti questi anni, non accennava a voler spostare la sua mano. Dopo un secondo la vidi schizzare via come se l’avessero appena schiantata. Solo dopo mi accorsi che lei si era fatta da parte solo perché era arrivata Madama Chips. Era tutta trafelata che armeggiava con la bacchetta e qualche intruglio contenuto in una delle tante bottiglie che erano sullo scaffale, credo che stesse chiedendo alla Granger che cosa mi fosse capitato ma non sentii la risposta perché mi si chiusero gli occhi, tutto si face buio e io mi lasciai andare.
 
Pov Hermione
 
-Che idiota- pensai quando fui fuori dall’infermeria bellamente seduta a terra, quando Madama Chips mi invitò a lasciare la stanza in modo che potesse lavorare con più calma. Si in poche parole mi aveva sbattuta fuori, ma non fa nulla; la cosa importante era che andasse tutto a posto anche se non credevo che il principino dei furetti ossigenati mi rivolgerà la parola se non per attaccarmi ancora più di quanto non facesse già fino ad ora. Mi sentii triste; durante la guerra avevo visto morire tante di quelle persone e altre sfigurate.. Basti pensare a Bill, lui non era più come prima fisicamente; per colpa di Greyback aveva il volto solcato da profonde cicatrici. Non volevo che altre persone stessero male, sia fisicamente, sia moralmente, soprattutto perché stavolta era colpa mia. Si, diciamoci la verità, lui mi aveva provocata dicendo quelle cose sui miei genitori, ma io ero stata un po’ troppo esagerata a rispondere addirittura con la bacchetta in mano cercando di farlo volare in aria. Che poi la situazione si fosse peggiorata anche di più, era un altro discorso, ma mi sentivo in colpa, ed era così, stavolta ho torto io.. per quanto mi costava ammetterlo..

  
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