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Autore: FairyCleo    11/11/2012    18 recensioni
“HO DETTO DI NO, DONNA! Lasciami in pace!”.“Giuro che se non ti alzi entro meno di un minuto e non fili in bagno a darti una ripulita, smonterò pezzettino per pezzettino la tua tanto amata Gravity Room, polverizzerò i componenti e ne spargerò i residui in mare. Per di più, potrai anche solo dimenticare di mangiare di nuovo un pasto preparato da me e da sta notte DORMIRAI sul divano".
“TU – NON – LO – FARAI”.
“Oh, si che lo farò! Puoi giurarci, TESORO. E adesso fila!” – ed era uscita dalla stanza, sbattendo con violenza la porta.
“ACCIDENTI” – aveva sbraitato Vegeta, lasciandosi cadere pesantemente sul materasso. Bulma lo avrebbe fatto impazzire. O forse, c’ era già riuscita. [...]“La- la state percependo??” – aveva chiesto Gohan.
“Si!” – aveva risposto Crilin – “E’ spaventosa!”.
“E non è una!” – C18 sembrava tesa – “Sono due!”.
“DANNAZIONE!” – Junior era preoccupato.
“Ma cosa sta succedendo??” – aveva chiesto Chichi, allarmatissima.
“Non lo so Chichi” – Goku aveva uno strano sguardo – “So solo che percepisco due auree. E sono potentissime”.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goku, Nuovo personaggio, Trunks, Un po' tutti, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Father and Sons


Aveva volato a velocità altissima, lasciandosi alle spalle le migliaia di anime che avevano cercato di porre fine alla sua vita.
I demoni non l’avevano fermato. Sapevano che era nel giusto, sapevano che non c’era motivo per fermarlo. Dovevano a lui il recupero di molte anime, anime che in ogni caso avrebbero dovuto spartire con le creature celesti. Non tutti avevano commesso atti ignobili. Fra di loro c’erano anche bambini e innocenti costretti ad assistere dalla furia di chi aveva prevalso con la sua follia distruttrice.
Sarebbe stato un lungo lavoro sistemare tutto, ma a quello avrebbero pensato re Yammer e i suoi addetti alla burocrazia. Chi l’avrebbe mai detto che un’anima destinata all’Inferno avrebbe risolto ogni cosa.

Vegeta si era lasciato guidare dal suo istinto fortemente sviluppato. Era una sensazione straordinaria quella che stava provando. Sentiva ogni sua fibra pervasa da un’energia nuova, da un’energia buona. E, per la prima volta in vita sua, tutto se stesso desiderava usare quel potere per fare qualcosa di buono.
La sua mente era sgombra, priva di pensieri negativi. Il dolore che regnava nel luogo in cui aveva albergato per qualche tempo e in cui era certo che un giorno sarebbe tornato non lo stava intaccando. C’era solo un dolore su cui si era concentrato, un dolore personale, un dolore che gli stava facendo sanguinare il cuore. Il dolore di qualcuno che era sangue del suo sangue.

Era arrivato nei pressi della ruota come il sole che sorge al mattino. La sua aura scintillante aveva rischiarato ogni cosa, abbagliando i demoni che fino a qualche istante prima avevano torturato il corpo inchiodato a quella struttura infernale.
Era bastata solo la forza del pensiero per far sì che i chiodi fuoriuscissero dalle mani e dai piedi, e qualche istante dopo, essi avevano smesso di sanguinare, così come le ferite che si estendevano numerose sul suo corpo.
E poi, aveva avuto paura. Paura di sfiorarlo, paura di potergli fare ancora del male. Cosa si poteva provare nel toccare un’anima? Era degno di toccarla?
Ma non aveva avuto in tempo di pensare ancora, perché re Yammer era sceso lì di persona, comparendo davanti a lui in tutta la sua gigantesca mole.

“Re Yammer… Ci incontriamo di nuovo” – aveva detto Vegeta, serio.
“Nella circostanza sbagliata, a quanto pare”.

Vegeta aveva sfoderato un piccolissimo sorriso mesto, lasciando che la sua aura si affievolisse.

“Sei stato molto coraggioso…” – aveva aggiunto – “Hai fatto la cosa giusta e…”.
“Che cosa vuole, re Yammer?” – aveva tagliato corto Vegeta.

Il burocrate si era preso una lunga pausa prima di proseguire. Era la cosa più difficile che avesse mai detto nella sua vita.

“Non puoi portarlo via da qui”.
“Questo non è il suo posto, e lei lo sa bene”.
“Ne sono consapevole ragazzo mio, ma ci sono delle cose che non si possono cambiare…”.
“E’ solo un ragazzo, ed è innocente. Si trova qui per causa mia. Ed io voglio poter fare qualcosa. Voglio poterlo salvare” – aveva stretto i pugni con forza, gestendo meglio che poteva la sua rabbia e la sua potenza – “Dannazione. E’ mio figlio anche lui”.

Re Yammer era a dir poco esterrefatto. Quello non aveva niente a che fare con il Vegeta che aveva conosciuto tanto tempo fa, il principe sanguinario che era morto per ben due volte.
Era un uomo nuovo, un uomo migliore. Era un padre che avrebbe fatto qualunque cosa per i suoi figli, soprattutto per quel figlio che non aveva mai conosciuto.

“Prenda me” – aveva detto ad un certo punto il principe dei saiyan, lasciando il burocrate completamente spiazzato – “Prenda me al suo posto”.

“Tu?? Ma cosa stai dicendo figliolo?”.
“Ha capito bene! La mia vita per quella di mio figlio. Metta me su quella ruota se è necessario, ma fatelo andare via”.

Il suo appello era stato così accorato che persino il cuore duro e temprato dagli anni di re Yammer si era ammorbidito. Sentiva il suo tormento, lo leggeva nei suoi occhi. Era molto più grande di qualsiasi tipo di dolore che avesse mai visto in quel luogo, e si trattava del Regno degli Inferi. Ma questo non cambiava le cose. Non poteva prendere la sua vita per quella di suo figlio.

“Mi dispiace ragazzo, io…”.

“Ehi! Re Yammer! Mi sente??”.
“Ma questa è la voce di re Kaioh!” – aveva esclamato lui.
“Cosa? Quel re Kaioh?” – aveva domandato Vegeta.
“Sì ragazzo, sono proprio io! Lascia che io ti faccia i miei complimenti. Sono fiero di te Vegeta” – ed era vero. Ciò che aveva fatto era stato sbalorditivo, e lui stava scalpitando per poterglielo dire.
“La ringrazio, ma questo non è il momento dei convenevoli! Voleva dirmi qualcosa, non è vero?”- non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma nel suo cuore si era accesa la fiamma della speranza. Forse, quello strano essere poteva fare qualcosa per lui.

“Proprio così ragazzo! Devi sapere che mentre eravate impegnati a combattere quelle anime, mi sono messo in contatto con il capo dei saggi dei namecciani, spiegandogli come stavano le cose”.
“Non mi starà dicendo che…”.
“Proprio così ragazzo! Erano così commossi dalla storia di tuo figlio che non hanno esitato neppure per un attimo. Hanno recuperato le sfere e hanno invocato il loro drago! Sono in contatto con te Vegeta, e stanno solo aspettando che tu esaudisca il tuo desiderio!”.

Non riusciva quasi a crederci.

“Io… io non la ringrazierò mai abbastanza” – aveva ammesso, cercando di frenare l’entusiasmo.
“Bene ragazzo! Esprimi il tuo desiderio!”.

E, dopo aver preso un bel respiro, lo aveva detto senza nessuna esitazione.

“Io desidero che mio figlio torni in vita”.

*


Stavano tutti bene. Tutto era finito per il meglio, e i saiyan stentavano quasi a credere a ciò che era capitato loro.
Chichi, Gohan, Crilin, Tarble e tutti gli altri erano tornati normali, compresa C18! E pensare che erano convinti che lei non avesse un’anima!
Chichi e Bulma avevano dedicato tutte le loro energie a Goten e a Trunks, che finalmente si erano ridestati, abbracciando felici le loro madri.
Ogni cosa era tornata alla normalità. Solo una persona mancava ancora all’appello. Questo qualcuno era Vegeta.

“Mamma, dov’è papà?” – aveva chiesto Trunks a Bulma.
“Sì Bulma… Dov’è Vegeta?” – aveva domandato a sua volta Goten.

Era commovente vedere che il loro primo pensiero era stato dedicato alla persona che amavano più di tutti. Nella confusione generale, Moon e Bulma avevano dimenticato di spiegare agli altri cosa avesse deciso di fare Vegeta, e il fatto che stesse impiegando tutto quel tempo stava facendo pensare loro che qualcosa fosse andato storto. Era vero che avessero urlato a Goku di non distruggere la porta, ma egli era stato l’unico ad aver capito ciò che era accaduto, ed era stato l’unico, insieme a loro due, ad aver sperato che la cosa volgesse al meglio.

“Vedi tesoro, tuo padre…”.

Ma Bulma non avrebbe mai finito di pronunciare quella frase, perché la porta del limbo si era aperta, e due persone dall’aspetto identico avevano fatto capolino.

Finalmente, erano di nuovo tutti insieme.

*


Era stato l’attimo più emozionante dell’esistenza di entrambi. Era la prima volta per tutti e due, quasi simile all’attimo della nascita di un bambino, ma in quel caso, il piccolo non sarebbe stato in grado di capire che la persona che aveva davanti fosse suo padre. Per lui, invece, era stato esattamente così.

Aveva aperto gli occhi con estrema lentezza, mettendo a fuoco con fatica la persona che aveva davanti. Non c’era voluto molto per capire chi fosse. Era identico a lui, identico in ogni sua parte. Il viso, gli occhi, i capelli, persino le loro orecchie erano identiche. C’era solo una cosa che li differenziava. L’espressione della persona che aveva davanti era un’espressione più matura, più saggia, l’espressione di chi aveva lottato, sofferto e di chi aveva vinto perdendo però per strada qualcosa di importante.
Per tutta la vita aveva desiderato incontrarlo, immaginando come potesse essere, per poi scoprire che era mille volte meglio di come avesse potuto immaginare.

Si era tirato su sui gomiti, indeciso sul da farsi. Avrebbe voluto chiamarlo, ma temeva il suono di quel nome.
Ma poi, guidato dall’istinto, lo aveva fatto, e tutto era stato più semplice.

“Padre…”.
“Andiamo a casa, figliolo”.

*

 

Non avevano esitato neppure per un secondo. Trunks e Goten si erano liberati dall’abbraccio delle madri, correndo ad abbracciare l’uomo che aveva salvato loro la vita. Vegeta era rimasto tutto d’un pezzo, evitando di scomporsi, ma Bulma e Chichi, così come tutti gli altri, avevano visto chiaramente il lieve rossore che aveva colorito le sue guance.

“Sei, sei davvero tu?” – aveva chiesto Moon al ragazzo che stava accanto a Vegeta, tremando per l’emozione.
“Madre…” – l’aveva chiamata lui la prima volta – “Madre…”.

Probabilmente, quello era stato il primo vero gesto d’amore che la saiyan aveva avuto per suo figlio. Moon l’aveva raggiunto, abbracciandolo in modo un po’ impacciato all’inizio, ma stringendolo sempre con maggiore forza, quasi come se stesse cercando di farlo divenire parte del suo corpo, parte della sua anima.

“Ma com’è possibile? Loro avevano detto che…”.
“Scommetto che c’è lo zampino di noi sappiamo chi, non è vero?” – aveva detto Goku, tagliando corto.
Vegeta aveva annuito in silenzio, sorridendo sereno. Era meglio che nessuno di loro sapesse delle sfere del drago.

“Fratello…” – Tarble era rimasto in disparte per troppo tempo, e alla fine aveva ceduto. Era letteralmente piombato addosso sia a Vegeta che a Vegeta jr, abbracciandoli come meglio poteva data la sua piccola mole.
“Ehi… La vuoi piantare??” – lo aveva ammonito Vegeta.
“Già… zio, per favore…”.

Erano simili anche nel carattere Vegeta e suo figlio. Entrambi erano diventati rossi, e stavano facendo finta di spingere via il saiyan che imperterrito continuava a stringerli.

“Ora devi raccontarmi come cavolo hai fatto a fare quello che hai fatto!” – aveva chiesto Tarble, curioso.
“Fatto cosa?” – avevano chiesto Goku e gli altri terrestri.
“Fatto cosa??? Era circondato da un’aura dorata potentissima!! Aveva i capelli lunghissimi e biondi e gli occhi di un azzurro intensissimo! Persino il suo viso era mutato… Sembrava che non avessi le sopracciglia!”.

A quel punto, il Son, i suoi figli, Trunks e tutti gli altri avevano spalancato la bocca, increduli.

“Hai raggiunto il terzo livello del super saiyan???” – Goku era piacevolmente sorpreso – “Urca amico mio! Sono felice per te! Ero certo che ce l’avresti fatta anche tu!.
“Papà!” – Trunks era al settimo cielo – “E’… è straordinario!”.

“Super saiyan?” – aveva chiesto Vegeta jr, dando voce ai pensieri di tutti i saiyan presenti.
“Sì, ragazzo” – era intervenuto Junior, sorridente – “Quello che sei diventato anche tu poco prima di perdere la vita”.

A quel punto, si era aperto un intero universo fatto da cose da dire.

Epilogo

Avevano deciso di rimanere su Neo-Vegeta-Sei. Tutti, senza nessuno escluso.
Era stata una decisione presa con il cuore da Vegeta e da tutti gli altri, desiderosi di conoscere Vegeta jr e di mostrarsi per quello che erano veramente.
Il principe dei saiyan aveva deciso di allenare suo figlio per insegnargli a controllare i suoi nuovi poteri, permettendogli così di difendere al meglio il proprio pianeta. Il ragazzo aveva accettato di buon grado quella proposta, ansioso di trascorrere del tempo con suo padre e con i suoi fratelli.

Vegeta e Goku avevano dato spettacolo durante una delle loro esibizioni, scoprendosi perfettamente alla pari. I loro due primogeniti si erano scoperti particolarmente affini, e in pochissimo tempo, la potenza di Vegeta jr era arrivata ad eguagliare quella di Gohan. Trunks e Goten si erano allenati molto a loro volta, ma preferivano trascorrere il tempo in compagnia di Tarble che adorava mostrare loro pianeti lontani.

Ovviamente, tutto quello era stato possibile dopo l’imbarazzantissimo discorso che Vegeta aveva avuto con Bulma e Moon.
Il saiyan sarà anche stato in grado di scontrarsi contro avversari pericolosissimi con estrema impavidità, ma affrontare con tranquillità due donne così agguerrite non era davvero una cosa che poteva sostenere a cuor leggero.
Dopo una serie di balbettii inconsueti e incoerenti, Vegeta aveva ammesso di non ricordare niente di quella notte, ma che qualunque cosa avesse fatto era stata un errore.

‘Perché io deciderò sempre e comunque di tornare sulla Terra… con Bulma…’ – aveva ammesso, cercando di mantenere la calma.

L’etichetta e il buonsenso avrebbero voluto che quella conversazione rimanesse tra di loro, ma in meno di cinque minuti, tutto il castello aveva saputo che in realtà non era accaduto assolutamente niente durante quella fatidica notte, perché Vegeta non reggeva assolutamente alcun tipo di alcolico e aveva avuto appena il tempo di farsi togliere i vestiti da una Moon che aveva deciso di organizzargli un tranello.
Bulma, contrariamente a qualsiasi tipo di pronostico, aveva reagito in maniera più che ragionevole, evitando di linciare la saiyan, o di provarci, almeno, e questo perché la splendida donna dalla lunga coda di scimmia aveva invocato il suo perdono, mostrandosi davvero dispiaciuta per ciò che aveva architettato.
E la turchina aveva chiesto a sua volta scusa alla persona che aveva accusato di tradimento, giurando a lui e a se stessa che se avesse sentito ancora una voce del genere avrebbe chiesto al diretto interessato, l’unico di cui era in grado di fidarsi.

Quello che il castello non poteva sapere, era ciò che Vegeta aveva detto in seguito a Moon, ma questo non è giusto che lo sappiate neanche voi, almeno per il momento.

6 mesi dopo…

“Trunks! Andiamo fratellino, per favore, cerca di sbrigarti! Non vorrai fare tardi proprio oggi!” – Vegeta jr. stava bussando alla porta della stanza di suo fratello da diversi minuti, in preda al panico. Era bellissimo nella sua divisa da cerimonia, e la sua agitazione non aveva corroso il suo aspetto così fiero e regale.
“Arrivo!” – aveva urlato Trunks, aprendo la porta dopo qualche istante. Indossava la stessa identica divisa di suo fratello, e aveva gli occhi colmi di gioia.
“Ma quanto tempo ti ci è voluto?? Stavo iniziando a pensare che ti avessero rapito!”.
“Oh, per favore, non dirlo neanche per scherzo! Mi è bastato una volta!”.
“Hai ragione, ma ora cerchiamo di sbrigarci. E’ davvero molto tardi”.
“Subito”.

E, proprio come aveva temuto Vegeta jr, erano stati gli ultimi ad arrivare, o quasi.
La sala del trono era stracolma di saiyan in alta uniforme. Il generale Kaharot e il suo plotone si erano disposti al centro della sala, nel corridoio centrale, distribuendosi in parte sulla destra e in parte sulla sinistra, in attesa che arrivassero coloro che stavano attendendo con ansia.
In cima alla scalinata, propri davanti agli scanni reali, si trovavano due figure diverse, ma che avevano lo stesso, identico compito.

“Ancora non credo che stia per accadere sul serio!” – aveva esclamato Yamcha a Tenshinan.
“Già… Chi l’avrebbe mai detto?”.
“Non vedo l’ora di vederli arrivare! E ci sono anche i genitori di Bulma!” – aveva aggiunto Rif.
“Io ancora non credo che siano riusciti a portare qui un prete! Guardatelo, poverino… è terrorizzato!” – aveva aggiunto Crilin.
“Ma la volete piantare?? Impiccioni, chiudete il becco!” – li aveva ammoniti Junior.

Qualche istante dopo, senza troppe cerimonie, due saiyan erano comparsi davanti gli scranni, e non due saiyan qualsiasi, bensì due fratelli che finalmente si erano ritrovati dopo tanto, troppo tempo, due fratelli diventati più uniti che mai.
Vegeta e Tarble indossavano due divise leggermente diverse per scelta del colore, ma entrambi facevano la loro splendida figura. Ed entrambi erano tremendamente nervosi, e lo evinceva dal fatto che fossero rigidi come due manici di scopa.
Goku e Crilin erano gli unici a poterli capire. Dopotutto, erano gli unici del loro gruppo di amici ad essersi sposati.

“Urcaaaa!!! Guardate come sono nervosi ragazzi!” – aveva detto Goku ai suoi due bambini – “Credo che a Vegeta stia per venire un infarto!”.
“PAPA’!!” – lo avevano ammonito i due piccoli Son all’unisono, scuotendo il capo, increduli.
“Ma che cosa ho detto di male??” – aveva piagnucolato Goku, offeso, pentendosene un attimo dopo per l’occhiata assassina che Vegeta gli aveva lanciato.

Goten era al settimo cielo.
Nei mesi trascorsi su Neo-Vegeta-Sei si era avvicinato molto di più a Goku, scoprendo di avere non un papà, ma addirittura due, che lo amavano a dismisura. E poi, aveva tre fratelli e uno zio. Quale bambino era più fortunato di lui?
Sorridendo, Trunks gli si era avvicinato, parlandogli sotto voce.

“Li hai presi?”.
“Sì, me li ha dati prima la mamma… Mamma mia, spero di non fare qualche figuraccia e di non cadere giù per le scale!”.
“Andrà tutto bene fratellino, ne sono sicuro!”.
“Forza ragazzi” – li aveva richiamati all’ordine Vegeta jr, dopo averli raggiunti – “Stanno arrivando. Credo proprio che sia arrivato il momento di andare”.

E il momento solenne era giunto per davvero.
Le due donne, le due bellissime spose, con tanto di damigelle terrestri e non, avevano varcato la soglia, mostrandosi in tutto il loro splendore.
Moon e Bulma indossavano due abiti da sposa terrestri, ma molto, molto diversi fra di loro. Mentre quello della saiyan era molto più sobrio, strettissimo in vita, con le maniche cucite di un velo sottilissimo che le lasciava le spalle scoperte e la gonna dello stesso tessuto che metteva in mostra – senza essere volgare – le belle gambe scolpite, quello indossato da Bulma era un abito da sposa romantico, elaborato, con un’ampia gonna riccioluta e un lungo strascico, e aveva preteso che il velo le coprisse il viso. Quest’ultimi aveva voluto un mazzetto fatto di rose bianche, mentre Moon si era rifiutata di portarlo. Nessuna delle due aveva optato per il bianco, scegliendo invece un bellissimo color panna che faceva risaltare la carnagione di entrambe.
Le damigelle, fra cui annoveriamo C18, Videl e Chichi, erano vestite tutte allo stesso modo, ed erano forse ancora più emozionate delle due spose.

Nel vederle avanzare, i due fratelli saiyan si erano avvicinati, e dopo un attimo di smarrimento, Tarble aveva parlato al fratello, strappandogli un sorriso.

“Presumo che entrambi siamo ancora in tempo per organizzare una fuga plateale”.
“Tsk… Ci troverebbero anche se ci nascondessimo in una galassia parallela, fidati” – gli aveva risposto Vegeta, più serio che mai.

Tarble aveva sorriso, sereno.

“Non ti ringrazierò mai abbastanza, lo sai, vero?”.
“Non devi ringraziarmi affatto, invece. L’ho solo aiutata ad aprire gli occhi, ma se non avessi fatto la tua mossa, quest’oggi non sarei qui con te”.
“Lo sai che ti voglio bene, vero?” – aveva aggiunto Tarble, sfidando la sorte.
“Tsk, lo so… Lo so”.

*


La cerimonia era stata davvero bella, nonostante gli intoppi causati dal totale e completo imbarazzo di un Vegeta che aveva risposto alle domande canoniche di un prete a dir poco terrorizzato con dei semplici cenni del capo e aveva dato un bacio a Bulma che definirlo tale sarebbe stato veramente eccessivo e forse anche fuori luogo.
Goku e Chichi avevano fatto da testimoni l’uno a Vegeta e l’altro a Bulma, mentre Vegeta jr e Gauda, il capitano della torre di controllo, erano stati i testimoni di Moon e di Tarble.
Ai piccoli Goten e Trunks era toccato portare gli anelli, e nonostante l’ansia di cadere giù per le scale di Goten e l’agitazione di Trunks, tutto era andato per il meglio.

Tarble e Moon e Bulma e Vegeta erano diventati marito e moglie, e nessuno, a parte loro, avrebbero potuto cambiare le cose.
Quello era stato davvero il giorno più bello delle loro vite.

*


Ma c’era ancora qualcosa da mettere a punto, qualcosa che non poteva più aspettare. Così, era stato durante la cerimonia che Vegeta aveva rinunciato al trono in favore di suo fratello e di Moon, a patto che il primo in linea di successione fosse stato Vegeta jr, annunciando che presto sarebbero tornati tutti sulla Terra. Ma era stato proprio quest’ultimo a spiazzare tutti, principalmente i suoi genitori, decidendo di seguire suo padre.

“Che mia madre e il mio popolo non me ne vogliano, ma non è al trono che ambisco. Andrò sulla Terra con mio padre, se lui vorrà. E’ il minimo che io possa fare per l’uomo che ha proposto di prendere il mio posto all’Inferno”.

Vegeta doveva ammettere che la sorpresa fosse stata grande, ma che la gioia nel suo cuore lo fosse ancora di più. Era partito per conoscere suo figlio, e alla fine aveva ottenuto molto, molto più di quanto avrebbe mai potuto aspettarsi.
Aveva ottenuto un figlio, una cognata e un fratello devoti, un popolo che lo stimava sopra ogni possibile immaginazione, aveva ottenuto la fiducia incondizionata dei suoi amici, ed ultima, ma non ultima, aveva avuto la mano di quella donna che con il suo amore e la sua pazienza aveva aiutato il suo cuore di pietra a mutare.
Vegeta aveva finalmente capito che l’umanità non era una debolezza, bensì il dono più grande che potesse mai desiderare, e voleva trascorrere tutta la vita che aveva davanti per viverla pienamente insieme alle persone che amava, senza tuttavia dimenticare chi era veramente, il principe del nuovo popolo saiyan.

Fine

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Ed eccoci giunti alla fine, facendo le uniche due cose che non si vedranno mai e poi mai in Dragon Ball: un matrimonio in grande stile, e vedere Vegeta rinunciare al proprio trono.
Spero che la cosa non vi abbia sconvolto eccessivamente! L’idea del matrimonio è venuta fuori mentre stavo scrivendo, lo ammetto, e non so neppure se sia ben riuscita o no. Non avevo un’idea precisa per questo finale, escludendo la rinuncia al trono e il ritorno di Vegeta sulla Terra al fianco della sua Bulma.
Finalmente, anche quest’ultima ha imparato una lezione: mai fidarsi delle voci, ma andare sempre alla fonte. Ebbene sì, alla fine Yamcha aveva ragione! Quasi non si ci crede!
Moon e Tarble alla fine hanno deciso di fare la cosa più sensata dell’universo: sposarsi. Sono così contenta per loro che quasi mi viene da piangere! *Sigh!*

Ma ripercorriamo tutto con calma.
Non potevo assolutamente lasciare Vegeta jr in quel posto infernale. Ne andava della mia dignità! U.U
Lasciatemi dire che re Kaioh è un geniaccio e che re Yammer e la sua burocrazia hanno rotto le scatole! ESSERE INSENSIBILE!!

Però, l’importante è che tutto si sia risolto per il meglio!
Ragazzi miei, che dire? Tutto questo delirio non sarebbe mai e poi mai avvenuto senza la vostra pazienza e il vostro supporto.
Posso solo ringraziarvi un miliardo di volte, sperando di sentirvi ancora, in futuro! Siete stati di grande conforto e sprono, e non lo dico tanto per farmi bella.
Il mio lavoro senza di voi non avrebbe senso, non mi stancherò mai di ripeterlo. =)
Grazie di vero cuore!
Sempre vostra
Cleo
   
 
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