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Autore: Swish_    11/11/2012    0 recensioni
Andrea era una ragazza semplice, senza troppi vizi o aspettative. Aveva una vita che le soddisfaceva, con una buona famiglia, un ragazzo bellissimo e amici fedeli. Ma tutto cominciò a prendere una piega diversa quando i suoi occhi incontrarono quelli di Alex, un ragazzo al di fuori di ogni regola, con fascino enigmatico e molti più segreti di quanti se ne potessero immaginare. Dopo il suo incontro, col passare del tempo tutte quelle piccole cose che le rendevano la vita così soddisfacente andarono a perdersi... A cominciare dalla rottura col proprio ragazzo, che confessò di averla tradita. Tutto questo aveva senso?
Era stato il caso... O forse in fin dei conti tutto ciò era stato per volontà di qualcuno?
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capire che qualcosa sta cambiando. Che tutto riesce a prendere una piega anche se essenzialmente non c’è senso logico che prenda. Quando l’impossibile si realizza, l’impensabile ti accade... E finisci per farci l’abitudine, ai cambiamenti.
Lei non sapeva se fosse giusto o meno tutto questo, ma qualcosa di certo c’era. Lui la guardava. Ogni giorno, ogni momento, ogni attimo passato a pensare alla sua testardaggine, la sua forza d’animo...  Il suo sorriso, lo cambiava. Era tutto ciò che lui non avrebbe mai potuto immaginare di poter desiderare, ma l’aspetto più preoccupante era il fatto stesso che anche solo pensare a lei lo cambiava. Ogni volta avveniva come un terremoto all’interno del suo animo. Un terremoto così devastante da abbattere ogni barriera psicofisica; era più forte di lui, lo sconvolgeva, ed era qualcosa di inaccettabile. Niente e nessuno era mai riuscito a metterlo in dubbio, lui era la forza stessa fatta persona, lui non si inceppava in cose del genere. Lui amava solo sé stesso... Prima di incontrare lei. E ora invece guardarla sembrava come una tentazione... Un vizio incessante che non faceva altro che picchiargli nella testa dall’alba al crepuscolo; per non parlare delle notti che col tempo lui affrontava sempre più con difficoltà. Era incredibile, un punto fisso, e lui l’aveva finalmente capito. Lo stava accettando. Ma come affrontare questa malsana ossessione? Come accettare il fatto che non sarebbe mai stato davvero possibile lasciarsi andare a questi insensati imprevisti banalmente umani?
Prima lei era innamorata. Ora solo ferita. Amava pensare spesso di avere qualcuno accanto, anche quando era sola. Almeno fino al tradimento. Ora ignorava ogni aspetto sentimentale, si limitava a sorridere. Viveva delle gioie altrui, lei. Viveva soprattutto del sorriso che riusciva a provocare. La ricaricava, le dava la forza necessaria per continuare. E proprio quando uno di quei suoi stessi sorrisi incontrò gli occhi suoi, non ci fu più barriera che tenesse.
Spesso si paragona l’essenzialità della persona amata all’aria, ma per lui non era così. Lui amava paragonarla alla brezza leggera che gli sfiorava il viso appena scorte le acque salate del mare. Il colore della sabbia al tramonto gli ricordava il vivo riflesso dei suoi capelli alla luce del sole.
O meglio, lui cercava almeno di paragonarla al vento, o alla brezza, o alla sabbia, o al tramonto... Ma il paragone in sé gli sembrava inconcepibile. Col tempo si rese conto che nulla poteva rendere la sua bellezza, più che altro, il mare al tramonto glie la ricordava e questo bastava a consolare la sua anima dannata, almeno per un po’.
E per l’ennesima volta, per l’ennesimo giorno, lei lo vide.
I suoi occhi equivalevano ogni qual volta ad un tonfo al cuore; quel suo atteggiamento così spavaldo ed allegro... Con lui prendeva una piega diversa.
Ed anche quel giorno preferì evitarlo. Uscendo dalla sua classe si voltò verso il fondo del corridoio... E fu un ennesimo tonfo verso l’abisso del proprio essere. Sentiva addosso i suoi occhi oceanici seguirla fino all’uscita. Il peso orribilmente pressante del suo sguardo... Era così snervante.
Ma tanto lui l’aspettava, appoggiato al muro con le braccia conserte e lo sguardo penetrante; l’aspettava come tutti gli altri giorni. Forse come tutta una vita. Una vita eterna e dannata, ma pur sempre una vita dopotutto.
Sì, l’aveva capito.
   
 
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