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Autore: aliasNLH    14/11/2012    4 recensioni
«Mio padre era un Mangiamorte, Potter, e nel caso la cosa ti fosse sfuggita io sono stato scagionato da tutte le accuse» sibilò chiaramente alterato «sottospecie di Grifondoro ritardato. Cerca di pensare prima di aprire quella tua boccaccia».
«Hai un bel tatuaggio sul braccio, serpe rincoglionita, sempre se tu te ne sia reso conto ovviamente» storse il naso Potter, sorridendo come ad evidenziare l’ovvio.
«Chiedimi scusa prima che ti faccia rinchiudere per oltraggio alla pubblica decenza» Malfoy ringhiò quelle parole ad un niente dal naso del moro.
«Peter Parker indosserà una calzamaglia rosa shocking prima che io chieda scusa ad uno come te» ricambiò Harry con altrettanta veemenza, puntando le mani ai fianchi e piegandosi a propria volta per guardarlo negli occhi. Detestava quella parte da quando Malfoy era cresciuto in altezza più di lui.
«Chi diavolo è Peter Parker?»
«Una persona troppo importante perché tu la conosca, Mangiamorte».
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Il trio protagonista, Neville Paciock | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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                     Reverse.

 
 
[Dove la situazione non è tanto male… Di più!]
 
    «Così non si può andare avanti, lo capisci vero?» Hermione Granger, Caposcuola e presunta (perché quanto ci sia di vero, nell’affermazione a seguire, è ancora tutto da chiarire) migliore amica del Salvatore del Mondo Magico della loro generazione.
    Altresì definito Harry Potter.
    Ma dal suo punto di vista potete anche dimenticarvi del nome.
    Perché, il sempre sopracitato Potter, si trovava nella condizione di finire a marcire in un angolo del castello sotto forma si spirito vagante. E si sa che gli spiriti vaganti non hanno un nome.
    Solo soprannomi.
    Che ne pensate di Sfregiato? (No, a chiunque se lo chiedesse, non è stata un’idea mia. Un biondino di passaggio me l’ha suggerito in cambio di una piccola proroga della sua comparsa. Povero, non aveva finito i compiti di Pozioni).
    «Non vedo il problema» Harry Potter, stravaccato su una delle poltrone della Sala Comune, stava leggendo una copia del Cavillo che qualcuno – probabilmente Ginny – aveva dimenticato davanti al camino.
    «Non capisci…?»
    Ron si chiese se non fosse il caso di alzarsi dalla comodissima poltrona, che lo ospitava da ormai un paio d’ore – quando quella discussione era cominciata – e andare a pararsi tra quei due. Davvero, non capiva nemmeno lui il problema.
    Chissà cos’aveva tanto da lamentarsi Hermione.
    In fondo Harry aveva solo sfottuto il furetto brillantinato e si erano rotolati per un po’ senza che nessuno li fermasse. E poi il moro aveva rimediato solo un occhio nero e un graffio sulla guancia.
    Il Serpeverde invece aveva qualche ciocca di capelli in meno ed entrambi gli occhi pesti.
    Era una buona azione quotidiana.
    «La Professoressa McGranitt ha tolto duecento punti a Grifondoro. Duecento» ripeté, raggiungendo toni che mai aveva sfiorato prima. Persino Neville, impegnatissimo a leggere l’ultima uscita di Pollice Verde – la Bibbia per chiunque anche solo apprezzasse Erbologia – alzò gli occhi per un nanosecondo.
    «Tanto i punti che perdo li recuperi tu subito» alzò le spalle Harry, deciso a non farsi deconcentrare da tali quisquilie. I Paddelngton United avevano perso un’altra partita, accidenti.
    «Ma ti sembra una cosa su cui contare?» strillò scocciata la mora, altrettanto determinata a non lasciare cadere la questione.
    «Perché? È vero».
    «Ronald! Tu non intrometterti!» Ron decise saggiamente di battere in ritirata. Quando Hermione lo chiamava a quel modo gli ricordava troppo sua madre e lui, povero, troppi traumi infantili non li poteva più sopportare. Doveva tenersi qualcosa per l’adolescenza.
    «Insomma Harry!» esclamò per l’ennesima volta.
    Nessuno ne poteva veramente più.
    Non Neville che aveva alzato nuovamente la testa dal libro per sospirare affranto. Non Ginny, che era tornata a recuperare la propria rivista e aveva sentito quanto era stato detto negli ultimi due secondi, decidendo che ne aveva già abbastanza e che se ne sarebbe tornata in camera. Al diavolo la nuova ricetta per la lozione dei capelli.
    Non Seamus e Dean, che passavano più tempo dietro ai casini che stavano nascendo piuttosto che al loro personale divertimento, e quello non era affatto giusto.
    Né Hermione, che ne aveva fin sopra i capelli, e questo era tutto dire.
    Non Ron, nonostante si divertisse da morire nel vedere il Malfuretto uscirne malconcio.
    Sì, perché non passava giorno che quei due idioti non si mettessero le mani addosso. Sfortunatamente togliendole solo dopo aver lasciato dei souvenir non esattamente graziosi all’altro.
    «Mi spieghi perché?» sbottò alla fine Hermione, dopo un paio di minuti di snervante silenzio, mentre sperava che Harry riflettesse sull’accaduto – quando in realtà stava contando quanti galeoni aveva perso nella scommessa con Seamus, sui Paddelngton –.
    «Perché, cosa?» chiese invece questi distrattamente, sfogliando la rivista fino ad arrivare al capitolo dedicato ad una miracolosa lozione per capelli, si stava giusto chiedendo se avrebbe potuto aiutarlo nel domare il cespuglio – l’ultima battuta di Malfoy l’aveva colpito nel profondo del suo spirito estetico – che si trovava in testa.
    «Non mi dire che non mi stavi ascoltando?» i ricci abitualmente arruffati della ragazza sembrarono diventare ancora più aggrovigliati e selvaggi. Fu solo per forza dell’abitudine che Ron si mise sulla difensiva, chiudendo le gambe e tirandosi indietro.
    «No» ammise ingenuamente, chiedendosi oltretutto di cosa diavolo stesse parlando.
    «Non mi ascoltavi…»
    La catastrofe.
 
***
 
    «Stai decisamente superando il limite, te ne rendi conto, vero?» Pansy Parkinson non è mai stata la pazienza fatta persona, ma quel giorno somigliava più che mai ad una Banshee inferocita dopo che il cantante di turno le ha soffiato la scena al festival della Cultura Musicale del Mondo Magico.
    E tutto per quel decerebrato teppistello biondo che si ostinava a scarrozzarsi dietro da anni con il nomignolo di migliore amico.
Altrimenti detto Draco Malfoy.
    E se ne fregava altamente del suo secondo nome.
    «Non capisco proprio a cosa ti riferisci» fu la serafica risposta che la raggiunse da oltre la spalliera del divano, dove Draco Malfoy se ne stava comodamente sdraiato e apparentemente in pace con il mondo intero.
    Pansy ebbe come l’impressione che i capelli le si sollevassero con la sola forza della rabbia.
    «Non capisci?» strepitò «oggi la McGranitt ci ha tolto duecento punti per la tua bravata ai danni di Potter».
    «Li hanno tolti anche a loro» liquidò la questione con una scrollata di spalle rilassatissima.
    «E così adesso ci troviamo terzi dopo Tassorosso!!»
    «E Grifondoro è quarto. Non va bene?»
    «No che non va bene! Non è una gara solo con i Grifondoro!  Di questo passo rischiamo di non vincere la Coppa delle Case nemmeno quest’anno!!»
    «Tanto i punti che perdo ce li ridà Piton con gli interessi» altra scrollatina di spalle, e per un momento Pansy si chiese da chi avesse imparato un gesto tanto rozzo «non ti preoccupare».
    «Ma ti sembra un ragionamento da fare?»
    «Perché? È vero».
    La mora avrebbe veramente desiderato prendere di peso il biondino e gettarlo nel bel mezzo della foresta proibita senza bacchetta, una candela in testa e con un cartello che diceva “Venite a mangiarmi, sono buono”.
    Daphne e Theo si guardarono per un breve momento prima di tornare ognuno alla propria occupazione: strappare i petali di una margherita carnivora per sapere se il suo amore l’amava o meno (il fatto che lui non ne fosse ancora a conoscenza non importava, i Grifondoro dovevano essere sempre gli ultimi a sapere) e stilare una lista di bevande illegali che sarebbero dovute essere imbucate alla prossima festa clandestina.
    Nessuno dei presenti quindi poteva prestare seriamente orecchio alle lamentele che la ragazza strillacchiava da ormai un’ora. Dove cavolo erano gli stupidi di Serpeverde quando servivano? Tiger e Goyle, tanto per fare un esempio. Quelli sì che sarebbero rimasti ad ascoltare il suo monologo – perché rifiutava di considerare le risposte di Draco come parte della conversazione – come fosse la Madonna di Lourdes.
    «Dove diavolo è quel rincoglionito di Blaise?» sbottò alla fine.
    «Cos’è? Aspetti che io non sia nei paraggi per insultarmi?» eccolo l’altro ingrato migliore amico, che insieme al teppista biondo la facevano dannare un giorno sì e l’altro pure.
    «Dov’eri? Non hai idea di quello che-» cominciò ad alzare la voce la mora, abbandonando per un momento il fianco della piaga numero uno e piazzandosi con le mani sui fianchi davanti alla numero due. Per quel giorno almeno.
    «Lo sai che così somigli proprio alla madre di Weasley?» scosse la testa seriamente, come fosse sinceramente sconcertato dal fatto «E le rughe non è che siano omaggio-»
    «Tappati quella fogna» sibilò, interrompendolo.
    «Ma si può sapere cos’è successo?» chiese finalmente il moro, vedendo lo stato dei capelli di lei e le facce scure dei compagni – eccetto ovviamente il loro ingrato Caposcuola che, nonostante fosse stato eletto grazie al loro appoggio, non faceva un fico secco dalla mattina alla sera – (e dire che Blaise l’aveva detto che sarebbe stato meglio eleggerne un altro, ma no….Silente non da mai ascolto a nessuno).
    «È successo» Pansy sembrava veramente sforzarsi di non gridare qualcosa d’inappropriato per una ragazza di buona famiglia quale era «che quel decerebrato biondo che ci portiamo dietro ci ha appena fatto perdere altri duecento punti. Dico, duecento! E tutto perché non ha saputo resistere al saltare addosso a Potter».
     E poi Blaise si chiedeva perché mai le sfighe non sembrassero venire mai da sole.
    Qualcuno aveva mai provato a chiudere Draco in una stanza e dimenticare accidentalmente la chiave? Avrebbe sicuramente giovato a molti.
    «Draco…» il tono scelto da Blaise era forse l’unica cosa in grado di smuovere il biondino. Più che altro perché gli faceva nascere il desiderio di prenderlo per il collo e rispondergli per le rime «possibile che tu non riesca a stargli lontano? Lo odi a tal punto da volerlo vedere morto e vedere te ad Azkaban? Lo so che adesso che i Dissennatori sono stati rieducati è diventato un luogo più vivibile, ma non credo tu voglia veramente-»
    «Tappati quella fogna, Blaise» sibilò mettendosi a sedere e fulminandolo, gli occhi chiari carichi di promesse che il moro sperò seriamente non sarebbe mai riuscito a mettere in atto.
    «Blay ha ragione» Merlino grazie, Pansy tornò alla ribalta, riportando l’attenzione (e i desideri omicidi) nella sua direzione «questa storia deve finire. O tu ti chiarisci con Potter-»
    «Quello può pure schiattare che io gioirei ballando il tiptap con degli stivali chiodati sulla sua tomba».
    «Wow…» non che Blaise avesse molto altro da dire riguardo alla poetica dell’amico.
    «Lo immaginavo» continuò la ragazza, come se l’interruzione non fosse mai avvenuta «l’alternativa è ignorarlo completamente. Sii superiore e trattalo con aristocratico sdegno, come fai con tutti gli altri».
    Draco mugugnò qualcosa contrariato e tornò a sdraiarsi, posando un braccio sugli occhi. Poggiandolo delicatamente, i lividi stavano cominciando a farsi sentire. Evidentemente avrebbe preferito la seconda opzione, alzò le spalle Blaise, facendo per imboccare il corridoio per le camere.
    Anche Pansy sorrise soddisfatta, accingendosi a riprendere in mano il libro che stava leggendo un attimo prima di venire a conoscenza del disastro.
    Peccato solo Tiger e Goyle avessero deciso di entrare proprio in quel momento in Sala Comune, dopo essere stati a trafugare la dispensa di Piton di pozioni guarenti per il povero principe, confabulando tra loro l’accaduto.
    «…e l’hai sentito quello che ha detto poi, no? Quel Potter».
    «Già, che Malfoy non gli aveva fatto niente».
    «Potter ha detto CHE COSA!?»
    Pansy si unì a Blaise (e ad ogni singolo Serpeverde presente in Sala) in un gemito disperato.
    Decisamente non se ne poteva più.
    E fu la catastrofe.
 
 
Ho appena finito di postare Verrat e già arrivo con una nuova storia su Draco e Harry (che sia una malattia?). Se devo essere sincera non credo che queste due storie possano essere più diverse (se non fosse per il fatto che hanno gli stessi attori, si potrebbe dire che non abbiano praticamente niente in comune), ma ho pensato che – per la mia salute mentale – un po’ di sano romanticismo (?) e del comico facciano più che bene.
Chi leggerà vedrà (se sopravvive).
 
Un bacio
 
NLH

  
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