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Autore: controcorrente    14/11/2012    3 recensioni
Soledad ed Ester. Due sorelle divise. Due vite separate da dieci anni di distanza, improvvisamente riunite per il capriccio della prima. Due donne profondamente diverse. Una provata da 3 grossi sacrifici, l'altra cresciuta con l'ansia del futuro. La loro riunione porterà a delle conseguenze impreviste che mai avrebbero pensato potessero accadere: L'ambientazione è storica ma spero che vi piaccia, indicativamente tra 700 ed 800.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Periodo regency/Inghilterra, L'Ottocento
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LEGAMI

 

I

 

 

Sono molte le cose in cui credevo.

Una famiglia unita.

Una casa in cui poter giocare durante l'infanzia.

Un luogo dove poter dire di essere felice.

Poi ho compiuto sedici anni e ho scoperto che le mie convinzioni non erano appropriate al mondo in cui vivevo.

Che non era vero che mio padre avesse a cuore la propria famiglia.

Che colei che chiamavo madre amasse le sue figlie più di sé stessa.

Che potesse esistere davvero un luogo che fosse adatto alla mia persona.

Avevo sedici anni, quando scoprii il Mondo...e ciò che vidi non mi piacque affatto.

Purtroppo però vi ero dentro...e non potevo fare niente per liberarmi.

 

Soledad rimase perfettamente immobile. Schiena dritta, mani congiunte, testa adeguatamente acconciata secondo l'occasione.

Non un capello fuori posto, non un accessorio in difetto od eccesso.

-Sperò che stiate scherzando- disse una voce vagamente stizzita.

L'altra inarcò la fronte.

-Affatto- rispose, posando la tazzina di tè sul tavolo.

Vide il suo petto gonfiarsi e svuotarsi velocemente, come se fosse preda di una delle sue solite crisi.

Lo faceva spesso, quando vedeva che le cose non andavano come desiderava.

Renée De Florie, vedova Escobar e attualmente Lady Montroy, in quel momento, pareva come quelle borse, troppo piene ed ormai in procinto di scoppiare.- Avete la più pallida idea di quello che mi state chiedendo?- disse, con un tono troppo calmo per poter sembrare vero. Non udendo risposta, scoppiò in una risatina. -Mia cara- fece, con un tono derisorio- come sempre, avete voglia di scherzare!...-

La dama bevve un sorso di tè.

- Purtroppo io non ho mai avuto molta attitudine per il senso dell'umorismo.- disse, staccando appena la tazza dalle labbra sottili e ben disegnate - e, comunque, non credo di farvi un pessimo servizio. Ester vi creerebbe solo dei problemi.-

La più anziana appoggiò con rabbia il piattino sul tavolo, caricando una forza eccessiva,  facendo sibilare la porcellana, come se fosse sul punto di rompersi. -Mi state prendendo in giro?- sbottò indignata- Come potete dire una cosa del genere? Rinunciare a mia figlia? Una simile proposta...detta da voi, per giunta!-

Inarcò la fronte, dando al viso una piega minacciosa, che la privò, sia pure per un momento,  della sua bellezza innata. - Ester ha ancora una madre. Ha bisogno di una guida che le insegni il Giusto e lo Sbagliato di questo mondo difficile...come potete privarla in questo modo della guida che le occorre?- domandò scandalizzata.

Soledad la guardò.

- Non lo dimentico. Ma, dopo la morte di mio padre, avete sposato il duca di Montroy. Avete adesso dei doveri coniugali che la presenza di Ester potrebbe solo allontanare. E, comunque, da quanto ho saputo, state progettando per lei un matrimonio.- disse- Non trovate che in queste cose non sia necessaria la fretta? Potrebbe essere deleteria.-

- Non vi permetto di mettere in dubbio le mie decisioni. Ester sposerà Lord Von Gruhnweld, un uomo serio ed ammodo, con una grande esperienza in fatto di Mondo...che sicuramente gioverà alla giovane mente di Ester.- sbottò duramente.

L'altra rimase inespressiva e quel silenzio galvanizzò l'animo della più anziana. - Un genitore sa sempre cosa è meglio per i propri figli, come ogni brava prole che si rispecchi sa che il suo dovere primario è l'obbedienza. - disse, quasi ammonendola.

Soledad sospirò.

-Naturalmente- rispose- il nome della famiglia va salvaguardato. E'per questo motivo che vi chiedo di cedere. Come sorella, è mia preoccupazione unicamente la sua felicità ed il buon nome del casato. Sono convinta che l' urgenza, nella scelta del pretendente, sia un fattore tutt'altro che positivo.-

Renée socchiuse gli occhi.

- Ester è mia figlia- disse, sottolineando l'ultima parole con fare quasi possessivo- e Lord von Gruhnweld è un valido partito. Possiede numerose terre in Prussia, ha diversi agganci nella corte germanica ed è amico del primo ministro di quel Paese. Sotto la sua guida, avrà di certo ogni beneficio e vantaggio.-

-Ne ho sentito parlare. Ha 60 anni e, dopo aver perso le prime due mogli, è ancora in cerca di un erede.- rispose Soledad- Davvero siete convinta che quell'uomo sia adatto? La differenza d'età è quasi imbarazzante.-

Renée soffiò.

-Non siete altro che un'insolente. La maturità non è mai un difetto in un uomo. Ester deve solo sopportare e, se tutto andrà come credo, avrà il futuro assicurato. Volete davvero negarle il futuro? Le libertà di cui ora egoisticamente godete?- fece, con sdegno.

Soledad non si fece intimidire. - Ester è mia sorella, figlia di mio padre.- fece, sottolineando il possesso - Voi, con queste nuove nozze, avete deliberatamente rinunciato all'appartenenza alla famiglia Escobar per entrare in un nuovo casato. Ho saputo che il vostro nuovo consorte ha contratto dei considerevoli debiti in Prussia. Perdite che Lord Von Gruhnweld, con il suo patrimonio, potrebbe tranquillamente compensare. Questo fatto rende la proprietà di Ester assolutamente illegittima. Lei è vostra figlia, non lo nego...ma è anche una Escobar e voi con questo progetto, fatto a nostra insaputa, non fate gli interessi del mio casato.-

Renée impallidì.

-Volete dunque strappare una figlia alla madre?- disse, prima di alzare il tono- COME POTETE MACCHIARVI DI UN SIMILE CRIMINE! VOI NON AVETE ALCUN DIRITTO DI SOTTRARMI CIO'CHE MI APPARTIENE! SIETE UNA DONNA IMMORALE E PRIVA DI OGNI DIGNITA'!-

Le parole della donna rintronarono nel salottino, senza scalfire la più giovane. - Non rivolgetevi a me in questo modo- la ghiacciò- siete una dama di alto rango e vi comportate in modo volgare e imprudente. Vi invito però a non farmi simili accuse. Io comprendo perfettamente il valore del sacrificio, meglio di voi senz'altro...oppure devo ricordarvi che le clausole del mio matrimonio prevedevano l'annullamento dei debiti che voi, con la vostra leggerezza, avete provocato agli Escobar. Deve essere proprio Ester ora a pagare per questa irresponsabilità inconcepibile?-

A quelle parole, calò un improvviso silenzio.

- E comunque, non dimentico che mi avete fatto da madre. Sono disposta a venirvi incontro e provvedere ai problemi che sono sorti.- rispose, aprendo un cassetto.

Gli occhi di Renée si assottigliarono.

Soledad prese alcuni fogli, scritti in una grafia ordinata ed elegante.

-Che cosa sono?- domandò, mentre cominciava a leggerli silenziosamente.

- Un semplice atto che nomina me come tutrice di Ester- fu la risposta- Mi occuperò della sua educazione, completandola. Le assicurazioni da parte dei fidanzati, che giurano di provvedere alla conclusione del percorso di studio delle future mogli, non sono affidabili ed io non vedo la necessità di un matrimonio così affrettato e, per giunta,  poco adatto al nome degli Escobar. Con la posizione che tuttora ricopro posso offrirle di meglio e, inoltre, dato il mio stato, non sono nemmeno assediata dalle vostre medesime preoccupazioni di partorire un erede. Lei avrà il meglio...e, ovviamente, sarete ricompensata.-

Renée non disse niente.

-Ho saputo l'ammontare del vostro debito e, dopo essermi consigliata con persone competenti, vi offro alcuni capitali, provenienti da alcune piantagioni di zucchero a Cuba. Sono delle ricchezze sicure e non prevedono nessun rischio. In questo modo, non ci sarà la necessità di correre ai ripari con un matrimonio così forzato- fece, pronunciando l'ultima parola con una punta di divertimento che l'altra non colse.

Il viso della più anziana era perfettamente assorto nella lettura del documento. Non una volta l'occhio si sollevò verso la più giovane. -La dichiarazione è in regola ma, per Ester...- mormorò, grave.

Soledad sorrise greve.

- Il debito che avete è molto alto e, a quanto ne so, voi non avete detto tutta la verità all'uomo a cui volete dare vostra figlia. Nessuna banca vi darà mai un prestito del genere, non senza garanzie. Vi invito quindi a firmare quell'atto. Tra qualche mese avreste comunque rinunciato a Ester. E, comunque, è un sacrificio necessario a cui tutte le madri devono sottostare...lo sapete anche voi.- disse, con voce piena di odio.

La dama sussultò.

-Mi state forse rinfacciando la vostra attuale condizione?- esclamò, indignata.

Soledad scosse il capo.

-No-rispose- perché non c'è più nulla che voi possiate farmi. Voi avevate fatto una promessa anni fa, a me...e cioé che quello che stavo per fare, non sarebbe accaduto ad Ester, quella figlia che è uscita dalle vostre stesse viscere. Vedo però che la mia obbedienza non è stata ricompensata come avevate promesso...e, per tale ragione, mi trovo costretta a correre ai ripari.-

Renée ringhiò.

- E'così, allora...volete vendicarvi. Voi volete allontanarmi da mia figlia, dandomi una piantagione che si trova lontanissima da Londra...COME POTETE PENSARE CHE ABBIA CUORE DI LASCIARLA QUI!- strillò.

Soledad le rivolse un sorriso maligno e la dama comprese che aveva calcolato tutto, in modo machiavellico e freddo.

- Per il bene della famiglia, sono necessari dei sacrifici- rispose- ogni madre deve prepararsi all'idea di lasciare i propri figli un giorno ed io, assicurandovi il benessere di Ester, vi sottraggo ad una simile pena. Volete forse mettere in dubbio la parola di Soledad de Escobar, vedova del duca Mc Stone? Avete provato, tempo fa, con mano che la mia parola è sempre stata degna di fede. Ester rimarrà con me, che sono sua sorella...e voi, mia cara madre, avrete tutte le assicurazioni che occorrono.-

La matrona sussultò.

La donna più giovane la guardò inespressiva, senza alcuna traccia di emozioni. L'abito, color antracite, scivolava sul suo corpo, evidenziando le sue forme.

-Davvero notevole- disse- avete appena perso vostro marito e già mirate a nuove nozze. La vostra avidità è senza pari. Volete usare vostra sorella per qualche matrimonio d'interesse, non è vero? Non avete bisogno della sua compagnia e siete bella abbastanza per potervi sposare anche voi. Ho molti partiti che sarebbero interessati...-

-No- rispose Soledad- ho già sperimentato il matrimonio e non rientra al momento nei miei progetti. Qualunque sia il vostro pensiero in proposito, non ho nessuna intenzione di mancare di rispetto alla memoria di Alistair, mio marito. Che la mia scelta sia controcorrente o meno, non dipende più da voi...e non siete nella posizione di giudicarmi. Quali che siano i vostri pensieri sul matrimonio che voi stessa avete progettato, non è più importante. Alistair è morto ed io sono libera dal vostro giogo.-

Poi sorrise.

-E comunque- fece - avete lasciato Ester in un collegio all'età di sei anni. Non vedo in ciò un grande attaccamento materno ma, anche se fosse, non trovate che le figlie siano un fastidio? Dover pensare alla dote, sapere che il proprio nome non verrà tramandato...anche se ammetto che hanno i loro vantaggi, come è capitato a me dieci anni fa.-

-Tacete.- sibilò Renée ma l'altra non la degnò di uno sguardo.

-Per esempio, per combinare matrimoni con vecchi a caccia di un erede, oppure pervertiti con la passione per le ragazzine...- fece, noncurante.

-STATE ZITTA!PICCOLA SERPE, MALNATA, COME VI PERMETTETE DI INFANGARE COSI IL BUON NOME DELLA FAMIGLIA?!- strillò.

Soledad la incenerì con lo sguardo.

-Sto solo esponendo un punto di vista e vi prego di calmarvi. Non ha senso un simile comportamento. Siete una nobile e certe cadute di stile possono essere pericolose per la reputazione. Vi consiglio di firmare l'atto e di non eccedere con la mia pazienza. Sapete benissimo che solo io posso aiutarvi e che quel prussiano non può garantirvi le stesse certezze...altrimenti, non avreste fatto una richiesta del genere.- disse...poi il suo tono si fece gelido -ed ora firmate.-

Renèe la guardò.

Il volto della donna era avvolto da un alone di cupo gelo.

-Siete molto cambiata- osservò, prendendo la penna - non siete più la sedicenne timida e silenziosa di un tempo. -

L'altra non la guardò.

- In tutti gli altri eventi, piena è la donna di paure, e vile contro la forza, e quando vede un ferro; ma quando, invece, offesa è nel suo talamo, cuore non c'è del suo più sanguinario. diceva il tragico Euripide. Non abusate della mia pazienza, duchessa. Il mio titolo è superiore al vostro...non vi conviene avermi come nemica.- sibilò con freddezza.

A quelle parole, la donna depose le armi.

Non aveva più davanti a sé la figliastra di dieci anni fa. Ora c'era una dama fredda ed altera, priva di debolezze e tentennamenti. Un mostro, forse, per il suo stesso sesso...e quello che più raggelava Renée era che il merito era solo suo. -E sia- fece- Ester non è più un problema mio.-

 

Allora, questo capitolo per questa originale storica è frutto di fantasia. La società descritta è quella a metà tra settecento ed ottocento. Per una serie di ragioni, trovo delle difficoltà a catalogarla. E'storica per l'ambientazione ma c'è anche del sentimento. Ad ogni modo, spero che il capitolo non sia venuto male. La citazione proviene dalla Medea di Euripide.

Grazie ancora a tutti coloro che mi hanno letto.

   
 
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