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Autore: Tigre Rossa    16/11/2012    8 recensioni
In ognuno di noi splende una luce speciale. Ma questa luce può essere facilmente portata via.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Luce dell'anima

Anni fa, in Cina, esisteva un guerriero forte e coraggioso di nome Tai Lung.
Qualunque nemico si imbatteva sulla sua strada veniva subito battuto.
Non esistevano limiti per Tai Lung.
Era forte, coraggioso, affascinante, seducente ed imbattibile.
Tutti gli abitanti della Valle della Pace pensavano che il Grande Guerriero Dragone sarebbe stato proprio lui e tutte le fanciulle, attratte da lui, non riuscivano a staccargli gli occhi di dosso e lo sognavano ardentemente.
Tutte tranne una.
 
La giovane Tigre si stava allenando per conto suo nei giardini del palazzo di Giada, mentre il vento le scompigliava leggermente il bel pelo striato.
Tigre era appena una ragazzina, ma aveva già il fascino di una tigre adulta.
Dalle linee semplici ed essenziali, il suo corpo manifestava una certa regalità, grazie alla sua bellissima pelliccia striata e le striature molto elaborate, la coda sottile e il profumo di rose ed orchidee selvatiche.
Ma ciò che davvero conquistava di lei erano gli occhi; bellissimi e penetranti, mettevano in soggezione chiunque con un semplice sguardo.
Elegante e sensuale in ogni suo movimento, passava ore ad allenarsi e a migliorare il suo stile kung fu, apparentemente disinteressata alle faccende che le altre fanciulle della sua età amavano svolgere.
Benché avesse vissuto un’infanzia veramente triste e solitaria, prima come orfanella evitata e temuta e poi  come eterna seconda di un maestro che aveva occhi solo per l’amato apostolo maschio, era diventata una persona di buon cuore e aveva una luce luminosa nello sguardo.
Tigre, stavo dicendo, si stava giusto allenando quando un voce la riportò alla realtà.
“Hai un buon tocco, ma dovresti tenere i piedi meno a contatto con la terra.”
Tigre batté le palpebre, infastidita, mentre si voltava verso il pesco da cui era giunta la voce.
“Non hai altro da fare che spiarmi, Tai Lung?” domandò freddamente.
Il giovane saltò dal ramo dal quale aveva assistito agli allenamenti della fanciulla con un leggero sorriso sulle labbra. Gli piaceva come Tigre riusciva a tenergli testa.
Atterrò accanto a lei, nascondendo il suo compiacimento.
Tigre lo squadrò.
Non sembrava proprio che avesse 16 anni. Ne dimostrava almeno 20, grazie ai suoi muscoli, alla sua altezza e allo sguardo forte e maturo.
Tai Lung aveva affascinato tutte le fanciulle della zona con il suo bel pelo a macchie, i baffi perfetti e i muscoli scolpiti, ma lei non ci era mai cascata.
Tai lung si mise dritto, guardando con occhio furtivo la sua compagna di allenamenti.
Era un po’ più piccola di lui, di appena 4 anni, ma dimostrava la sua stessa età. Era diventata molto bella con la pubertà e Tai Lung si era accorto subito che al posto della cucciola sola ed abbandonata ora c’era una giovane e forte guerriera veramente molto sensuale.
Il fatto che Tigre non fosse mai rimasta affascinata da lui lo aveva deluso, e molto, ma era deciso ora più che mai a conquistare quella orgogliosa e ribelle fanciulla più bella di qualunque altra.
Ormai erano mesi che ci provava.
Non era facile conquistarla.
Insomma, non era come tutte le altre, che bastava mostrarle un bel muscoletto o una mossa difficile e poi ti guardava con gli occhi a forma di cuoricini.
Aveva sentito dire da qualche parte che le donne forti hanno bisogno di passioni forti, di amori passionali.
E lui, lentamente, aveva iniziato a tendere i suoi fili invisibili.
Una parola lì, un espressione qua, un’accortezza là e adesso, dopo mesi di frasi lasciate a metà, gesti nascosti e espressioni colorite, mancava solo l’ultimo filo per legarla per sempre nella sua ragnatela.
Strano come cambiano le cose nella vita: colei che per tutta l’infanzia aveva sempre ignorato adesso aveva tutta la sua attenzione.
Lui finse di cadere dalle nuvole ”Non ti stavo spiando.”
Lei arricciò il naso, infastidita “Certo, guardavi il panorama, no?”
Tai Lung sorrise.
Benché Tigre avesse avuto tutte le buone ragioni per odiarlo con tutto il cuore si era sempre limitata a qualche battutina fredda.
“Si, c’era un bellissimo panorama. A proposito, le acrobazie erano per combattere meglio o per mostrare a tutti il tuo didietro? “
Lei alzò infuriata una zampa, sfoderando gli artigli “Ma vai ad importunare qualcun altro, cretino!”
Lui alzò le zampe in segno di scusa “Perdonami! Era solo una battutina scherzosa!”
Tigre ringhiò, abbassando lentamente la zampa. “Fai un’altra battuta del genere e sei morto.”
“Comunque devi stare attenta, Tigre.” disse lui premurosamente “Se ti metti troppo in mostra potresti attirare sguardi indesiderati. Lo dico per te. Ci tengo alla tua sicurezza.”
Lei lo guardò con i suoi occhi profondi, prima di scoppiare a ridere.
“Sguardi indesiderati? IO? Ma tu sei pazzo, Tai Lung!”
“Ti sottovaluti, Tigre.” le disse Tai Lung “Hai 12 anni ma ne dimostri 16, ti muovi con grazia e sensualità, non hai paura di niente, combatti con fascino e decisione e sei più bella di mille ragazze della Valle messe insieme.”
“Io?” continuò Tigre, ridendo.
“Si, tu. Molti maschi della Valle ti guardano con tanto d’occhi, non lo hai mai notato?” le domandò Tai Lung.
“E chi, quelli ciechi?” scherzò lei “E comunque esageri. Sono poco più che una cucciola. Non ho tutto questo fascino come dici tu.”
“Non esagero, non esagero.” continuò lui, iniziando a passeggiare con la sua compagna.
“E come te ne saresti accorto, sentiamo?” domandò lei.
“Non sono cieco, Tigre. Ti sei mai guardata?” rispose lui indicando uno specchio d’acqua con la zampa destra.
“Certo di si. E allora?” rispose lei che, suo malgrado, si era specchiata velocemente, come a controllare che il suo aspetto non fosse cambiato improvvisamente.
“E allora? C’è chi farebbe pazzie per poter guardarti anche solo un po’ più da vicino e chi ruberebbe per poterti parlare. E altri ancora probabilmente ucciderebbero per poter stare con te.” le spiegò.
“Hai bevuto, Tai Lung.” rispose freddamente lei “E poi, che interessa a te di ciò che mi potrebbe succedere? Mi pare che in tutti questi anni la sola cosa che ti sia importata sia stata quella di rubarti l’ammirazione di Shifu, no?”.
Il suo tono, però, era stranamente esitante.
Era quello il segnale che Tai Lung stava aspettando da tanto tempo, come un lupo affamato che branca la preda ferita.
“Con gli anni si cambia, Tigre.” rispose a bassa voce “Si cresce, si matura, si migliora . . . “ si fermò fingendosi esitante “  . . . e ci si innamora. “ concluse guardandola negli occhi profondi.
Lei si fermò, guardandolo sorpresa.
Il suo cuore prese a battere come mai prima di allora.
Lui le toccò la zampa, facendole fermare il respiro.
“Si “sussurrò “Mi sono innamorato.
Da tanto, tantissimo tempo.
Di te.
Non passa ora che io non senta il forte desiderio di guardarti, di sentirti, di stringerti a me.
Mi fai impazzire, Tigre.
Ti amo follemente, più della mia stessa vita.
Ogni minuto, ogni secondo, ogni attimo, sento sempre più distintamente di non poter più vivere senza di te.
Ti prego, accettami.
Ricambia il mio amore, mia amata Tigre.
Se tu non lo farai, io . . . io sono sicuro che ne morirei.
Ti prego, non darmi un dolore così grande.
Ti amo, mia Tigre.”
Mentre Tai Lung parlava così con il suo tono profondo e sensuale, fece salire lentamente la zampa sul braccio di Tigre, fino ad risalirle il collo ed a raggiungerle la guancia, che prese ad accarezzare con lentezza, godendosi ogni millimetro della vellutata pelliccia di lei.
Lei lo guardava con i suoi grandi occhi sgranati, senza sapere cosa dire.
A Tai Lung bastò guardare i suoi occhi per capire che aveva vinto.
 
Ventuno anni dopo
 
Tigre era una donna ormai.
Seduta sotto un grande pesco, ripensava al passato con tristezza.
Ripensò a quel maledetto pomeriggio di settembre, quando era stata così sciocca da credere alle promesse d’amore di Tai Lung.
Si, Tai Lung.
Tigre sospirò.
Tai Lung l’aveva sedotta lentamente, senza che lei se ne rendesse conto. E l’aveva resa vulnerabile.
Tai lung l’aveva usata.
Le aveva fatto credere di amarla, di rispettarla e di apprezzarla per ciò che era, pensava e provava.
Ma non era vero.
Voleva solo poter dire di aver vinto su di lei, che non si era mai fatta comandare da qualcuno, voleva solo poter mostrarla come un bel trofeo.
Sospirò amareggiata.
Ricordava quando Tai Tung aveva distrutto tutto e tutti.
Lei prima aveva provato a farlo ragionare, ma lui non l’aveva ascoltata e le aveva ordinato di aiutarlo a vendicarsi. Quando lei si era rifiutata, lui l’aveva attaccata e picchiata con forza e crudeltà, ferendola nel corpo e nell’anima.
Unasottile ma dolorosa cicatrice le decorava la gamba destra, adesso.
Tigre se la sfiorò, tristemente.
Non era stato solo quello il prezzo da pagare per essere stata un ingenua ragazzina affascinata da un uomo senza cuore.
Con quel gesto, con il suo tradimento, Tai Lung aveva cancellato per sempre quella dolce luce che in un tempo tanto lontano, nonostante la sua triste infanzia, lei aveva negli occhi color del sole.
Tigre non aveva più pensato di poter tornare ad essere felice dopo quel evento.
Tai Lung le aveva portato via la sua semplicità, la sua innocenza, la sua tranquillità, la sua felicità. Aveva paura. Era spaventata. Non voleva più soffrire.
Si era chiusa in sé stessa, tormentata dal dolore di essere stata solo un giocattolo, buttato via da un ragazzetto viziato quando non aveva più voluto funzionare.
Aveva passato così gli ultimi 20 anni della sua vita, temendo il sonno che la riportava quei terribili giorni alla memoria e tremando al pensiero che Tai Lung un giorno potesse fare ritorno e prendersi nuovamente gioco di lei.
Tigre accarezzò un’orchidea accanto a lei, avvolta dai suoi ricordi.
Poi, un fatidico giorno, Tai Lung era fuggito dalla prigione.
E lei, quasi a voler mostrare a lui, ma soprattutto a se stessa, che non gli avrebbe più permesso di usarla, gli era andata incontro per combattere contro di lui.
Ma aveva perso.
Tai Lung era sempre stato troppo forte per lei.
In fondo, era solo una ragazzina spaventata che giocava a fare l’eroina. Che altro poteva sperare?
Poi, però, Tai Lung era morto.
E lei era tornata libera.
Sorrise.
Non si era dispiaciuta per lui neanche per un secondo.
Era stata solo una sciocca cotta giovanile diretta da un ragazzo crudele.
Si era preso anni di lei e della sua vita, ma adesso, finalmente, era riuscita a tornare a sorridere.
Adesso, per la prima volta in tutta la sua vita, era felice.
Veramente felice.
Sentì una calda zampa accarezzarle la guancia e mentre si girava verso l’autore di quel meraviglioso cambiamento sorrise felice.
Po, in piedi dietro di lei, ricambiò con dolcezza il suo sorriso e si sedette accanto alla sua innamorata.
E si, era proprio lui, Po, il famoso e leggendario Guerriero Dragone, colui che lei aveva sempre finto di disprezzare ma che in realtà le aveva fatto battere il cuore più forte di chiunque altro dal primo momento, colui che aveva sconfitto Tai Lung, colui che aveva gettato la sua anima nell’agitazione più profonda, ad averle rubato veramente il cuore.
Tigre poggiò la testa sopra il cuore del guerriero, ricordando quanto avesse nascosto a lungo i suoi sentimenti con false parole e sguardi di fuoco solo perché aveva paura di essere ferita di nuovo.
Lui prese ad accarezzarle la testa, respirando a fondo per immergersi nel profumo di lei.
Po sapeva di ciò che Tai Lung aveva fatto passare a Tigre. E per questo lo odiava con tutto se stesso.
Si era ripromesso di riportare il sorriso sul volto di Tigre.
Una missione impossibile, insomma.
Se non fosse stato che i due guerrieri erano innamorati l’uno dell’altro.
Tigre guardò distrattamente lo specchio d’acqua in cui da anni non osava più specchiarsi.
Rimase sorpresa da quello che vide.
C’era lei, c’era il suo volto, e c’erano i suoi occhi.
Ma c’era una cosa che mancava da lungo tempo.
Sorrise.
C’era la luce.
La luce che Tai Lung le aveva strappato anni prima.
Era tornata da lei, tramite l’amore di Po.
Gliela aveva riportata Po, rendendola ancora più luminosa.
Era tornata a splendere la luce della sua anima.

La tana dell'autrice

Rieccomi!
Volevo ringraziare ufficialmente pampa prima di iniziare, perchè è stata l'unica che, recensendomi, si è ricordata di pensare ad Alessandro, che è scomparso da poco tempo (a dire la verità è stata l'unica a recensirmi).
Inoltre volevo dedicare questo racconto a tutte le donne, piccole ed anziane, belle e brutte, povere e ricche, con i pantaloni o con il velo, del mondo, e alla mia vicina oggi volata in cielo all'età di 90 anni.
Scusate la parentesi.
Allora, dove eravamo? Ah, questo è un racconto un po' particolare che sicuramente causerà molte critiche. Allora, parla di Tigre, con cui ho voluto rappresentare la sofferenza di cui alcune donne hanno sofferto e soffrono tuttora; l'uomo che diceva di amarla (Tai Lung, il cattivone più seducente di questo mondo, eh eh) finisce per farla soffrire e farla sentire come un giocattolo che nessuno vuole dopo che diventa vecchio e fuori moda, ma tornerà a sorridere con il vero amore (Po, eh eh). è ispirata alla violenza psicologica contro le donne. è una tematica forte, di cui stò aprofondendo le conoscenze tramite alcune esperienze scolastiche e non ( il 25 faccio uno specie di spettacolo su questo con la scuola), e che secondo me deve essere conosciuto da tutti.
Questo racconto, contrariamente a ciò che ho scritto fino ad ora, ha una specie di morale: gli uomoni possono far soffrire, ma bisogna rialzarsi dopo aver incassato il colpo. Non bisogna dargli la soddisfazione di averla vinta!
(Piccola nota: non parlo per esperienza personale, ma per opinione; dopotutto, sono solo una ragazzina e nessuno mi ha fatto soffrire pene d'amore o altro)
Accetto sgridate e commenti acidi, ma non esagerate, per favore!
  
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