Crossover
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Autore: Registe    19/11/2012    3 recensioni
Seconda storia della serie "Il Ramingo e lo Stregone". Sono passati tre anni dagli avvenimenti narrati ne "Il Castello dell'Oblio", e i membri dell'Organizzazione hanno perduto gran parte dei loro poteri e sono ridotti a vagare per il loro mondo primitivo come vagabondi o ladruncoli qualunque. Auron e Mu invece si sono uniti alla Resistenza contro il Grande Satana, anche se Auron non e' ancora riuscito a dimenticare la breve storia d'amore vissuta con Zachar tre anni prima. Nella Galassia Mistobaan, ancora sotto l'influsso del condizionamento, e' diventato il fedele braccio destro dell'Imperatore. Ma il Grande Satana non intende rimanere a guardare, e tentera' con ogni mezzo in suo potere di riprendersi il suo servitore...
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Film, Libri, Telefilm, Videogiochi
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Ramingo e lo Stregone'
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Epilogo


Dalia Graziosa

Dalia Graziosa, la falce di Marluxia




Silenzioso come un'ombra, Axel balzò fuori dalla finestra. Atterrò senza fare rumore sull'erba umida per la rugiada mattutina, e senza guardarsi indietro attraversò il cortile della fattoria e sfrecciò verso il bosco, il sacco del bottino che gli ballonzolava allegramente dietro le spalle.
Larxen lo aspettava nel punto convenuto, una radura appena visibile tra gli alberi e i cespugli del fitto sottobosco. Per la noia si era messa a incidere la corteccia di un albero con uno dei suoi kunai.
“Ce ne hai messo di tempo!”
“Zitta e ringrazia. Guarda qua.” Axel vuotò il contenuto del sacco sull'erba, rivelando i frutti del suo furto alla fattoria.
“Sono solo stracci puzzolenti” con la punta dello stivale Larxen sollevò una casacca di tela marrone, squadrandola con aria critica. “A che ci servono?”
Axel sospirò. Decisamente quella ragazza non si rendeva per niente conto della gravità della situazione.
“Siamo ricercati dai demoni, se non te lo ricordi. L'altra volta ci hanno presi perché hanno riconosciuto le nostre tuniche dell'Organizzazione. Non possiamo continuare a girare così, soprattutto ora. Siamo scappati da quel palazzo per puro culo, ora dobbiamo stare attenti a...”
“Che palle, Axel!” lo interruppe lei buttandogli l'abito in faccia. “Quando ti metti a fare il serio sei più noioso di Vexen!”
Axel non raccolse la provocazione. Si limitò a raccogliere la casacca del contadino e iniziò a slacciarsi la tunica: non voleva indossarla un secondo di più, non con quei maledetti occhi fluttuanti che potevano sbucare a sorpresa in ogni momento.
“Dèi ladri Axel, avvisa prima di fare certe cose! Il tuo fisico è l'antitesi del sexy!”
In tempi normali le avrebbe risposto con un'altra battuta, magari sulla taglia scarsa delle sue tette, ma stavolta era troppo preoccupato per prestarle ascolto. Sul Baan Palace avevano scampato la morte per un soffio, ma il pericolo non era affatto passato: se i demoni li avessero catturati di nuovo... persino penzolare sospeso su una massa d'acqua a quel punto gli sarebbe parsa un'alternativa piacevole.
Dopo la fuga dal Baan Palace aveva seriamente pensato di abbandonare Larxen al suo destino. Non si era mai fidato di lei e Marluxia e tantomeno li considerava suoi amici, ma viaggiare in tre aumentava di molto le possibilità di sopravvivenza. Ora però, senza il n. XI a tenerla a bada, Larxen rischiava di diventare incontenibile, più una palla al piede che una valida alleata.
“E dovresti liberarti di quella falce rosa del cazzo” disse poi, infilandosi la casacca rubata e facendo sparire la vecchia tunica in uno sbuffo di fiamme. “E' troppo riconoscibile. Tanto con Marluxia morto non ce ne facciamo nulla.”
“Ehi, questo non era molto gentile da dire.”
Axel si gelò sul posto. La voce che aveva parlato proveniva dall'alto, da qualche parte tra le fronde degli alberi. Alzò lo sguardo e riuscì a distinguere una figura nera nascosta tra i rami; anche Larxen l'aveva vista, e stringeva già i kunai tra le dita, pronta ad attaccare.
Poi un petalo rosa cadde volteggiando sulle loro teste, seguito da decine di altri.
“Ma vaffanculo...”
Marluxia atterrò tra di loro con un balzo aggraziato, avvolto in una scia di petali profumati.
“Che cattivi. Una sola settimana senza vederci e già avete dimenticato il suono della mia voce.”
“Chi non muore si rivede... nel senso letterale del termine.” Già, anche Marluxia doveva essere scampato alla morte per un soffio: Axel aveva notato subito i lividi violacei sul suo collo.
“Potrei dire la stessa cosa di voi.” Marluxia passò in mezzo a loro e raccolse la sua falce, che Larxen aveva appoggiato al tronco di un albero. “Pensavo che lo gnomo vi avrebbe fatto fuori una volta finito di giocare con voi.”
“Siamo troppo fighi per morire così, Marly. O almeno io lo sono, Axel ha avuto fortuna.” disse Larxen con un sorrisetto.
“Axel tuttavia ha ragione su alcune cose” disse Marluxia. “La mia falce non si tocca, ma per il resto... dovremo andarci cauti. Tenere un basso profilo e non farci notare. Soprattutto non farci notare. E' chiaro, Larxen?”
Per un attimo persino la Ninfa Selvaggia dovette abbassare lo sguardo di fronte a quello improvvisamente severo del n. XI. Era incredibile come Bocciolo di Rosa riuscisse a tenere tutto e tutti a bada con la sua autorità, e senza mai smettere di sorridere, senza mai perdere i suoi modi aggraziati e impeccabili.
E' come le sue rose: dietro la bellezza si nascondono le spine.
E così per adesso il piano di scappare da solo era rimandato. Restare insieme poteva essere conveniente: di certo i demoni non immaginavano che i ricercati si fossero reincontrati per caso, e magari avrebbero osservato meno i gruppi di tre persone. Marluxia poi non era uno sciocco, il suo aiuto e le sue idee potevano essere utili. Sì, finché poteva trarne vantaggi sarebbe rimasto con loro.
“E ora consiglio di metterci in movimento prima che i contadini si accorgano del furto.”
Larxen seguì subito Marluxia, e un attimo dopo anche Axel si unì a loro.
Ma non erano quei due i compagni che avrebbe voluto al suo fianco, inutile nasconderselo parlando di vantaggi o di sopravvivenza. No, la verità era che l'unica persona che Axel avrebbe voluto con sé, l'unico vero amico che avesse mai avuto in vita sua lo aveva tradito nel modo più crudele quattro anni prima.
E aveva pagato con la vita.



Il cortile del Monastero risuonava dei colpi delle spade e delle grida di incitamento dei compagni.
“Forza Spada della Notte!”
“Para, para! Salta!”
“Attento!”
Il ragazzo respinse l'attacco con facilità e si deterse il sudore dalla fronte, preparandosi a un nuovo assalto. Era chiaro che Spada della Notte, il suo avversario, ancora non aveva iniziato a fare sul serio. Lo studiava, saggiava le sue capacità con dei colpi di prova in cerca della giusta strategia da seguire. E faceva bene, perché contro di lui non si poteva mai essere sicuri di niente.
Come ogni volta che si teneva un duello di allenamento tutti gli allievi si erano disposti in cerchio attorno ai due contendenti, tifando chi per l'uno chi per l'altro e applaudendo con calore i colpi più spettacolari. Il ragazzo però sapeva che in parte era per lui che gli altri ragazzi si erano radunati con tanta fretta, sgomitando e spintonandosi per conquistare un posto in prima fila. Perché lui aveva un'arma diversa, unica nel suo genere, in grado di fare cose che gli altri Ramas non potevano nemmeno sognarsi. Tutti erano entusiasti di vederlo combattere.
Erano molto meno entusiasti di confrontarsi con lui, come testimoniava l'espressione insicura del suo avversario. Finalmente, dopo una serie di finte infruttuose, Spada della Notte si decise ad attaccare con tutta la sua forza, menando un violento fendente con la sua spada a due mani.
Il ragazzo non aspettava che quello. Si spostò indietro all'ultimo momento, facendo sbilanciare in avanti l'avversario e intercettando la sua lama con un colpo dal basso verso l'alto: la spada volò via dalle mani del suo padrone, compiendo un ampio arco nel cielo e finendo sul selciato con un secco clang.
La folla degli allievi Ramas esplose in un boato e il ragazzo congedò la propria arma, che sparì dalle sue mani in uno scintillio di luce. Poi tese la mano a Spada della Notte, che dopo un attimo di esitazione gliela strinse con un sorriso.
“Non c'è niente da fare, il più forte sei sempre tu!”
“Guarda che anche tu sei bravissimo, mi hai messo davvero in difficoltà!”
“Sì, come no. Non hai nemmeno usato tutte e due le tue armi! Mi ci vorranno decenni per arrivare al tuo livello!”
Sentinella della Runa e Scudo Felice, i suoi migliori amici, furono i primi a corrergli incontro per congratularsi. Era ancora stritolato nel loro abbraccio quando una voce familiare interruppe le loro chiacchiere e risate.
“Davvero eccellente!”
I ragazzi si affrettarono a mettersi in riga e salutarono il nuovo arrivato con il rispetto che gli era dovuto. “Buongiorno, Maestro Lupo Solitario!”
“Su, su, rilassatevi!” il maestro sorrise con calore. “Non sono mica quel vecchio borbottone di Lord Rimoah!”
In molti soffocarono una risatina, e anche il ragazzo non riuscì a trattenersi. Era per quello che tutti gli allievi Ramas adoravano il maestro Lupo Solitario: era giovane, non si dava arie di superiorità, e soprattutto era uno di loro. Il ragazzo lo stimava dal profondo del cuore, e più di ogni altra cosa desiderava diventare un Ramas come lui.
Per questo si sentì scoppiare d'orgoglio quando Lupo Solitario si rivolse a lui con un sorriso di sincera approvazione: “Hai combattuto molto bene. Negli ultimi tempi sei migliorato tantissimo, sia nel corpo a corpo che nell'utilizzo delle Arti Ramas. E con il tuo comportamento leale e corretto hai dimostrato di aver fatto tue non solo le tecniche di combattimento, ma anche e soprattutto i principi e gli ideali che guidano gli adepti del nostro Ordine. Come tuo maestro non posso che essere fiero di te. Penso che nel giro di un anno sarai pronto per sostenere la prova per passare dal rango di allievo a quello di Cavaliere.”
Altri applausi, altre grida di gioia, altri abbracci da parte di Sentinella e Scudo. Il ragazzo era stordito dalla felicità: finalmente il suo sogno stava per realizzarsi.
“Maestro Lupo... grazie. Prometto che non la deluderò. Mi impegnerò al massimo!”
“Ne sono più che sicuro” il maestro gli posò una mano sulla spalla, stringendola con affetto.
“Sarai un grandissimo Ramas, Chiave del Destino.”


F I N E ?




Narratore: ...beh, ovviamente no, amici lettori! L'avventura continua nella prossima serie, con guerre intergalattiche e mirabolanti colpi di scena! E se vi state chiedendo cosa c'entrava quest'ultimo pezzo con tutto il resto... sappiate che me lo sto chiedendo anch'io!
REGISTE: Narratore!!!
Narratore: … cioè, volevo dire,lo scoprirete solo leggendo! Ma adesso a me gli occhi e le orecchie: è il momento dell'angolo dedicato alle curiosità e ai retroscena di questa serie, offerte come al solito dal vostro affezionatissimo Narratore!
Orbene, da dove cominciare...

- Il vero motivo per cui tra “Il Castello dell'Oblio” e questa serie sono passati tre anni è perché le Registe volevano far crescere un po' Shandra e May, le figlie di Tarkin, e Neos, il figlio di Boba e Zam, in modo da dare loro un ruolo più attivo in questa storia.

… come dite? In questa serie i tre bambini non si sono visti? Eh già, le Registe volevano inserirli ma poi come al solito la trama è partita per binari propri, sfuggendo totalmente al loro controllo. E così in questa storia i bambini non ci sono ma in compenso i tre anni sono passati lo stesso, con grande scorno dei vari personaggi non immortali che si sono trovati ad invecchiare inutilmente. Così è la vita!

- Nella prima stesura di questa serie il Grande Satana aveva una caratterizzazione un po' diversa, meno onorevole e più crudele, più da “cattivo standard”, ma anche meno marcatamente razzista nei confronti degli esseri umani. Poi però le Registe si sono accorte che un personaggio del genere sarebbe stato semplicemente il clone demoniaco dell'Imperatore Palpatine, e hanno deciso di cambiare. E poi nel loro fangirlismo apprezzano molto di più questa nuova versione tutta onore, intransigenza e carisma, malgrado sia anche estremamente più rompiscatole... ah le donne, chi le capisce è bravo...

- Sempre nella fantomatica prima stesura anche Zaboera era molto diverso: vile, infido e invidioso, cospirava contro gli altri generali del Grande Satana per destabilizzare il loro potere e raggiungere la carica di Braccio Destro. Ovviamente si è reso necessario cambiare questa caratterizzazione quando le Registe hanno deciso che il concetto di onore doveva essere centrale nella mentalità dei demoni...

- Come avrete notato il personaggio di Camus in questa serie ha molta più importanza e approfondimento rispetto alla storia precedente. Anche questo è avvenuto in modo puramente casuale: Camus era stato progettato per essere un semplice comprimario, ma alla fine de “Il Castello dell'Oblio” le Registe non sapevano che fine fargli fare. E così hanno detto: “Vabbé, mandiamolo appresso a Vexen e poi si vedrà!” E... eccome se si è visto! Con la sua dolcezza e la sua testardaggine Camus ha fatto tutto da solo, conquistandosi uno spazio a dispetto dei progetti di quelle due arpie! E in seguito questo personaggio continuerà sempre ad avere un ruolo chiave, per mia grande gioia (vi ho già detto che è il mio preferito, e se continuerete a seguirci prima o poi scoprirete perché! Prendete tutti esempio da lui!).

- Un altro personaggio che purtroppo si è guadagnato uno spazio al di fuori dei piani delle Registe è Shaka. Eh già, secondo la stesura originale il sacerdote della Vergine sarebbe dovuto morire al Tempio delle Dodici Case insieme ai suoi confratelli, ma poi le Registe hanno avuto l'insana idea di graziarlo. “Il Maestro Dohko vorrà pure salvare qualcuno per preservare le dottrine del Tempio”, hanno pensato, senza sapere in quali guai andavano a cacciarsi. Già, perché ora Shaka ci ammorberà tutti con i suoi sermoni per ancora tante, tantissime serie...

Bene amici lettori, per questa serie è tutto, le curiosità si chiudono qui! Vi attendiamo per la prossima avventura, che vi rivelo fin d'ora si intitolerà...
(non so se le Registe vogliono che lo dica, ma chissenefrega io lo dico lo stesso!)...
Si intitolerà....
*rullo di tamburi*

“LA GUERRA DEI MONDI”!!
Arrivederci alla prossima, e ricordate... W Camus e W il Narratore!!
  
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