Cade la pioggia nel bosco. Gocce d’acqua filtrano attraverso l’intricato fogliame, lasciando che il rumore di sottofondo sia solo un incessante picchiettare.
Stiles cammina, Derek aspetta. Le scarpe da ginnastica piene di fango, i piedi bagnati e il cappuccio rosso della felpa tirato su fino a coprire ogni lineamento del volto. Vaga nel bosco come se si fosse appena svegliato da un brutto sogno, ma in realtà stesse ancora dormendo.
L’acqua cade anche attraverso i buchi del portico di casa Hale, costringendo Derek a rannicchiarsi contro la porta e sperare che quella pioggerella non si trasformi in tempesta.
Un paio di Converse numero quarantadue scivolano sul fogliame umido e il lupo si agita, facendolo allarmare. Gli occhi di Derek nel buio fitto di quella notte brillano, paiono fosforescenti come quelli di un animale illuminato dai fanali della sua vecchia jeep.
Stiles non sa nemmeno perché ha camminato sin lì, inoltrandosi nel bosco in piena notte.
Si ricorda unicamente di aver alzato gli occhi fuori dalla finestra, aver visto la pioggia che batteva contro i vetri pensando a Derek.
Da solo, in quella casa fatiscente.
Un ricordo a cui il lupo si aggrappava con le unghie e con i denti. Non metaforicamente. L’unico suo legame con la famiglia.
«Vattene,» gli ringhia subito contro, senza nemmeno chiedergli il perché è lì.
Stiles alza il viso, umido di pioggia. «Capisco che vuoi rimanere qui, ma se continui di questo passo ti ammalerai,» gli dice soltanto.
«Sono un Alpha. Io non mi ammalo. Tu piuttosto…» insinua, riferendosi al ragazzo fradicio dalla testa ai piedi.
Stiles non dice nulla. Si avvicina, sedendosi sui gradini di casa Hale.
Entrambi sono sotto il portico, a ripararsi dalla pioggia. Entrambi si proteggono da qualcosa che va oltre un semplice evento atmosferico. Il lupo e il ragazzo condividono molto più di quanto vogliano far credere agli altri.
«Capisco come ti senti,» gli dice Stiles, nascondendo il viso nel cappuccio.
Non ha voglia di vedere gli occhi di Derek che lo squadrano. Quello sguardo lo fa arrossire, già da un bel po’.
Derek ringhia. «Non sai proprio un bel niente, tu.»
Perché lui e l’Alpha non saranno mai amici. Uno non si fida dell’altro e viceversa. Ma c’è qualcosa che li lega, qualcosa cui non possono sottrarsi.
Stiles si alza e tende una mano a Derek.
Ha paura, lo ammette. Ha sempre avuto paura di Derek, ma adesso sente il bisogno di aiutarlo. Proteggerlo.
Il lupo fiuta le dita del ragazzo. Non si fida.
«Andiamo a casa,» gli dice Stiles, anche se una casa, Derek, già ce l’ha. O almeno c’è quello che ne rimane.
«Preferisco rimanere solo.»
Il ragazzo sorride. Si tira giù il cappuccio e tende la mano al lupo, di nuovo. Ancora più vicino.
«Vieni a casa, con me,» ripete, come se Derek non avesse capito. «Staremo soli, insieme.»
E a Derek basta, davvero. Ha aspettato anni perché qualcuno venisse a portarlo via di lì, nei giorni di pioggia. Ha atteso tanto.
Alla fine è arrivato Stiles.

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Complimenti a chi di voi è giunto alla fine di questo mio primo esperimento di Sterek.
Okay è un po' angst e sconclusionata, non c'entra nulla ma stavo troppo in fissa con la canzone (song) dei miei amati Coldplay ed era da un pochetto che volevo cimentarmi su questo paring che ispira troppo fluff.
Beh, qui ho sommato Sterek + Pioggia. Un prompt piuttosto caruccio **
Ora la smetto e mi rimetto ai vostri giudizi ù_ù
A pretto!

Marty