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Autore: _Caline    25/11/2012    3 recensioni
[Arrow]
Ebbe appena il tempo di alzare lo sguardo e riconoscere Oliver Queen, che in quei giorni non faceva altro che rimbalzare con la notizia del suo ritorno da un canale all’altro, prima che la sua mug e tutto il caffè le si versassero addosso.
Oliver Queen e Felicity Smoak. Un supereroe e un genio del computer. In questa raccolta c'è il racconto di alcuni momenti in cui le loro vite si sono incrociate.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Secret advices
 


Oliver Queen era rimasto tutta la notte nella vecchia sede della Queen Industies a fare ricerche.
Erano ore e ore che cercava notizie su Jonathan Gillmore e tentava di preparare la sua prossima missione. La sua colpa era quella di essere un imprenditore edile senza scrupoli. Si era arricchito assumendo in nero lavoratori Messicani, per la maggior parte immigrati irregolari, che portava nei suoi cantieri e impiegava per i lavori più pesanti, senza fornire loro gli adeguati sistemi di sicurezza.
Oliver aveva tentato dei controlli incrociati, e negli ultimi vent’anni, più di cento uomini avevano perso la vita nei cantieri di Gillmore, ma inspiegabilmente, tutte quelle morti erano state classificate come incidenti e non era mai stata effettuata un’indagine approfondita sul caso.
Gillmore risiedeva in una delle più lussuose ville alla periferia di Starling City, all’altro capo della città e non molto lontano dalla proprietà dei Queen.
Adesso Oliver doveva solo trovare una modo per eludere la sorveglianza.
Non che non fosse capace di uccidere le guardie in modo silenzioso e rapido e arrivare in fretta nell’ufficio privato di Gillmore per punirlo come meritava, ma quella villa aveva un sistema di sorveglianza che avrebbe fatto invidia al Pentagono.
C’erano telecamere piazzate ad ogni ingresso e ad ogni corridoio. Gli ingressi erano sorvegliati ventiquattr’ore al giorno, sette giorni su sette, e lui non poteva rischiare soprattutto in quel momento di essere ripreso e alimentare ancora di più i sospetti del detective Lance.
Da quando aveva sentito dei recenti avvenimenti, Gillmore aveva raddoppiato gli uomini del suo team di sorveglianza privata e potenziato l’intero sistema di controllo del suo ufficio e della sua residenza.
Centrare le telecamere con delle frecce mentre avanzava poteva essere una buona soluzione, ma avrebbe dovuto affrontare anche diversi uomini da solo.
Aveva bisogno di una soluzione alternativa e la cosa più logica sarebbe stata infiltrarsi nel sistema delle telecamere di sicurezza, in modo tale da ridurre al minimo il rischio di far accorrere l’intera squadra della polizia di Starling City, oltre che la sicurezza privata.
Le sue conoscenze in merito, però, doveva ammetterlo, erano parecchio limitate.
Una cosa era effettuare delle ricerche e infiltrarsi facilmente nei sistemi informatici di alcuni uffici o su qualche computer privato, ma la Starling and Co. era il massimo in fatto di sicurezza e i suoi sistemi di certo non erano facilmente accessibili.
Ma doveva prendere Gillmoore. Doveva.
L’unica soluzione che gli venne in mente in quel momento era strana e non del tutto sicura, ma faceva decisamente al caso suo.

Felicity Smoak era in piedi dalle sei del mattino.
Non aveva dormito per niente bene, rigirandosi tra le lenzuola per ore, ma non c’era stato verso di addormentarsi come si deve. La giornata, inoltre, non si prospettava per nulla positiva.
Nubi grigie e cariche d’acqua si stavano accumulando sul cielo di Starling city e lei odiava la pioggia. A meno che non fosse chiusa in casa, accoccolata sul divano con la sua coperta, la sua tisana e un buon libro da leggere.
Rassegnata all’imminente diluvio, indossò il cappotto e uscì dal suo appartamento e si diresse a piedi fino al bar all’angolo della sua via, dove Cinthia preparava il caffè nero più buono del mondo.
La sua barista preferita l’accolse con un sorriso e la caffettiera in mano e Fel le porse immediatamente la sua tazza termica, pronta per il primo caffè della giornata.
«Buongiorno, Felicity,» disse una voce familiare alle sue spalle.
Fel si voltò, e con grande sorpresa trovò Oliver Queen seduto ad uno dei tavoli, con un enorme tazza di cioccolata fumante in mano.
La ragazza sorrise e si avvicinò, dopo aver recuperato la sua mug dal bancone.
«Viene spesso da queste parti? Sa com’è, non l’ho mai vista qui e penso proprio che non sia un caso incontrarla, lei è come se fosse il mio capo, non mi aspettavo di trovarla in un bar…in fondo nella sua mega villa ci saranno litri di caffè e chili di pane tostato per fare colazione,» spiegò, senza prendere fiato come al solito. « Non che lei non possa andare in giro per i bar quando vuole, s’intende.»
Oliver la fissò stranito. Non si era ancora abituato al modo di fare di quella ragazza. 
«Mi trovavo a passare di qua e mi sono fermato per fare colazione. Mi avevano detto che i pancake che fanno qui sono ottimi,» rispose Oliver, indicando il piatto vuoto.
«Anche tutto il resto, a dire la verità.»
«E poi speravo di incontrarti,» ammise. «Devo chiederti un consiglio.»
Felicity si ritrovò ad arrossire involontariamente.
Le sue guance, notò Oliver, stavano diventando dello stesso colore del rossetto rosa pesca che indossava quella mattina.
«Riguardo a cosa?» chiese la ragazza infine.
«Diciamo che riguarda il tuo campo… ma credo sia meglio parlarne da un’altra parte,» rispose Oliver, alzandosi e recuperando la sua tazza di cioccolata.
«Possiamo andare da me,» gli disse lei, dirigendosi fuori dal bar.
Il giovane Queen la seguì e camminarono fianco a fianco in silenzio.
Fel ogni tanto gli lanciava un occhiata, concentrandosi sul suo profilo.
Notò che la sciarpa che Oliver indossava si era leggermente allargata, mostrando l’inizio di una cicatrice sul collo, che scorreva fino a sotto il colletto della camicia.
Non sarà stata esattamente una vacanza, su quell’isola – pensò.
Quando finalmente entrarono nell’appartamento di Felicity, il ragazzo sembrò rilassarsi un attimo, ma Fel sapeva che non abbassava la guardia, mai.
Lo invitò ad accomodarsi sul divano, mentre lei si sedette sul tavolino basso, di fronte a lui.
«Cosa voleva chiedermi?»
Oliver finalmente le rivelò perché era andato fin sotto casa sua per cercarla. «Sai qualcosa di sistemi di sicurezza? Intendo telecamere a circuito chiuso e roba del genere…»
Felicity sorrise e si sistemò gli occhiali sul naso. «Cosa vuole sapere?»
«Tutto.»
 


Angoletto dell'autrice

Beh, che dire? Ho voluto immaginare un Ollie più umano e meno supersonico. Quel ragazzo sarà pure un supereroe, ma i sistemi informatici sono pane per i denti di Felicity :)
Insomma, un altro momento fluffoso tra di loro, nothing more.
Alla prossima,
Anna.

 
   
 
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