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Autore: SilviAngel    25/11/2012    4 recensioni
Qualcosa di assurdo era successo.
Per quanto Stiles fosse oramai avvezzo a considerare l’assurdo la sua quotidianità, quello era troppo anche per lui.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Come già indicato nell’ultimo capitolo di Cucciolo d’uomo, mi scuso per il ritardo.
Ringrazio tutti coloro che leggono o hanno inserito la storia tra le seguite o le preferite.
Grazie grazie grazie.
Tanto per collocare il capitolo che va ad iniziare, vi informo che siamo alla seconda notte e stiamo andando quindi verso il terzo e ultimo giorno di Derek in forma canina.

 
Cap. 8
“Il Re dei disastri”
 
“Stupido di un lupo misantropo e… stupido! Ti diverti davvero così tanto a farmi preoccupare?” borbottò Stiles mentre sedeva il lupo accanto a lui sulla fedele Jeep.
Un guaito provenne in risposta dal cucciolo e nulla più.
“Senti, so di aver sbagliato a sbraitarti contro, non è colpa tua se ho questo casino in testa… cioè si è colpa tua, ma al tempo stesso non lo è. Vedi? Anche solo cercare di parlarne è un casino” chiosò voltandosi a guardarlo mentre attendeva il verde ad un semaforo, trovando l’Alfa che lo fissava visibilmente stordito dalle parole che stava sentendo.
“Facciamo così, ti chiedo ufficialmente scusa per avere urlato dicendoti di andare via, ma guai a te se lo rifai di nuovo! Dovevi decidere di darmi ascolto proprio in quel momento?” e continuando a parlare a raffica tra sé e sé e a volte rivolgendosi direttamente a Derek, arrivò di fronte a casa.
Appena messo piede nell’abitazione, lo sceriffo sbucò dalla cucina “Ehi hai trovato il nostro fuggitivo?” chiese prima di abbassare lo sguardo a terra, così da trovare da solo la propria risposta “Domani, dato che ho la giornata libera, io e te ci mettiamo in giardino a cercare quel dannato buco. Ora me ne vado a letto, buonanotte figliolo”
“Buonanotte papà. Muoviti Derek, andiamo di sopra e come promesso ieri, oggi ti tocca un bagno… inizi a puzzare” e dopo un sonoro ringhio, tutti e tre si accinsero a salire le scale.
Chiusasi alle spalle la porta della propria camera, Stiles iniziò a rovistare nell’armadio uscendone, sotto lo sguardo attento e curioso del lupo, con stretta in mano una pallottola di stoffa scura e appoggiandola sulla scrivania.
“Forza Derek, seguimi” e facendo strada, si ritrovarono entrambi nel bagno “Allora dato che non sei l’unico ad averne bisogno, dobbiamo accontentarci e convivere. Ok?” domandò senza chiarire bene di cosa stesse parlando e aprì il rubinetto miscelando con cura la temperatura dell’acqua che cominciò a riempire la vasca “Aspettami qui, torno subito”
Chiusa l’acqua, Stiles tornò nella propria camera e si spogliò per indossare subito dopo il costume da bagno opportunamente recuperato.
Con un sorriso idiota stampato sulle labbra, tornò in corridoio dove venne intercettato dal padre “Figliolo, ascolta… riguardo a quello di cui abbiamo parlato prima, per caso vuoi riconsiderare la motivazione che mi avevi dato riguardo il nome del cucciolo?” riuscì a chiedere lo sceriffo con non poco imbarazzo nella voce.
“PAPA’!” gridò il liceale, ricordandosi con un attimo di ritardo dell’udito sopraffino del licantropo e abbassando il tono, continuò “Ma che diavolo dici?”
“Beh, mi sono solo ricordato che il figlio degli Hale è un bel ragazzo, certo ha un bel po’ di anni in più di te, ma come dicono al cuor non si comanda”
“Non c’è niente tra me e Derek Hale, proprio niente!” obiettò arrossendo e sentendo un gran caldo nonostante fosse praticamente nudo.
“Dico solo che non ci sarebbe nulla di male. Tutte le accuse contro di lui si sono rivelate infondate e con le tragedie che lo hanno colpito, forse avrebbe bisogno di un amico o qualunque altra cosa…”
“Scusami papà, ti lascio alle tue assurde congetture circa la mia improbabile vita amorosa, ho un cucciolo che aspetta gli venga fatto il bagno, di nuovo buonanotte”
Non appena ebbe aperto la porta, un urlò proruppe in modo naturale dalla bocca del castano “DEREK” e richiamata così l’attenzione anche del genitore, varcò la soglia.
Davanti agli occhi dei padroni di casa si presentò una scena esilarante e agghiacciante al tempo stesso.
Acqua… acqua ovunque: sul pavimento, sulle piastrelle del muro e alcuni schizzi avevano addirittura raggiunto lo specchio sulla parete opposta.
Il cucciolo, sfruttando lo scalino offertogli da una scatola di scarpe e poi dal wc, era riuscito a saltare dentro la vasca, facendo fuoriuscire una certa archimedea quantità di liquido.
La parte divertente del quadretto era però osservare il piccolo lupo sguazzare felice da una parte all’altra della lunga vasca, girarsi e ripartire.
“Guarda che casino hai combinato!” commentò il ragazzo con la tristezza di chi sapeva bene chi avrebbe dovuto poi ripulire.
“Su Stiles, è solo un po’ d’acqua” cercò di alleggerire il dramma l’adulto presente, prima di andarsene definitivamente “puoi trovare gli stracci sotto il lavandino”
Muovendosi con attenzione per evitare di cadere, Stiles fece quanto suggerito dal padre e dopo aver tolto la maggior parte dell’acqua, decise di lasciare le minuzie alle pulizie del mattino successivo e appena si volse verso la vasca, l’Alfa si fermò, avvicinandosi al bordo della stessa.
Tentò di issarsi, ma la ceramica liscia e bagnata impediva alle sue zampe tozze di fare sufficiente presa, costringendolo, ad ogni tentativo, a scivolare e a finire completamente a fondo.
“Resta fermo un attimo, possibile che tu riesca a passare da un casino ad un altro? Pensavo fosse una mia prerogativa esclusiva” ed entrato nella vasca, Stiles si sedette, abbandonando la testa oltre la maiolica. Chiudendo per un attimo gli occhi, tutti gli eventi della serata presero a danzare frenetici nella sua mente.
 
Derek insofferente e dispettoso, l’appuntamento con Isaac, la sua arrabbiatura e la fuga di Derek, fino a giungere al momento clou: aveva confessato a suo padre di essere gay.
Con un sospiro, mise a fuoco per la prima volta, che lo sceriffo aveva presa molto bene tale notizia, tentando addirittura di trovargli un ragazzo.
Tra tutte le mille cose che si ingarbugliavano nella sua testa, d’un tratto sbucò l’immagine che si era a lui presentata entrando nella camera di Scott, con l’amico steso a terra e Derek comodamente spaparanzato sul letto e, aprendo gli occhi, incrociò lo sguardo in placida attesa del cucciolo che continuando a muovere le zampe si teneva a galla.
Stiles senza riflettere e agendo d’impulso, aprì le braccia a pelo dell’acqua “Vieni qui” e quando il lupacchiotto prese ad avvicinarsi continuò “E così hai fatto il difficile con Scott? Sei tremendo, vai da lui in cerca di ospitalità e fai il rompipalle?”
Derek aveva raggiunto il petto del castano, poggiando su esso le zampe e muovendo sicuro il muso su e giù, annuì.
“E lo ammetti pure?” rise circondando le orecchie gocciolanti con le mani e scuotendogli dolcemente il capo.
 
Dopo qualche attimo di silenzio, una delle mani si staccò dal lupo – generando un piccolo uggiolio di velata protesta – e muovendosi alla cieca recuperò un piccolo flacone di bagnoschiuma e dopo essersene versata una dose generosa sull’altra mano, iniziò a insaponare l’intero corpo del cucciolo.
 
Derek si stava godendo in santa pace tutto quel mondo coccoloso che mai avrebbe pensato di amare alla follia.
Quelle mani erano in grado di compiere miracoli e non era del tutto sicuro dipendesse dalla sua attuale forma, anzi era molto probabile che le avrebbe apprezzate sempre e comunque. Chissà – si chiese – se avrebbe potuto godere dei loro favori una volta tornato umano…
Decise di lasciar scorrere via i pensieri sul dopo pozione e si concentrò sulle carezze che stava ricevendo, mugolando appagato.
La voce stanca e preoccupata di Stiles attraversò l’aria umida e, tesa, interrogò “Perché fai così? Perché fingi di… di… non lo so neppure io! Fai il carino e il simpatico, ti innervosisci quando Isaac si avvicina… e non riesci a lasciarmi un attimo in pace… perché Derek? Perché mi stai torturando in questo modo? Tu mi odi. Tu non mi sopporti. Tu sei quello che mi reputa inutile e fastidioso”
Gli occhi di Derek scattarono legandosi a quelli dell’umano, avrebbe tanto voluto poter parlare così da rassicurarlo, ma non gli era possibile.
Il moro continuava a stupirsi della premura con cui ora guardava a quel ragazzo docile, gentile e caparbio, ma fragile quanto il cristallo. Stupore che in tempi sempre più rapidi svaniva, lasciando spazio alla consapevolezza che qualcosa fosse inesorabilmente mutato dentro lo scontroso e burbero Alfa e la colpa fosse da ricercare in quegli occhi color del miele nei quali sempre più spesso si perdeva.
 
“Derek” pareva che ogni parola costasse al ragazzo uno sforzo immane, lui che mai aveva lesinato nel dar fiato ai propri pensieri e, abbassando lo sguardo verso il basso, continuò “perché lo hai morso?”
Il moro nicchiò, evitando qualunque movimento avrebbe potuto palesare il disagio che sentiva, non poteva lasciar trasparire ciò che aveva dentro e anzi avrebbe dovuto cercare di recuperare la sua solita maschera di indifferenza.
“Non ti sei fatto toccare e ora sei qui a strusciarti, di nuovo, come un gatto. Dormi con me, praticamente addosso a me, e quando sei stato in casa sua lo hai cacciato dal letto. Derek… perché?”
Il cucciolo cercò di districarsi dalla presa assai rilassata delle dita e quando riuscì nell’intento si allontanò fino a ritrovarsi dalla parte opposta della vasca.
Il liceale protese in avanti le mani cercando di riportarlo a sé, guadagnandosi solo un ringhio a zanne snudate.
“Smettila, non mi freghi! So che non sei arrabbiato, vuoi solo evitare di rispondere alle mie domande. Cocciuto di un lupo! Non pensare che io getti la spugna, so che ora non puoi darmi la risposta articolata e corredata di motivazioni che voglio, quindi preparati, tornerò alla carica quando potrai farlo”
Terminato di parlare, senza attendere reazioni da parte del lupacchiotto, Stiles si alzò in piedi e uscì dall’acqua.
Derek aveva per ora rinviato il momento della verità e sperando di aver scampato ogni pericolo della serata, girò il muso a lato, rimanendo incantato da ciò che vide: Stiles, con addosso solo uno straccetto di stoffa aderente e tutto ricoperto di luccicanti goccioline dispettose che scivolavano veloci sulla sua pelle.
 
Derek era fottuto.
 
Fottuto senza alcuna ombra di dubbio, ma a suo vantaggio vi era il fatto che l’Alfa fosse l’unico ad essere al corrente del battito impazzito del proprio cuore e se si ritrovava con la lingua a penzoloni, era solo perché aveva forma canina e non perché reputasse lo spettacolo appetitoso e attraente!
O almeno così stava continuando a ripetere a se stesso.
 
A causa di un odioso ed enorme accappatoio, il panorama mutò “Derek un paio di minuti e torno. Vado a vestirmi”
No, no, no… avrebbe voluto urlare Derek, ammettendo di essere tornato ad uno stadio ormonale acuto tipico dell’adolescenza.
Non voleva ci fossero abiti tra la propria pelliccia e la pelle di Stiles, sarebbero stati inutili, fastidiosi e decisamente superflui.
Purtroppo i desideri dell’Alfa non vennero esauditi e poco tempo dopo, il ragazzo tornò in bagno con addosso un insopportabile indumento blu notte con, sulla casacca, un’antipatica sfilza di bottoncini azzurri.
Derek già odiava quel dannato pigiama e anche tutti i bottoncini, uno per uno.
 
Stiles  si arrotolò le maniche e dopo aver recuperato due asciugamani, e averne disteso una a terra, si inginocchiò accanto al bordo della vasca.
Prese Derek per il torso e lo adagiò al centro del telo steso “Ora vedi di stare fermo, ti asciugo e poi ce ne andiamo a dormire”
Solo la prospettiva di dividere il letto con il ragazzo, indusse l’Alfa a obbedire e a godersi le ennesime carezze della serata.
La maggior parte dell’acqua venne strofinata via e aiutandosi con il getto del phon al minimo, in pochi minuti la pelliccia del lupo fu perfettamente asciutta, pronta per un bel sonno.
Dopo aver, almeno in parte, riordinato il bagno, Stiles richiamò l’attenzione del licantropo, rimasto seduto in attesa “Forza andiamo” ma mosso un piede, venne ostacolato dalle zampe di Derek che puntellandosi alla sua gamba gli fecero capire che il cucciolo voleva essere preso in braccio.
“Viziato” borbottò mentre già si stava piegando per prenderlo e tirarselo al petto “però devo ammettere che questa sera ti sei fatto un bel po’ di strada per arrivare da Scott, devi essere stanco”
Il castano, giunto in camera, adagiò il cucciolo sul letto e dopo aver chiuso la finestra lo raggiunse, infilando entrambi sotto le coperte. Deciso a concedersi un numero imprecisato di ore di sonno, rimandò i problemi, i dubbi e gli interrogativi all’indomani bisbigliando un “Buonanotte Derek” e ricevendo in risposta un soddisfatto “Woaf”
   
 
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