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Autore: sourwolf    26/11/2012    6 recensioni
"Il mondo. Tutto il mondo al di fuori di questa stanza. L'universo al di fuori di questo letto."
Sterek, traduzione. 13237 w/
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Commenti: giuro che prima o poi riuscirò a scrivere una Sterek decente e postarla. Intanto traduco quasi incessantemente, freneticamente le belle cose che becco in giro e sì, sono felice. Questa bellezza è tutta arcobaleni, anche se si basa su un tipo di tristezza di fondo, e temo che ci siano abbondanti dosi di zucchero - anche se non dovrebbe affatto dispiacervi, insomma. È Fluff, gente. È Fluff e amore, e io sto delirando quindi mi dileguo. Lasciando il link alla storia originale, ovviamente, e ringraziando la bellissima Mackem, bless.

"I wrote my first ever Teen Wolf fic! I wrote this for canistakahari after she had a stressful day, based on an idea we talked about weeks ago - Derek Hale curled up underneath somebody's bed, hiding from a day he would rather ignore. This is completely fluffy nonsense, and any mistakes within are all my own.
Edits Are Squealing Incessantly: Oh my god this fic has been turned into the most adorable art to ever exist, ever. Go look at it, I'm telling you, this is fabulousness itself, drawn by the ultra-talented lilybells. Thank you, forever! <3 X!"


#wordcounter: 13237 w/


***


Stiles sta furiosamente lavorando al progetto succhia-anima di chimica che il crudele destino ha riversato su di loro quando il familiare suono di Skype reclama la sua attenzione.

Accetta la chiamata e il volto di Scott riempie lo schermo. Ha gli occhi spalancati; appare scarmigliato dal vento e generalmente insanguinato, anche se dall'aspetto il sangue è meno del tipo "sanguino a ruota libera" e più "sono già guarito e sto cominciando a rigenerarmi, grazie alle mie capacità da lupo mannaro impazzito, geloso?". Ansima leggermente mentre parla, come se stesse correndo. "Stiles!"

"Ehi. Pensavo che tu fossi occupato stasera. Non eri impegnato in uno di quegli allenamenti del branco o roba simile..?" Stiles sa bene che è così, perché Scott non ha mancato di comunicargli, appena usciti da scuola, di come tutti si sarebbero incontrati a casa di Derek per il solito 'correre follemente nei boschi in un modo che per qualche strano motivo rafforza il gruppo e sicuramente non è solo una scusa per toglierci le magliette in pubblico' che gli piaceva così tanto. Stiles aveva appena aperto la bocca per confermare che sarebbe venuto, quando Scott aveva aggiunto con noncuranza che non vi era alcun motivo per Stiles di venire, davvero.

Stiles aveva preso qualche respiro profondo, ricordando a se stesso che Scott non volesse in realtà intendere che Stiles non fosse parte integrante del branco. Scott non aveva probabilmente mai inteso qualcosa nella sua vita. Era troppo pieno di sole e arcobaleni e sinceri occhi da cucciolo per essere qualcosa di diverso da un tipo di ragazzo molto diretto.

Lo Scott virtuale annuisce vigorosamente. "Amico! Stai lontano da Derek!"

"Credo che tu stia confondendo i nostri ruoli abituali", dice acutamente Stiles. "Lui insegue me. Non so mai dove si trova fino a quando è dietro di me. Mi piacerebbe provare a camminare con le spalle al muro, ma sono abbastanza sicuro che riuscirebbe a strisciare lungo il soffitto, invece."

"Dico sul serio!" Scott dice con insistenza. "Non sto scherzando, Stiles!"

"Perché? Che cosa è successo?"

"È incazzato!"

"È Derek," dice Stiles in tono piatto.

"Più incazzato del solito," replica Scott. "Tipo, rabbia folle. Le sue sopracciglia erano impazzite."

"Sì? Che cosa è successo?"

"Mi ha gettato da una finestra!"

"Ancora una volta", Stiles dice lentamente, "È Derek. Vi siete appena conosciuti o cosa? Lanciare la gente in giro è fondamentalmente la sua prima lingua. Non sto dicendo che sia ragionevole, ma non è esattamente insolito, no?"

Scott lo guarda offeso, con quel suo modo strabico, il naso arricciato. "Pensi che vada bene che lui mi lanci attraverso le finestre?"

"Non è quello che ho detto". Stiles fa una pausa. "Aspetta. Non ti aveva già sbattuto contro dei muri?"

"Quello non conta! Stavamo litigando, allora!"

"Amico," Stiles ride, "Se ti ha lanciato attraverso la finestra, probabilmente state litigando. Che cosa è successo, però? Perché lo ha fatto?"

"Non lo so," Scott si stringe nelle spalle. "Era solo ...arrabbiato. Stavamo facendo un po' di casino - "

"- Una nota scatenante di rabbia nella comune concezione di Derek -"

"- Sì, ma non più del solito, sai? Comunque, era già arrabbiato non appena siamo arrivati. Di solito non basta guardarlo per farlo arrabbiare" Scott sospira, scuotendo la testa, poi adotta la sua più adorabilmente solenne espressione "Senti, non importa perché, va bene? Solo ...stai lontano da lui. Io posso guarire. Tu no. "

"Grazie per avermi ricordato le limitazioni del mio gracile corpo umano", Stiles dice roteando un po' gli occhi. Scott ignora il sarcasmo. Ultimamente sembra farlo un sacco. Stiles pensa che Scott abbia deciso di prendere tutto ciò che dice letteralmente, per vedere se la cosa lo irriterà. Lo fa.

"Non ti preoccupare. Ci vediamo domani."

"Yup. Oh - fai i compiti di chimica, okay?”

Scott sbatte le palpebre. "Quali compiti?"

"Non sono tua madre", dice con fermezza Stiles, e chiude la conversazione.

Continua a lavorare per un momento o due, prima di chiedere alla stanza in generale, "Parleremo del motivo per cui sei sotto il mio letto?"

"No," risponde Derek, da sotto il letto. Suona cupo, e permaloso. Stiles non si preoccupa di guardare verso di lui. Tutto quello che vedrebbe sarebbe il suo letto, ed è abbastanza convinto di conoscerlo bene.

"Sto solo dicendo che questo è il momento perfetto. La scena è stata impostata. Questo è il tempo per il tuo grande monologo."

"No."

"Okay, allora non sei un fan di discorsi," concede Stiles. Si batte la penna contro i denti mentre lavora su un problema. Ci vogliono pochi minuti. Mentre scrive la risposta, riflette ad alta voce: "Ho sempre pensato che ci fossero dei mostri che vivevano sotto il mio letto, sai. Mamma e papà hanno sempre detto che non c'erano. Ora vedo che si sbagliavano."

"Non sono un mostro!" Derek scatta, udibilmente offeso. Stiles gira sulla sedia e ridacchia nella direzione generale del suo letto.

"Be', sei un tipo di mostro."

"E tu sei un tipo di razzista."

"Amico, scommetto che è proprio quello che dice l'uomo nero. Okay, non sei un mostro," Stiles si stringe nelle spalle. "Sei un sacco triste che apparentemente ha niente di meglio da fare che nascondersi sotto letti adolescenti."

C'è un momento di silenzio.

"Hai appena suggerito che il tuo letto sia minorenne."

"Cosa?"

"Perché hai detto 'adolescente', in modo che implicasse che la parola 'appena' fosse di fronte ad essa."

"Derek".

"Non sono in una relazione con il letto."

"No, tu sei in una relazione con l'intero concetto di ridicolo," Stiles ride, e torna al suo lavoro.

Ci vuole circa un'ora, che gli sembra come una vita. Quando può finalmente stampare il foglio – di cui la copertina ridicola, che ha ricoperto con più clipart di carattere vagamente scientifico possibili, solo per dar fastidio a Mr Harris - si allunga, e cede all'insistente ringhiare del suo stomaco.
Preparare la cena sembra un compito insormontabile, così decide di rivolgersi all'unità locale di fast food.

"Yo. Werebed*. Se ti offrissi un Happy Meal ti rallegreresti un po'?"

"No."

Stiles ride. "Non credo che facciano pasti Disperazione, quindi dovrai adattarti. Ti porto qualcosa di gustoso e incredibilmente cattivo per il tuo organismo, va bene?"

Si alza, la netta impressione che il suo letto lo stia guardando torvo quando lascia la stanza con un fischio volutamente sgradevole sulle labbra.

Ordina per Derek due cheeseburger, due porzioni di patatine fritte grandi, e un milkshake alla fragola, li ammucchia tutti sul lato opposto della stanza, e lascia una scia di patatine fritte tra esso e il letto. "Vieni a prenderlo", sorride, sedendosi a gambe incrociate accanto al banchetto.

Le sopracciglia corrugate di Derek e la bocca perfettamente imbronciata lo fanno ridere, quando appaiono.

"Stai facendo lo stronzo."

"Sei un uomo adulto che si nasconde sotto il mio letto. Tutto ciò che faccio per prenderti in giro, l'hai ufficialmente richiesto."

"Non mangerò le patatine dal pavimento," Derek scatta di rimando, e si trascina fuori da sotto il letto solo quanto è necessario per afferrare il cibo e trascinarlo di nuovo nella sua tana. Stiles lo lascia fare, e si trasferisce seduto in cima al letto. Si considera un tradizionalista.

Per un po' gli unici rumori nella stanza sono quelli dello scartare, masticare, o ingoiare. Stiles è impressionato da come Derek riesca a lanciare ogni scarto nel suo bidone senza fare più che spostare il braccio da sotto il materasso e gettarlo con mira perfetta.

"Riceverò una motivazione per la tua mascolina angoscia, adesso?" Chiede, quando alla fine la curiosità vince sulla fame. Sente Derek masticare per un po', prima che l'ultima cartaccia voli via.

"Mi sto nascondendo."

"Da..?"

"Il mondo. Tutto il mondo al di fuori di questa stanza. L'universo al di fuori di questo letto."

"Brutta giornata?" Chiede a bassa voce, e ottiene un grugnito di assenso. "Vuoi elaborare?"

"Oggi sarebbe stato il compleanno di Laura," mormora Derek, e Stiles sospira piano.

"Mi dispiace. Avresti dovuto dirlo. Avrei capito", dice dolcemente.

"Va bene." E non va bene. È chiaro che non vada bene, ma Derek sembra poco incline a parlare ulteriormente, quindi Stiles si sforza di far cadere l'argomento mentre mastica alacremente. Sa fin troppo bene che spingere la gente a parlare di cose quando non sei pronto non è d'aiuto. C'è una ragione per cui ha partecipato alle sedute di aiuto per gli attacchi di panico.

"Tra l'altro", aggiunge, dopo il suo stomaco è stato indotto alla sottomissione, "sarei grato se non buttassi Scott attraverso le finestre. Ci sono un po' affezionato."

"Guarirà."

"Questo non la rende una cosa normale!"

"Me lo segnerò", mormora Derek. Questo sembra essere tutto quello che sta per dire, per un po', fino a che non aggiunge a malincuore, "Se lo meritava."

"Non sono sicuro di come qualcuno possa meritare di essere lanciato attraverso un vetro, ma per favore, spiegami il tuo ragionamento," Stiles suggerisce. Si abbandona sullo stomaco con la testa che ciondola giù dal letto, strizzando gli occhi nelle tenebre sotto. "Parlami della tua brutta, sfortunata giornata."

Derek sospira, lungamente e sofferentemente fino alla fine. "Non sono affari tuoi."

"Lo sono quando il risultato sei tu che stai improvvisamente in agguato sotto il mio letto come un enorme pervertito", ritorce Stiles. "Andiamo. Spara. "

"...Tu non c'eri."

"Cosa?"

"Tu non c'eri." Derek suona a disagio. Imbarazzato, anche. "Era un incontro del branco."

Stiles sbatte le palpebre. "Lo so. Scott me lo ha detto. Allenamento del branco. Lupi mannari che si rotolano nella sporcizia, giusto? Non pensavo di doverci essere. Voglio dire, anche Scott mi ha detto che non c'era nessun bisogno che venissi."

"Esattamente."

"... Aspetta," Stiles, dice, capendo lentamente. "Scott mi ha detto di non presentarmi alla riunione, io non sono venuto, quindi lo hai scagliato attraverso una finestra e sei venuto a nasconderti sotto il mio letto, irritato, per ore?"

"Non sembra molto razionale, se la metti così," Derek ammette, e ringhia quando Stiles inizia a ululare dalle risate. "Stiles! Sta' zitto!"

"Non posso farne a meno!" Ridacchia Stiles, e ride ancora più forte quando il viso di Derek si profila improvvisamente in vista, un petulante cipiglio saldamente in posizione. Una grande mano si spinge sul suo volto, costringendolo a tornare sul letto mentre ride. "Mi dispiace, ho solo - sono solo io, Derek! Non riesco nemmeno a tenere il passo con voi lupi, con la bizzarra velocità e pugni rabbiosi e gambe che, onestamente, non mi interessa quello che dicono tutti, sono fatti di muscoli avvolti d'acciaio"

"È più facile!" Derek scatta, e Stiles si acquieta per la sorpresa. "Hai sentito quello che ha detto Scott. Quando non sei in giro, tutti sono così - e raccontano barzellette, e fanno casino, e non ascoltano. Quando sei lì... " La sua voce si spegne.

"Cosa?" Stiles chiede. La curiosità che lo rosicchia è inarrestabile, anche se il disagio di Derek è palpabile, come se stesse emettendo onde di imbarazzo direttamente attraverso il materasso. "Cosa succede quando ci sono io?"

"Loro ti ascoltano! Scott, Isaac, tutti! Lavorano insieme, come un branco, come se volessero impressionarti, o - "

"Impressionarmi?" Stiles sbatte le ciglia. "Perché dovrebbero voler impressionarmi? Sono solo - "

"- Sei nel branco," Derek dice con fermezza. "Sei ... più che parte del branco. Tieni tutti insieme. Non riesco a spiegare", aggiunge, e gocciola frustrazione dalla sua voce. "Non ha alcun senso, ma è vero. Quando non ci sei, Scott non fa altro che fantasticare su Allison, Erica non fa altro che dire a Scott quanto sia ridicolo, e Isaac difende Scott, e Boyd proprio non ne vuole sapere, e io..."

"Sì?" Stiles chiede, dolcemente. Derek sbuffa e, infine, scivola via dal suo nascondiglio sotto il letto, polveroso e cupo.

"Te l'ho detto, è più facile. Per me, "mormora, appoggiato sui gomiti, mentre si stiracchia sul pavimento. "Mi fai sentire..."

"Irritato?" Stiles suggerisce.

"Più forte", Derek insiste, e Stiles tace. "Più controllato. Come se potessi controllare anche loro."

Stiles pensa di non poter sorridere più ampiamente, fino a che Derek sorride a malincuore di rimando, e lui esplode quasi di gioia. Gli porge una mano e lo tira su quando Derek la afferra, gli avvolge le braccia attorno e trova il modo per far sì che entrambi siano sepolti in un caldo nido di coperte.

"Verrò ad ogni singolo incontro, se vuoi," mormora, le labbra che sfiorano l'orecchio di Derek mentre Derek accarezza il suo petto. "Verrò a guardare te e i tuoi cuccioli battervi l'un l'altro e rotolarvi nel fango per tutto il tempo che vuoi, se vuoi. Se aiuta."

"Aiuta," Derek dice in cambio, e preme un sorriso sulla gola Stiles.

"Va bene, allora. Una condizione, però ", avverte, e Derek alza la testa.

"Cosa?"

"Se mai dovessi avere un altro giorno come questo, vieni qui, ma non nasconderti sotto il mio letto."

"Ma -" protesta Derek, ed è interrotto da un dito premuto sulle labbra. Stiles sorride raggiante.

"Nasconditici dentro."



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* Un gioco di parole tra "werewolf", lupo mannaro, e "bed", letto. Traducibile, ma non altrettanto pheego. *scompare
   
 
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