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Autore: sourwolf    27/11/2012    8 recensioni
“Non credo che stiano esattamente giocando a Ramino, Derek.”
Sterek. 1324 w/
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Commenti: la pubblico al volo, visto che la vita reale mi reclama, ugh. La mia prima Sterek, cioè, la prima che pubblico. Zuccherosa, ma neanche troppo (spero), idiota (perché scritta da idioti) e piuttosto indefinibile, anche caotica, um, ma erano le tre di notte e- sì, okay, shush, mi dileguo.

Per la cronaca, l'idea è stata ispirata da questi cosi geniali e un'immagine che al momento non riesco a beccare, ma comunque, sì, insomma.
Disclacosi (?): perché i personaggi non mi appartengono, anche se li ho chiesti per Natale.

#wordcounter: 1324 w/


***


Imbarazzante.
Stiles pensava che fosse imbarazzante stare fermi, in silenzio, seduti in macchina ad aspettare un patologicamente lento Scott senza mezzi di trasporto e quindi essere costretti a scarrozzarlo in giro per qualsiasi cosa.

Ma non era Scott il problema. Non stavolta – e qui le viscere di Stiles ebbero un moto di agonizzante ammutinamento, perché non era colpa di Scott se si era trasformato in un mostro assetato di sangue, molto spesso del suo, ma non poté evitare di pensarci e- ah, dannazione. Il problema, non per la prima volta, sembrava essere concentrato in Derek Hale. Derek Hale, il rabbioso e brusco e non-conosco-il-significato-di-spazio-personale Alpha di Beacon Hills, seduto sul sedile del passeggero proprio al suo fianco, con l'aria assorta da sono-troppo-figo-per-parlare-con-te-miserabile-umano e Stiles doveva davvero piantarla di pensare ad aggettivi così perché lo facevano innervosire ancora di più.

La sua gamba ebbe uno spasmo e Stiles se la dovette artigliare, cercando disperatamente di non calamitare l'attenzione del licantropo su di sé, anche se ormai era troppo tardi. “Stiles”, abbaiò il suddetto licantropo, conficcando gli occhi vagamente rossastri nei suoi “Vuoi calmarti?”.

Stiles svicolò lo sguardo, spostandolo sul cruscotto, e annuì nervosamente, cercando di calmare i battiti e qualsiasi altra cosa, perché il cervello gli martellava, inviandogli flashback, e la cosa non gli piaceva. Cioè, non gli piaceva al momento.

Avrebbe voluto rivivere la sera precedente tutta da capo, e l'avrebbe fatto, minuziosamente, a casa, nel suo letto, possibilmente nudo e solo. Derek che gli sbottonava i pantaloni, leccandogli il collo, ansimandogli ordini anche durante i preliminari. Stiles arricciò la bocca in un sorriso – è proprio vero che il lupo perde il vizio ma non il pelo¹. Anche se giurava di essersi trovato tra le dita una ciocca dei capelli di Derek, al risveglio, dopo il sesso e via dicendo.

Un momento. Il sesso. Con Derek. Derek lo stesso sourwolf al suo fianco, col cipiglio altero e perennemente incazzato, un pizzico di curiosità nei suoi occhi perché l'odore di Stiles era curiosamente cambiato, assumendo una strana sfumatura dolciastra. Stiles incrociò il suo sguardo per due microsecondi, poi riprese a guardare altrove, stavolta fuori dal finestrino. Lui e Derek avevano- oh dio. Ed era stato- le sue dita si contrassero contro la gamba, e dovette soffocare un ansito mordendosi le labbra a sangue.

Non c'era neanche stata una dinamica precisa, a dir la verità. Era solo successo. Ora, non che con quel 'solo' Stiles implicasse che era stata una cosa da niente, onestamente sarebe stato stupido mentire così spudoratamente a se stessi. Ma era una cosa che doveva succedere, era lì nell'aria da un po' e Stiles lo sapeva, quindi rilassò la postura, prese un grosso respiro e si diede da fare in quello che meglio sapeva fare: parlare.

“Allora”, disse, e davvero, non aveva intenzione di DLR, definire-la-relazione, sarebbe stato stupido, a Stiles sarebbe andato bene anche un semplice essere “amici-ma-neanche-tanto-amici con interessi” perché andiamo, avete mai visto Derek Hale? E invece la sua stupida lingua andò a parare proprio dove non doveva, la parlantina sciolta non è sempre e solo una buona cosa, qualcuno dovrebbe capirlo una buona volta. “Riguardo a ieri...”

Derek scattò su come una molla. Si era comportato da gentiluomo, a parte le ultime sfumature in requiem da Edward Cullen che scompare nella notte dopo che Bella si è addormentata – Stiles odiava essere sempre la parte femminile della coppia, diamine. “Non voglio parlarne”, quasi ringhiò, il suo sguardo che faceva disperatamente la spola tra la casa degli Argent, dove Scott si era fermato, a lui, e Stiles capì azzardando un sorriso circospetto.

“Non credo che stiano esattamente giocando a Ramino, Derek.”, lo guardò negli occhi cercando di non arrossire come una ragazzina “Credo che Scott abbia di meglio da fare che origliare le nostre conversazioni”, snocciolò, ed erano argomentazioni piuttosto valide, insomma. Abbastanza valide da zittire Derek Hale.

Il licantropo incassò il colpo in silenzio. “Non voglio parlarne comunque”, si decise infine a dire, un po' a malincuore, e Stiles forse lo capiva, ma neanche tanto. “Oh, andiamo, sourwolf” tornò alla carica, senza pietà “Non vorrai intavolare il discorso dell'ape e del fiore, pensavo l'avessimo abbondantemente superata, quella fase”. Gli occhi di Derek si scurirono, strappandogli un brivido forse-ho-esagerato, ma il silenzio di prolungò e Stiles era ancora vivo, quindi suppose che no, non aveva oltrepassato la linea e ne era immensamente felice, non ci teneva ad essere ritrovato con la gola squarciata davanti alla casa di Allison Argent. Be', no, forse gli sarebbe piaciuto, se la colpa fosse ricaduta sulla raccapricciante madre-Argent, che lo spaventava a morte ogni dannata volta.

“Derek”, incitò, impaziente, e l'altro cacciò un sospiro esasperato.

“Cosa vuoi, Stiles?” lo guardò, la domanda non retorica ma riluttante, come se non volesse davvero sapere la risposta. Sembrava più umano di quanto Stiles l'avesse mai visto – um, a parte gli ansiti e i gemiti e la carne bollente contro la sua e – e la cosa lo mise all'erta.

Niente stronzate, si disse. “Rotolarmi con te nel letto più spesso”, disse invece. L'antitetismo quasi grottesco delle due cose gli fece storcere la bocca, ma Derek chiuse gli occhi, il labbro gli tremolò e sputò fuori qualcosa di molto simile ad una risata.

“Capisco” fu tutto quello che disse, sembrando stranamente sollevato. Gli lanciò uno sguardo, divertito?, e annuì impercettibilmente. Prima di gridare al miracolo, Stiles volle assicurarsi di aver capito bene. Era un 'sì, è lo stesso anche per me'? O era un 'lo so che sono dannatamente sexy, chiunque si vorrebbe rotolare nel letto con me, quindi ti capisco'?

Stiles voleva solo una piccola prova. Minuscola. Si allungò un po', sporgendosi verso di lui, lentamente, per permettergli di rifiutarlo e farlo sentire un idiota integrale, oppure magari di iniziare la relazione del secolo e impedirgli di diventare cieco nel giro di due anni. Derek non si spostò. Mise su quel cipiglio da “non sarò io a cedere” che non aveva ragione d'essere, o forse era solo un modo per difendersi dalla consapevolezza di stare facendo quello che stava facendo, con Stiles, il petulante ragazzino sempre tra i piedi con quell'odore così particolare, che la sera precedente era diventato semplicemente troppo, chissà.

Quando le loro labbra si incontrarono, fu come accendere una miccia fino a quel momento creduta troppo lunga per essere dannosa. Labbra su labbra, lingua contro lingua, ricordi spezzati e un po' sfocati di quello che era successo la notte precedente. Stiles si trovò improvvisamente sollevato di peso dal suo sedile e adagiato sulle gambe calde di Derek, e si lasciò sfuggire uno sbuffo dolorante. Derek si tirò un po' indietro e lo scrutò, interrogativo.

Stiles borbottò qualcosa a mezza voce, arricciò il naso e si difese ancora dietro il sarcasmo per nascondere l'imbarazzo. Disse “I segni degli artigli sul mio sedere stanno guarendo piuttosto bene. Pensavo che lo volessi sapere”, cercando di imporre al sangue di defluire dal suo viso.

Le sopracciglia di Derek si corrugarono. “Colpa mia. La prossima volta mi metterò delle muffole”, ribatté, ma non lo lasciò andare.

Lo vide sgranare gli occhi, aprire e chiudere la bocca un paio di volte a pesce e fare una smorfia divertita. “Hai appena usato- del sarcasmo” constatò, sembrando quasi esasperato. “Non posso crederci”.

Derek assunse un'aria sulla difensiva, ma erano ancora l'uno sull'altro e Stiles non poteva credere di aver rovinato così un momento catartico, quindi si arrese e gli tappò la bocca con le dita.
Sembrò pensarci un attimo, poi i suoi denti bianchi fecero capolino tra le labbra rosse e catturarono quello inferiore. Dannazione, pensò, in un ultimo spasmo di lucidità. “Ignorami e basta”, sbottò infine, leccandosi quasi distrattamente la bocca martoriata e premendola di nuovo contro la sua.

“Non chiedo di meglio”, rispose piano Derek, tra sé, e questa volta era davvero divertito.



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¹ Ringrazio chibisaru81 e leyda per avermi fatto notare che mi ero dimenticata d'inserire la noticina. Lo stravoglimento del famoso proverbio "il lupo perde il pelo ma non il vizio" è una cosa caoticamente voluta, per indicare l'idiozia momentanea del cervello di Stiles in blackout. Quindi sì, compatitemi (sigh).
   
 
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