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Autore: LadyPalma    27/11/2012    1 recensioni
Il momento in cui Caterina lascia la Corte c'è una persona che non può astenersi dal salutarla un'ultima volta... Basato sulle note di "Drifting further away"dei Powderfinger.
[Caterina/Cromwell]
Genere: Drammatico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Never should have let go
 

 
Don't go too deep into the flood
Don't wade too long, you'll poison my love
Don't shut me out, don't hold it all in
Don't let my venom get under your skin



 
 “Siete voi..” constatò semplicemente Caterina voltandosi lentamente per guardare il nuovo arrivato.

Lui era appena entrato nella stanza, si era profuso in un profondo inchino, ma non si era appellato a lei, né usando il titolo di Regina, né in nessun altro modo. Ma lei si era aspettata perfettamente quell’ambiguo saluto e quella spiacevole visita: in quella specie di limbo in cui viveva da un mese, sapeva che sarebbe arrivato infine quel momento tanto temuto e sapeva che lui ci sarebbe stato, perché in tutti i momenti brutti in qualche modo lui c’era sempre.

“E’ tutto pronto per la partenza” annunciò il Segretario, azzardandosi a lanciarle un’occhiata per spiare la sua reazione.

Lei prontamente ricambiò lo sguardo senza mostrare alcuna debolezza, finché lui alla fine fu costretto ad abbassare lo sguardo; non riusciva proprio a sostenere i suoi occhi azzurri, non riusciva a sostenere la limpidezza e la purezza che riflettevano e che lo facevano sentire maledettamente sporco.

Una parte di lui si odiava, per questo l’altra parte doveva odiare lei.


 
'Cause every word and every turn
Every sign points to your hurt
With every hour your drifting further away




Senza incontrare il raggelante fuoco del suo sguardo, lui restò per un po’ a spiare i suoi lenti e precisi movimenti, mentre predisponeva con calma innaturale le ultime cose e impartiva ordini alle sue fedeli dame per quel viaggio senza certa destinazione e senza probabile ritorno. Ogni parola pronunciata le costava fatica, ogni gesto era una tortura che si esauriva nella sua ineluttabile sconfitta. Perché Caterina sembrava quasi stufa di combattere e si chiudeva in sé stessa, schiava di una coscienza troppo rigida e una fede che non l’avrebbe salvata.

E Thomas non la capiva, e più non la capiva più l’ammirava.

 
Come make your peace, come find your way
Come lay your wreath at the alter of change
Don't lose your step, don't break the bones
Don't shoulder the burden out there on your own




“C’è altro?” chiese la Regina, voltandosi nuovamente verso di lui, senza preavviso, avvertendo il suo sguardo indagatore.

Cromwell scosse la testa, ma incoerentemente con la sua risposta, mosse un passo verso di lei, fino ad arrivarle di fronte.

“Siete davvero sicura di voler andare?” chiese impulsivamente poi, azzardandosi di nuovo a incontrare il suo sguardo, che appariva adesso quasi divertito.

“Non è come se avessi molta scelta, Mastro Cromwell”

“Siete ancora in tempo per ripensarci, lo sapete”

Quel consiglio appena sussurrato corrispondeva a una segreta speranza dei Segretario, quella di aiutare in qualche modo la donna che Erasmo aveva definito “miracolo del sesso femminile”, di salvare una donna che ne valeva mille e aveva sofferto per cento.
 


Don't banish me then bid me home
Then tell me where I came undone
Don't harbor love like it's all your own
Then linger over what you've done
Don't sink underneath the weight of
when you're trying to carry way too much



 
“A cosa dovrei ripensare?  Gli ordini del Re mi sembrano ben chiari… E se vi riferite alla mia opinione in merito alla concubina del Re, allora sono le leggi della mia coscienza a non poter essere rettificate” replicò lei, decisa come sempre, dietro il mare dei suoi occhi che faceva ormai fatica a contenere l’impeto delle lacrime.

Thomas si ritrovò malgrado tutto a sorridere e, colto da un moto improvviso di dolcezza che la visione dei suoi occhi lucidi gli aveva provocato, le afferrò una mano e la strinse tra le sue.

“Siete umana però…” le ricordò semplicemente, rendendosi forse per la prima volta conto anche lui di trovarsi di fronte in fondo una donna che, per quanto stupenda e forte, rimaneva comunque vittima di ogni debolezza e paura terrena.


 
..And you never should have let go
You could have joined in the whole show

I never should have let go…


 
Lei abbassò per un attimo colpita da quella frase a cui per la prima volta si stava ritrovando a pensare anche lei e poi lo rialzò di colpo verso di lui, come a chiedergli tacitamente di proseguire quell’interrotto pensiero.

“Non avreste dovuto lasciare andare” disse Thomas sinceramente continuando a tenerle stretta la mano.

“Sto combattendo, non mi sto arrendendo!” ribatté lei prontamente.

“No, così vi state arrendendo, non vincerete mai e lo sapete…Avreste dovuto cercare un compromesso e magari…” precisò lui, lasciando volutamente la frase in sospeso.

“Magari cosa? Avrei dovuto stare lì e unirmi allo spettacolo?” chiese lei ironicamente, divincolandosi dalla sua presa.

Con un rapido gesto, lui riprese nuovamente il contatto e posò un lieve e fugace bacio sul dorso della sua mano, fissandola negli occhi un’altra volta, per l’ultima volta, prima che lasciasse definitivamente il Palazzo Reale per non metterci mai più piede.

“Non avreste dovuto lasciare andare” ripeté lentamente, forse rivoltò stavolta più a sé stesso, mentre inevitabilmente la lasciava andare via.
 
  
   
 
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