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Autore: leyda    30/11/2012    4 recensioni
Dal testo:
«Perché hai scelto un posto così per incontrarla?» domandò, con un’occhiata critica all’ambiente circostante e agli altri, rumorosi, clienti.
«Non sono stato io a decidere. Di sicuro l’ultimo luogo dove avrei proposto sarebbe stato un locale chiamato “Silver Arrow”. Mio Dio, “Silver Arrow”, Danny! Tanto valeva mandare una lettera spiegando anche perché siamo qui. Perlomeno è vicino al porto. Allison è stata previdente in questo, benché abbia una pessimo gusto per i nomi, oppure un pessimo senso dell’umorismo. Non saprei… » scosse la testa, con aria turbata.
«Stiles, ti prego. Non è il momento adatto per queste divagazioni.» sospirò Danny, guardandosi intorno circospetto...
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Allora... questa è una AU. Avete mai pensato di trasportare i personaggi di Teen Wolf in mezzo all'oceano e metterli a fare i pirati? Ovviamente con un sacco di sovrannaturale. E di avventura.
[Sterek] [sorpresa]
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Lost souls in the ocean

 

  

 

 

La nebbia si spandeva bassa e densa sul pontile, occultando parzialmente le due figure che camminavano vicine, avvolte nei mantelli per proteggersi dal clima umido e freddo di inizio autunno. Nessuna delle due figure parlava o dava segni di preoccupazione, benché il porto a quell’ora, non fosse il posto migliore in cui trovarsi. Proseguirono senza voltarsi per qualche decina di metri ancora, prima che una delle due ombre, la più minuta, svoltasse in una stradina stretta e sporca, che dal molo si inerpicava su per la città, immettendosi poi nella via principale, e proseguendo fino a fuori città, tra i boschi. Nessuna delle due persone, comunque, aveva intenzione di spingersi così lontano e, dopo aver percorso qualche altro centinaio di metri, si fermarono davanti all’entrata di una taverna dall’aria malandata.

Prima di entrare si assicurarono di essere nel posto giusto, dando un’occhiata all’insegna, penzolante da un cardine solo, raffigurante una rozza freccia, dalla vernice scrostata dalla salsedine. Appurato che il posto era quello giusto, varcarono la porta, ritrovandosi in un locale pregno dell’odore di fumo e sudore, pieno, nonostante l’ora tarda e rumoroso. Storcendo il naso, ma senza dare segno di volersi privare delle loro protezioni, i due nuovi ospiti si guardarono intorno, prima di prendere posto a un tavolo dall’aria più solida degli altri, posto nell’angolo più vicino all’entrata, sebbene abbastanza in ombra. Probabilmente quella bettola aveva visto giorni migliori, e di sicuro, ora era luogo abituale di ritrovo per ubriaconi e disperati, che non avevano nulla da perdere, e nessun altro modo di sfogare la propria insoddisfazione, se non bevendo e facendo a botte, coinvolgendo il mobilio nelle loro risse.

Guardandoli da dietro il bancone con aria torva, il proprietario si apprestò a servire un altro cliente, ormai quasi totalmente sbronzo, mentre il più massiccio dei due individui, si alzava e raggiungeva il taverniere, sotto lo sguardo attento e celato dell’altro. Ritornò al tavolo isolato poco dopo, con una bottiglia di vino, probabilmente rosso, e tre bicchieri con l’aria di aver avuto momenti migliori. Finalmente, entrambi si liberarono dall’ingombro dei mantelli, rivelandosi come due giovani, decisamente fuori posto, in un locale malfamato come quello in cui si trovavano.

«Perché hai preso del Porto? Lo sai che non mi piace.» si lamentò il più piccolo, facendo roteare il liquido nel suo bicchiere, prima di mandarlo giù e aggiungere «Almeno potevi ordinare qualcosa da mangiare.»

«A quest’ora? Se hai così fame, va a parlarci tu con quello lì.» rispose l’altro, indicando dietro di sé con un cenno della testa, versandosi il vino.

Il primo scosse le spalle, lasciando cadere l’argomento «Tanto non avremmo tempo, ugualmente. Fra poco Allison dovrebbe arrivare. Spero che non abbia avuto contrattempi e che non sia stato un viaggio a vuoto.»

«Perché hai scelto un posto così per incontrarla?» domandò, con un’occhiata critica all’ambiente circostante e agli altri, rumorosi, clienti.

«Non sono stato io a decidere. Di sicuro l’ultimo luogo dove avrei proposto sarebbe stato un locale chiamato “Silver Arrow”. Mio Dio, “Silver Arrow”, Danny! Tanto valeva mandare una lettera spiegando anche perché siamo qui. Perlomeno è vicino al porto. Allison è stata previdente in questo, benché abbia una pessimo gusto per i nomi, oppure un pessimo senso dell’umorismo. Non saprei… » scosse la testa, con aria turbata.

«Stiles, ti prego. Non è il momento adatto per queste divagazioni.» sospirò Danny, guardandosi intorno circospetto, abbassando poi il tono di voce «Perché non hai voluto farti accompagnare da Scott?» domandò.

«Danny, hai presente dove siamo e con che cosa potremmo avere a che fare? Preferirei lasciare tutti i nostri problematici amici il più lontano possibile da questo posto. E comunque, sanno cosa fare e dove andare se non tornassimo per dopodomani all’alba.» assicurò.

«E pensi che ti ascolteranno? Non mi stupirei se avessero attraccato adesso con una scialuppa.»

«In effetti neanch’io. Ma non lo faranno, stavolta. Sanno cosa c’è in gioco e che non possiamo rischiare.» commentò versandosi altro vino, guardando verso la porta, in attesa.

«Avresti dovuto venire con qualcun altro, oltre me, comunque. È rischioso per te.» disse, osservando il ragazzo seduto di fronte a lui con aria critica, per poi aggiungere «O almeno non vestirti così. Se volevi far sapere che sei qui, avresti potuto presentarti alla caserma, direttamente.»

Stiles abbassò lo sguardo sui propri vestiti, guardandoli come se li vedesse per la prima volta, sbattendo le palpebre un paio di volte, prima di corrucciare la fronte e riportare lo sguardo sul compagno. «Perché, cos’hanno i miei vestiti che non vanno? Mi sono cambiato prima di scendere.» rivelò, non capendo il problema, o fingendo di farlo.

Danny sospirò forte, e prima di rispondere, buttò giù il suo secondo bicchiere. Era meglio che Allison si facesse vedere alla svelta, o quando fosse arrivata li avrebbe trovati entrambi brilli, e poco reattivi. «Hai una camicia rossa. Rossa! Che ti passa per la testa?» sbottò poi, afflosciandosi sulla sedia, mentre l’altro ridacchiava divertito. «E comunque spero che ti ascoltino stavolta. Scott è andato decisamente fuori di testa quando ha saputo le tue intenzioni. Spero siano riusciti a calmarlo o quando torneremo la nave sarà a pezzi.»

«Non preoccuparti. Saranno riusciti a controllarlo. Altrimenti l’avranno buttato a mare, e un bel bagno lo calma sempre.» sghignazzò, imitato dal compagno.

«Si, soprattutto perché ci mette almeno un’ora a tornare a bordo.» considerò Danny.

 

A qualche strada di distanza, Allison continuava a guardarsi le spalle, per assicurarsi di non essere seguita. Era certa di essersi comportata in modo da non destare sospetti, negli ultimi giorni, ma considerando con chi aveva avuto a che fare, la prudenza non era mai troppa. Con un ultima occhiata alla strada malridotta e deserta dietro le sue spalle, si infilò in un vicolo cieco, entrando poi in una porta nascosta dalle ombre, rimanendo in attesa. Dopo qualche minuto, sentì un rumore di passi sulle pietre dell’acciottolato. A giudicare dal passo, pesante e cadenzato, dovevano essere almeno due, probabilmente guardie, o forse novellini appena usciti dalla caserma e reclutati dalla sua famiglia. In ogni caso, non poteva rischiare di uscire nuovamente in strada. Se voleva raggiungere Stiles e Danny, senza farsi scoprire, avrebbe dovuto usare una via alternativa.

Prestando attenzione all’interno dell’abitazione in cui si era infilata, attese di essersi abituata all’oscurità, e fu rassicurata dal russare che le arrivava alle orecchie, già al piano inferiore, in cui si trovava. Sfruttando la lama di luce che filtrava da alcune persiane malamente accostate, individuò le scale che portavano di sopra e, facendo attenzione a non fare rumore e a non inciampare da nessuna parte, salì, raggiungendo un piccolo lucernario che dava sul tetto. Per riuscire ad aprirlo dovette forzarlo un po’, temendo così di svegliare il proprietario dell’abitazione. Fortunatamente sembrava che l’uomo avesse il sonno pesante e, sebbene un po’ a fatica, riuscì a issarsi su, ritrovandosi sul tetto piatto.

Tenendosi bassa, ne raggiunse il bordo esterno per guardare in strada, certa che le guardie, o quello che erano, fossero ancora lì, o comunque a portata d’orecchio. Le sentì chiacchierare, più a destra rispetto a dove si trovava, e parlavano di bussare a qualche abitazione per cercarla. Silenziosamente tornò indietro, richiudendo la finestra da cui era appena uscita. Dopodiché, cercando di fare meno rumore possibile, e grata del fatto che in prossimità del porto le case fossero tutte ammassate le une alle altre, passò di tetto in tetto, senza correre il rischio di cadere di sotto, ma procedendo comunque con una certa accortezza, per non attirare nessuna occhiata indiscreta o far scattare alcun allarme. In poco tempo si lasciò alle spalle i suoi inseguitori, e giunse in prossimità del locale con cui aveva appuntamento con Stiles e Danny. Per tornare in strada, cercò il punto più buio della via, non fidandosi della sua apparente desolazione. Infatti, fece appena a tempo a raggiungere il locale, che delle voci le giunsero alle orecchie.

Entrò velocemente, frugando il posto con lo sguardo, finché non fu la voce di Danny a richiamare la sua attenzione. Tirando un sospiro di sollievo, si avvicinò ai due, sedendosi e accettando il bicchiere che Stiles le porgeva.

«Spero che il Porto ti piaccia.» esclamò, storcendo il naso.

«Non è il mio preferito, ma può andare.» ammise.

«Tutto bene? Sembri affannata.» domandò il ragazzo, alternando lo sguardo tra lei e l’entrata, aspettandosi forse, che un drappello di guardie entrasse, da un momento all’altro.

La ragazza annuì, assaggiando il vino. «Voi avete avuto problemi?» s’informò a sua volta, sistemandosi meglio sulla sedia.

Stavolta fu Danny a risponderle, sorridendo divertito «Sulla nave, molti. Qui per fortuna, a parte una divergenza sui vini, no. E non c’è bisogno che ti dica chi, ha creato problemi.»

«Scott?» fu la retorica risposta, accolta con uno sconsolato cenno d’assenso da entrambi. «Stiles… ma come sei vestito?» esclamò osservando attentamente, alla scarsa luce del locale, l’indumento rosso che portava.

«Oh mio Dio. Anche tu. Ma cos’ha che non va la mia camicia?» gemette sconfortato. Mentre gli altri due si scambiavano un’occhiata esasperata.

«È rossa. Perché non hai messo qualcosa di un altro colore? Lo sai che…» tentò, vendendo interrotta.

«In ogni caso» iniziò Stiles, incrociando le braccia sul tavolo e sporgendosi verso entrambi «cos’hai scoperto?» chiese, fissandola seriamente, pur mantenendo il sorriso sulle labbra, a beneficio di chi li avrebbe potuti osservare da lontano.

«Sarebbe meglio parlarne in un altro posto. Prima avevo due guardie che mi seguivano e potrebbero arrivare da un momento all’altro.» disse Allison, alzandosi e dirigendosi fuori, insieme a Stiles, che manteneva la sua aria scanzonata, nonostante gli occhi fossero mortalmente seri. Danny, intanto, chiamò il taverniere, che non aveva smesso un solo attimo di osservarli da dietro il bancone, ed estrasse due monete d’oro, che porse all’uomo che le fissava avido. Prima di consegnargliele, però, mostrò anche un corto pugnale.

«Queste sono per il disturbo. Questo invece, se ti capiterà di raccontare a qualcuno di aver visto qualcosa.» lo minacciò serio, prima di alzarsi e raggiungere i due compagni che lo attendevano in strada.

Infagottandosi nuovamente nei mantelli, si avviarono verso la banchina e oltre, fino al faro. Silenziosamente entrarono e salirono fino in cima, assicurandosi prima, che nessuno li avesse seguiti o li stesse spiando. Quando furono assolutamente certi di essere soli, Stiles le ripose la domanda.

«Allora, cos’hai scoperto?»

Allison si prese qualche secondo, passeggiando avanti e indietro per la piccola stanza, sotto lo sguardo attento del ragazzo, e di Danny, appoggiato alla porta. «È come pensavamo. Questa dovrebbe essere l’ultima nave prima dell’inverno. Le altre arriveranno con la prossima primavera. A quanto pare devono essere su questa, perché mio padre vuole occuparsene di persona. Purtroppo non sono riuscita a scoprire né quando, né da dove dovrebbe arrivare. So solo che sarà presto e che sarà ben sorvegliata. Probabilmente si aspettano qualche genere di sorpresa.» espose seria, mentre Stiles annuiva, di tanto in tanto, riflettendo.

«Abbiamo solo domani per scoprirlo, dopodiché dovremo tornare alla nave e sperare di riuscire a intercettarla anche senza informazioni… Danny, quanto manca alla prossima?» chiese volgendosi verso il ragazzo, aspettando una risposta.

«Una settimana e mezza soltanto.»

«Questo vuol dire che possiamo già restringere il campo d’attesa. Sono sicuro che cercheranno di concludere la faccenda prima dello scadere di due settimane. Ora dobbiamo riuscire a sapere da dove arriveranno, come hanno intenzione di difendere la nave, che tipo di nave sarà e quanti uomini avranno a bordo. Una sciocchezza, eh?» ironizzò, con un sospiro, passeggiando avanti e indietro, umettandosi le labbra di tanto in tanto.

«Come pensi di riuscire a venire a sapere tutte queste cose in un giorno soltanto?» domandò stupita Allison.

Stiles sorrise furbo, ignorando il borbottio di Danny riguardo al fatto che la sua fosse una pessima idea, e rispose «Per quale motivo credi che sia venuto da solo con Danny? Domani mattina ci porterai a casa tua, e ci presenterai come due volontari. In questo modo, riusciremo almeno a scoprire la data d’arrivo. Se saremo abbastanza scaltri, potremmo avere tutte le informazioni che ci servono e la via di fuga sgombra, prima che ci scoprano.»

«Se saremo abbastanza fortunati, riusciremo a scappare all’ultimo momento, vorrai dire. È un pessimo piano. È una pessima linea d’azione, tu lo sai, ma sei il tipo più testardo che abbia mai conosciuto, e probabilmente hai un grottesco istinto suicida. E non capisco perché ti sto dando ascolto e appoggio.» snocciolò Danny, scuotendo il capo, facendo ridere l’altro ragazzo.

«Stiles, anch’io penso sia una cattiva idea. È la cosa più rischiosa e scapestrata che tu abbia mai pensato di fare. Se non funzionasse, che succederebbe?» domandò preoccupata la mora.

«Se non funzionasse, abbiamo un piano di riserva. Ma per ora, faremo così. E non siate così pessimisti voi due, dopotutto mi avete visto fare cose più stupide e me la sono sempre cavata, no?» sorrise, aprendo la porta e iniziando a scendere le scale, al buio più completo, rischiando di cadere, cosa che infatti avvenne fortunatamente, quando ormai mancavano pochi gradini. Atterrò con un tonfo e un’imprecazione soffocata, mentre gli altri due lo raggiungevano di corsa, per accertarsi delle sue condizioni. Rimproverandolo, Danny lo tirò in piedi, assicurandosi che fosse stabile e illeso, mentre Allison teneva la porta aperta.

Appena fuori, con il vento che soffiava più forte, e le onde che s’infrangevano rabbiose sugli scogli, coprendo le parole a possibili orecchie indiscrete, si accordarono sugli ultimi particolari per il giorno successivo e, prima di rientrare a casa sua, la ragazza fece un’ultima raccomandazione.

«Mi raccomando, Stiles. Cambiati la camicia, o scordati il mio aiuto.»

«Oh, mio Dio! Ma si può sapere cos’avete contro i miei vestiti? ...E va bene, a domani alle nove.» capitolò, mentre lui e Danny tornavano al porto. Una volta giunti, salirono sulla barca con cui erano arrivati, sistemandosi alla meglio, per passare le ultime ore prima del sorgere del sole, nella maniera più confortante possibile.

Sotto una corda arrotolata, Stiles trovò un fagotto con un biglietto allegato, vergato con una calligrafia tondeggiante.

Perché sei il solito testardo, e non ti aiuteranno se non cedi. La prossima volta però te la cavi da solo. Lydia

Ridendo sottovoce, aprì i lembi del pacchetto, trovando al suo interno una maglia bianca, che indossò con un sospiro sconfitto. Davvero non capiva la fissazione che avevano tutti per il colore dei suoi vestiti. Avrebbe dovuto fare una ricerca approfondita in merito.

«Ah, ti sei deciso ad ascoltarci. Meno male che Lydia ti conosce bene, almeno non ci faremo uccidere subito, domani.» affermò scuotendo la testa, prima di sistemarsi meglio nel mantello e trovare una posizione sufficientemente comoda, che gli permettesse di dormire qualche ora.

Stiles invece, rimase sveglio ancora a lungo, steso sul fondo dell’imbarcazione, osservando il cielo parzialmente velato, mentre la sua mente creava e disfaceva piani per l’indomani, perdendosi poi dietro ad altri pensieri, più futili, finché il sonno non vinse anche lui.

 

 

 

Deliri di fine capitolo:

Benvenuti a bordo, topi di sentina!

Uhm, ok-ok, la smetto immediatamente, scusate.

Allora…

Che ne pensate di questo inizio? Devo fermarmi? Posso continuare? Fatemi sapere e vedrò un po’ come muovermi. Dato che è un esperimento ci terrei davvero ad avere molti pareri, in modo da farmi un idea sul fatto se vi piace o meno.

Premetto che, in ogni caso, non sono mai stata un pirata (ma va? Bella scoperta!–_–;) né un marinaio di alcun genere, insomma, per farla breve di barche e simili non né so molto, eccetto quello che ho scoperto leggendo i libri di Salgari, e spulciando su internet e libri vari, perciò è probabile che ci siano inesattezze, ma non credo che un qualche pirata di quel tempo leggerà mai questa cosa, quindi penso di poter stare al sicuro da eventuali assalti, no?

A parte ciò, cosa ne dite di questa coppia? O di questo trio? E Danny vi sembra IC? Cavolo spero tanto di si, anche se non è che si possa dire molto su di lui, viste le poche comparsate in TW.

Comunque, se ancora non l’avevate capito, questa storia è ovviamente una AU, anche perché io non ho mai visto uno dei nostri amati lupetti su una nave… per ora. E… ci saranno alcuni cambiamenti rispetto a ciò che è solito aspettarsi, ma non vi anticipo nulla… sempre perché sono cattiva e perché sennò che leggete a fare?^^

È probabile che alla fine dei capitoli, quando necessario, metterò un mini-glossario dove spiego i termini usati, così se vi và, potreste darci un’occhiata per capire meglio.

E sto sproloquiando un sacco, vero? Scusate.

Non so quando aggiornerò con questa long, perché si, sarà una long, rassegnatevi se volete seguirla, ma cercherò di essere abbastanza regolare, ok?

E con questo concludo!

Al prossimo capitolo!

  
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