Serie TV > Teen Wolf
Ricorda la storia  |      
Autore: sourwolf    30/11/2012    2 recensioni
“Potrei giurare che hai sentito l'odore da mille miglia”, sbottò quindi, agitando il sacchetto “Non puoi dirmi di no, adesso”.
genderswap!sterek. 2007 w/
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Derek Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Commenti: um, questo è- un esperimento. Ho beccato sul tumbo questo meraviglioso genderswap!sterek AU meme e non ho potuto fare a meno di adorarlo, aka credere ciecamente nel "tentar non nuoce". Come al solito, non sono convinta del finale, e ho sparso un po' di zucchero inutile, quindi boh, mi rimetto al vostro giudizio.
Attenzione, questa è un genderswap!, ergo i personaggi (tutti) cambiano di sesso, aka c'è FemSlash!sterek. *sventola pon pon*
[Precisazioni: il soprannome di Stiles rimane Stiles, ho pensato che andasse bene comunque, mentre Derek, Scott, Allison e Lydia sono diventati rispettivamente Derika, Scout, Alistair e Landon.]
Infine, per chi volesse immergersi nelle mie beghe ispirazionali (?)/scleri di massa, qui c'è la mia pagina Sterek, creata appositamente per lo scopo. Posterò aggiornamenti sui miei lavori ma anche foto stupide/meme/informazioni random, quindi boh.
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono. *soffre in silenzio

#wordcounter: 2007 w/


***


La porta si aprì con un cigolio sinistro, faticosamente, come se qualcuno la tenesse chiusa dall'interno. Stiles si grattò la nuca e fece un passo avanti, tenendo l'altra mano avanti per ripararsi da eventuali lupi mannari e roba simile. “Non ho cattive intenzioni”, masticò, come per rassicurarsi da sola, anche se sapeva benissimo che non era l'unica a potersi sentire. “Giuro”, soggiunse, alzando le mani non appena varcò la soglia.

Avrebbe voluto aggiungere un altro paio di battute rassicuranti, magari un “vengo in pace” stereotipatissimo, ma un 'crack' le soffocò le parole in gola, mentre il cuore cominciava a battere all'impazzata nella sua cassa toracica, come un piccolo uccellino impazzito. L'avrebbe sentito. Chiunque l'avrebbe sentito, diamine, forse anche Scout, dalla camera di Alistair, mentre giocavano ai tristi innamorati maledetti dal destino, e dio solo sa quanto Stiles avrebbe preferito non averci pensato. La sua bocca si storse in una smorfia disgustata, e il battitò si calmò, in tempo per vedere un'agile figura saltare dalle scale e piantarsi graziosamente davanti a lei.

Stiles sobbalzò, solo un pochino, e si ritenne soddisfatta quando sentì la sua stessa voce commentare con un sarcastico “Certo che ti piacciono le entrate di stile, sourwolf”, la cui risposta fu un semplice ringhio basso.

Cosa vuoi, Stiles?” la voce bassa e, perdio, terribilmente sensuale di Derika Hale aveva un tono quasi esasperato. Se ne stava lì, appoggiata felinamente alla ringhiera di legno marcescente, con le braccia sui fianchi e l'aria da bad girl, la solita giacca di pelle, una canottiera bianca aderente e dei pantaloni strettissimi, come a dire “no, non possiedo tute sformate in cui piangere tutto il mio dolore e mangiare gelato direttamente dalla vaschetta davanti alla televisione come fai tu, e sì, sono abbastanza figa da permettermi vestiti aderenti senza preoccuparmi della pancetta”, e aveva ragione, pensò Stiles mordendosi un labbro con disappunto.

Comunque, non era arrivata fin lì per farsi insultare dalla perfezione dell'Alpha, quindi ricacciò gli improperi giù per la gola e mostrò le mani vuote. “Sono venuta per proporti un trattato di pace”, disse, dubbiosa, e le sopracciglia di Derika schizzarono in alto. “Sì, insomma” si affrettò a chiarire Stiles, ricacciando le mani dentro le tasche della sua larga felpa rossa “Dobbiamo collaborare se vogliamo che il branco sopravviva”.

Derika non si mosse di un millimetro, ma continuò a guardarla con aria scettica. “Tu non fai parte del branco”, sbottò, e Stiles sentì il cuore sprofondarle, ma non si diede per vinta. “Lo so, ma Scout è la mia migliore amica, e tu sei l'Alpha, e non ho intenzione di restare con le mani in mano mentre vi cacciate nei guai più spropositati e vi fate uccidere da strani- mostri mutanti, e roba simile.” Si leccò le labbra distrattamente e piantò uno sguardo cocciuto negli occhi verdi dell'altra “Non vi guarderò morire senza sapere che ho fatto tutto il possibile per evitarlo”.

Derika scrollò le spalle, con aria insolitamente divertita, per istanti che sembrarono anni. “Okay”, disse solo, infine, e poi scomparve, in un battito di ciglia, lasciandola sola davanti alle scale di quella casa diroccata in cui la stupida Alpha di Beacon Hills viveva.

“Ehi!” Stiles diede un calcio alla ringhiera e un paio di calcinacci si staccarono dal soffitto, mentre il pavimento cigolava sinistramente. Lo sapeva che avrebbe dovuto considerare i poteri da lupo e tutte le altre stronzate nel piano, lo sapeva. “Sei una stronza, Derika!” strepitò, sapendo che l'avrebbe sentita; si morse la lingua e fece dietro front, tornando alla sua Jeep con cipiglio deciso. Non sarebbe finita lì, oh no.



Scout si passò una mano tra i capelli e arricciò il naso. “Quindi sei andata da Derika e le hai detto che volevi collaborare, lei ti ha detto 'okay' e se n'è andata?”, riepilogò, titubante.

“Sì”. Stiles guardò con aria torva il muro davanti a sé e annuì seccamente. Il suo sguardo si perse nel nulla e le labbra piene si imbronciarono un po'. “Non le ho mica proposto sessioni di sesso selvaggio, non capisco cosa le costi fidarsi almeno un pochino di me”.

“Visto che non è la prima volta che ci aiuti a non morire” le diede corda Scout, ignorando la prima parte della frase, per la sua stessa sanità mentale. Vide Stiles scuotere i capelli corti e guardarla con quel suo modo un po' schizzato, come se avesse appena bevuto una caraffa di caffé e avesse in mente una di quelle cose che personalmente non avrebbe fatto neanche sotto tortura.

“Non potrà ignorarmi per sempre”, disse, alzandosi in piedi con aria determinata. “Prenderò quella lupa cocciuta per la gola”, borbottò, girando per la stanza di Scout a vuoto un paio di volte. Scout la vide illuminarsi, sorridere e infilare la finestra in meno di due secondi. “Ti chiamo”, esclamò, saltando via e lasciandola con un palmo di naso. Decise saggiamente di non volerlo sapere, prese il cellulare e digitò un “Cosa fai stasera?”, con aria sognante, ad Alistair, sperando che rispondesse presto e sapendo che il suo numero era salvato sotto il nome di Landon.



Stiles si calò il cappuccio sulla testa, sbatté il sacchetto sul sedile con malagrazia e mise in moto. Che Derika le staccasse la testa a morsi, pensò, suo malgrado rabbrividendo, non si sarebbe arresa.
Guidò fino a casa Hale e fece più rumore possibile, sia slacciandosi la cintura che sbattendo la portiera, tossendo e schiarendosi la voce, fino a che non vide la slanciata figura di Derika che la guardava a braccia conserte dal portico, con le sopracciglia inarcate.

Si diresse verso di lei con decisione, e quando fu a pochi metri si ricordò di essersi dimenticata l'esca. “Maledizione”, borbottò a mezza voce, tornando indietro e rischiando di inciampare in una stupida radice. Se non fosse stato per la sua sicurezza che l'emotività di Derika era pari a quella di una tavola di granito, avrebbe giurato di averla sentita ridacchiare.

Stiles pescò il sacchetto dalla macchina, chiuse la portiera e tornò alla carica, questa volta dribblando sapientemente la radice assassina. Derika non si era mossa, era ancora lì, con quella espressione corrucciata che la faceva sembrare sempre più grande di quanto non fosse – e che le donava tanto, anche se Stiles non l'avrebbe mai ammesso – e le braccia incrociate, gli occhi verdissimi puntati su di lei.

“Cosa vuoi, Stiles?” domandò, e Stiles sentì quanto quella frase fosse ricorrente nella sua vita, e dovette sforzarsi per non mettersi a ridere dalla disperazione. “Potrei giurare che hai sentito l'odore da mille miglia”, sbottò quindi, agitando il sacchetto “Non puoi dirmi di no, adesso”.

E, miracolo dei miracoli, vide l'espressione più divertita che Derika avesse mai fatto in vita sua, o almeno la più divertita che Stiles le avesse mai visto. Senza replicare, l'Alpha scomparve dietro la porta, ma la lasciò aperta, e Stiles sospirò di sollievo, seguendola a rotta di collo, temendo un cambiamento repentino di umore. Il bipolarismo di Derika non le era estraneo, purtroppo.

La trovò in cucina, o almeno quella che sembrava una cucina, appoggiata contro il lavello, sempre con le braccia conserte. Si sedette su una sedia sgangherata, sperando che la dieta avesse funzionato bene, e posò il sacchetto sul tavolo. “Suppongo chiederti un vassoio sia troppo”, disse, senza guardarla.

“Suppongo chiederti cosa ci fai qui con dei biscotti sia troppo”, ritorse Derika, spostandosi un po' nel suo campo visivo.

Stiles fece spallucce, pescò un biscotto dal sacchetto e se lo ficcò in bocca. “Sì” confermò, ancora a bocca piena. Ingoiò e soggiunse “Sai già perché sono qui. E i biscotti sono la cosa più persuasiva che mi è venuta in mente”.

Derika fece una smorfia e disse “Non mangerò i tuoi biscotti” come se fosse una minaccia, ma qualsiasi cosa lei dicesse sembrava una minaccia, quindi Stiles non ci fece caso più di tanto. “Sono al cioccolato” puntualizzò stupidamente, invece, e ne prese un altro.

Fu un battito di ciglia. Un momento stava dando un morso al biscotto, e quello dopo era schiacciata contro il muro dal corpo forte di Derika, il biscotto per terra, sbriciolato, e il suo respiro fermo in gola. Non era la prima volta che si trovava in questa situazione, ma non ci era ancora abituata.

Derika Hale non conosceva il significato di “spazio personale”, okay. Ma era un fottuto lupo mannaro e Stiles non poté evitare di notare quel paio di occhi cremisi che la fissavano da troppo vicino, cominciando a iperventilare. “Cosa vuoi, Stiles?” ringhiò Derika, ancora, e cavoli, stava diventando una specie di mantra o cosa?

“Aiutare” articolò a fatica, ma con decisione, senza tuttavia poter evitare di tremare un po'. Derika sbatté un pugno contro il muro, così vicino, troppo vicino, sbriciolandone una parte, e ringhiò frustrata. Stiles la vide strizzare gli occhi e staccarsi, esasperata, lasciandola tremante attaccata al muro.

“Posso prenderlo, quel biscotto?” sbottò infine l'Alpha, massaggiandosi la tempia. Si avvicinò al tavolo, prese un biscotto e vi nascose un sospiro, sentendo il battito di Stiles che decelerava lentamente.

Vide la ragazzina annuire e deglutire un bolo d'aria, per poi accasciarsi lentamente a terra. “Non lo fare mai più, ti prego”, ansimò, un po' petulante, e Derika non poté fare a meno di avvicinarsi a lei e tenderle la mano. Stiles la guardò un po', quella mano tesa, dubbiosamente, poi la afferrò e si fece tirare su, appoggiandosi al suo petto e respirando forte.

“Non sono io quella di cui devi aver paura, Stiles” disse Derika, scostandosi per guardarla negli occhi.

Stiles si raddrizzò. “Giusto perché tu lo sappia... Non ho paura di te” sbottò, fieramente. Vide il suo sguardo scettico e “Sono solo legittimamente terrorizzata da tutta questa cosa dei superpoteri da lupo mannaro” concesse, stringendosi nelle spalle, mentre si leccava nervosamente le labbra “Non sono una cosa di tutti i giorni, e il fatto che tu mi abbia quasi staccato la testa con un pugno è uno dei tanti motivi per cui-”.

Derika sollevò un angolo delle labbra in quello che sembrava terribilmente un sorriso e si avvicinò pericolosamente, facendo morire la fine della frase in un flebile sussurro. Alzò una mano, in forma umana, e gliela mise su un fianco, percependo chiaramente i suoi battiti aumentare. Si avvicinò lenta e sorniona, come se Stiles potesse decidere di scappare, come se lo avesse mai voluto fare, e la baciò. Non un'innocente pressione di labbra, ma un bacio serio e bollente con un vago retrogusto di cioccolato e Stiles si trovò di nuovo premuta contro il muro, questa volta con le mani di Derika nei capelli.

Stiles odiava ammetterlo, ma aveva sempre sperato che un giorno il bipolarismo dell'Alpha portasse a questo. Non solo perché fosse particolarmente attraente, ecco, ma anche perché sin dal loro primo incontro aveva avuto la sensazione di avere in comune con quella cocciuta, scontrosa e perennemente incazzata stronza più di quanto non credesse. E poi sì, perché era terribilmente attraente, ammise a se stessa, sospirando mentalmente.

E no, non aveva bisogno di scendere a patti con la propria sessualità, tante grazie. Aveva un cotta ben nascosta persino a se stessa per Derika da all'incirca sempre, sin da quando l'aveva vista la prima volta, nella foresta, con quell'aria da questo-è-il-mio-territorio-andatevene-se-non-volete-morire, e averlo scoperto così, con un bacio, non le dispiaceva affatto. Insomma, non che tutto quell'improvviso interesse lesbico non le rimescolasse qualcosa nello stomaco, vista l'esperienza con Landon, ma poteva facilmente scenderci a patti, considerato il fatto di star limonando – a Scout sarebbe venuto un colpo, poteva giurarci – con Derika Hale, la fredda, cinica e rabbiosa Alpha. Faceva figo anche solo a pensarci, andiamo, una relazione lesbo con un lupo mannaro. Altro che Lois Lane!

Quando si staccarono, “Ti odio” Stiles ansimò, per niente imbarazzata, però sorrideva. Sembrò meditare qualche secondo, si illuminò e soggiunse: “Sapevo che i biscotti al cioccolato erano la scelta giusta, io- mmph”

Derika aveva sbuffato e roteato gli occhi. “Oh, sta' zitta, una buona volta”, aveva ringhiato, premendo di nuovo le labbra contro le sue, sapendo che avrebbe usato questo stratagemma per zittirla molto spesso.

E avrebbe funzionato.


--------------------------------------------------------------------


Il titolo significa letteralmente "I dolci sono eleganti ma il liquore è più veloce" - sì, lo so, è bruttino *si morde la lingua* -, ma il significato è quello classico e maschilista del "se vuoi una donna, ingentilirla con l'alcol è la strada più veloce per entrare nelle sue mutande". Chiedo venia, ma ci stava tantissimo, anche se Stiles effettivamente usa i dolci, heh.
Tra parentesi, ho dovuto lottare parecchio con "gli" e "le", uccidetemi. /muor
   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: sourwolf